''Bolzaneto non fu un problema per me fino a quando non lessi gli articoli sui giornali''. Lo ha detto oggi il magistrato Alfonso Sabella, all' epoca del G8 di Genova ispettore del Dap ed oggi in servizio alla Procura di Firenze, nel corso del suo interrogatorio al processo per le presunte violenze avvenute nella caserma di Bolzaneto contro i manifestanti detenuti.
Il magistrato ha spiegato ai giudici di aver saputo solo in seguito, dalla lettura dei giornali, dei soprusi ai manifestanti
e del clima di tensione e di paura che si respirava nella struttura.
''Di Bolzaneto - ha aggiunto - mi porto dietro l' immagine di un' agente che si lacca le unghie e parla al telefono cellulare con il suo fidanzato''. Sabella per i fatti di Bolzaneto venne in un primo tempo indagato, ma la sua posizione poi e' stata
archiviata dal gup, su richiesta degli stessi pm.
Il magistrato ha ammesso di aver visto in almeno due occasioni che i detenuti venivano tenuti in piedi e con le mani al muro e di cio' chiese spiegazione all'ispettore Biagio Gugliotta (uno degli imputati) il quale affermo' che si trattava di misure di sicurezza.
Sabella, raccontando della visita a Bolzaneto dell' allora ministro della Giustizia Castelli, ha detto che anche il ministro chiese perche' i detenuti erano in piedi contro la parete e le donne sedute per terra. Io gli risposi che era per dividere i perquisiti dai perquisendi.
Parlando dell' infermeria, Sabella ha denunciato che una sua disposizione precedente ai giorni del G8 venne disattesa dal personale sanitario. I medici infatti, secondo la sua indicazione, avrebbero dovuto tenere una sorta di diario dei manifestanti arrestati, chiedendo loro dove si fossero procurate le ferite e da parte di chi, da accludere poi alla cartella clinica. (ANSA).