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rassegna stampa

[Repubblica] G8, lo Stato non pagherà gli avvocati.

G8, lo Stato non pagherà gli avvocati
Pignorati stipendi e case ai poliziotti?

MASSIMO CALANDRI

ABBANDONATI dallo Stato, padre e padrone.
Dati già per spacciati nel corso del processo, e cioè comunque per colpevoli: torturatori, delinquenti.
Di fatto «ex» poliziotti, prima ancora che i giudici abbiano pronunciato la sentenza.
Questo è lo stato d´animo di alcuni imputati per le violenze e i soprusi nella caserma di Bolzaneto, così come ieri è stato espresso - in maniera esemplare - da uno dei loro avvocati. Stefano Sambugaro.
Che con amarezza ha ricordato quello che l´Avvocatura dello Stato aveva anticipato nel suo intervento: le forze dell´ordine non si sono comportate come tali a Bolzaneto, è mancato il cosiddetto «rapporto organico».
I poliziotti non hanno fatto i poliziotti, dunque in caso di condanna il Ministero dell´Interno non sborserà un centesimo.

[il secolo xix] «Al G8 violenze e saccheggi non ebbero giustificazioni»

«Al G8 violenze e sacchegginon ebbero giustificazioni»
le motivazioni delle condanne ai no global
I giudici: furono legittime le cariche della polizia contro il Blocco nero
GENOVA. Le cariche della polizia non furono «arbitrarie», e comunque non c'è nesso
fra l'azione delle forze dell'ordine e i danneggiamenti dei negozi e delle auto. I
manifestanti del Blocco nero agirono senza dubbio con più violenza delle Tute
Bianche (gli addebiti vengono distinti in modo netto) e però anche il messaggio di
queste ultime alla vigilia degli scontri fu «contraddittorio». Sono questi i
contenuti salienti nella motivazione della sentenza sui 25 noglobal accusati di
devastazione e saccheggio durante il G8 del 2001 a Genova. Ventiquattro erano stati
condannati il 14 dicembre scorso dalla seconda sezione del tribunale a oltre
cent'anni di carcere. Una sola imputata, Nadia Sanna, era stata assolta per non aver
commesso il fatto.

[unita.it] G8, Bolzaneto: chieste condanne per oltre 76 anni per i poliziotti

G8, Bolzaneto: chieste condanne per oltre 76 anni per i poliziotti
«Trattamenti inumani e degradanti»

Condanne complessive a 76 anni, quattro mesi e 20 giorni di reclusione
sono state chieste dai pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati per i 44 imputati nel processo per le violenze e i soprusi nella caserma della Polizia di Bolzaneto, durante il G8. Per uno solo dei 45 imputati, Giuseppe Fornasiere, è stata chiesta l'assoluzione. Le pene variano da
cinque anni, otto mesi e cinque giorni a sei mesi di reclusione.

La pena più pesante, 5 anni, 8 mesi e 5 giorni di reclusione, è stata
chiesta per Antonio Biagio Gugliotta, ispettore della polizia penitenziaria, in servizio nella struttura di Bolzaneto nei giorni del G8 del 2001 come responsabile della sicurezza. È accusato di abuso d' ufficio e abuso di autorità contro detenuti.

L'accusa nei suoi confronti è di aver agevolato e comunque non impedito la

[ansa] "Chi ha sbagliato paghi, ma azione polizia non ha zone d'ombra"

G8/ SIULP: SOLIDARIETA' A COLLEGHI, RISPETTO PER RICHIESTE PM
"Chi ha sbagliato paghi, ma azione polizia non ha zone d'ombra"

Roma, 11 mar. (Apcom) - La segreteria nazionale del Siulp, Sindacato
italiano unitario lavoratori di polizia, "prende atto della richiesta di condanna dei Pm" della Procura di Genova Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati per alcuni poliziotti, ritenuti responsabili di violenze nella Caserma Bolzaneto nel corso del G8 del 2001, ed esprime "il massimo rispetto per la magistratura inquirente e giudicante".

Il sindacato precisa, in una nota, che "tali responsabilità vanno ad
inquadrarsi nel contesto più ampio di una azione di polizia a difesa
dell'integrità dei cittadini di Genova, messa a repentaglio durante il G8
da migliaia di facinorosi e da centinaia di autentici teppisti".

"E' giusto - prosegue il comunicato - che chi ha sbagliato sia tenuto a
subirne le conseguenze giuridiche e morali, quando una sentenza sia stata

[ilsecolixix] La sinistra: «Questo Stato non prevede il reato di

La sinistra: «Questo Stato non prevede il reato di tortura»
le reazioni

Critici nei confronti dei magistrati i sindacati di polizia: «Tutto fa
pensare a una giustizia a senso unico»

12/03/2008
Genova. «Ora anche l'Italia deve riconoscere il reato di tortura». Un coro pressoché unanime si leva dalla sinistra dopo le richieste di pena
presentate dai sostituti procuratori di Genova, Patrizia Petruzziello e
Vittorio Ranieri Miniati, per i fatti che si verificarono nella caserma di
Bolzaneto durante il G8 di Genova. Secondo i pm, ci furono comportamenti
inumani e vessatori, ma al massimo è stato possibile contestare l'abuso
d'ufficio. «È necessario che il prossimo Parlamento metta tra le sue
priorità l'approvazione del provvedimento che introduce il reato di tortura in Italia», sottolinea Patrizio Gonnella, presidente
dell'associazione "Antigone" che si batte per i diritti nelle carceri. «La

Genova e il Dopogenova negli editoriali del Corriere della Sera.

Ripubblichiamo un'interessante analisi del settembre 2001 sulla lettura di Genova data dal Corriere della sera, tratta da http://isole.ecn.org/reds/

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Genova e il Dopogenova negli editoriali del Corriere della Sera.

Attraverso l'analisi del quotidiano che più di ogni altro esprime l'opinione delle classi dominanti, cerchiamo di comprendere se dalla vicenda di Genova il movimento esce o no rafforzato, e con quali sfide di fronte a sé. REDS.

Settembre 2001.

[ilgiornale.it] No global condannati: la sinistra adesso grida al massacro

«Sabato torneremo a manifestare a Genova». Lo hanno urlato autonomi e anarchici (una cinquantina di persone in tutto) partiti in corteo da piazza della Raibetta l’altra sera, alla notizia che 24 dei 25 no global accusati di devastazioni e saccheggi durante il G8 del 2008 erano stati condannati dal tribunale a un totale di 108 anni e tre mesi di carcere. Il questore fa sapere che finora non è giunta nessuna richiesta ufficiale di cortei o manifestazioni. «Se ci sono segnali in questo senso?

[Il secolo XIX] Pericu: commissione d’inchiesta - Gli anarchici: corteo di protesta il 22

Si attendono conferme per la manifestazione annunciata immediatamente dopo la sentenza che ha condannato 24 dei 25 no global imputati di devastazione e saccheggio durante le violenze di strada avvenute nei giorni del G8 del 2001. Dovrebbe svolgersi sabato prossimo, secondo quanto fatto sapere dai partecipanti al corteo, formato da una cinquantina di anarchici, che ieri sera ha attraversato le vie del centro città.

Anche senza la manifestazione, la giornata di sabato 22 dicembre si prospetterebbe difficile per il traffico cittadino, con l’ultima corsa ai regali natalizi e la partita Genoa-Parma, che si giocherà alle 15. Per questo motivo il comune di Genova ha già chiesto alla Lega Calcio di posticipare il match alle 20.30.

«G8, le condanne figlie della banalità dei magistrati»

L’avvocato Simonetta Crisci, ospite dell'associazione Blow Up di Grottammare, commenta la sentenza del tribunale sui fatti di Genova 2001 con la quale i giudici genovesi hanno accusato 24 no global dei reati di devastazione e saccheggio. Prevista l’incriminazione anche per quattro ufficiali di polizia accusati di falsa testimonianza.

[Il secolo XIX] Cent’anni di galera per i saccheggi

Isabella Villa

[il manifesto] g8: assolto in appello l'unico poliziotto condannato

L'agente era stato condannato per il pestaggio del giovane colpito con un calcio in faccia dal vicecapo della Digos Perugini.
Per i giudici non era ricoscibile

di: Simone Pieranni

[Agi] corteo g8: fiori e versi di Guccini per Carlo Giuliani

(AGI) - Genova, 17 nov. - Una cinquantina di manifestanti e' arrivata da pochi minuti in piazza Alimonda e ha deposto dei fiori sul cancello della chiesa vicino al luogo dove il 20 luglio del 2001 mori' Carlo Giuliani. E' atteso a minuti l'arrivo del padre di Carlo, Giuliano Giuliani. Accanto ai fiori il testo di una canzone di Francesco Guccini intitolata Piazza Alimonda. (AGI)

[il manifesto] «Amato non doveva nominare De Gennaro e Manganelli»

«Amato non doveva nominare De Gennaro e Manganelli»
G8, processo Diaz Dopo le intercettazioni pubblicate ieri dal manifesto, Giuliano Pisapia (Prc) attacca il ministro dell'Interno
Simone Pieranni

Giuliano Pisapia, presidente della commissione per la riforma del codice penale del ministero della giustizia e legale della famiglia Giuliani, aveva esposto il punto di vista giuridico sulle vicende del 2001, proprio a Genova lo scorso 17 novembre. Da quel giorno a oggi le vicende giudiziarie legate al processo Diaz si sono evolute, aprendo nuovi squarci di indagine e di riflessione su politica, forze dell'ordine, magistratura.

Che idea si è fatto delle indagini su De Gennaro, Colucci e Mortola e che indirettamente tirano in ballo anche Manganelli?

[il manifesto] cosi' volevano smontare la diaz

SARA MENAFRA
Vertici della polizia contro la procura di Genova. Obiettivo: smontare il processo sui fatti della Diaz, «sbranare», come avrebbe detto De Gennaro, i pm che hanno messo i vertici del Viminale sulla graticola. Il racconto di come, quanto e da chi sia stata cambiata la deposizione dell'ex questore Francesco Colucci, che la procura di Genova considera falsa, narra una storia di imputati e testimoni uniti dietro una bandiera comune. Che scelgono cosa dire e cosa non dire, cosa smentire e cosa confermare. Sempre, par di capire, sotto le indicazioni dell'ex capo della polizia, accusato di istigazione alla falsa testimonianza. Ma anche - si scopre leggendo l'intero fascicolo, com'è capitato al manifesto - con l'interessamento dell'attuale direttore, Antonio Manganelli, di Francesco. Gratteri a Bari, e Gianni Luperi, appena nominato capo del Dipartimento analisi dell'ex Sisde (gli ultimi due, imputati al processo Diaz).

[Repubblica Genova] E il questore del G8 confidò "Così ho affossato il processo"

Manganelli chiamato in causa: "Distorto il mio pensiero"
Colucci: "Il capo mi ha detto: quel pm è un matto, dobbiamo fare fronte comune"

MASSIMO CALANDRI

GENOVA - Perché i vertici della Polizia di Stato sarebbero pronti a tutto pur di «vanificare» il più delicato fra i processi del G8? Che motivo avrebbero di fare «fronte unico» contro i magistrati che indagano sul blitz alla scuola Diaz, invece di collaborare all´accertamento della verità? Le centinaia di chiamate intercettate dalla procura di Genova, che per mesi ha ascoltato le telefonate di alcuni super-poliziotti coinvolti nelle inchieste sui fatti del 2001, rimandano sconcertanti scenari. Nelle conversazioni via filo, testimoni ed imputati sembrano elaborare una comune «strategia» difensiva. Violando alcune regole fondamentali del diritto che uomini dello Stato dovrebbero conoscere meglio di tutti.

[Il Secolo XIX] «Le molotov? Ok, fatte sparire»

G8, le intercettazioni

Dalla ripicca di due agenti per un turno festivo è partita l'inchiesta che tocca De
Gennaro

GENOVA. «Le molotov sospette? Le hanno fatte sparire, portate via».
Lo dice uno dei poliziotti che doveva custodirle. E nell'intreccio delle intercettazioni telefoniche che hanno messo nei guai l'ex capo della polizia Gianni De Gennaro, accusato d'aver istigato l'ex questore di Genova Francesco Colucci a mentire sul blitz alla Diaz, spunta la telefonata che più di altre allunga ombre sul comportamento degli agenti nel corso delle inchieste G8.
Una conversazione che dimostra, secondo la procura, non solo che le bottiglie incendiarie furono introdotte nell'edificio dalle forze dell'ordine e non dai noglobal.
Ma soprattutto che la loro scomparsa, clamorosa, registrata nel gennaio scorso e

[il manifesto] «Nessuna pressione su Colucci»

De Gennaro
«Nessuna pressione su Colucci»
s.pi.
Genova

«Preciso che non ho diretto, né comunicato, né indotto il Colucci in alcun modo a rivedere il contenuto della sua testimonianza imminente in alcune delle sue parti». Il 14 luglio 2007 a Genova arriva il capo dell'ufficio del gabinetto del ministero dell'Interno, Gianni De Gennaro. I pm genovesi lo convocano per interrogarlo, in quanto persona sottoposta a indagini. De Gennaro è accusato di istigazione alla falsa testimonianza nei confronti dell'ex questore di Genova, Colucci. L'ex capo decide di rispondere ai magistrati e si difende, negando ogni addebito.

[il manifesto] La vendetta delle molotov scomparse

La «prova falsa» che giustificò la Diaz, un artificiere capro espiatorio e l'inchiesta dei pm
La vendetta delle molotov scomparse
Simone Pieranni

«Quelli della Digos avevano detto "ah ce le riprendiamo"». Marcellino Melis, responsabile del nucleo artificieri della Digos genovese, mentre attende una chiamata, parla con un suo collega delle bottiglie molotov scomparse. Ricorda la loro presenza dentro un sacchetto. E conclude: «Però non lo posso dire al magistrato». E infatti Melis, ascoltato dal pool di pm che indagano, contro ignoti, sulla sparizione delle molotov della Diaz, non dice niente. Per questo, alla luce delle intercettazioni in possesso della magistratura, è l'unico iscritto nel registro degli indagati, per false dichiarazioni ai pubblici ministeri.

[Repubblica Genova] G8, la sentenza prima di natale

La prima sentenza del G8 arriverà nella settimana che precede il Natale. I pubblici ministeri Anna Canepa e andrea Canciani hanno annunciato che non replicheranno alle arringhe difensive

di Massimo Calandri

LA prima sentenza del G8 arriverà nella settimana che precede il Natale. Ieri i pubblici ministeri Anna Canepa e Andrea Canciani, che sostengono l´accusa contro i 25 accusati di aver devastato e saccheggiato Genova, hanno annunciato che non replicheranno alle arringhe difensive. Depositeranno invece una memoria, con ogni probabilità dopo l´intervento dell´ultimo avvocato degli imputati, e cioè il 7 dicembre. Ci sono buone ragioni per credere che il tribunale possa pronunciarsi in meno di due settimane. Sono stati chiesti complessivamente 225 anni di carcere. Nell´udienza di ieri gli imputati attraverso i loro legali si sono ancora una volta difesi sostenendo che il corteo delle Tute Bianche fu assalito senza motivo dalle forze dell´ordine.

[Ansa] G8: intercettazione avvocato-imputato, pm Zucca: nessun abuso

GENOVA, 29 NOV - «Non c'è stato alcun abuso negli ascolti effettuati dalla polizia giudiziaria e nella doverosa documentazione effettuata. C'era ancora solo una residua presenza nelle stampe dei brogliacci della polizia giudiziaria di alcune conversazioni, che abbiamo subito provveduto a eliminare». Lo spiega in un comunicato il pm Enrico Zucca, dopo che, ieri, l'avvocato Alessandro Gazzolo, difensore di Mortola, aveva avuto assicurazione dal procuratore e dal suo sostituto che sarebbero state stralciate dal fascicolo le intercettazioni estranee al procedimento. Una di queste era stata ieri pubblicata dal Sercolo XIX e riguardava una conversazione tra Mortola e il legale che è anche suo cvognato.

[Ansa] Colucci: ho dato legnate ai pm, parlando di Murgolo

GENOVA, 29 NOV - «Ho dato due legnate al pm perchè ho parlato di Murgolo, che era sparito dalla circolazione. Per cui gli avvocati sono stati contentissimi, quelli che difendono i nostri colleghi, perchè ho dato uno spazio, uno squarcio diverso al processo per cui il pm è in difficoltà».

[Ansa] g8: deposizione De Gennaro, mai ringraziato Colucci

GENOVA, 29 NOV - «Nego di aver fatto ringraziamenti a Colucci per di più a causa di una sua supposta modifica delle dichiarazioni da me istigata. Posso avere espresso un generale compiacimento verso una ricostruzione dei fatti improntata a verità». Sono le parole dell'ex capo della polizia Gianni De Gennaro, indagato per istigazione alla falsa testimonianza, nel verbale dell'interrogatorio davanti ai pm genovesi che si è tenuto il 14 luglio scorso. Nel corso dell'interrogatorio i pm avevano contestato a De Gennaro in particolare due telefonate: una, del 4 maggio scorso, intercorsa tra Colucci e Spartaco Mortola, all' epoca del G8 capo della Digos di Genova e un'altra, del 7 maggio, tra Colucci ed un interlocutore rimasto ignoto.
I pm spiegavano dapprima a De Gennaro i punti contestati a Colucci che lo coinvolgevano. L'ex questore, secondo l'accusa, aveva ricevuto «copia delle dichiarazioni rese da De Gennaro in precedenti interrogatori

[Ansa] g8: Colucci "sono stato dirompente, i pm non sentono piu' il capo"

GENOVA, 29 NOV - «Molto positivo. Ho dato una mano a tutti i colleghi tant'è che dopodomani doveva essere ascoltato il capo della polizia (De Gennaro, ndr). Non lo ascoltano più perchè io sono stato dirompente». A parlare, al telefono con Spartaco Mortola, era Francesco Colucci, ex questore di Genova, il 7 maggio scorso, quattro giorni dopo la sua deposizione nel processo per la sanguinosa irruzione nella scuola Diaz. I pm invece, dopo la sua deposizione, avevano rinunciato a sentire De Gennaro perchè questi era stato iscritto nel registro degli indagati insieme a Colucci e Mortola per la presunta falsa testimonianza di Colucci.

[Ansa] Agnoletto: Amato assuma provvedimenti

ROMA, 29 NOV - «Il silenzio del ministro dell' Interno» di fronte alle notizie che emergono dalle intercettazioni pubblicate dalla stampa da cui emergerebbe un ruolo attivo dell'ex capo della polizia oggi capodigabinetto Giovanni De Gennaro nel

[Ansa] g8: Colucci a Mortola, devo rivedere il discorso su Sgalla

29 NOV - «Il capo ha praticamente fatto marcia indietro e invece io devo rivedere un pò il discorso di quello che ho dichiarato io di Sgalla»: così l'ex questore di Genova Francesco Colucci, in una telefonata del 26 aprile scorso intercettata a Spartaco Mortola, all'epoca del G8 capo della Digos di Genova, poi trasferito alla Polizia postale, racconta di essere stato dal capo (De Gennaro, ndr) il quale gli avrebbe detto di essere stato convocato dai pm genovesi per il 9. Parlando con Mortola, Colucci fa riferimento alla vicenda della presenza alla scuola Diaz di Roberto Sgalla, responsabile delle relazioni esterne della polizia. Colucci aveva dichiarato in un primo tempo ai pm di essere stato chiamato dal capo per inviare Sgalla alla Diaz, mentre De Gennaro lo aveva negato. In quella telefonata con Mortola, Colucci diceva di De Gennaro: «Ha fatto marcia indietro e invece io devo rivedere un pò il discorso di quello che ho dichiarato io di Sgalla».

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