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«G8, le condanne figlie della banalità dei magistrati»L’avvocato Simonetta Crisci, ospite dell'associazione Blow Up di Grottammare, commenta la sentenza del tribunale sui fatti di Genova 2001 con la quale i giudici genovesi hanno accusato 24 no global dei reati di devastazione e saccheggio. Prevista l’incriminazione anche per quattro ufficiali di polizia accusati di falsa testimonianza. GROTTAMARE – «La magistratura ha fatto una sentenza banale, dividendo gli imputati tra “cattivi e meno cattivi” dando retta al luogo comune». Questa è l’opinione dell’avvocato Simonetta Crisci (legale di molti degli attivisti no global coinvolti negli scontri di Genova nel corso del G8 del 2001) che durante l’appuntamento con il cineforum del Blow Up di Grottammare, venerdì sera, dedicato ai processi relativi al G8, commenta la prima sentenza pronunciata dal Tribunale di Genova, proprio nella giornata di venerdì, contro 24 attivisti no-global. I reati imputati vanno dalla devastazione al saccheggio, con pene severe che partono da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 11 anni. Una sola imputata, Nadia Sanna, è stata assolta per non aver commesso il fatto. «I p.m. hanno diviso gli imputati in due gruppi - continua l’avvocato Crisci - Un gruppo dei black block, e un gruppo che era vicino alla zona in cui morì Carlo Giuliani e che, nella loro difesa, hanno sostenuto di essere stati aggrediti illegittimamente dai carabinieri e polizia e che comunque avevano chiesto di applicare il “diritto alla resistenza” previsto da un decreto del ‘44. Le difese dei black block avevano richiesto la non applicazione del reato di devastazione e saccheggio. Cosa non avvenuta e quindi sono stati condannati a pene severe con un massimo di 11 anni di reclusione e un minimo di 3 anni. Questo solo perché avevano tirato sassi e bottiglie sul portone del carcere Marassi, o per aver forzato le saracinesche dei supermercati permettendo agli altri di prendere delle cose, soprattutto acqua, visto il caldo di quell’estate». Secondo l’avvocato una sentenza di questo genere sarebbe ingiusta, poiché il reato di devastazione si può applicare esclusivamente per particolari casi, come il bombardamento di una città, e il saccheggio non è avvenuto, come, per fare un esempio, avvenne recentemente durante il terremoto a Los Angeles. «Quello che c’è stato - l’attacco a simboli come banche o il carcere – si può interpretare come un’espressione di manifestazione politica – ha precisato la Crisci – Queste 24 persone sono state condannate come criminali comuni. Questo è successo altre volte nella storia, come nel periodo dei blocchi stradali o le violenze private contro i picchetti degli operai. Insomma, i giudici hanno associato un reato politico a reati comuni». La magistratura non si è espressa, però, solo nei confronti dei no-global. Il tribunale ha ritenuto opportuno valutare l’ipotesi di incriminazione di 4 ufficiali di polizia giudiziaria: un vice questore e tre ufficiali dei carabinieri. Verranno accusati del reato di falsa testimonianza, a causa delle false deposizioni rilasciate durante il processo, come dimostrato dai filmati trasmessi dal cineforum Blow Up, che ricostruiscono minuziosamente tutto quello che è successo realmente durante il G8 di 6 anni fa. «A causa del comportamento della polizia, l’Italia ha avuto un danno di immagine di fronte a tutto il mondo - conclude l’avvocato Crisci - Vedere un poliziotto che dà un calcio in faccia ad un ragazzino di 15 anni è stato un atto violento che ha scandalizzato tutti i paesi del mondo, molto più delle violenze dei black block». |
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