L'aggressione a una folla fitta a centinaia di migliaia una città stretta tra la montagna e il mare, è stato il più deliberato atto criminale commesso dalla forza pubblica dal tempo degli scontrosi anni settanta in poi.
I preposti alla sicurezza e all'ordine attaccarono in Genova una quantità umana senza via di uscita, nè di fuga. La sua densità era tale da non consentire deflusso, scioglimento. Quella concentrazione umana era materialmente insolubile e politicamente così vasta e varia da non poter essere isolata.
Fu aggredita per arroganza dai poteri nuovi appena eletti. Fu aggredita perchè quei poteri non volevano essere da meno dei predecessori che a Napoli, governo D'Alema a ministro degli Interni Bianco, avevano chiuso, insaccato e storpiato una manifestazione analoga, più piccola, soltanto pochi mesi prima.
A Genova i responsabili dell'ordine pubblico attaccarono la folla per punirla, con tutto il seguito e il carico di odio, accanimento e vigliaccheria contro i catturati.
Il disordine pubblico scatenato a Genova non è stato scintilla di nuovo odio civile grazie allo sforzo di neutralità della magistratura. E' stato lasciato impunito l'omicidio di Carlo Giuliani, ma non l'infamia degli abusi commessi dal personale della forza pubblica. La magistratura ha liberato gli arrestati, ha aperto inchieste, le ha svolte, ha prodotto prove di accusa. [...continua]
Erri De Luca