processo ai 25
SUPPORTOLEGALE.ORG - COMUNICATO STAMPA
IN OGNI CASO NESSUN RIMORSO
La sentenza del processo contro 25 manifestanti per gli scontri avvenuti durante le proteste contro il g8 a Genova, ha deciso qual è il prezzo che si deve pagare per esprimere le proprie idee e per opporsi allo stato di cose presenti: 110 anni di carcere. Il tribunale del presidente Devoto e dei giudici a latere Gatti e Realini, non ha avuto il coraggio di opporsi alla feroce ricostruzione della storia collettiva ad uso del potere che i pm Andrea Canciani e Anna Canepa gli ha richiesto di avvallare.
Anzi, ha fatto di peggio. Ha scelto di sentenziare che c'è un modo buono per esprimere il proprio dissenso e un modo cattivo, che ci sono forme compatibili di protesta e forme che vanno punite alla stregua di un reato di guerra.
Per completare l'opera ha anche fornito una consolazione a fine processo per i difensori e gli "onesti cittadini", chiedendo la trasmissione degli atti per le false testimonianze di due carabinieri e due poliziotti, un contentino con cui non si allevia il peso della sentenza e il cui senso di carità a noi non interessa.
SINTESI UDIENZA SENTENZA PROCESSO AI 25
Il tribunale composto da Devoto, Gatti e Realini ha emesso oggi la sentenza per il processo contro 25 manifestanti per i fatti del g8.
Di 25 manifestanti, una sola è l'assoluzione.
14 manifestanti sono stati condannati per danneggiamento per i fatti di via tolemaide: le pene partono da 5 mesi e arrivano a 2 anni e 6 mesi (solo uno è stato condannato a 5 anni per lesioni all'autista del defender Filippo Cavataio). Per loro il reato di devastazione e saccheggio è stato derubricato, e la resistenza alla carica dei carabinieri è stata scriminata come reazione ad atto arbitrario e di conseguenza non costituisce reato (in pratica la reazione alla carica dei carabinieri è stata considerata legittima, solo per tre imputati, ma non i danneggiamenti successivi).
10 manifestanti sono stati condannati per devastazione e saccheggio per i fatti del cosiddetto blocco nero: le pene vanno da 6 anni a 11 anni. Per 4 di loro sono stati chiesti anche 3 anni di libertà vigilata e interdizione permanente dai pubblici uffici (ovvero dopo aver scontato la pena dovranno scontare anche 3 anni di libertà vigilata).
Per il capitano Antonio Bruno, il tenente Paolo Faedda, il Primo Dirigente Angelo Gaggiano, il Primo Dirigente Mario Mondelli è stata chiesta la trasmissione degli atti per falsa testimonianza.
A parte il pagamento delle spese processuali e di alcune limitate provisionali, i danni patrimoniali sono stati lasciati a un successivo giudizio civile. La beffa finale è che in ogni caso sempre in sede civile saranno da determinare e pagare i danni non patrimoniali - anche noti come danni di immagine - alla Presidenza del Consiglio (e questi dovranno pagarli tutti i 24 condannati o quasi).
In pratica la tesi per cui a offendere l'immagine dell'Italia sono stati i manifestanti è stata accolta.
Art. 419 del Codice Penale: “Chiunque, al di fuori dei casi previsti dall’art. 285 (devastazione, saccheggio e strage, ndr), commette fatti di devastazione e saccheggio è punito con la reclusione da 8 a 15 anni”.
“Devastazione e saccheggio” è un reato che non era stato più contestato dall’immediato dopoguerra e che è stato rispolverato dalla Procura di Genova per i fatti del G8 del 2001, dopo due tentativi: uno fallito, a Torino, per la manifestazione per la morte di Baleno del 4 aprile 1998; e uno riuscito, a Roma, nel 2002, nei confronti di alcuni ultras. Gli elementi che integrano il reato sono: l’ordine pubblico messo in crisi e il danneggiamento ripetuto di beni, anche tramite “compartecipazione psichica” tra gli imputati.
Per dirla in breve, non occorre aver effettivamente “devastato”, ma è sufficiente essere presente mentre gli altri devastano...
«Al G8 violenze e sacchegginon ebbero giustificazioni»
le motivazioni delle condanne ai no global
I giudici: furono legittime le cariche della polizia contro il Blocco nero
GENOVA. Le cariche della polizia non furono «arbitrarie», e comunque non c'è nesso
fra l'azione delle forze dell'ordine e i danneggiamenti dei negozi e delle auto. I
manifestanti del Blocco nero agirono senza dubbio con più violenza delle Tute
Bianche (gli addebiti vengono distinti in modo netto) e però anche il messaggio di
queste ultime alla vigilia degli scontri fu «contraddittorio». Sono questi i
contenuti salienti nella motivazione della sentenza sui 25 noglobal accusati di
devastazione e saccheggio durante il G8 del 2001 a Genova. Ventiquattro erano stati
condannati il 14 dicembre scorso dalla seconda sezione del tribunale a oltre
cent'anni di carcere. Una sola imputata, Nadia Sanna, era stata assolta per non aver
commesso il fatto.
Pubblichiamo le motivazioni della sentenza di primo grado del processo contro 25 manifestanti per devastazione e saccheggio per i fatti di strada accaduti durante le proteste contro il g8 di Genova.
«Sabato torneremo a manifestare a Genova». Lo hanno urlato autonomi e anarchici (una cinquantina di persone in tutto) partiti in corteo da piazza della Raibetta l’altra sera, alla notizia che 24 dei 25 no global accusati di devastazioni e saccheggi durante il G8 del 2008 erano stati condannati dal tribunale a un totale di 108 anni e tre mesi di carcere. Il questore fa sapere che finora non è giunta nessuna richiesta ufficiale di cortei o manifestazioni. «Se ci sono segnali in questo senso?
Si attendono conferme per la manifestazione annunciata immediatamente dopo la sentenza che ha condannato 24 dei 25 no global imputati di devastazione e saccheggio durante le violenze di strada avvenute nei giorni del G8 del 2001. Dovrebbe svolgersi sabato prossimo, secondo quanto fatto sapere dai partecipanti al corteo, formato da una cinquantina di anarchici, che ieri sera ha attraversato le vie del centro città.
Anche senza la manifestazione, la giornata di sabato 22 dicembre si prospetterebbe difficile per il traffico cittadino, con l’ultima corsa ai regali natalizi e la partita Genoa-Parma, che si giocherà alle 15. Per questo motivo il comune di Genova ha già chiesto alla Lega Calcio di posticipare il match alle 20.30.
L’avvocato Simonetta Crisci, ospite dell'associazione Blow Up di Grottammare, commenta la sentenza del tribunale sui fatti di Genova 2001 con la quale i giudici genovesi hanno accusato 24 no global dei reati di devastazione e saccheggio. Prevista l’incriminazione anche per quattro ufficiali di polizia accusati di falsa testimonianza.
La sentencia del proceso en contra de los 25 manifestantes para los disturbios ocurridos en el marco de las protestas contra el g8 en Genova, eligiò cual es el precio que se debe pagar para exprimir las propias ideas y para oponerse al estado de cosas presentes: 110 aňos de carcel. El Tribunal del presidente Devoto y de los jueces Gatti y Realini, no tuvo el coraje de oponerse a la feroz recostrución de la historia colectiva a al uso del poder que los ministerios fiscales le pidieron de avalar. Mejor dicho hizo algo peor. Eligió de sentenciar que hay una forma “buena” para exprimir el disenso y una forma “mala”, que hay formas compatibles de protesta y formas que tienen que ser sancionadas como un crimen de guerra.
Para completar la obra aportó también una consolación al fin del proceso para los defensores y los “ciudadanos honestos”, pidiendo la trasmisión de las actas judiciales para los testimonios de dos carabineros y dos policías, un regalito con el cual no se alivia la pesadez de la sentencia y el sentido de caridad de la cual no nos interesa.
El tribunal de Genova eligió de secundar todas las fuerzas políticas, todos los bienpensantes, todos aquellos abogados, che – concientemente – esperaban que pocos, aún menos de los 25 imputados, fueran condenados para restablecerse y para puntar su propio dedo goteante moral y cociencia sucia. La utilización del delito de devastación y saqueo para condenar echos ocurridos en el marco de una manifestación política abre la puerta a una operación muy peligrosa, que quería ver las personas rendidas a las elecciones de quien goberna, inermos frente a los abusos cotidianos de un sistema en llena emergencia democrática, antés que económica. Nadie de los que eran en Genova en el 2001 y que construyeron su carrera utilizando las reivindicaciones de las protestas de Genova, para traicionarlas en la primera ocasión con qualquier votación o medio necesario, quiso exprimirse en contra de esa operación absurda y instrumental: nadie, o casi, en todas las formaciones políticas de centro-izquierda que gobernan supo decir que en Genova, entre los que hoy quedan condenados con años de carcel, hubieran tenido que estar todos los que participaron a las mobilitaciones de aquellas jornadas.
La misma tarea fue desarollada por muchos de los movimientos y muchas de las personas que trataron de sabotear los contenidos de la manifestación que hace tres semanas, el 17 de noviembre, llenaron las calles de Genova: quisieron enturbiar las miradas de las personas sobre quienes eran realmente los que luchaban para un modelo alternativo de vida e de sociedad, y quien defendía el modelo que vivimos en nuestra piel todos los dias; quisieron agitar las aguas, quizás porque su dignidad también quedaba bien confundida. Y entonces decenas de comunicados sobre las posibles Comisiones del Parlamento, sobre la Verdad y la Justícia, y muy pocas palabras sobre las 25 personas que se estaban volviendo los chivos expiatorios de un poder que tuvo miedo. Genova no se borra con el revisionismo judiciário ni con las elecciones ventajosas ni con los fantasmas en el armario.
Las 80.000 personas que el pasado 17 de noviembre manifestaron por las calles de Genova no pedían una Comisión del Parlamento, sino que las 25 personas no se volvieran en la tapadera atràs de la cual esconder una página de la historia incómoda, que metió en discusión el actual sistema de vida y de la sociedad. Somos seguros que aquellas 80000 personas nos escuchen y que no van a permitir que en una sala de un Tribunal se exproprie la memoria colectiva y se arrasen las vidas de 24 personas.
Con mayor razón hoy, con una sentencia que trata de aplastarnos y darnos verguenza de lo que fuimos y de lo que vivimos, de oscurar los momentos de aquella revuelta y de no darle la luz y la dignidad así como merecerían los momentos más puros que exprimen la voluntad popular, nosotros decimos que que nunca vamos a renegar nada, que no vamos a pedir perdón, porque no hay ninguna motivación para hacerlo ni de que arrepentirse, porque nosostros aquel momento lo vivimos como el más alto de nuetra vida política.
Nosotros pensamos que todos los que estaban en Genova tendrían que gritar: en cualquier caso ningún remordimiento. Ningún remordimiento para las calles ocupadas por la revuelta, ningún remordimiento para el terror de los grandes atrinhcerados en la zona roja, ningún remordimiento para las barricadas, para las escaparates desfondadas, para las protecciones de plexiglass, para los escudos de plexiglass, para la ropa negra, para las manos blancas, para las danzas pink, ningún remordimiento para la determinación con la cual metimos en discusión el poder en aquellos dias.
Lo decimos el día después de Genova y en todos estos años: la memoria es un engranaje colectivo que no se puede sabotear. No vamos a probar ningún remordimiento para todo lo que pasó y todo lo que significó para nostros Genova. Hoy, como ayer y mañana, seguimos repitiendo que la historia somos Nosotros. Hoy, como ayer y mañana, seguimos diciendo: en cualquier caso ningún remordimiento
Supporto Legale
info@supportolegale.org
The sentence of the trial against the 25 demonstrators for the Genoa g8 riots has fixed the price to pay for expressing our own ideas and going against the actual state of things: 110 years of jail. The tribunal, formed by chief judge Devoto and two associate judges Gatti and Realiani, was not brave enough to oppose to the savage reconstruction of the collective history towards the power that the public prosecutors Andrea Canciani e Anna Canepa asked to guarantee.
On the contrary it did even worse. It chose to sentence that there is a good and a bad way to express our own dissent, that there are tolerable ways to protest and ways that should be punished as if they were a war crime.
To top it all, the Court has also given a consolation prize to the defence lawyers and to all the "honest citizens": the files on the false statements given by two Carabinieri (military police) and two policemen will be the start of an investigation, a sweetener that does not mitigate the importance of the sentence and a pittance that we strongly reject.
The Genoa court has decided to support all those political forces, all those conventional thinkers, all those lawyers that - consciously - hoped that a few, even less that the 25 defendants, would be condemned to drew a sigh of relief, to point their finger dripping with morals and guilty conscience.
The use of devastation and sacking as a crime to condemn facts occurred during a political demo opens the way to a dangerous operation, that would like to see people motionless to the choices of those who govern, defenceless to the daily abuses of power from a system in deep democratic crisis, even befor economical one. None of those who where in Genoa in 2001 and that have build their careers on the Genoa slogans (and have later betrayed them all with any possible vote or action), has rised against this absurd and opportunist operation: almost nobody from the whole center-left-wing coalition has found time enough to state that today not only 24 people, but all the demostrators have been convicted to years of jail.
The same thing has happened inside large parts of the movement, with a lot of people trying to sabotage the messages of the demo that only three weeks ago has filled the streets of Genoa. They created confusion about who was fighting for a different life and society and who was protecting the actual state of things, maybe because their dignity is confused too. So, many words were said and written about a possible parliamentary committee of enquiry, about Truth and Justice, yet too few words about those 25 people who were going to be the scapegoats of a scared power.
Yet Genoa can't be erased with an act of revisionism by the Court, nor with hypocritical and opportunistic choices and skeletons hidden in the cupboard. The 80.0000 people that last November, 17th have marched in Genoa were not asking for a parliamentary committee of enquiry; they wanted to state loud and clear that 25 people can't shield an inconvenient historical passage that questioned so strongly our lifestyle and society. We believe that those 80.000 people are listening to us and will not let a Court expropriate their memory and devastate the lives of 24 people.
This sentence tries to overwhelm us and make us feel ashamed of what we where and lived, giving a dim view of moments of riot that instead deserve the light and dignity of moments of popular will; but we will not apologize for anything, because we have nothing to repent and we consider Genoa 2001 the highest moment of our political lives.
We believe that all of those who were in Genoa should scream: in any case, no regret. No regret for the streets taken from the rebels, no regret for the terror of the G8 closed inside the red zone, no regret for the barricades, for the broken windows, for the foam-rubber protections, for the plexiglass shields, for the black dresses, for the white hands, for the pink dances, no regret for the resolution we questioned the power for some days.
We said it the day after Genoa, and during all those years: memory is a collective gear that can't be saboted. And we will feel no regret for what Genoa was and meant for us.
Today, like yesterday or tomorrow, we say again: in any case, no regret.
RIASSUNTO - PROCESSO AI 25 - IX UDIENZA ARRINGA DIFESE - TAMBUSCIO PER DADDABBO, LAMMA, DICHIARAZIONI IMPUTATI
[ P=Tribunale, A=Accusa, D=Difesa, C=Parti Civili, R=Teste ]
P: [procede all'appello]
P: [disponde con un'ordinanza la sostituzione d'ufficio dell'avvocato Tambuscio per la posizione di CD dell'avvocato Daddabbo]
D: (Tambuscio) [comincia l'arringa lamentando l'assenza di testi che abbiano portato nel processo gli effettivi danneggiamenti di arredi urbani e mezzi delle ffoo, come se la quantificazione e qualificazione del danno fosse superflua e i buchi di ricostruzione per la posizione di CD]
RIASSUNTO - PROCESSO AI 25 - VIII UDIENZA ARRINGA DIFESE - SOMMOVIGO, GALASSO, TARTARINI
NOTE PRE UDIENZA
Non ci saranno repliche del pm. ma una memoria scritta.
E il tribunale e' intenzionato a dare la sentenza prima di Natale.
Felice Anno Nuovo a tutti.
RIASSUNTO - PROCESSO AI 25 - VII UDIENZA ARRINGA DIFESE - ALBORGHETTI E D'AGOSTINO
[ P=Tribunale, A=Accusa, D=Difesa, C=Parti Civili, R=Teste ]
P: [procede all'appello]
La prima sentenza del G8 arriverà nella settimana che precede il Natale. I pubblici ministeri Anna Canepa e andrea Canciani hanno annunciato che non replicheranno alle arringhe difensive
di Massimo Calandri
LA prima sentenza del G8 arriverà nella settimana che precede il Natale. Ieri i pubblici ministeri Anna Canepa e Andrea Canciani, che sostengono l´accusa contro i 25 accusati di aver devastato e saccheggiato Genova, hanno annunciato che non replicheranno alle arringhe difensive. Depositeranno invece una memoria, con ogni probabilità dopo l´intervento dell´ultimo avvocato degli imputati, e cioè il 7 dicembre. Ci sono buone ragioni per credere che il tribunale possa pronunciarsi in meno di due settimane. Sono stati chiesti complessivamente 225 anni di carcere. Nell´udienza di ieri gli imputati attraverso i loro legali si sono ancora una volta difesi sostenendo che il corteo delle Tute Bianche fu assalito senza motivo dalle forze dell´ordine.
PICCOLA NOTA PER LEGGERE LE ARRINGHE DEI DIFENSORI
In questo processo tra gli avvocati e' piovuto di tutto, un po' come tra gli imputati. E' nelle arringhe e nella gestione del processo che emergono i caratteri piu' distinti: ci sono i poveretti in cerca di una vetrina, i professionisti, chi pur di parte politica avversa alla nostra cerca di attenersi alla buona norma di non parlare a sproposito dei clienti altrui e chi lo fa un po' meno; c'e' soprattuto chi onora una lunga tradizione di solidarieta' e chi non lo fa pur rivendicandosi parte della nostra stessa storia politica. A pensarci bene, forse, in questi casi, la desolidarizzazione non e' cosi' aliena dalla cultura politica che si rivendica, e ognuno si assume le proprie responsabilita'. La solidarieta' infatti non e' patrimonio cosi' comune come vorremmo, e i processi di solito sono il teatro piu' triste e drammatico dove dare notizia di questa cruda realta'.
RIASSUNTO - PROCESSO AI 25 - V UDIENZA ARRINGA DIFESE - FAMULARO
[ P=Tribunale, A=Accusa, D=Difesa, C=Parti Civili, R=Teste ]
P: [procede all'appello]
[...]
D: (Famularo) Devo dire che mai come durante questo processo quanto scrivono sui manuali sul processo penale sia corretto: "il processo penale non serve ad accertare la verita', ma ad accertare la commissione di un reato". Dico questo perche' le conclusioni del pm sono legate da un filo conduttore finalizzato a delegittimare un corteo autorizzato. Si inizia dalla definizione di corteo non vietato, che e' un artificio verbale: dal momento in cui gli organizzatori hanno comunicato il percorso di un corteo e la questura nulla ha opposto, di fatto e' un corteo autorizzato. Si usa l'altra dizione per porlo semanticamente su un gradino piu' basso. Non ci sono altre forme di corteo: vietato o no, e quindi autorizzato. Non ci sono terze categorie. [...]
Nella lingua italiana normalmente si affermano le cose direttamente e non con una doppia negazione, non si capisce perche' questo uso semantico. [...]
Genova, il gran ritorno
Sei anni dopo la morte di Carlo Giuliani e a poche settimane dalla sentenza sui fatti del G8 il movimento torna nella città ligure. Nonostante gli allarmismi della vigilia i negozi resteranno aperti.
Alessandra Fava, Genova
«Se non vengono a dieci metri e cominciano a spaccare le vetrine, io tengo aperto»: col solito aplomb di questa città che maniman ai problemi bisogna pensarci prima ma se te li sventolano tanto davanti poi ti arrabbi anche, un pasticcere in una traversa di via XX settembre dice la sua sugli allarmi agitati dalla stampa locale
in vista del corteo di oggi. «Per noi negozianti le manifestazioni non vanno mai
bene, al di là di chi le convoca - ragiona Giacomo Tagliafico - soprattutto perché
La lettera: «I carabinieri vogliono la commissione»
«In riferimento alle dichiarazioni rese dall'onorevole Agnoletto - spiega in una
lettera Amedeo Berdozzo, tenente colonnello dei carabinieri - nel corso della trasmissione televisiva "Anno zero", intendo rappresentare le riflessioni delle migliaia di carabinieri che non si riconoscono nella brutalità delle azioni mostrate in televisione né in quella delle infelici e distaccate parole, a proposito del "morto ammazzato", pronunciate dal generale di turno. Anch'io mi pongo quelle tristi
RIASSUNTO - PROCESSO AI 25 - IV UDIENZA ARRINGA DIFESE - DI RELLA, BOGLIOLO
[ P=Tribunale, A=Accusa, D=Difesa, C=Parti Civili, R=Teste ]
P: [procede all'appello]
[ i difensori di oggi non si sono mai visti in aula, ndr ]
D: (Taddei) [presenta la richiesta di rinvio dell'avvocato Daddabbo per maternita']
P: da chi e' sostituita l'avvocato Daddabbo?
D: non saprei
P: qui nelle ultime udienze e' sostituito da Tambuscio
P: il presidente rileva che la sostituzione dell'avvocato Daddabbo per le udienze del 6 e 9 nov e' stata depositata in cancellaria dall'avvocato Tambuscio. Pertanto restano valide le sostituzioni effettuate in udienza in quanto la nomina e' stata depositata otto giorni dopo. Dopodiche' il pm esprime un parere? Vuole leggere l'istanza?
A: (Canciani) il pm rileva che il certificato presentato prescrive riposo ma non inattivita' assoluta. la riteniamo inaccoglibile e chiede di disporre un accertamento medico legale per verificare la situazione.
[...]
P: il certificato medico non indica impedimento assoluto, pertanto rigetta l'istanza.
D: (Bogliolo) [...] devo premettere qualcosa all'inizio della mia discussione e prima di entrare nel merito della discussione se la fattispecie sia devastazione e saccheggio o debba essere derubricato. Chi vi parla ha sempre vissuto a genova, e ho vissuto quei giorni nella zona rossa, perche' ci vivo, e ho vissuto tutta la situazione dal punto di vista di un amore viscerale per la citta' di genova. Mi rendo conto che qualcosa e' successo e che la citta' e' stata violata, da un gruppo politico che ha deciso di fare un g8 a genova, un luogo meno ideale per realizzare questo evento. Non e' la citta' adatta. Violata anche dagli sbarramenti, dalle modifiche della citta' che sono state realizzate. Credo che il g8 sia stato una violenza nei confronti della citta'. Violata anche da chi ha partecipato alle manifestazioni e certamente quanto e' successo non debba piu' ripetersi. Il problema piu' che altro e' andare a vedere se queste persone che sono oggi sotto processo in numero molto limitato rispetto all'approccio della procura stessa, che dovrebbe portare a processo migliaia di persone.
Partiamo dall'interpretazione del 419 cp, perche' se leggiamo la dizione del 419 'chiunque commette fatti di devastazione e saccheggio', ovverosia chi e' fotografato e certamente identificato di atti di devastazione e saccheggio, ed eventualmente il discorso della procura sul concorso morale.
Non esiste una tradizione giurisprudenziale, ma al massimo un paio di sentenze... [...]
E' chiaro come dicevo prima che se seguiamo questa ipotesi, questa situazione allora in questo processo non dovrebbero sedersi sul banco degli imputati le limitatissime persone portate a giudizio, ma quelle centinaia di persone che stavano in piazza rossetti, in piazza tommaseo, o all'angolo tra corso torino e via tommaso invrea. Se seguiamo questo percorso chiunque ha partecipato seguendo determinate ideologie, determinati desideri, trovandosi in una determinata situazione senza darsela a gambe ma rimanendo a curiosare, dovrebbe rispondere del concorso morale. Il tribunale deve valutare momento per momento le singole responsabilita' e ognuno debba rispondere per le singole condotte che potra' provare. CHi ha commesso devastazione e saccheggio, chi e' stato trovato in una banca o in un supermercato potra' rispondere di questo, ma chi no non potra' certo rispondere di questo. [...] Io penso che dovrebbe rispondere di danneggiamento o resistenza.
Io vorrei leggere le sentenze che abbiamo visto, pochissime, sul 419 cp, e vorrei fare riferimento a una sentenza di genova che non parla di devastazione e saccheggio, e vorrei dire qualcosa rispetto alle sentenze di devastazione e saccheggio. E' la sentenza della corte d'appello del 5 ott 2005 che era stata chiamata a giudicare sull'appello di alcune persone che hanno partecipato a scontri tra tifosi: in questa sentenza il tribunale ha fatto riferimento al concorso morale e aveva concluso che bastava essere stati ripresi o visti in un momento concomitante nella stessa zona in cui si erano verificate le lesioni per rispondere in quel frangente di concorso morale. La corte d'appello, diversamente motivando, assolve tutti coloro che sono stati condannati per concorso morale. [...]
La conseguenza qual era che tutti coloro che sono stati ritratti ina tteggiamenti violenti devono rispondere in concorso materiale della resistenza ma non del ritenuto concorso morale nel reato di lesioni. La corte d'appello conclude dicendo che 'bisogna andare a valutare situazione per situazione, caso per caso e ogni soggetto deve rispondere dei reati che compie nei singoli fotogrammi; la mera presenza di un imputato in un singolo fotogramma non e' la prova certa della sua partecipazione a un determinato specifico reato'.
Io penso che debba essere questo l'approccio anche in questo caso. [...]
Devono rispondere di tutto perche' hanno tirato una pietra? o perche' si trovavano cvicino al blindato assaltato? Se e' cosi' allora avrebbero dovuto essere portati a giudizio tutti. Altra situazione sono persone che hanno dato atto di danneggiamenti provati.
In questa situazione io ritengo che per DPA e PP queste persone sono state fotografate in una situazione in cui PP lancia delle pietre e con in mano un guinzaglio in atteggiamento aggressivo nei confronti delle ffoo. PP e' accusato di essersi portato da casa questo guinzaglio, mentre PP dice di averlo trovato, ed e' da notare che il guinzaglio trovato a casa sua non e' compatibile con quello delle immagini. Sia PP e che DAP non hanno nessun collegamento con gruppi politici, gruppi ideologici; hanno partecipato stupidamente a un determinato contesto, ma nulla di piu' e nulla di diverso di quello che hanno fatto migliaia di persone. In questo processo forse si sarebbe dovuto arrivare a imputazioni nei confronti di determinati soggetti ma non nei confronti delle persone oggi imputati, perche' dai video della procura abbiamo visto lanci di pietre e un atteggiamento aggressivo ma non certo comportamenti atti a realizzare la devastazione e saccheggio.
Io chiedo al tribunale di non usare il reato del 419, e di accertare quale possa essere la responsabilita' del soggetto fotografato delle immagini. Ritengo che la responsabilita' penale e' personale e che debba rispondere solo delle azioni che ha effettivamente compiuto. Ritengo non sia riconoscibile il concorso morale ma uniformarsi alla sentenza della corte d'appello che concorda con queste mie richieste. CHiedo che PP e DPA siano derubricati a quei reati previsti e ipotizzati inizialmente cioe' quelli della resistenza e del danneggiamento. Sono persone che hanno un profilo sociale normalissimo e credo che siano presenti solo per caso in quella situazione. PP ci dice: 'in quel momento ho perso la testa dopo che ho subito le cariche e ho fatto cose che normalmente non avrei mai fatto'. 'Ho fatto cose di cui mi debbo vergognare', dice nell'interrogatorio, ma non parliamo certo del reato di cui al 419 cp.
D: (Di Rella) io sono stato assente per quasi tutto il procedimento, ma non perche' lo ritenevo di scarsa rilevanza. E' un processo sicuramente importante, qualunque sia la sentenza. Sono rimasto assente perche' dopo la lettura degli atti e dopo alcune udienze mi ero convinto che SN fosse totalmente estranea ai fatti. E non e' il classico discorso in cui il difensore dice 'il mio assistito e' innocente'... Ero convinto. Ne ero talmente convinto che quando l'avvocato Taddei mi ha chiesto quando discutevo io ho detto 'tanto ci metto due minuti che l'assolvono'. E sono rimasto stupito per le pene cosiddette severe ma non esemplari che ammontano a sei anni per SN. Assurdo.
SN viene identificata come la convivente di DPA. Ma come si giunge all'indicazione di SN come soggetto interessante nei filmati. Si vede insieme a DPA e altri, sicuramente, ma vengono fatte delle comparazioni che determinano somiglianze: il sesso, l'eta', il fatto di essere di razza negroide ma di pelle chiara... E vorrei sapere da dove si desume la 'razza negroide'? Forse per l'origine sudafricana dell'imputata? La verita' e' che ha le caratteristiche tipiche di tutti i mulatti.
Ma ammettiamo pure che sia lei nei filmati. SN partecipa alla manifestazione come altre 200 mila persone. Viene filmata nei fotogrammi del pm, e vedendo il filmato nella sua interezza e' tutto piu' chiaro... SN non risulta lanciare oggetti, ma neanche particolarmente interessata a quello che avviene. Perche' a fronte del cosiddetto assalto al blindato volge le spalle. A fronte di soggetti che lanciano pietre corere nella direzione opposta. E' difficile rilevare una partecipazione a eventi delittuosi, quali che siano i reati contestati.
Il pm cerca di coinvolgere SN forse perche' molti soggetti non sono stati identificati, cercando di sostenere il concorso morale. Il concorso morale trova il suo fondamento nella possibilita' che il concorrente rafforzi il disegno criminoso. SN chi e' per rafforzare il disegno criminoso di centinaia di soggetti che hanno commesso diciamo dei reati? CHe in tutta la citta' si sono lasciati andare a comportamenti forse illegittimi. Io non credo che la presenza di SN abbia potuto influenzare il comportamento di soggetti. Forse altri ce l'hanno questo potere, non certo SN.
Perche' questo rafforzamento possa sussistere occorre anche che da parte di chi commette il reato vi sia la percezione di questo sostegno. SN sta a trenta quaranta metri, come si fa a dire che sostiene chi commette i reati.
Io credo che SN vada assolta, che non le si possa contestare reati di nessun tipo.
Ma nel caso che voi riteniate che la procura abbia ragione e la semplice presenza in piazza rafforzi la volonta' criminosa di chi fa scontri durante il corteo, allora e' il caso che dopo la sentenza rimettiate gli atti al pm, e che tutti i soggetti riconscibili presenti in piazza e che hanno sicuramente maggiormente potere di influenza come Bertinotti, Casarini, Agnoletto, altri, debbano essere imputati. Io ritengo che se passa questo principio dovreste imputare anche me, che ero in giro in quei giorni a curiosare. Io chiedo l'assoluzione.
RIASSUNTO - PROCESSO AI 25 - III UDIENZA ARRINGA DIFESE - TAMBUSCIO (II PARTE), MAZZALI, TADDEI
[ P=Tribunale, A=Accusa, D=Difesa, C=Parti Civili, R=Teste ]
P: [procede all'appello]
L´aumento previsto del numero di partecipanti alla base della decisione: aggirate molte vie del Centro
[G8, il corteo cambia percorso]
La manifestazione arriverà a De Ferrari da Carignano - Si stima che siano presenti almeno 30.000 persone
MARCO PREVE
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È DESTINATO AD AUMENTARE - si parla di più di trentamila persone - il numero dei partecipanti alla manifestazione sul G8 di sabato 17 novembre. Ed è soprattutto per questa ragione che è stato modificato il
percorso del corteo che partirà dalla stazione Marittima ed arriverà in piazza De Ferrari dove si terranno interventi e poi il concerto con RoyPaci ed altri gruppi.
RIASSUNTO - PROCESSO AI 25 - I UDIENZA ARRINGA DIFESE - MULTEDO e TAMBUSCIO
[ P=Tribunale, A=Accusa, D=Difesa, C=Parti Civili, R=Teste ]
P: [procede all'appello]
D: (Multedo) [fa sue le considerazioni dell'avvocato Menzione]
RIASSUNTO - PROCESSO AI 25 - I UDIENZA ARRINGA DIFESE - MENZIONE
[ P=Tribunale, A=Accusa, D=Difesa, C=Parti Civili, R=Teste ]
P: [procede all'appello]
D: Dedico questa mia difesa alla memoria di Carlo Giuliani, ragazzo ucciso nel 2001 quando aveva solo 20 anni, una morte che non ha meritato neanche un processo. Mi rivolgo a voi, giudici, perche' stiamo affrontando un processo della massima importanza, unico dal dopoguerra a oggi, unico sotto piu' profili, unico anche politicamente, anche se si dice, ma e' un modo di dire, che la politica deve stare fuori dalle aule giudiziarie. La politica come riflessione sui processi sociali deve stare dentro le aule dei tribunali. Il contribuire a fare giustizia e' un riflettere su cio' che accade tra i soggetti socialmente in gioco e quindi come potrebbero esulare da questo processo tutta una serie di elementi fondamentali, che hanno impegnato anche politicamente il nostro paese, e pensare a questi tre giorni di black out dei diritti, come ha detto anche l'accusa... un vero e proprio black out, e i numeri e i fatti sono sotto gli occhi di tutti.
RIASSUNTO - PROCESSO AI 25 - UDIENZA ARRINGA PARTI CIVILI
[ P=Tribunale, A=Accusa, D=Difesa, C=Parti Civili, R=Teste ]
P: [procede all'appello]
RC: (De Napoli) nei giorni di luglio del 2001 sono convenute a genova decine di migliaia di persone con l'intenzione di protestare contro il modo di gestire la globalizzazione da parte dei maggiori paesi industrializzati. definirli il popolo di seattle appare riduttivo dato che alle manifestazioni hanno partecipato oltre 700 associazioni del panorama piu' svariato italiano. [...] decine di migliaia di persone che sono convenute per gridare forte il loro dissenso [...] Erano quindi venuti qui per invocare pacificamente e democraticamente maggiore liberta', pace, una piu' equa distribuzione della ricchezza, una tutela dell'ambiente, una distribuzione dell'acqua, uno sviluppo economico compatibile con l'equita' sociale e gli ecosistemi.
il movimento che si era dato appuntamento in questa citta' era di natura tutt'altro che netti ma pacifista, ambientalista, antiproibizionista, questo movimento conteneva moltissime istanze della societa' civile e con la promozione della democrazia diretta e aprtecipativa, del consumo critico e alternativo voleva essere un momento di rinascita complessivo. All'interno di questo movimento c'erano alcuni che ritenevano che perche' la loro azione di protesta potesse avere maggiore risonanza sarebbe stato opportuno se non necessario che succedesse qualche incidente. nei giorni precedenti il vertici erano stati numerosi i vertici e che avrebbe violato la zona rossa, il che aveva prodotto lo scatenarsi dei mezzi di comunicazione di massa, e via dicendo.
Chi dal lato dei manifestanti ha preparato questo clima non poteva ignorare, ma aveva accettato come conseguenza inevitabile che ogni incidente di piazza avrebbe offerto buon gioco a certe forze politiche e certi mezzi di informazione di proporre una identificazione di tutto il movimenot con i soggetti violenti. Questi soggetti cmq perseguivano l'obiettivo di dare maggiore visibilita' possibile alla manifestazione di opposizione anche a costo di qualche osso rotto e qualche denuncia penale. queste persone hanno reso un pessimo servizio al movimento che volevano lanciare, perche' la visibilita' ricercata e' stata ottenuta, eccome, ma essa ha solo oscurato e non amplificato le istanze di civilta' promosse dalle associazioni convenute. chi si e' reso protagonista degli scontri ha inferto un grave colpo al movimento stesso e alle istanze che voleva portare avanti. costoro hanno tradito il movimento, chi manifestava al suo fianco, chi voleva essere portatore di valori di civilta' e equita' ai quali accennavo.
Entrambi i rappresentanti del pm hanno voluto sottolineare che quei giorni si sono portate a termine da parte delle ffoo ingiustificate e inaccettabili violenze nei confronti di cittadini e manifestanti inermi. violenze non degne di un paese democratico che meriterebbero di essere sanzionate. e' stato anche detto che quelle violenze non rilevano perche' non hanno nesso causale con i fatti di questo processo. escluso il nesso questi abusi vanno indagati in altre sedi. io sono d'accordo, e posso solo aggiungere che al rammarico che finora non si sia potuto raggiungere un grado soddisfacente di verita' e chiarezza su quanto accaduto con riferimento ai documentati eccessi delle ffoo, si associa l'auspicio che si voglia far si' che in futuro simili barbarie non abbiano a ripetersi. l'accertamento della verita' storico e' importante e dovrebbe essere il presupposto imprescindibile di qualsiasi misura, sia sanzionatoria, che preventiva, riformatrice che dovesse essere intrapresa. mi rendo altrettanto conto che l'aspirazione all'accertamento della verita' puo' essere velleitario, affacciandosi alla ribalta piu' verita', ciascuna agganciata a una differente visione politica e ideologica. cio' non toglie che si potrebbe mandare un segnale nella direzione che certi soprusi non saranno piu' tollerati e che simili barbarie non si potranno piu' verificare, perche' le ffoo sono quelle che tutelano il cittadino dalle violenze arbitrarie ed illecite e non paradossalmente quelle che perpetrano ai suoi danni aggressioni violente. io penso che basterebbe poco a dare un segnale di cambiamento per dare fiducia ai cittadini non solo nei confronti delle forze dell'ordine ma anche a una classe politica che tenga a democrazia e civilita'. penso a una misura molto semplice, quella che disponga che da ora in poi ogni esponente delle ffoo porti stampigliata sull'uniforme e sul casco una sigla alfanumerica leggibile che ne consenta l'identificazione. questa misura costituirebbe da solo un buon deterrente perche' un farabutto prenda la divisa come un lasicapassare per la violenza e disonori la sua divisa e la democrazia. [...]
In questa sede pubblico posso solo esprimere un auspicio perche' questa disposizione che puo' essere anche solo amministrativa venga raccolta e fatta propria nelle sedi competenti.
Detto questo voglio dire che concordo in ordine alla inconferenza nei confronti di questo procedimento della questione della gestione dell'OP in quei giorni a genova. non rileva in questo processo se la gestione della piazza sia stata buona o meno, se andasse o meno fatta una carica, se dovessero o meno essere coorindate le forze, se i manifestanti violenti andassero o meno fermati prima. e' opinione diffusa che la gestione dell'op non sia stata all'altezza, ma e' anche vero che una cosa e' programmare a tavolino le misure piu' idonne a contenere e neutralizzare le possibili componenti violente, mentre altra cosa e' contrastare sul campo una violenza cosi' repentina che puo' fare saltare tutte le strategie previste. ma qui non siamo alla scuola di polizia, ma in un tribunale che deve decidere delle responsabilita' penali degli imputati. [...] allora non rileva accertare la gestione dell'op. [...]
Il collegio difensivo certametne sosterra' la tesi della necessita' di difendersi da un'ingiusta aggressoine delle ffoo, tesi in astratta condivisibile, ma che risulta non corrispondente ai fatti emersi dal processo. [...]
Cionondimeno sono disposto a convenire che in quella specifica circostanza quando i cc hanno caricato il corteo e sfondato la testuggine provocando l'arretramento del corteo stesso si sia verificata una situazione per la causa dell'esimente stessa. un manifestante che si trovasse nella testa del corteo, privo di armi e oggetti contundenti, in una via che e' un budello, [...] al cospetto di un plotone in assetto da combattimento, ben puo' tale manifestante pensare di difendere la propria incolumita' personale con atti di aggressione. se il collegio difensivo potesse dimostrare che alcuni imputati fossero in questa situazione farebbe bene il tribunale ad assolversi. ma le cose non sono andate cosi'. abbiamo visto le foto e i video di guastatori o demolitori che del tutto indifferenti alle attivita' delle forze dell'ordine hanno distrutto vetrine di banche e assicurazioni, e' un'attivita' coordinata sistematica.
quello che per il momento preme sottolineare e' che tutto cio' attiene solo alla sussistenza o meno di una causa di giustificazione, ma non riguarda la decisione circa l'efficacia o la legittimita' delle azioni della polizia. la legittimita' di una carica non rende inefficace dell'esimente, cosi come l'illegittimita' di una causa, non giustifica una inutile e gratuitamente violenta reazione da parte dei manifestanti contro le ffoo. quello che rileva non e' la valutazione delle azioni delle ffoo, ma solo se sono stati commessi i fatti relative alle norme incriminatrici, e gli estremi per possibili cause di giustificazione. [...]
[ menata ripetuta sull'atto arbitrario e l'esimente dell'art. 4, ndr ]
[...]
[ ripete le tesi della deliberata guerriglia per tutti quelli che sono rimasti coinvolti dagli scontri e per tutti gli imputati ]
[...]
Passiamo all'articolo 419 del c.p., il punto dolente del processo.
Devo confessare che quando ho sentito leggere le pene richieste ho avuto un leggero turbamento, sono pene severe, forse troppo severe, ma sono quelle relative alla fattispecie scelta. sono sicuro che nella coscienza di ciascuno di noi che siamo contribuiti a trovare una soluzione a questo processo si agitano un turbinio di pensieri: la necessita' di punire le violenze commesse, gli ideali nobili che muovevano il movimento nel quale questi violenti hanno comunque radice anche se ne costitusicono una escrudescenza da estirpare, la necessita' di evitare il ripetersi di quanto avvvenuto, la consapevolezza che una lunga permanenza nei carceri rovina i giovani piu' che educarli, e cosi' via. sono questioni di difficile componimento che in questa sede possono trovare soluzione solo nella questione giuridicamente piu' corretta.
il pm ha descritto in maniera completa e precisa del paradigma legale del 419. ha ricordato come la norma si limiti a punire chi commette devastazione e saccheggio, rinviando al senso nella lingua italiana di questi termini. ha ricordato che e' sufficiente il dolo generico e che l'oggetto di tutela e' il bene dell'ordine pubblico. quindi e' sufficiente che l'agente abbia voluto la commissione di un fatto di devastazione e saccheggio, andando a costituire una messa in pericolo dell'op. qui l'espressione OP assume un significato diverso dall'espressione stessa quando si parla del responsabile di piazza: li' si riferiva a reprimere e prevenire abusi da parte di violenti, l'op del titolo v va inteso come civile e corretta convivenza. [...]
il pm ci ha ricordato come questo reato abbia subito un'evoluzione che lo ha visto trasformarsi da reato di pubblica calamita' o da tempi di guerra a reato da stadio o da violenti disordini di piazza. ed allora secondo la configurazione originaria che fortunatamente non si verifica da tempo potrebbe anche verificarsi il fatto che piu' saccheggiatori pur nello stesso contesto pongano in essere distinte attivita' di furto, per cui ognuno risponde della propria azione. [...] I fatti emersi in questo processo dimostrano che il grave pericolo per l'op e' stato recato da diffusi e ripetuti attacchi portati a termine da un numero imprecisato di facinorosi nei confronti sia delle cose che delle forze dell'ordine. la minaccia all'op e' venuta dall'azione simultanea e coordinata di una pluralita' di agenti che rafforzavano i reciproci intenti delittuosi. e' evidente che siamo in presenza di un reato concorsuale. [...] E se il reato e' stato commesso in corcorso, ciascuna di esse soggiace alla pena per essa stabilita. [...]
Gli odierni imputati hanno sempre agito con la consapevolezza del contributo altrui. le singole azioni messe in essere hanno perse la loro individualita' e sono diventate parti di una unica operazione fino a comporre un solo reato. le varie azioni dei compartecipi appartengono a tutti i partecipanti che nell'intento comune. e quindi ognuno e' tenuto in solido a risarcire tutti i danni. [...]
A questo punto si impone un approfondimento. Da un punto di vista naturalistico e' chiaro per tutti che si e' verificato un unico fenomeno di devastazione. dal punto di vista giuridico occorre confrontarsi con le regole del concorso. e' pacifico che non e' necessario il previo concerto per il concorso, che sussiste anche in caso di accordo improvviso [...]
Cio' comporta che se io posso chiedere qui il risarcimento per l'assalto al carcere, la stessa pretesa io non posso avanzare per chi si trovava in altra parte della citta' e non aveva rappresentazione di cosa stava avvenendo. per ogni reato in concorso e per ogni danno recato dal danno medesimo rispondono ciascuno dei compartecipi. tutto questo impone se e quanti reati di devastazione siano stati commessi in quei giorni, ovvero i vari specifici episodi isolati in termini di tempo e luogo e che possono essere ritenuti omogenei a sufficienza per definire un unico reato concorsuale. [...]
Mi rendo conto della difficolta' del compito a cui e' chiamato questo tribunale, ma ritengo che non ci si possa sottrarre a questo percorso. [...]
Nella fattispecie i fatti di devastazione hanno interessato due giorni e luoghi estremamente diversi, hanno riguardato gruppi estremamente differenziati di autonomi... [...]
L'episodio della caserma di via saluzzo da solo potrebbe non rientrare nel reato del 419 c.p. e cio' non tanto sotto il profilo della lesione all'ordine pubblico per l'allarme che un attacco alla caserma produce nelle persone, si pensi solo al fatto che gli occupanti della caserma si sono trovati assediati dagli aggressori, ma se l'episodio fosse valutato autonomamente ci sarebbe qualche difficolta' a ricondurre la rottura di un certo numero di vetri al 419.
Allora sono due le ipotesi in questo caso, come in altri casi: o questi fatti rientrano in una fattispecie piu' ampia di devastazione di cui devono rispondere tutti, oppure il singolo episodio va considerato isolatamente non essendo collocabile in un contesto piu' ampio. in quest'ultimo caso gli autori sono responsabili del reato di devastazione e ognuno di loro e' tenuto a risarcire.
per cui in relazione alle amministrazioni statali l'opzione circa l'inquadramento di un determinato episodio in una reato di devastazione o come reato individuale, non esimerebbe la condanna al risarcimento del danno. unica differenza e' l'estensione dei soggetti contro cui l'amministrazione potra' far valere il suo diritto al risarcimento.
detto questo resta da evidenziare come sarebbe assai arduo configurare l'assalto al defender o al blindato come un semplice danneggiamento di mezzi pubblici vista l'entita' dei danni e la lesione dell'ordine pubblico. e' pur vero peraltro che ad attribuire maggiore gravita' ci sono reati di resistenza e violenza a pubblico ufficiale. lo stesso a dirsi per l'assalto al carcere di marassi [...]
Riassumendo, ritengo che nei giorni del 20 e 21 luglio si siano verificati fatti che da soli potrebbero configurare la fattispecie del delitto 419 c.p.: piazza da novi, assalto del defender in alimonda, assalto al blindato, assalto al carcere, saccheggio del di per di, e via dicendo. in taluno di tali episodi la lesione dell'op e' verificato e certo. resta da discutere e verificare se l'entita' dei danni in tali occasioni se separatamente qualificati equivalga a quel vuoto che e' insito nel termine devastazione. [...]
Tali fatti piu' gravi sono costellati da una miriade di danneggiamenti minori che se vengono riferiti alla fattispecie complessiva resteranno assorbiti, mentre nei casi in cui alcuni danneggiamenti non siano riconducibili a tale fattispecie in quanto episodi isolati non riconducibili a queste persone allora in quei casi il piu' grave reato dovra' essere derubricato a danneggiamento aggravato. [...]
Detto questo passerei a dire qualche parola sul danno patrimoniale. [...]
Per questo motivo si e' ritenuto di non appesantire questo processo con le singole richieste. Per tale ragione si chiede che la liquidazione del danno patrimoniale avvenga in via equitativa data l'estrema difficolta' se non la vera e propria impossibilita' di dimostrare la misura del danno. [...]
Nella fattispecie che il danno patrimoniale sussista e sia ingente, non mi pare ci siano dubbi. solo il carcere di marassi ha subito danni di mura, portone, vetri, e altro. Per rimediare sono stati spesi 82.728,81, in particolare i costi per l'intervento di riparazioe, sistemazione dei portoncini, posa in opera di infissi e vetri antiproiettili, pitturazione del muro di cinta, riparazione termosifoni. Sono stati poi danneggiate diverse caserma, interamente distrutti numerosi mezzi delle ffoo, e altri seriamente danneggiati. [...]
Nella richiesta di rinvio a giudizio di questo processo pur facendosi riferimento e innumerevoli episodi di danneggiamento dei mezzi delle ffoo, sono menzionati solo due veicoli dei cc, il blindato e il defender. e' evidente che i ministeri della difesa e dell'interno non possono chiedere i danni solo di questi due veicoli essendo pacifico che anche soltanto limitatamente agli episodi delittuosi in cui sono rimasti coinvolti gli attuali imputati, gli automezzi seriamente danneggiati dagli imputati e da altri ignoti concorrenti sono stati piu' di due. il problema sta nel fatto che sia i cc che la ps quando sono stati richiesti di dettagliare per ogni mezzo ora e luogo del danneggiamento hanno risposto che cio' non era possibile per l'uso che si e' fatto di tali mezzi e nessuno ha annotato quando e come veniva colpito il mezzo. [...] il ricorso al criterio equitativo e' consentito dal giudice in presenza di una impossibilita' o di una oggettiva difficolta' di dettagliare il danno subito. il giudice di merito non e' tenuto a fornire una descrizione minuta e dettagliata, ma solo perche' considerata ragionata una certa richiesta di risarcimento. [...]
Peraltro nella formulazione delle richieste risarcitorie questa difesa ha voluto tenere conto delle ridotte disponibilita' economiche degli imputati e ha tenute contenute le richieste di risarcimento, molto al di sotto dei danni subiti dalle proprieta' statali. solo per celebrare questo procedimento sono passati 6 anni. se si dovesse attendere l'esito di ulteriori gradi penali e poi fare il procedimento civile sarebbero necessari incredibili anni se non decenni e oneri per le casse statali. per questo le richieste sono risibili per incentivare il tribunale a disporre il danno in maniera equitativa ed evitare opposizioni.
Per questo motivo si e' ritenuto di contenere al minimo anche le istanze risarcitorie e si e' ritenuto di riferirle solo a quei cinque militari menzionati nel rinviio a giudizio. [...]
Detto questo sul danno patrimoniale, spenderei qualche parola sul danno non patrimoniale che la PA intende chiedere agli imputati. [...]
Nei tempi passati il danno non patrimoniale e' stato identificano con il danno morale e soggettivo. [...] Poi la giurisprudenza si e' evoluta e la cassazione ritiene che la tradizionale restrittiva lettura degli articoli del c.c. e c.p. non puo' piu' essere condivisa. [...] Nel vigente assetto dell'ordinamento, il danno non patrimoniale deve essere inteso come categoria ampia [...] Il danno non patrimoniale puo' dipendere dalla compromissione di quei diritti immateriali dell'ente compatibili con l'assenza di fisicita'. [...] Questo e' invece e' un danno arrecato alla persona giuridica, l'ente che trascende le persone fisiche, e alla quale i diritti si possono applicare se compatibili con la sua natura. depurata di ogni aspetto umano l'immagine dello stato assume connotati particolari come la reputazione, la promozione di se, alla capacita' evocativa di una situazione di benessere, alla capacita' di attrazione di investitori, turisti, agenti finanziari. e' un bene strano ma esiste, il danno che ne deriva e' di natura non patrimoniale e al suo risarcimento va provveduto.
e' da molto tempo che si e' affermata in dottrina questa necessita' di risarcimento. [...]
[ fa l'esempio in cui le condanne contro due persone per azioni scorrette in banca intesa ha visto anche una condanna per risarcimento non patrimoniale alla consob. pieta'!, ndr ]
Nella fattispecie la condotta degli imputati e' stata idonea a generare nell'opinione pubblica la percezione di una autorita' inefficiente nel disimpegno delle proprie funzioni di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica. il danno subito dallo stato risarcito in favore della presidenza del consiglio dei ministri, e' suscettibile di una duplice valutazione: come danno all'organizzazione amministrativa alterata nelle sue funzioni dal compimento di tutti quegli atti violenti che hanno messo in pericolo l'op, alla cui tutela lo stato e' preposto; dall'altro lato come danno di immagine. [...]
Cosi' la cassazione ha stabilito l'ammissibilita' del comune nei confronti dei processi contro i danneggiamenti ai beni pubblici, oppure la costituzione dello stato nei processi per riorganizzazione del disciolto partito fascista.[...]
Il danno sofferto dallo stato per i fatti di genova e' consistito nella frustrazione dei suoi fini istituzionali e va disgiunto dalla slesione della tutela dell'op. [...]
Il secondo profilo autonomamente valutabile e risarcibile e' il danno di immagine. ho rilevato come qualcuno ha pensato che i disordini fossero funzionali per avere visibilita'. questa visibilita' e' andata oltre ogni previsione. le immagini della citta' di genova sconvolta dagli scontri hanno avuto una diffusione planetaria, ovunque, su tutti i mezzi di comunicazione di massa, dove sono state dato ampio risalto alle gesta sconsiderate dei violenti. [...] i fatti successi per la gravita' e la risonanza mondiale che hanno avuto hanno assunto una dimensione storica. tutti ricorderanno per sempre questi fatti e assoceranno i nomi di genova e italia a questi fatti. si pensi solo che i fatti di genova del 1960 sono ricordati ancora oggi e non furono cosi' estesi come quelli del 2001 ne' ebbero la stessa risonanza. [...] questi fatti sono gia' entrati a fare parte delle enciclopedie, come wikipedia. tutto cio' e' ben noto. di fronte al mondo intero il nostro paese, la sua autorita' politica e le ffoo hanno presentato una immagine di grave inefficienza.
verra' certamente detto che le ffoo hanno commesso molti e gravi errori, che gli incidenti sono direttamente conseguenti a tali errori, e che il danno di immagine e' interamente riconducibile alla incauta gestione della piazza delle autorita' preposte. tale tesi e' priva di fondamento giuridico e non puo' essere discussa.
ho gia' detto che le decisioni fatte non sono state all'altezza e che si potra' discutere a lungo della cosa. ma cio' non toglie che eventuali errori commessi non potrannonfirmare le responsabilita' di chi tali disordini ha generato prendendovi parte attiva. [...] non si potra' dire: “non sei stato bravo a limitarmi e per questo hai rimediato una figuraccia e non puoi chiedermi di essere responsabile della figuraccia”. [...] l'abilita' del criminale nel portare a termine l'atto delittuoso se determina una lesione al prestigio della polizia stessa indubbiamnete costituisce anche una causa della lesione stessa che senza reato non si sarebbe verificata. e' evidente che se i violenti manifestanti si fossero astenuti dal commettere i reati non si sarebbe verificata la lesione di immagine. tali reati costituiscono quindi l'antecedente causale del danno stesso.
il danno all'immagine dellos tato italiano c'e' stato. del suo risarcimento devono rispondere gli autori dei reati in questo processo.
la liquidazione del danno non patrimoniale non puo' che essere liquidato in forma equitativa e rapportata all'entita' e la natura del danno e del reato. [...]
Non abbiamo chiesto i 6 milioni di euro del processo consob, ma abbiamo ritenuto di indicare un ammontare anche se sottostimato sembra appropriato alle fattispecie. chiediamo 100.000 euro da porre a carico di ciascuno degli imputati riconosciuti colpevoli, in forma di risarcimento del danno non patrimoniale non in via solidale. [...] il danno andra' liquidato alla presidenza del consiglio dei ministri. [...]
Nell'eventualita' che il tribunale decidesse di mandare assolti alcuni imputati per il 419 e li ritenesse colpevoli di altri reati, pensiamo che andrebbe disposto il risarcimento per 30.000 euro per ogni posizione sempre per il danno non patrimoniale. [...]
Io ho finito e passo alla lettura delle conclusioni formali. [...]
CM, VV, Afu per il carcere di marassi: 82.728,81 euro
BD,CS,CD,DRF,DAF,DAFa,DP,MM,PP,AF,FH,SN,TF,CC,DMI,LF,PF in solido: 20.000 euro
CC,CS in solido: 1000 euro per aggressione ten. saccardi
LF,MM in solido: 6000 euro per aggressione a defender in alimonda e lesioni per Cavataio, Placanica, Raffone.
VA: 1000 per lesioni inferte a sancineto
AC,VA: 4000 per assalto a un mezzo blindato della ps in piazza tommaseo e caserma di via saluzzo
tutti imputati colpevoli di 419 cp: 100.000 euro per danno non patrimoniale ciascuno
tutti imputati colpevoli di altri reati (resistenza e violenza): 30.000 euro per danno non patrimoniale ciascuno. [...]
tutti gli imputati condannati alle spese.
C: (Pruzzo per la posizione Cavataio) [...]
condannare al risarcimento patrimoniali e non da liquidarsi in separato giudizio e un pagamento di una provisionale costitutiva di 10.000 euro.
C: (avvocato della CARIGE per la devastazione dell'agenzia 84 di piazza tommaseo) in realta' banca CARIGE e' stata vittima di pesantissime devastazioni in oltre venti agenzie, riportando una serie di gravissimi danni nell'ordine di 200.000 euro. in questo processo CARIGE e' costituita solo per l'agenzia 84 e in particolare l'istituto che rappresento e' costituito nei confronti di MC, CC, PD, VV. Devo dire subito che si tratta di quattro imputati di spicco che si sono particolarmente distinti nelle vicende che hanno colpito genova nei giorni del 20 e del 21 luglio. [...] Direi che sulla prova dei danni c'e' proprio poco da dire, perche' abbiamo visto tutto il materiale anche dei dvd dei singoli imputati. [...] Sulla quantificazione e sul tipo di danno [...] abbiamo sentiti testimoni. [...] Abbiamo prodotto le fatture dei danni patrimoniali di oltre 26.000 euro. C'e' stato anche un danno di immagine perche' la banca per piu' di venti giorni e' stato sprovvisto di bancomat. Il danno e' apprezzabile in termini di lucro cessante, perche' la banca non ha riscosso le commissioni del bancomat per quei 22 giorni. Banca CARIGE e' stata anche fortunata tutto sommato, perche' e' stata oggetto delle attenzioni di un gruppo di manifestanti che e' il gruppo MC che ha posto in essere azioni di inaudita e ineffabile violenza. i pm nella loro dettagliata ricostruzione della giornata del 20 hanno dimostrato ampiamente che questo gruppo era particolarmente coeso e si muoveva con grande omogeinita', unita' e omogeneinta' di intenti. [...]
[ “si sono procurati i mezzi devastando i luoghi loro dati e che in ultima analisi sono spazi dedicati normalmente a bambini ed handicappati a cui hanno sottratto in ultima analisi i materiali”, pieta', ndr .... [...]]
Devo dire che questo gruppo ha delle responsabilita' particolarmente gravi. Sono parte civile e non devo parlare di pene. [...] L'unica pena che io ho in mente per queste persone confligge con il principio di legalita', ma sarebbe quella di inviare queste persone nelle zone del sud del mondo, nei campi profughi del mondo, nelle favelas, per sostenere le persone per le quali hanno manifestato apparentemente [...] In realta' queste persone con metodi terrorizzanti e terroristici e profondamente antidemocratici hanno, e lo diceva bene prima l'avvocatura dello stato, hanno squalificato l'immagine di questa manifestazione e impedito a molti cittadini pacifisti e pacifici che volevamo manifestare democraticamente di manifestare. non dimentichiamo che sia il giorno 20 che il giorno 21 molte persone si sono astenute dal scendere in piazza per paura. io non voglio parlare di pene, di severita' perche' non mi compete, ma voglio solo ricordare al tribunale che la ricostruzione che e' stata fatta dall'ispettore zampese e' stata puntuale. [...] Mi limito a queste considerazioni, la prova e' stata acquisita, rassegno le mie conclusioni scritte. [...]
P: le parti civili hanno chiuso. a questo punto comincia la fase delle difese che hanno preannunciato di aver fatto un programma di interventi.
D: (Taddei) cominciamo dal 6 novembre fino al 30 novembre con 2-3 interventi a udienza. posso consegnare una bozza al tribunale.
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