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[processo ai 25] trascrizione settima udienza difese - D'Agostino e Alborghetti

NOTE PRE UDIENZA

Non ci saranno repliche del pm. ma una memoria scritta.
E il tribunale e' intenzionato a dare la sentenza prima di Natale.
Felice Anno Nuovo a tutti.

RIASSUNTO - PROCESSO AI 25 - VII UDIENZA ARRINGA DIFESE - ALBORGHETTI E D'AGOSTINO

[ P=Tribunale, A=Accusa, D=Difesa, C=Parti Civili, R=Teste ]

P: [procede all'appello]

D: (D'Agostino) io parlo oggi che e' il 30 nov 2007, a quasi conclusione di un processo che e' arrivato alla fine dopo due udienze a settimana. parlo di fatti enormi che risalgono a 6 anni fa, fatti che hanno interessato genova e che hanno posto all'attenzione dell'opinione pubblica a livello mondiale ed europeo istituzionale quelle strutture che abbiamo visto con questi occhi in quest'aula e che e' tutti i giorni sul giornale, strutture del concreto del nostro ordinamento nei confronti della democrazia. io parlo dell'impossibilita' di attribuire a una serie di singoli, a prescindere delle condotte materiali, la situazione in cui e' finito danneggiato l'OP a genova nel 2001. dico questo perche' il capo di imputazione e' quello di devastazione e saccheggio. devastazione per tutti significa atti di vandalismo e di distruzione delle cose. a questa assenza di concretezza ha dovuto replicare con l'assoluta astrattezza di una costruzione d'accusa che ha portato in aula 25 giovani a prescindere dalle condotte materiali che l'ordinamento prevede.
altri colleghi prima di me hanno analiticamente descritto i casi di distruzione, nel caso dei miei assistiti poi di appropriazione non se ne parla neanche, che consisterebbero in mezzi delle ffoo e di arredi urbani, tuttaltro che ascribili alle persone oggi a processo.
non vogliamo negare che siano andati distrutti dei cassonetti o che non siano stati colpiti con dei sassi dei blindati. ma il punto e' che a genova sono avvenuti fatti eccezionali, fatti al di la' delle aspettative di tutti, ma non possono essere chiamate a risponderne 25 persone, perche' nel nostro ordinamento la responsabilita' penale e' personale. l'accusa lo sa, e ha tentato di aggirarlo usando un altro bene offeso dal reato, l'OP, e attribuire agli imputati una condotta di partecipazione su basi concorsuali. [...]
i manifestanti oggi imputati anche volendo ascrivergli tutte le condotte contestate, non hanno compiuto atti di devastazione e saccheggio. hano tuttalpiu' resistito con dei cassonetti dietro i quali si sono difesi. ai miei due assistiti sono contestati il lancio di alcuni sassi contro blindati in corsa contro le persone [...] Sappiamo tutti che l'unico episodio rilevante che pone dei problemi e' quello del famoso assalto al blindato, ma anche questo episodio avviene in modo ben diverso da quanto descritto dalla pubblica accusa e in un contesto molto specifico. ma i pm hanno fatto una scelta radicale in questo processo, quello di garantirsi una condanna cmq severa ed esemplare, come chiesto dal pm. devo dire che se si sceglie un reato cosi' grave le pene sono severe per forza, e non e' consolante vedere che in altre aule di questo tribunale delle persone delle ffoo siano sotto processo. in quei processi la procura si e' attenuta strettamente e giustamente al principio della responsabilita' personale. le lesioni non sono state attribuite in concorso a tutti, quelle alla diaz. sono stati attribuite ai pochi riconoscibili e identificabili. qui la scelta della procura e' stata ben diversa, con la contestazione di un reato grave e ha comportato l'estensione di una motivazione signficativa. secondo la procura la scusa e' la compartecipazione psichica, su cui si e' difffusa nella richiesta di misure cautelari. io ricordo 10 pagine sul punto con una serie di ragionamenti giuridici. ma alla fine nella requisitoria dell'accusa cosa e' rimasto di quesot principio? e' rimasto che chi manifestava a genova il 20 luglio non poteva non sapere che c'era un oggettivo pericolo per l'OP, che l'OP era in pericolo e che quindi reagendo alle ffoo contribuiva a questa aggressione all'OP. [...]
Il pm ha respinto nelle sue motivazioni ogni contestualizzazione degli eventi: non c'entrano i pestaggi con spranghe, non c'entrano le cariche di piazza manin, le mattanze, gli abusi e i maltrattamenti, gli atti criminali di appartenenti delle ffoo contro i manifestanti, non possono entrare nel recinto chiuso intorno ai soli manifestanti e al sasso lanciato dal pm. questo poteva avere un senso all'inziio del processo, ma non alla fine. dopo tutto quello che abbiamo visto.
Ci rendiamo conto di quello che hanno detto i pm: che manifestanti ricoperti di gomma piuma, ch epartono dal carlini quando una buona parte dei fatti che gli sono attribuiti in concorso erano gia' avvenuti, non potevano non sapere di concorrere e di contribuire a una aggressione all'OP. Mentre le ffoo possono venirci a dire che non sapevano ne' del corteo, ne' della sua autorizzazione: loro che avevano camere ovunque, macchine fotografiche, piena conoscenza di tutto quello che avveniva. ma il comportamento delle ffoo non puo' essere messo in discussione. mondelli e bruno non sapevano quello che sapeva tutto il mondo, tutta genova, leggere il secolo XIX, non e' che serve molto. all'inizio del procedimeno abbiamo prodotto una pagina del secolo XIX in cui c'e' uno schemino con tutte le impostazioni dei cosiddetti blocchi e sul corteo delle tute bianche c'e' gia' scritto il percorso! Solo mondelli e bruno non lo sanno. Non leggono i giornali. e vabbe'. ma non leggono neanche gli ordini di servizio. ma non ascoltano neppure le indicazioni della COT. non rientro sul tema della consulenza e di cio' che e' gia' stato detto da molti in dettaglio. [...] Io mi associo alla richiesta di trasmissione degli atti per bruno e mondelli.
io non ripeto per rispetto del collegio tutto quanto detto rispetto alla falsita' della tesi del preventivo attacco da parte dei manifestanti: ci sono testimonianze, immagini, consulenza. tutto ha descritto la dinamica in maniera identica: i lacrimogeni arrivano improvvisi e senza alcuna preparazione. io non torno sulle cariche. torno un attimo indietro e provo a seguire il ragionamento del pm. consapevolmente chi scendeva sapeva che. proviamo a capire che cosa doveva aspettarsi chi scendeva dal carlini. vediamo cosa potevano immaginare FDR o HF, attivisti di centri sociali padovani che arrivano a genova due giorni prima per partecipare alle manifestazioni. sapeva certamente che il 20 luglio si sarebbero svolte piu' iniziative indette e comunicate dal GSF. sapeva che era la giornata dell'assedio alla zona rossa e che era quella piu' tesa. sapeva come ci ha detto luca casarini, [...] con cui lgi imputati hanno passato il giorno precedente sicuramente, quello che si poteva, si doveva e non si doveva fare. ma chi ci ha fornito il maggior numero di informazioni utili per capire cosa si aspettavano o si dovevano aspettare i manifestanti e' raffaella bolini, dirigente arci, impegnata tantissimo a livello internazionale in tema pacifista. era coordinatrice del GSF, la cui genesi e' stata spiegata in quest'aula abbondantemente. raffaella bolini ci ha raccontato piu' incontri, al ministero e in sedi locali, e l'intento era quella di creare un quadro conosciuto per evitare problemi, incontri con de gennaro, con andreassi, e una lunga serie di incontri durante i giorni del g8, anche alla presenza della stampa. ci ha raccontato di tutta la problematica del passaggio tra un governo e l'altro, della difficolta' di creare un rapporto utile e diretto con chi doveva gestire l'OP in quei giorni, ci ha parlato degli incontri con de gennaro, con sgalla, con mortola, con colucci, con andreassi, e li' ci ha detto che cominciano a mettere nero su bianco alcune cose fondamentali. e il 20 una serie di inizative che dovevano simboleggiare l'assedio al vertice. ci ha raccontato di una serie di incontri e del contenuto di altri incontri. [...]
[...]
Il 18 luglio c'e' un comunicato stampa e un volantino dove c'erano tutti gli appuntamenti, ovviamente anche questi ignoti al battaglione dei carabinieri che ha caricato il corteo, e tutti erano autorizzati, o meglio non erano vietati. il 19 sera bolini e' stata chiamata in questura da andreassi, da sola in questura, per mettere a punto le ultime cose. per il corteo del carlini c'era un gruppo di contatto composto da parlamentari, ed era un elemento noto, noto a tutti. [...]
Raffaella Bolini ci ha anche detto come molti altri testi parlamentari manifestanti e altro, che le modalita' con cui il corteo si e' presentato agli occhi del capitano bruno e di mondelli erano note. erano state visionate una per una. [...] La polizia era stata anche nell'officina del carlini dove si costruivano questi strumenti. [...]
Era proprio rendere tutto pubblico e trasparente, anche gli strumenti difensivi, che veniva considerato un elemento di garanzia del rapporto con le ffoo. perche' quelle bardature non erano una stramberia dei disobbedienti che in qualche maniera non era collettivizzata, perche' la bolini ci ha detto che nel gsf hanno discusso ogni singolo comportamento e ogni singolo strumento, senza arrivare a mediare dicendo questo e' tollerato, ma le cose erano condivise. le riunione erano lunghissime per arrivare alla condivisione di tutto. avremmo potuto esserci tutti a rispondere di via tolemaide, ha detto la bolini in aula, perche' e' esattamente quello che avevamo concordato, e quello che e' successo non e' ascrivibile a un comportamento violento o aggressivo, altrimenti ci saremmo dissociati. Sono elementi significativi, perche' abbiamo sentito in quest'aula molte persone che ci hanno detto tutti le stesse cose.
Allora torniamo a FDR e HF che stanno uscendo dal carlini: quello che sanno della giornata e' questo. sanno che c'e' un gruppo di contatto, sanno che hanno strumenti di difesa. lo sanno i dirigenti della polizia, il ministero degli interni, [...]. In testa al corteo ci sono i portavoce e responsabili delle varie componenti del corteo, tutti noti e rintracciabilissimi. Io sfido chiunque a pensare che la questura di genova non avesse il numero di telefono di luca casarini. ma io sono sicura che anche di altri rappresentanti istituzionali e non, il numero fosse a disposizione della questura. tutti i manifestanti sanno che il corteo puo' arrivare fino a piazza delle americhe, e che i problemi potrebbero nascere li'. piazza delle americhe e' visibile in fondo, lo spiegamento di ffoo e' tutto li', in prossimita' della stazione brignole. e' lo schieramento a disposizione di gaggiano. li' si sa che c'e' la zona rossa, le grate e i varchi, anzi non ci sono piu' perche' ci sono i container. ce n'e' hanno parlato luca casarini, beppe caccia, bettin... era stato concordato tutto, di violare simbolicamente la zona rossa, di fare entrare qualcuno a mettere uno striscione, di metterci dei palloncini, qualsiasi cosa. la domanda della procura: cosa volevano fare le tute bianche? Ce l'hanno detto i testi. Ce l'hanno detto nei termini in cui potevano dircelo, senza alcuna reticenza, perche' quella che era la violazione della zona rossa era esattamente questo, l'idea era proprio quella di arrivare al limite consentito del corteo e di avviare una serie di fronte allo schieramento di polizia che era visibile e che si sarebbe frapposto, cercare una mediazione su una azione simbolica che testimoniasse la violazione della zona rossa. ce l'hanno spiegato tutti questa cosa. tutti i testi, gli organizzatori del corteo, i parlamentari, tutti coloro che hanno partecipato a queste manifestazioni e ad altre precedenti dove e' successa la stessa cosa.
cosa servivano gli scudi e le protezioni? erano simbolici, e d'altra parte sistemi di protezione collettivi. gli scudi rappresentavano la testuggine che in caso di problemi e di cariche avrebbe consentito di subire meno danni. gli scudi servivano per quello per cui poi sono serviti, anche se non si immaginava con quella violenza. se non ci fossero stati gli scudi le spranghe di ferro sarebbero arrivate in testa alle persone in prima fila. sono serviti al gruppo di contatto per proteggersi dai lacrimogeni. erano scudi difensivi e tali sono rimasti, anche nella degenerazione della giornata che e' sicuramente il contrario di quanto voluto dai manifestanti del carlini.
tutto questo lo sapevano anche il personale della digos presente in quiel giorno. c'era il dr. ciarambino capo della digos di venezia all'epoca, che ha anche un ruolo nella discesa dal carlini, perche' il dr. ciarambino e' la persona ch eparla con il gruppo di contatto, parla con bettin, con caccia, con casarini. e nel momenot in cui c'e' la famosa avvisaglia piu' brutta del fatto che gia' si erano consumate delle situazioni di tensione, la famosa macchina bruciata, ciarambino e' interpellato direttamente dal gruppo di contatto. e telefona, cerca di informarsi. la piena conoscenza di quanto stava avvenendo a genova, non ce l'aveva neanche il dr. ciarambino. e dice di rallentarsi. il corteo rallenta, si ferma. quel corteo vuole stare fuori dai problemi che non vuole determinare. ce lo hanno raccontato tutti. [...]
E a un certo punto si staccano, per andare al punto finale del corteo, dove si li' vogliono tenere sotto controllo il comportamento di casarini e di altri con la polizia. raggiungono gaggiano, dove c'e' la maggiore concentrazione di funzionari della digos. [...]
tutto quello che ho detto fino a qui credo escluda ogni possibile dubbio sulla prevedibilita' da parte di chi scendeva dal carlini di quello che e' poi realmente successo. il pm ha detto piu' volte "si ma c'erano le colonne di fumo, la macchina bruciata". ha tentato anche di dire che qualche teste e' stato reticente perche' non ha visto il resto. ma in via tolemaide non c'era niente da vedere. io vorrei che si ricordasse un po' che in quei giorni e nei giorni successivi giravano le notizie piu' incredibili e disparati, gli allarmismi piu' assurdi, palloncini, sirighe, tentativi di rapimento di funzionari di polizia. la tensione era altissima ed era alimentata ad arte, e io credo che chi voleva gestire il corteo del carlini nel modo in cui era previsto, doveva anche evitare di dare adito e credito agli allarmismi. allora se arrivano notizie disparate, credo sia giusto che le abbiano valutate con prudenza. non e' che arriva un allarme e beppe caccia la da al megafono. c'e' ciarambino, prima informarsi e poi decidere cosa fare. e' un comportamento responsabile, consapevole, che i manifestanti del carlini hanno dimostrato in piu' occasioni. era un corteo molto consapevole. tutti sapevano cosa si poteva e cosa non si poteva portare in corteo. ci sono stati pochi episodi e sono stati riferiti di allontanamento di persone che si erano bardate in maniera diversa... si dira' poca cosa... poca cosa si', perche' chi e' partito dal carlini non si portava i bastoni, perche' sapevano che non si potevano portare. e' un corteo cosi' consapevole che dopo le prime due cariche, con la testuggine ferma, in cui un ragazzo lancia una bottiglia, viene preso e ricacciato indietro. e siamo dopo le prime due cariche. un corteo consapevole della necessita' della compattezza. e questo e' l'elemento su cui tornero', perche' la tesi del pm neanche tanto implicita, e' che in realta' il corteo del carlini nel momento in cui sono avvenute queste cariche, le prime due cariche, bastava che si girasse e tornasse indietro. e tutto sarebbe finito. per la verita' il pm ha spinto la sua tesi anche un po' piu' in la', dicendo che se uno sa che cosa sta succedendo il corteo uno non lo deve far partire. non si capisce perche'. perche' uno che vuole manifestare pacificamente non lo possa fare. non si capisce perche' il pm non lo dice ad agnoletto. io credo che non sia una tesi difendibile, perche' il diritto e la liberta' di manifestare non puo' essere negato. e de gennaro ha detto che l'avrebbe garantito, sapendo modulare la reazione della polizia. [...] C'era piena consapevolezz ache la polizia avrebbe reagito in maniera proporzionale al bene giuridico posto in gioco. allora noi ci aspettavamo che chi andava ad attaccare la zona rossa, chiunque fosse, venisse preso, fermato, identificato, eventualemnte denunciato, ma non di piu'! Tutti si aspettavano questo, non quello che e' avvenuto. Allora questa tesi del pm oltre che ingiusta non fa i conti con la realta', che e' quella che ci hanno descritto un sacco di testi di eta', professioni e provenienze disparate. [...] Allora non si puo' tornare indietro correndo con diecimila persone con un tir che deve indietreggiare. casarini ci ha raccontato dell'antenna del tir che si impiglia nei cavi, un tir con dietro 10.000 persone che deve indietreggiare. questi sono dati oggettivi. non si poteva scappare agevolemente ne' indietro ne' nelle vie laterali. ma i testi ci hanno detto anche altre cose. perche' il corteo non e' tornato indietro? perche' come ci ha detto qualcuno specificatamente, c'e' stato il tentativo di compattare il corteo, costantemente, e penso che sia la cosa giusta, non si lasciano centinaia di persone isolate nelle vie laterali in una situazione di cariche cosi' pesanti, ma poi c'e' un altro elemento... dopo il momento di sbigottimento, c'e' la cognizione che questo errore si possa chiarire e si possa proseguire il corteo. si diceva questo dopo le prime cariche. perche' il corteo indietreggia, come puo', ma indietreggia, perche' quelle che il pm definisce come cariche e controcariche dei manifetanti sono i tentativi dei manifestanti di rientrare e riunirsi al corteo. [...] il corteo su via tolemaide arretra lentissimamente e viene continuamente caricato, anche mentre sta indietreggiando. ci hanno raccontato gli onorevoli cento e mantovani del loro intervento per impedire l'ulteriore carica dei cc, e li' fortunatamente riescono a convincere qualcuno.
e' c'e' un altro aspetto che va considerato: non e' che il corteo carlini e' isolato. e' inserito nelle piazze tematiche. c'e' un momento in cui e sono piu' o meno le 16.00-16.30 in cui lui riceve la telefonata del sindaco che chiede di liberare alcune piazze per garantire meno scuse per il mancato intervento altrove, e quindi liberare un po' di forze di polizie. [...]

D: (Alborghetti) io devo parlare della posizione di DAF e DB i quali sono chiamati a rispondere di resistenza e di una serie di episodi verificatesi nella zona tolemaide, torino, casaregis, invrea, descritti come lancio di oggetti contro ffoo e blindati, uso di armi improprie, come cassonetti, incendio di barricate ecc. l'altro capo riguarda l'assalto del blindato. [...]
il problema se gli imputati siano da ritenere responsabili e se siano da punire vedremo poi, ma c'e' una prima questione che e' da determinare, cioe' se questi fatti quanto meno in linea astratta potevano essere contestati. l'altro aspetto riguarda il capo 55, cioe' l'art. 419, dove si identificano questi fatti di resistenza dicendo che ponendo in essere questi comportamenti commettevano fatti di devastazione e saccheggio in un contesto spazio temporale dell'oggettivo pericolo per l'OP.
La prima questione ci porta al tema classico del concorso nel reato, cioe' stabilire se la presenza in un dato luogo mi rende responsabile dei fatti che avvengono in un certo luogo. la questione del 419 e' piu' delicata, perche' sembrerebbe una sorta di concorso nel titolo di reato,c osi' come viene prospettata. [...] Cmq per entrambe le ipotesi di reato il problema ci riconduce al concorso morale. [...]
Perche' l'accusa ha insistito che tutto avviene in un contesto piu' ampio, di cui c'era piena consapevolezza, e dice che non si possono scomporre i fatti. In realta', a ben vedere, la ricostruzione dell'accusa ondeggia tra due estremi: da un lato l'affermazione secondo la quale vi e' piena consapevolezza, ma dall'altra si dice che la cosa e' ininfluente, dove l'accusa ha affermato come "sia del tutto ininfluente che siano stati loro a mettere in pericolo l'OP e a prescindere dall'idoneita' dei singoli comportamenti e' sufficiente che questo comportamento vada ad aggiungere sulla lesione dell'OP". [...]
Io non entrero' nella questione dell'OP perche' condivido quanto detto dai miei colleghi, ma il problema e' diverso, anche se mi pare superato, da un lato decidere se i reati di resistenza possano di per se stessi essere ricondotti all'ipotesi del 419, nel senso che tirare un sasso o spingere un cassonetto in quanto tale possa essere devastazione e saccheggio. secondo l'accusa quell'atto di resistenza diviene concorso nel reato di devastazione e saccheggio stante l'oggettiva messa in pericolo dell'OP. Dicono i pm che mentre il corteo scendeva dal carlini in quel momento c'erano azioni di danneggiamento in corso a marassi, o in via canevari e non potevano non rendersene conto. "non era un'isola felice". E' gia' stata citata ma la ricordo anche io perche' e' cruciale, la testimonianza di ciarambino: "la questura mi chiede di rallentare il corteo, per evitare che il corteo transitasse sugli incidenti causati da altri, [...] gli incidenti non si vedevano, solo il fumo in lontananza". QUindi non scende con il paraocchi, ma lo stesso ciarambino ci dice che gli incidenti non si vedevano e questo corrisponde con le testimonianze del gruppo di contatto. E' vero che si vede il fumo, l'auto bruciata, ed e' per quello che c'e' uno scambio con ciarambino che risponde "ci sono degli incidenti". L'accusa si e' stupita che i testi abbiano enfatizzato l'episodio dell'auto bruciata, ma la cosa ha una logica precisa: il fumo e' lontano, le vetrine delle agenzie rotte sono nelle vie laterali, mentre l'auto e' li', sul corteo. Ed e' per questo che i manifestanti dicono "non siamo stati noi", ci tengono. questa e' la consapevolezza delle cose di chi e' nel corteo. certamente che ci fossero incidenti e che qualcuno avesse inteso manifestare non in modo pacifico era chiaro, ma che c'entra? Si e' detto che si poteva parlare con il dr. ciarambino, ma allora forse il dr. ciarambino poteva anche parlare con qualcuno in questura, ma evidentemente la percezione era un'altra, con la consapevolezza di tutto quello che ha parlato l'avvocato d'agostino. quindi come ha detto i testi e le difese c'era coscienza di generici disordini, non il resto. poi magari qualcuno in coda continuava a stare anche tranquillo, e si chiedeva perche' si andasse cosi' lenti.
Se questo e' lo scenario e la percezione delle cose, il quadro non muta quando ci sono le situazioni dopo la carica. non e' che i manifestanti hanno la percezione di contestuali scontri in altri luoghi. [...]
[...]
Non e' importante se quello e' il blindato che ha fatto i caroselli o meno, ma viene colpito il simbolo delle violenze subite... non esiste in alcun modo la consapevolezza di aggravare la situazione.
[...]
Io mi fermerei sul concorso e non e' male ritrovare i vecchi classici. in una vecchia edizione del manzini del 1933 trovo che ci sia necessita' della volonta' per mettere in luogo il concorso, ma trovo anche che "la volonta' di concorrere al reato presuppone la conoscenza del fatto che si sta commettendo, percio' il semplice prendere parte a una manifestazione contro la polizia, potra' costituire reato di resistenza, ma non concorso nei reati commessi in tali occasioni da uno o alcuni, quando questo non sia stata voluta, incitata e perseguita dalla persona citata in giudizio. quindi il fatto di unirsi a una folla in tumulto non puo' considerarsi concorso nei fatti commessi da altri". 1933.
Ma c'e' tutta una giurisprudenza sul concorso che ci dice che l'elemento soggettivo del concorso si trova nella coscienza del crimine ed e' indispensabile una coincidenza di volonta' dei singoli concorrenti e che i comportamenti siano tutti finalizzati alla realizzazione dell'evento che costituisce reato. E anche dove si dice che non serve la prova del previo concerto, ma e' necessario dimostrare che ciascuno di essi abbia agito in una direzione unitaria. [...]
C'e' poi la famosa sentenza delle sezioni unite, nota, che in tema di concorso ci dice: "non esime il giudice di merito di motivare sulla base di prove l'attuale partecipazione alle fasi di preparazione o realizzazione e in quale relazione causale si pone con i fatti oggetto di reato". [...]
C'e' poi il discorso sulla presenza dei luoghi. Se questo e' il discorso sulla questione del concorso, vale per tutto, incluso il 419. ma il problema e' anche sulla presenza sul luogo, perche' il pm ha chiesto la condanna per la mera presenza, indipendentemtne dall'azione commessa. Pacifico che nessuno dei miei assistiti ha commesso azioni di violenza al blindato, eppure e' chiamato a rispondere di tutto quanto e' avvenuto. Mi viene in mente una testimonianza di qualcuno che era vicino al blindato mentre altre persone tiravano sassi e altro... c'era anche lui ma non e' imputato. perche'? E giulietto chiesa anche passa vicino al blindato. "sul blindato molti erano contrari, non era piu' dstinguibile chi partecipava in che modo". [...]
[...]
Io credo che questi principi che sono consolidati, credo che se noi poniamo le spallette di questi principi vediamo come la condotta degli imputati debba essere riportata in determinati confini, al di la' della sussistenza dell'art. 419. In ogni caso DB e FDA non possono rispondere attraverso i loro atti di resistenza, non solo ma l'imputazione di resistenza devono essere limitati alle azioni che hanno materialmente compiuto, non a quello che e' successo in quei luoghi, perche' non e' stato provato il nesso causale tra le loro condotte e quello che accade al di la' di loro.
[...]
C'e' stato un passaggio della requisitoria dove a proposito del diritto a manifestare dice che non e' vero che il dirtto a manifestare viene prima di tutto, ma che ci sono anche il diritto alla proprieta', alla sicurezza, all'incolumita', concludendo che data la situaizone di OP si poteva anche non manifestare, dato che non e' cosi' prioritario. Allora vediamo questo punto.
Intanto sono d'accordo sul fatto che la consulente Della Porta abbia parlato dell'OP dal punto di vista teorico sociologico, ma se guardiamo il dibattito tra i giuristi sull'OP e' molto ampio, perche' l'OP e' molto vago come concetto, che si definisce solo quando non c'e'. Ma c'e' d'altra parte l'esigenza di rinvenire un dato sostanziale, la protezione di un bene non si puo' far risalire alla volonta' del legislatore... cioe' il legislatore puo' sanzionare tutti gli atti contro un certo bene, ma non puo' crearlo. Il dibattito giuridico ha identificato l'OP come ordine pubblico costituzionale, e in questo senso l'OP non puo' configurare un limite all'esercizio di quei diritti di liberta' costituzionali, se non altro perche' quelle liberta' sono parti integranti ed essenziali del nostro ordine costituzionale. A questo proposito zenovesi dice "la concezione di OP non e' unica, a un concetto di OP materiale di tranquillita' pubblica si contrappone quello di OP normativo e si puo' specificare come ordine pubblico costituzionale avendo riguardo dei principi che trovano ordine nella costituzione." "questo poi deve trovare i suoi limiti nei diritti sanciti dalla costituzione". "se poi l'OP assume connotazioni ideologiche e' alla costituzione che si deve fare riferimento". [...] Ho trovato in questa ricerca sull'OP e mi e' parsa molto importante, una serie di sentenze che sono state emesse dal tribunale costituzionale federale tedesco dove c'e' un discorso sul diritto di manifestare come elemento inscindibile dalla democrazia rappresentativa. e si dice che "il comportamento violento di taluni manifestanti non puo' giustificare lo scioglimento della manifestazione se non come ultima ratio". [...] E fra l'altro ricordo come c'e' tutta una giurisprudenza della corte europea dei diritti dell'uomo che ha ravvisato la violazione dell'art. 11 della convenzione europea, sancendo un principio: "l'effettivita' del diritto di manifestare non implica da parte dello stato un semplice obbligo di non interferenza ma anche l'obbligo di intervenot per consentire il diritto di manifestare e quindi proteggere chi manifesta da interventi terzi". [...] Questo a mio avviso e' per dire che all'interno dell'esercizio del diritto di manifestare deve essere tollerato un certo livello di atti illegali, e tanto di piu' quanto piu' importanti sono i temi affrontati. se noi confrontiamo questo diritto con gli atti criminali avuti durante la carica dobbiamo mettere in relazione le cose.
Si e' tentato di giustificare la carica contro le ffoo: la situaizone era gravissima, i cc dovevano raggiungere marassi, hanno caricato e quindi sono giustificati. Devo ricordare che non sono cosi', perche' il capitano bruno non solo ci dice che non sapevano del corteo e ci dice anche che Marassi non c'entrava nulla, ma che il suo problema era semplicemente disperdere i manifestanti. IO devo dire che la meticolosa ricostruzione ha chiarito tutto quanto. Ci chiederemo per sempre se l'origine di quella carica fosse un errore oppure fosse qualcosa di deciso a un certo punto. [...] Forse pero' non e' un caos che a un certo punto la cot non riesca a comunicare con quei contingenti, non e' un caso che non abbiamo le comunicazioni dei cc, non e' un caso che in quelle ore fosse presente ascierto all'interno della cot dei cc. [...] Il fotografo franceschini ci racconta che lui era fermo in corso torino per vedere arrivare il corteo e riprenderlo, vede i cc in attesa, vede un cc andare all'angolo di tolemaide e guardare il corteo, tornare indietro e dire "stanno arrivando". Certo ci si puo' chiedere perche' abbiano attaccato il corteo delle tute bianche, quando durante la mattina non e' sono mai intervenuti, [...] ma quello che le persone che chiamano il 113 ricevono come risposta e' che la polizia ha l'ordine di non intervenire. [...] Forse la risposta arriva dalla polizia... forse anche il tribunale ha potuto vedere la trasmissione blu notte sulla rai, e c'era un intervista a un sindacalista del silp per la cgil che dice che il modello repressivo che critica a genova e' stato applicato guardando avanti: c'era un autunno caldo, e c'era bisogno di dare segnali chiari. ma di questo ne parlera' una commissione se mai si fara'. noi dobbiamo accertare i fatti e se esistono cause scriminanti.
ho detto del diritto a manifestare, e a fronte di questo diritto c'e' stata la pura illegalita', pestaggi, arresti brutali, uso di armi non consentite, panico e terrore. a proposito delle armi non consentite il pm ci ha detto che non cambia con cosa ci menano... invece no. non e' vero, perche' tutte quelle armi... cominciamo a pensare dai lacrimogeni che tutti hanno detto avere un effetto piu' devastante del solito, ma quelle armi improprie ricordate cosa ci dice il teste scisci che e' un medico e ci dice "che era rimasto stupito perche' le ferite erano particolari, sembravano rasoiate"... e' diverso, non possiamo dire che sia la stessa cosa. e sempre lui ci parla della quantita' di gente ferita che non si faceva neanche toccare perche' erano terrorizzati, quasi isterici. [...] E quel panico delle prime file schaicciate compresse, asfissiate dai gas.
Se DB e' quello che ci indicano e' nelle prime file della testuggine. Vorrei mostrare le immagini [...] Le immagini riguardano la presenza di DB e cosa avviene attorno a lui tra un'immagine e l'altra. [...]
[ mostrano video ]
Vediamo la scena del blindato, prende questo estintore e si allontana, lo vediamo nel video, ma dove lo ritroviamo... nel momento in cui non e' piu' li' ma e' da un'altra parte... lui torna nel corteo. siamo in via tolemaide... l'idea stupida che avevano gli imputati e' che hanno continuato a pensare che il corteo poteva essere ricomposto e arrivare in piazza delle americhe... uno si chiede perche' nono sono scappati... hanno continuato a pensare che il corteo si poteva e doveva fare... lui torna in tolemaide... non e' neanche vicino al blindato a cui poi danno fuoco. c'e' una foto significativa di dove era il DB, si vede dietro il tunnel e magari si pensa che e' quello di via torino, ma dal tipo di cartelloni pubblicitari vediamo che e' il tunnel di via archimede. Il discorso che dicevo prima, di lui che si allontana, e' ancora convinto di poter recuperare il corteo... [...]
Allora ricapitolando: DB e' davanti, nelle prime file, si prende la carica, alle 15.10 partecipa al momento in cui si convince le persone ad arretrare, tra le 15:10 e le 15:34 ci sono gli assalti dei blindati al corteo, che innescano la reazione del corteo, si trova in corso torino, si impossessa dell'estintore stupidamente, ma gia' alle 15:44 non e' piu' neanche nella sua disponibilita', si allontana dal blindato e rientra nel corteo, per riportare il corteo ad avanzare compatto. [...]
Questo e' rilevante perche' questo suo movimento avviene nel contesto, che e' importante, ma il contesto immediato, di continue cariche e violenze da aprte delle ffoo. Non ci sono solo le immagini d'altronde. Ma ce lo dicono anche le affermazioni di Cernetig: "ci sono stati casi di violenze eccessive e criminose da parte della polizia; ho segnalato lanci non convenzionali di artifizi lacrimogeni, episodi censurabili per l'accanimento eccessivo e la violenza gratuita e non proporzionata alla situazione". [...]
Tutto questo discorso ci porta e' evidente a quello che e' un discorso di scriminanti dell'art. 4. E su questa esimente lo stesso pm ha citato la sentnza Maroni, perche' e' una sentenza estremamente esaustiva per vari aspetti, perche' dice che l'esimente e' integrata ogni volta che la condotta del pubblico ufficiale e' oggettivamente illegittima. [...] Questa sentenza mette a confronto due diversi indirizzi giurisprudenziali, l'indirizzo soggettivistico per lungo tempo prevalente dove si diceva che non solo deve essere illegittimo ma anche con l'intenzione dell'arbitrarieta', mentre la cassazione con diverso orientamento maggiormente garantista e' quello che da un lato le due espressioni illegittimita' e arbitrarieta' esprimono un concetto unitario e hanno una connotazione oggettiva. La corte sposa questo secondo indirizzo e si richiama a una sentenza della corte costituzionale. [...] AQuesta sentenza poi contraddice l'accusa e afferma che tutti gli imputati devo essere esenti da responsabilita'. Anche una sentenza del 1982 parla del fatto che anche terzi devono essere esenti da responsabilita' quando legati aprticolarmenete alle persone che ci sono di fianco. In questa sentenza, quella Maroni si dice qualcosa di piu', e la suprema corte ci dice come l'esimente si applica perche' i manifestanti hanno voluto tutelare un diritto costituzionale. [...] E questo e' un dato: tutti i partecipanti al corteo sono persone che reagiscono a un atto arbitrario contro tutti, contro il loro diritto a manifestare e alla violenza esercitata tutti reagiscono, indipendentemente da chi ha preso la manganellata. E' irrilevante che i cc siano convinti di agire legittimamente. La carica era illegittima e questo e' sufficiente. [...]
La questione del fuggire dal luogo ha merito quando parliamo di legittima difesa, non dell'esimente di cui all'articolo 4. [...]
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Io credo che questa intepretazione che ci suggerisce la corte costituzionale e la suprema corte poi, ci da la misura dell'applicabilita' dell'esimente.
Vorrei concludere parlando un po' degli imputati, ma questo e' un problema generale di questo processo, che si parla poco degli imputati.
Il problema e' alla fin fine sulle prove a carico dei miei assistiti: sappiamo che la loro individuazione e' avvenuta attraverso immagini e perizie fisiognomiche. Vorrei dire qualcosa sulle immagini. L'accusa ha detto che va riconosciuta la supremazia delle immagini su quella delle testimonianze. [...] abbiamo visto che se usata in un certo modo l'immagine puo' sere ingannevole. mentre mi preparavo ho rivisto i famosi tre dvd corda, e dopo tutta l'istruttoria era come entrare in un film diverso da quello che abbiamo conosciuto, come se da quel momento avessi visto altro. ma non e' cosi' casuale, perche' corda, in quella prima udienzaz di tre anni e mezzo fa, ci aveva detto che loro avevano ricostruito i fatti e collocato tutto nelle immagini, ce lo aveva detto, e ce lo dice anche zampese, che e' un po' l'alter ego di corda. e' significativo per un fatto: c'era un certo modus operandi e si capisce bene, perche' zampese dice proprio che il problema era collocare i filmati in un determinato contesto spazio temporale. "siamo partiti dai soggetti e abbiamo cercato di collocarli; sicuramente ci sono immagini che non sono confluiti e immagini in cui abbiamo trovato difficolta' di collocazione; abbiamo individuato delle persone e poi l'abbiamo cercato". A proposito di DB dicono che si vede aprire la porta del blindato e poi allontanarsi dal blindato. non lo si vede prendere l'estitore, non c'e' quell'immagine. [...] Perche' e' importante: perche' il problema di cui noi avevamo parlato nelle prime udienze sull'ammissione di questi dvd era legato proprio a un discorso di ricostruzione e montaggio, ma non perche' accusassimo di manipolaizone, ma perche' c'e' un problema oggettivo. Vi sembra un caso che nei dvd di Corda non ci siano le immagini di DB che si allontana? No. Perche' nel momento in cui l'obiettivo e' quello di dare la percezione di un reato io costruisco il montaggio cosi' come e': loro non hanno visto, non in malafede, ma perche' non lo cercano, DB che si allontana. [...]
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[ parla di FDA ]