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[La Repubblica] Salva-Previti, rischia di saltare il processo per il G8 a Genova

ROMA - Tra Genova e Palermo, la legge Cirielli si mangerà un altro pezzo della storia giudiziaria (e non solo) di questi anni. La ferita del G8 resterà aperta. Né le vittime, né gli imputati delle violenze e delle calunnie nella scuola "Diaz", degli abusi nella "galera di transito" di Bolzaneto avranno una sentenza definitiva. In Sicilia, la "sanitopoli" che tra il '93 e il '98 ha infettato il sistema sanitario regionale troverà posto in un archivio il giorno stesso dell'approvazione della legge. Vediamo.

Il processo ai 28 tra dirigenti, funzionari e agenti di polizia imputati per i fatti della "Diaz" si è aperto nell'aprile scorso per essere immediatamente rinviato. Di fatto, entrerà nel vivo del dibattimento dal prossimo martedì. I capi di imputazione - falso, calunnia, lesioni - fotografano quanto accaduto nella notte tra il 21 e il 22 luglio del 2001: il pestaggio indiscriminato cui si abbandonarono gli uomini del reparto mobile di Roma; la prova truccata delle molotov trovate dalla polizia nelle strade di Genova e dalla polizia collocate all'interno della scuola per poter accusare di associazione a delinquere chi nella "Diaz" aveva deciso di dormire quella notte.

Le mosse istruttorie cui pubblica accusa e difesa si preparano dinanzi al tribunale fanno prevedere, oggi, che, dato il numero dei testimoni (centinaia) di cui verrà chiesta la deposizione in aula e quello delle udienze effettive (non più di tre a settimana, salvo fisiologici rinvii), la sentenza di primo grado non arriverà prima della fine del 2007. Per quella data, la Cirielli avrà già cancellato le responsabilità del pestaggio (prescritte nel luglio del 2007) e si preparerà ad estinguere di lì alla metà del 2008 quelle relative al ritrovamento delle molotov (falso e calunnia). Dunque, prima di un eventuale giudizio di appello.

Andrà peggio per Bolzaneto. Qui, i 45 imputati, tra agenti della polizia penitenziaria, carabinieri, poliziotti, medici e infermieri, rispondono di abuso di autorità e, in alcuni casi, delle lesioni inflitte a quanti, fermati nelle strade di Genova, vennero successivamente umiliati fisicamente e psicologicamente nelle gabbie di quel centro di "raccolta e transito". A luglio del 2007, tutti i reati su cui la Procura di Genova ha istruito il processo (oggi alle prime battute del giudizio di primo grado) saranno prescritti dalla Cirielli. Impossibile, dunque, a meno di un dibattimento condotto a tappe forzate e per il quale sono per altro già stati ammessi 400 testimoni, che si arrivi anche soltanto alla sentenza di primo grado.

Alle parti offese delle giornate di Genova - italiani, ma anche molti cittadini europei - qualcuno dovrà dunque spiegare che la giustizia italiana non potrà fare il suo corso perché il tempo è scaduto. Lì, come altrove. Come a Palermo, si diceva all'inizio. Qui, gli oltre settanta imputati nei tre processi che stanno giudicando le responsabilità di quella che è stata battezzata la "sanitopoli" siciliana vedranno prescritti i reati di truffa, corruzione e falso ideologico il giorno stesso dell'approvazione della legge Cirielli. E la luce si spegnerà per sempre. Nessuno, così, pagherà per il baratto che, a metà anni '90, consentì a centinaia di laboratori privati di analisi che non ne avevano titolo di "comprare" funzionari pubblici per essere inseriti negli elenchi delle strutture convenzionate con il servizio sanitario regionale.

Storie a campione di una legge che verrà, appunto. In attesa di altri numeri. Quelli che, dopo lo studio statistico della Cassazione, si stanno raccogliendo in questi giorni in ogni distretto di corte di appello e che l'Associazione nazionale magistrati dovrebbe rendere noti la prossima settimana. Quando forse si saprà, una volta per tutte, quanto costerà agli italiani il salvacondotto di Cesare Previti.

(8 ottobre 2005)