De Gennaro
«Nessuna pressione su Colucci»
s.pi.
Genova
«Preciso che non ho diretto, né comunicato, né indotto il Colucci in alcun modo a rivedere il contenuto della sua testimonianza imminente in alcune delle sue parti». Il 14 luglio 2007 a Genova arriva il capo dell'ufficio del gabinetto del ministero dell'Interno, Gianni De Gennaro. I pm genovesi lo convocano per interrogarlo, in quanto persona sottoposta a indagini. De Gennaro è accusato di istigazione alla falsa testimonianza nei confronti dell'ex questore di Genova, Colucci. L'ex capo decide di rispondere ai magistrati e si difende, negando ogni addebito.
Le contestazioni dei pm si basano su intercettazioni intercorse per lo più tra Colucci e Mortola, tra Luperi e Mortola e tra Colucci e persone non identificate, nelle quali De Gennaro viene tirato in ballo. In primo luogo l'ex capo della polizia nega di aver chiamato Sgalla, sconfessando la telefonata di Colucci a Mortola nella quale l'ex questore di Genova annunciava la propria deposizione: «Il capo ha praticamente fatto marcia indietro e invece io devo rivedere un po' il discorso di quello che ho dichiarato io di Sgalla». De Gennaro risponde all'accusa, confermando quanto aveva già affermato in precedenza: «Per quanto riguarda la circostanza dell'avviso al dottor Sgalla di recarsi presso la scuola oggetto di intervento, voglio precisare che egli dipende non dal capo della polizia bensì dal capo del dipartimento di pubblica sicurezza. Non avevo alcun motivo di dire "chiama la stampa"».
De Gennaro durante l'interrogatorio ci tiene a fare una premessa: Colucci è uno dei più importanti dirigenti della Polizia italiana, uno dei vertici amministrativi. Per questo motivo, spiega, negli ultimi sei anni i due si sono sentiti e frequentati assiduamente. Poi entrambi sono convocati a Genova, come testimoni nel processo Diaz: «Nel corso di una breve e fugace conversazione sul dibattimento in questione ci siamo scambiati alcune impressioni su ciò che eravamo chiamati a riferire, nell'ottica di una ricostruzione dei fatti che, nel nostro auspicio, doveva avere come fine la verità». Poco dopo ricorda «di aver fatto con lui (Colucci, ndr) alcuni commenti circa la sua deposizione», ma nega di averlo ringraziato nel modo esplicito riportato da Colucci in una delle sue tante telefonate: «Posso avere espresso un generale compiacimento a commento dell'avanzamento verso una ricostruzione dei fatti improntata alla verità». Incontri ci sono stati, telefonate no; i riferimenti a De Gennaro arrivano sempre da Colucci. Per De Gennaro, però, l'ex questore di Genova «esprime sue valutazioni personali o stati d'animo».