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[processo ai 25] quarta udienza

Martedì 23 marzo 2004

Anche questa quarta udienza è cominciata con l’appello dei presenti in aula da parte del presidente del collegio giudicante. In prima battuta sono state sollevate da alcuni difensori: avv. Tambuscio (difensore di Fiandra), e l’avv. difensore di D’Avanzo, una serie di eccezioni rispetto all’acquisizione di alcune prove (prevalentemente materiale video) da parte della pubblica accusa, e rispetto alla loro produzione al di fuori dei termini previsti dalla legge. Le eccezioni sono volte alla richiesta di non poter accettare queste prove per motivi di incostituzionalità, in quanto la difesa deve essere messa in condizioni di espletare al meglio il suo compito e quindi conoscere in anticipo le prove che saranno prodotte a suo carico.

Per rispondere a queste eccezioni, i P.M. hanno chiesto una sospensione di un’ora e mezza, accordata dal collegio. Terminata la sospensione, si è assistito alla replica dei P.M., i quali si sono opposti alle eccezioni chiedendo che fossero respinte, contestando l’ipotesi di incostituzionalità sollevata dalle difese. In seguito ad un’altra sospensione, la corte ha rigettato tutte le eccezioni, giudicandole tardive e valutando come nei termini la presentazione delle prove in esame da parte della Procura.

Inizia la presentazione delle prove da parte dell’accusa, con il primo teste: Vittorio Corda ufficiale della polizia municipale di Genova, incaricato di coordinare un pool creato ad hoc per l’acquisizione e la catalogazione del numeroso materiale video e foto raccolto dagli investigatori anche attraverso sequestri (per es. al T.P.O. di Bologna). Oltre a questo scopo, il Corda dichiara anche che gli è stato richiesto di ricostruire, cioè collocare spazio temporalmente, le "devastazioni ed i saccheggi" compiuti in data 20 e 21 Luglio 2001 a Genova. Nota bene che per stessa ammissione del teste la ricostruzione è avvenuta comunque sulla base di una traccia già prevista, alla quale il suddetto pool doveva sostanzialmente dare corpo e descrivere con più precisione possibile. Questa ricostruzione (pilotata) ha prodotto quello che sarà visionato in aula, e cioè una serie di clips video, anche di pochi secondi, che vanno a costituire le fondamenta dell’ipotesi accusatoria, un’ipotesi che si conferma volta sostanzialmente ad astrarre il più possibile i singoli fatti imputati dal reale contesto in cui si sarebbero svolti; in questo senso risulta evidente il motivo per cui si è scelto di presentare come prove microscopici frammenti di video... L’udienza si è conclusa con l’elencazione da parte del teste di tutti questi frammenti ai quali è stato attribuito un numero di protocollo e l’esplicitazione della fonte da dove sono stati estrapolati. Questo materiale sarà però visionato durante la prossima udienza, martedì 6 Aprile.

Sintesi tratta da www.globalproject.info

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