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[processo diaz] trascrizione CV udienza - la verità sui feriti alla pascoli

TRASCRIZIONE SOMMARIA – CV UDIENZA PROCESSO DIAZ

[ P=Tribunale, A=Accusa, D=Difesa, C=Parti Civili, R=Teste ]

P: [procede all'appello]

[ entra Enrica Bartesaghi ]

R: [giuramento e generalita']
C: (Pagani) signora lei e' la madre di SB, parte civile in questo processo?
R: si
C: in che circostanze e' venuta a conoscenza dell'arresto di sua figlia e della sua scarcerazione?
R: sarebbe venuta a genova a partecipare alle manifestazioni e ai convegni, e dopo aver dormito una notte al Carlini si e' spostata in una scuola dove ci disse per telefono che c'erano giornalisti, medici e avvocati. Noi allora eravamo piu' tranquilli. Ci ha telefonato sabato sera dicendo che sarebbe passata a prendere lo zaino in questa scuola e poi sarebbe tornata a casa con il primo treno. Domenica mattina abbiamo ricevuto una breve telefonata in cui S. ci diceva “mi hanno arrestata” ma poi e' caduta la linea. Abbiamo passato la giornata a chiamare in questura e in tribunale ma nessuno sapeva nulla. Poi abbiamo scoperto che era in un carcere ma non si capiva quale. Noi abbiamo chiamato in tutti i carceri. Poi dopo ore ci hanno chiamato e ci hanno detto che S. era stata ricoverata per trauma cranico ma che adesso era in carcere. Comunque non trovavamo dove fosse. Per tutta domenica era scomparsa, non era in carcere, non era in ospedale, non sapeva niente neanche il suo avvocato d'ufficio che ci ha risposto che era al mare. Il lunedi' mattina finalmente l'avvocato ci ha chiamato e ci ha detto che S. stava venendo trasferita al carcere di Vercelli. Siamo rimasti fuori dal carcere tutto lunedi'. Il direttore ci ha accolto con gentilezza e ci ha detto che non era ferita gravemente. Il lunedi' sera mentre S. stava uscendo dal carcere ci hanno chiamato da casa, mio fratello, dicendo che era in corso una perquisizione della DIGOS di Lecco, anche se noi non c'eravamo. Poi S. ci ha raccontato della Diaz, ci ha raccontato che e' stata picchiata, arrestata, portata all'ospedale Galliera e poi nonostante questo portata a Bolzaneto
C: i comportamenti di sua figlia sono cambiati in seguito a questi eventi?
R: si certamente. poi S. e' stata indagata per associazione a delinquere finalizzata alla devastazione e saccheggio per due anni penso. lei poi e' andata a fare l'erasmus e ogni suo spostamento mi agitava e mi metteva ansia. io non sono mai stata ansiosa ma lo sono diventata...
C: in particolare S. ha avuto dei cambiamenti nei suoi rapporti con le forze dell'ordine in particolare?
R: questo e' l'aspetto piu' immediato e forse piu' devastante, nel senso che alla vista di una macchina della polizia o dei poliziotti sui treni, cose che non avevamo mai creato angoscia, la sua reazione e' di panico. una volta e' proprio scappata in pigiama di notte di fronte alla sola presenza di un auto della polizia. Il suo raziocinio di fronte a questa cosa scompare.
C: nei rapporti tra lei S, e suo marito e' successo qualcosa di particolare.
R: beh ci hanno cambiato la vita questi fatti. ci siamo impegnati tutti noi perche' si sapesse quello che e' successo. tutto il nostro sguardo sugli eventi di quei giorni, il nostro atteggiamento nei confronti di come si sono comportati istituzioni, alcuni politici e via dicendo e' condizionato da questi eventi. cioe' una cosa normale come andare a un concerto non e' piu' la stessa cosa.
C: lei dove abitava e dove abita?
R: adesso xxxx e prima yyyy
C: paesi piccoli?
R: si
C: e l'arresto di S. hanno provocato dei riflessi sulla sua vita sociale?
R: beh certamente perche' sia S. che M. sono finiti sulle prime pagine dei giornali, locali ovviamente, e quindi poi c'e' stato da parte di giornalisti e abitanti una attenzione a volte benevola a volte no, dalla solidarieta' allo scherno.
C: ha avuto una polemica sui giornali con l'allora ministro della giustizia?
R: si. perche' quando ci furono i rinvii a giudizio per bolzaneto Castelli disse che non era successo nulla, e io gli feci notare i rinvii a giudizio, mentre lui rispose con una lettera molto minacciosa “voglio vedere che cosa succede delle vostre testimonianze” robe cosi'
C: lei e' fondatrice del comitato verita' e giustizia?
R: si
C: cosa l'ha spinta a farlo? quali sono gli obiettivi del comitato?
R: abbiamo voluto fondare un comitato che diffondesse informazioni su quello che e' successo, con libri, e via dicendo
C: possiamo dire che la vostra vita e quella di sua figlia e' cambiata?
R: per me di sicuro. io da allora ho un doppio lavoro, in pratica. in famiglia non siamo piu' quelli di prima... cioe' scoprire che in italia nel 2001 posso perdere per due giorni mia figlia e' una cosa che mi ha cambiata... vorrei che S. potesse essere libere come prima, e dall'altro ho paura....
C: io ho terminato

[ esce Enrica Bartesaghi ]

[ momento di confusione perche' l'avvocato Tartarini e' in un'altra udienza ]

[ entra Leonardo Chessa ]

R: [giuramento e generalita']
C: (Tartarini) le chiedo se ha avuto modo nelle giornate del 20 e del 21 luglio di visitare le scuole Pertini e Pascoli
R: certo perche' facevo parte dei volontari sanitare del Genoa Social Forum e quindi ero andato anche per piu' volte nella sede della scuola Pascoli. Ogni giorno piu' o meno sia il giovedi' che il venerdi' che il sabato sono andato dopo le manifestazioni alla scuola Pascoli. Alla Diaz invece ci sono andato dopo
C: che tipo di strutture erano?
R: c'era tutto i... gruppi vari di giornalisti avvocati, noi altri come medici e sanitari avevamo al primo piano una stanza dove avevamo messo anche del materiale sanitario... nella palestra avevamo messo qualche brandina dove abbiamo fatto riposare ... quando eravamo nelle manifestazioni avevamo inviato qualche manifestante che era stato colpito verso le infermerie allestite alla Pascoli.
C: per il tempo che ci e' stato alla Pascoli ha visto persone con ferite lacero-contuse, sanguinanti, o che tipo di persone venivano inviate alla palestra?
R: io premetto che ho lavorato sulla strada, quando sono andato alla Pascoli c'erano dei ragazzi ma nessuno con ferite lacero-contuse... mi ricordo persone colpite da manganelli contusioni, e una ragazza di bologna che aveva ricevuto un colpo di lacrimogeno al volto e aveva le ossa nasali fratturate, ma lei non e' voluta andare all'ospedale ed e' andata via con dei suoi amici.
C: quando era alla Pascoli?
R: erano le sette e mezza otto di sera
C: che situazione c'era?
R: io ricordo perfettamente che c'era una situazione di quiete dopo la tempesta, una stanchezza rilassata, come dire... anche nella palestra che c'erano dei ragazzi piu' stremati dalla fatica che non altro... assolutamente per me dove si diceva “e' passata”, come anche per gli altri...
C: nell'arco della serata cosa ha fatto?
R: sono andato a casa verso le nove o nove e mezza e sono rimasto li' fino a che ho avuto una chiamata dall'ospedale da una persona... da un'amministrativa che lavorava in pronto soccorso, la signora Lella Trotta... mi ha detto “leo vieni a vedere perche' stanno arrivando a decine, ragazzi, feriti, ci sono... vieni a vedere”
C: lei che mansioni svolgeva?
R: io lavoro e lavoravo all'ospedale San Martino. Ho una certa conoscenza del pronto soccorso del san martino e quindi sono potuto andare li' tranquillamente anche se non ero di turno... e ho visto quello che ho detto anche in interviste... non ho visto aggressioni, ma sicuramente il pronto soccorso era occupato dalle forze dell'ordine.
C: tenga conto che il tribunale non conosce le sue interviste ne' quello che ha detto al pm. quindi se puo' descrivere meglio questa occupazione e' meglio.
R: mi sono incontrato con la persona che mi ha chiamato e mi ha fatto vedere anche le salette di medicazione dei pazienti e in ogni sala oltre a medico e paziente c'erano delle forze dell'ordine, che a me pare di ricordare erano della polizia di stato, mi ricordo che anche altri infermieri mi avevano raccontato di varie persone che erano passate, tra cui anche una persona che era stata presentata come un tossicomane sieropositivo, che era stato ferito al torace, arrivato con 5 di emoglobina che vuol dire una gravissima emorragia, ed era Mark Covell, il giornalista che e' stato curato per numerose fratture costale emopneumotorace.
C: in base a quella che e' la sua esperienza come chirurgo, erano tipologia di ferite pregresse di qualche ora, o sintomo di un evento recente.
D: opposizione. e' una domanda tecnica
P: potra' dirci la sua opinione e non una consulenza
R: in questo caso sicuramente era un caso recentissimo perche' il paziente altrimenti sarebbe morto se non fosse stato curato, e le persone si lamentavano di traumi recenti.
C: poi cosa ha fatto?
R: sono andato a vedere la diaz. c'era molta gente, sono andato dentro la scuola diaz e li' ho un ricordo molto vivo di aver visto per terra resti di cose come ferite o traumi c'erano capelli denti e sangue... sangue che ricordo era evidentemente sangue recente fresco di poco tempo prima.
C: solo una precisazione. quando lei ha descritto la presenza delle forze dell'ordine al pronto soccorso, qualcuno le ha riferito se la presenza era dovuto allo stato di fermo delle persone ferite o nessuno se lo e' chiesto?
R: io non l'ho chiesto, pero' nessuno ci ha detto nulla.
C: per quanto e' la sua esperienza e' una scena normale in caso di intervento o e' stato anomalo?
R: e' stata sicuramente un'anomalia.
C: non ho altre domande

A: (Zucca) lei ha detto in sostanza di aver operato nei giorni del vertice g8 soprattutto in strada, pero' se ho ben capito ha frequentato anche la scuola pascoli e il contesto diaz.
R: si
A: posso chiederle se nella sua permanenza quante persone ha visto “ricoverate”? Mi interessa sapere una cifra... chesso' 30-40-50?
R: no. ricordo con molta evidenza sabato pomeriggio sera erano sette otto persone.
A: non ha visto camerate? lettini?
R: c'era qualche lettino, ma la presenza non era superiore alle dieci persone.
A: sabato?
R: si si.
A: lei ha detto a proposito del caso di Mark Covell che le sue ferite erano recenti perche' se non fosse stato portato all'ospedale sarebbe morto. ha corso pericolo di vita?
R: assolutamente si. pneumotorace e' la morte piu' rapida per emorragia.
A: grazie.

C: (Guiglia) volevo chiederle se lei in quell'occasione o in altre ha incontrato una ragazza tedesca con i capelli neri di nome LZ?
R: si
C: cosa ricorda di questo incontro?
R: l'ho incontrata la domenica sera perche' sono andato con un deputato che voleva vedere lo stato di alcuni feriti. erano in chirurgia toracica, dove io lavoravo... ho accompagnato l'on. ho visto di sfuggita LZ perche' c'erano dei poliziotti in borghese che mi hanno detto che non potevo entrare... Mi hanno raccontato di aver avuto fratture costali e pneumotorace che avevano dovuto drenare con drenaggio toracico.

D: (Romanelli) su domanda del pm lei ha riferito di essere stato alla scuola pascoli ma di non aver visto piu' di una decina di feriti?
R: si
D: e' a conoscenza se persone con molte fratture sono state portate alla diaz?
R: alla pascoli.
D: io chiedo alla diaz
R: io ero responsabile di un'ambulanza affittata dal gsf, e con questa ambulanza facevamo un po' di raccordo sulla strada. il giorno 20 in via montevideo, all'inizio di corso gastaldi. il giorno 21, sabato, siamo stati in piazza tommaseo e terralba. e ricevevo telefonate “c'e' questo questo questo”. A un certo punto mi hanno chiamato dalla Pascoli dicendo: “arrivano tanti fratturati da corso italia” io ho mandato un collega alla pascoli. la sera quando ci sono andato non ce n'erano. l anostra consegna era che pazienti che non potevano essere trattati da noi venivano indirizzati al 118 o all'ospedale.
D: io le chiedevo se oltre alla pascoli che le persone vengano portate alla Diaz?
R: no
D: le contesto che lei ha dichiarato “nella giornata di sabato 21 luglio avevo prestato servizio su strada. ricordo che ho avuto una chiamata da un collega che arrivavano molti feriti alla scuola Pascoli-Diaz”.
C: dove e' la contraddizione?
R: io non ricordo della diaz. solo la pascoli.
D: ma lei non deve ricordare. ha detto che non c'era alla diaz. ha ricordato una chiamata di qualcuno che dice che erano andati anche alla diaz.
R: non sono andato alla diaz. io ricordo le telefonate... mi ricordo che mi dicevano “sta arrivando della gente li'” dove avevamo allestito la infermeria, cioe' la pascoli.
D: [continua a rimestare nella confusione di nomi]
R: io non ho prodotto nulla. io non so e non c'era per quanto riguarda me e le mie conoscenze, non c'era nessuno del gruppo sanitario a mandare pazienti e feriti altrove rispetto al punto di raccolta in palestra alla Pascoli.

C: (Tartarini) nella pagina successiva a quella contestata dal collega, lei fa riferimento al sopralluogo fatto alla “scuola Pertini”. Lei all'epoca e oggi come definisce le due scuole.
P: su questo e' tutto pacifico. se vuole lo dira' nelle sue conclusioni. il teste e' stato chiaro.

A: (Zucca) perche' e' meglio chiarire i confini del fatto pacifico. lei ha accennato al fatto che il vostro intervento anche in questa sorta di infermeria poteva consistere anche nell'indirizzare i feriti esaminati agli ospedali
R: si
A: qui abbiamo un riferimento a fratture. una frattura era una lesione che voi potevate trattare? quale era il vostro protocollo di intervento?
R: noi non avevamo competenze ortopediche, ne' in ambulanza, ne' in infermeria. le fratture venivano indirizzate all'ospedale.

[ esce Leonardo Chessa ]

P: lo dico per ora alle parti civili. vediamo di non ripetere udienze che iniziano alle 10.15 e finiscono alle 11.30. Vorrei che avessimo un calendario piu' fitto ed efficiente.

D: (Di Bugno) io ho depositato una memoria in cui richiedevo l'acquisizione di tutto il patrimonio del pm delle dichiarazioni ai sensi del 197 bis. io chiedo esplicitamente se da il consenso all'acquisizione delle dichiarazioni di Ansoino Andreassi e Gallo.
A: noi non abbiamo risposto perche' siamo in una fase di acquisizione dei testimoni delle parti civili. a tempo debito esamineremo la richiesta. lo stesso difensore fa riferimento a processi nelle stanze del pm e sui giornali.
P: mi pareva che uno di queste istanze, forse dell'avvocato Mascia, era quella di produrre tutti i verbali delle dichiarazioni rese a Colucci. E mi pare ci fosse il consenso dei pm.
A: si c'era il consenso di una parte delle dichiarazioni ma non di altre. i difensori hanno lavorato con questo strano meccanismo.
P: mi pareva che su quello erano tutti d'accordo. ora c'e' questa specifica richiesta.
D: si andreassi e gallo. che la difesa o la parte che propone questa richiesta debba aspettare un momento non previsto nel codice, siccome il processo deve andare avanti. io chiedo che il pm si esprima su queste due acquisizioni.
A: e' una riserva. la finalita' del pm e' quella di sostenere la ricerca della verita'. con la stessa serieta' avra' una risposta.