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[processo diaz] trascrizione CVI udienza - altre piccole menzogne svelate

TRASCRIZIONE SOMMARIA – CVI UDIENZA PROCESSO DIAZ

[ P=Tribunale, A=Accusa, D=Difesa, C=Parti Civili, R=Teste ]

P: [procede all'appello]

[ entra Anna Pizzo ]

R: al momento sono consigliere regionale del Lazio, all'epoca ero parte della direzione di Carta, un giornale che ha sempre seguito gli eventi di movimento. Partecipammo come giornale a tutta la costruzione delle giornate di genova, in veste di giornalista con l'accredito ufficiale al media center ufficiale del g8, e in veste di attenti osservatori dei movimenti, io in particolare mi sono occupata di tutto quello che era legato alla comunicazione, inclusa la responsabilita' per il media center del gsf
C: (Robotti) dove era collocato?
R: nella scuola Pascoli
C: e lei ha avuto modo di visionare i locali?
R: si
C: ci puo' descrivere come erano organizzate la scuola Pascoli e la scuola Diaz?
R: per la scuola Pascoli ci fu una lunga discussione all'interno del GSF perche' bisognava stabilire come si sarebbe svolta l'accoglienza e la comunicazione, nella quale ottenemmo dalle istituzioni computer, cose essenziali, ma la cosa significativa fu che ai magazzini c'era il centro media del g8, e io ci andavo, e il giorno precedente l'inizio del g8 era pieno di giornalisti. Mentre dal giorno dopo poiche' evidentemente il controvertice era molto interessante e la manifestazione migranti aveva attratto l'attenzione, piano piano i giornalisti si spostavano verso il media center alternativo, e noi ci trovammo a fare fronte di giornalisti di un gran numero di testate, anche e soprattutto internazionali. Li accogliemmo al piano terra, riservando ai media cosiddetti alternativi che coinvolgevano anche Il Manifesto, Carta, Indymedia, e via dicendo, ai piani superiori. AL piano terra potevano entrare tutti i giornalisti mainstream.
C: e alla scuola Pascoli, oltre al media center c'erano anche altri tipi di servizi?
R: all'ingresso c'era un controllo che avveniva sui pass e che in qualche misura incideva rispetto ai piani superiori. sotto si svolgevano le conferenze stampa, ogni giorno a mezzogiorno. nei piani superiori c'era una piccola postazione per le questioni di carattere sanitario, poi c'erano tutte le attrazzature delle varie televisioni e radio e che erano anche costose, e c'erano anche uffici che riguardava gli avvocati. erano delle stanze...
C: rispetto all'ufficio legale lei sa che attivita' si svolgeva?
R: fino a che l'ho visto io, almeno fino a che non e' stato distrutto tutto, che poi avevo anche timore dato che ero responsabile di tutto.
C: lei ha detto che aveva la responsabilita' dei materiali?
R: si
C: e alla diaz?
R: la diaz era una scuola in ristrutturazione e la provincia aveva dei dubbi a darci. noi promettemmo che l'avremmo usato solo in caso di emergenza e sovraffollamento. la scuola era in ristrutturazione e ci stavano lavorando gli operai. vennero aperte delle stanze chiuse a chiave e dentro c'erano le cose tipiche degli operai, picconi, mazze, eccetera. Tanto che io scherzando con il funzionario della provincia dissi: “guardi qui ci sono una serie di materiali, non vorrei che qualcuno dicesse che sono delle armi”. E lui mi disse: “cosa dice mai!”. Invece poi il giorno dopo alla conferenze stampa sulal diaz, vennero mostrate mazze e picconi per dire che erano armi... credo sia agli atti perche' lo dichiarai all'epoca. io credo che sia io che il funzionario che erano con noi... io non ho fatto foto, perche' mai mi immaginavo che sarebbe successa una cosa del genere.
C: rep. 191... la conferenza stampa. se si vuole avvicinare al video...
[il video della conferenza stampa]
[Anna Pizzo indica i reperti sul video]
C: le mostrerei anche alcune foto, il rep. 120 foto dalla 53 alla 56.
[sempre i reperti]
C: se torna al microfono. ha riconosciuto qualcuno degli oggetti?
R: beh, sono tali e quali a quelli a cui mi riferivo prima rispetto alla battuta al funzionario della provincia. a me sembrano quelli. poi non lo so... cioe' sono proprio le mazze che io dissi: “guardi che queste mazze sono pesantucce, perche' non ve le portate via?” e lui “qui a settembre dobbiamo ricominciare, non si preoccupi, tanto le chiavi ce le abbiamo noi”. La roba io l'ho vista perche' mi hanno aperto la porta, ma noi non avevamo le chiavi. Ho peccato di leggerezza: forse dovevo fare foto o pretendere che li portassero via.
C: essendo responsabilita' dell'edificio suppongo che lei abbia vigilato sulla condizione degli edifici fino a sabato
R: si. noi eravamo sempre li' per svolgere il nostro lavoro e perche' eravamo responsabili. era tutto perfetto, soprattutto alla diaz, ma anche al mediacenter dove passavano tutti i giorni giornalisti da tutto il mondo, era tutto alla luce del sole. l'ultimo sopralluogo che ho fatto era tutto perfetto... c'era questa palestra per la gente che doveva dormire da qualche parte.
C: lei e' stata testimone di qualche fatto dell'operazione di polizia?
R: io nel pomeriggio ero nel media center, a un certo momento ricordo che qualcuno dice “stanno arrivando i black block” e tutti si mobilitano... allora tutti sono scesi, e invece erano una decina di ragazzi molto giovani vestiti di nero effettivamente, stavano in sto giardinetto, ma non hanno fatto nulla. stavano li' per entrare senza pass e senza niente, ma siccome c'era la regola di entrare con il pass. chi lo voleva lo chiedeva e lo otteneva, ma senza non si poteva entrare... allora questi ragazzi si sono allontanati e li ho visti andare via... la sera finito il lavoro di informazione, saranno stati le dieci e mezza, siamo andati a cena. non ho visto quello che e' successo... quando sono arrivata io quello che ho visto si vede in tutti i filmati... e' qualcosa che non dimentichero' io...
C: puo' descrivere?
R: non c'erano le persone... c'era sangue dappertutto... una cosa che mi ha colpito moltissimo e' che al piano di sopra della diaz c'era un termosifone tutto scolato di sangue come se... e' un'ipotesi mia... come se qualcuno ci avesse sbattuto una testa contro... questo e' quello che mi ha impressionato di piu'... come se qualcuno fosse scappato di sopra e qualcuno lo abbia raggiunto e gli abbia sbattutto la testa...
C: e il media center? Ha visto i locali?
R: eh si... c'era un disastro, tutto buttato per terra... noi ci portavamo dietro i portatili per fortuna, pero' il comune e la provincia ci avevano fornito e che erano stati messi tutti in rete grazie a indymedia che erano stati bravissimi... era tuto sfasciato... tutto buttato per terra... in quel momento ho pensato che ne so che non c'era piu' niente da recuperare... poi qualcosa si e' recuperato, pero' poco e niente... mi hanno anche detto che erano stati tolti dell'hardware, ma io non so nulla.
C: ci interessa la sua testimonianza diretta. ricorda dove erano i computer rotti? se c'era differenza sui trattamenti riservati alle varie stanze...
R: io veramente... per un accordo che avevamo preso il secondo piano era stato occupato da radio e televisione e siti internet, e non me ne occupavo tanto io... io mi occupavo del primo piano dove c'era la carta stampata, quotidiani e settimanali. e li' era un macello. al primo piano c'era anche l'ufficio dei sanitari e mi pare che c'era anche quello degli avvocati, ed era tutto buttato per terra... io poi la' per la' non ho fatto proprio un sopralluogo, non avevo sufficiente equilibrio mentale per farlo... era irrecuperabile.

P: pm? altre parti civili? responsabile civile?

RC: il comune di genova ha mai chiesto il pagamento degli oggetti danneggiati?
R: no

P: difese?

A: (Zucca) scusi... posso fare una domanda, mi e' venuta in mente. quando ha parlato delle mazze, ha fatto riferimento a degli sgabuzzini. dove erano collocati?
R: uno era entrando al piano terra sulla sinistra. uno invece sulla destra c'era un corridoio pieno di calcinacci, e quasi a meta' di questo corridoio c'era un altro sgabuzzino, ma piu' o meno il materiale era quello.
A: ma comunque al piano terra?
R: si

P: una precisazione. qual era la sua posizione?
R: il genoa social forum che si costitui' otto-nove mesi prima di luglio era composto da rappresentanti di diverse associazioni e organizzazioni, e c'erano pochissimi media, cioe' giornalisti, perche' forse qualcuno si ricordera' non era consentito che i giornalisti partecipassero alle riunioni, perche' erano riservate, c'era un portavoce che parlava per tutti... era un principio democratico che avevamo deciso. alcuni giornalisti dei media comunitari potevano invece partecipare alle riunioni. si pose l'idea di fare dei gruppi di lavoro. e venne messo in campo un gruppo di lavoro per la comunicazione, sia comunicazione verso l'esterno, che “come fare la comunicazione del gsf” e quindi tutte le strutture. io venni designata come responsabile per Carta e per il GSF presso le istituzioni locali delle strutture legate alla comunicazione.
P: perfetto. gli edifici materialmente sono stati consegnati a lei o a qualcun altro?
R: la diaz e' stata consegnata a me. quella del media center ando' cosi', che siccome soprattutto indymedia dovevano lavorare per fare tutto quello che hanno fatto come la connessione le strutture dovevano lavorare molto prima, si prese la responsabilita' della consegna delle chiavi un'altra persona.
P: mentre lei ha ricevuto le chiavi della diaz.
R: si
P: la scuola pertini, la diaz, doveva essere utilizzata esclusivamente per la comunicazione solo in caso di necessita' oppure veniva...
R: non avevamo specificato con il funzionario la finalita'.... il media center era quella indicazione di massima che diceva li' c'e' la cittadella del gsf. poi questa si componeva per l'80 percento della comunicazione, per l'afflusso enorme... nessuno sostanzialmente fino all'ultimo giorno aveva pensato di utilizzarlo diversamente... nessuno aveva precisato l'utilizzo.
P: era previsto che ci dormissero persone?
R: non era ne' previsto ne' non previsto... poi abbiamo deciso che per l'afflusso si poteva fare solo quello...
P: lei ha per caso ricevuto una qualche chiamata la sera del 21 per sapere come era messa la scuola?
R: assolutamente no.
P: altre domande? no? bene, puo' andare.

[ esce Anna Pizzo ]

[ entra l'avvocato Ballerini Alessandra ]

C: (Robotti) lei ha partecipato alle manifestazioni contro il vertice g8 del luglio 2001?
R: si
C: come cittadina o in altre vesti?
R: facevo parte dei giuristi democratici e avevamo deciso con una serie di colleghi di genova e non di partecipare come avvocati alle manifestazioni di quei giorni per assistere eventuali persone che avessero avuto bisogno di assistenza legale. io ero interessata in particolare alla prima giornata sui migranti, ma ho partecipato anche alle altre
C: ci puo' raccontare come si svolgeva questa attivita'?
R: nei giorni precedenti ci riunivamo spesso per conoscerci e per decidere le modalita' di intervento. i giorni del g8 ci ritrovavamo in piazzale kennedy, oppure nella scuola che io chiamo diaz ma penso sia la pascoli dove c'era la sede del gsf e dei medici, e ci coordinavamo su chi avrebbe seguito quale manifestazioni. eravamo in collegamento telefonico percui io spesso ricevevo chiamate da piazzale kennedy o da scribani che era alla pascoli nell'ufficio che ci dava indicazioni su dove andare per emergenze e necessita'. Si girava cosi'... poi la sera ci si riuniva e si prendeva atto di quanto successo duranteil giorno, se avevamo raccolto testimonianze o denunce si...
C: lei sta parlando di quali giorni?
R: 19-20-21
C: ha parlato di un punto di raccolta in piazzale kennedy?
R: si
C: e queste riunioni?
R: la mattina in kennedy, la sera e nel pomeriggio per il riassunto della situazione alla pascoli
C: avevate una stanza con i materiali?
R: avevamo una stanza con computer e stampanti, dove scrivevamo le nostre cose.
C: dov'era?
R: al primo piano mi pare. sopra c'erano le radio.
C: in questa stanza c'erano anche altri servizi o era riservata agli avvocati?
R: mi pare ci fossero gli avvocati.
C: vorrei chiedere in particolare cosa e' successo e lei che ruolo ha avuto la notte del 21 luglio 2001?
R: mi ricordo che mi chiamarono per andare a visitare un collega ferito al reparto neurologia del san martino. poi siamo rientrati verso le 11 di sera alla pascoli, siamo rimasti li' a parlare con colleghi e coordinatori, e se ne andavano via tutti a riposarsi... non sarebbe rimasto nessuno... quindi un medico, MC, un altro ragazzo svizzero e il nostro coordinatore scribani mi chiesero se mi potessi fermare la notte. io dato che sono una civilista, e mi occupavo di migranti, in piu' essendo donna, ed essendo stanchissima, ho chiesto di lasciarmi andare a casa a fare la doccia... io chiesi loro di trovare un penalista, dato che il timore era che ci fossero perquisizioni o operazioni non autorizzate...
C: questo timore c'era sempre o solo quel giorno?
R: ogni giorno ma quel giorno era di piu'.. mi pare fosse legato anche a foto legate a presunte infiltrazioni di poliziotti tra i black block... quel giorno non c'era proprio nessuno a dormire... verso le 11.30 esco dalla pascoli e lascio il cellulare a MC dato che Scribani ce l'aveva gia'... vado li' vicino dai miei genitori, scendo dallo scooter, mentre sono sulle scale, MC mi chiama e mi urla “ci stiamo ammazzando tutti, vieni subito”... allora ho chiesto a mio padre di accompagnarmi, che il mio compagno in scooter era gia' andato via... mi ricordo delle persone dalle finestre di via trieste che ci gridavano di andare via di scappare, che sentivano urla. le forze dell'ordine fermano la macchina, io scendo e anche mio padre, mostro il tesserino dicendo che sono un avvocato. vengo respinta, non c'e' nessun civile, ci sono moltissimi poliziotti. mio padre viene allontanato, a me un poliziotto mi urla testualmente che se ero un avvocato del cazzo e che se difendevo quelle merde dei noglobal mi avrebbero ammazzato come tutti gli altri. io sono rimasta con le spalle contro la ringhiera della scuola. sono arrivati i colleghi tra cui FG che era al carlini, poi ho visto arrivare dei colleghi che vedevo bloccati giu'... poi e' arrivato anche vittorio agnoletto e dei colleghi e poi siamo entrati a vedere le condizioni delle due scuole.
C: quando?
R: ho perso il senso del tempo... un'ora, non lo so... ho fatto una serie infinita di telefonate... noi eravamo schiacciate contro la ringhiera, avevamo a pochi centimetri il cordone, l'elicottero sulla testa, e sentivo le urla... fortissime...
C: da dove?
R: dalla scuola
C: il media center o l'altro?
R: dall'altro... poi mi ricordo che ho chiamato ripetutamente dei giornalisti, per informarlo e per sapere cosa stava succedendo, e lui mi diceva che vedeva dei feriti portati via in ambulanza... io non riuscivo a vedere neanche quello...
C: lei doveva chiamare qualcuno a pochi metri da lei per vedere?
R: si... e a un certo punto mi disse “forse hanno ucciso qualcuno perche' ho visto un sacco”... lui mi faceva la diretta... mio padre e' stato allontanato...
C: quando e' entrata, puo' dirci se c'erano differenze rispetto a quando poco prima era andata via?
R: la nostra stanza dei legali era devastata? roba dappertutto? i mi ricordo i computer smontati, non rotti... mi ricordo tolto e svitato l'hard disk... tutte le carte per terra... come se fossero entrati dei ladri o dei vandali... e poi il ricordo peggiore e' la scuola pertini...
C: la diaz?
R: non il media center, l'altra... nel media center sono salita fino al piano delle radio, anche li' delle cose per aria... nel dormitorio invece c'era sangue dappertutto... contro il muro, sugli scalini, su un termosifone... un grumo enorme... io pensai “questa persona e' morta”...
C: di questi fatti che ci ha narrato lei ha poi denunciato all'autorita'?
R: io ho fatto un esposto dato che non avevo potuto assistere a una perquisizione per cui mi avevano nominato
C: e ?
R: per quanto riguarda la mia persona le ingiurie e le minacce.
C: chiedo di produrla. vorrei mostrare il rep. cc scuola pascoli le foto.
[ foto della stanza degli avvocati e dei computer smontati ]
R: e' la nostra stanza... le immagini corrispondono al mio ricordo. dove stavo io era sulla sinistra quando si entrava... e la situazione era quella.
C: ultima domanda, in questa stanza, che ha riconosciuto, lei prima ha detto che ha partecipato a delle riunioni. avete visto compiere atti propri degli avvocati, redazione di atti, raccolta di testimonianze.
R: si. io avevo redatto uan lista di persone presumibilmente portate a bolzaneto, chiamavano i parenti per persone sparite, e io avevo fatto la lista. dei colleghi scrivevano al computer testimonianze o denunce...
C: erano avvocati dei giuristi democratici?
R: si.

C: il poliziotto che la insulto' e la minaccio' era in divisa?
R: si
C: aveva dei gradi o era un poliziotto qualsiasi? cioe' era un dirigente?
R: non sono in grado di dirlo... era lui che dirigeva il traffico... o aveva piu' personalita' o aveva un qualche ruolo...
C: quando dice che hanno allontanato suo padre era una cosa con calma o con violenza?
R: ha fatto in modo che risalisse in macchina e se ne andasse.
C: quando dice che era impedita a muoversi, in che senso?
R: ero stata diffidata dall'entrare... ero fisicamente impedita... accanto avevo altri colleghi, di fronte avevo questo schieramento di uomini a pochi centimetri... non potevo fare un passo.
C: quanto e' durata questa situazione?
R: il tempo si e' un po' fermato... direi un'ora, tre quarti d'ora...
C: e protestavate?
R: avevo sempre il tesserino in mano e quando non ero al telefono ribadivo la mia intenzione di entrare
C: a chi?
R: a chi avevo di fronte
C: non c'era piu' qualcuno che dirigeva?
R: no... a un certo punto quando siamo entrati nella scuola, qualcuno ci ha autorizzato a entrare...

C: (Tambuscio) lei sa se le persone arrestate in quella circostanza sono state fisicamente espulse dal territorio nazionale?
R: si. io le ho seguite quasi tutte insieme ad altri colleghi
C: sono stati espulsi in conseguenza dell'arresto?
R: considerati pericolosi
C: anche le persone il cui arresto non e' stato convalidato?
R: si
C: sono stati espulsi tutti i cittadini europei?
R: anche una cittadina italiana, italo-svizzera ma con cittadinanza italiana, con cognome italiano
C: lei si e' interessata dei ricorsI?
R: si
C: sono state annullate le espulsioni?
R: sono stati accolti tutti i ricorsi.
C: sono stati fisicamente espulsi?
R: qualcosa di piu' anche... tutti sono stati accompagnati coattivametne e due episodi particolari, uno il giorno dopo il 22 ero andata a trovare i feriti MC e LZ, e un terzo ragazzo tedesco, erano in condizioni gravissime, e il giorno seguente o il 22 sera mi hanno chiamato di correre al san martino, perche' dei poliziotti si erano presentati a notificare l'espulsione in ospedale. loro erano assolutamente traumatizzati, e vedere un poliziotto che entrava dove erano ricoverati li ha mandati in panico... in un'altra occasione appena usciti da bolzaneto, sono stati portati in questura, e poi accompagnati alla frontiera, senza che ne' io ne' il console potessimo parlarci.

A: (Cardona) volevo solo mostrare un frammento di filmato per capire se la situaizone e' quella descritta dalla testimone quando dice di tentare di entrare nella scuola.
R: si ero presente ma non l'ho vista... se immagino giusto queste persone di trovavano dando le spalle a piazza merani... io ero collocata con le spalle alla scuola e non riuscivo a vederli... sono colleghi con il tesserino in mano... io non sono li' perche' sono dall'altra parte...
A: grazie.

D: (Romanelli) la prima, la querela a cui ha fatto riferimento e' del 2001?
R: si
D: che esito ha avuto?
R: non lo so. il mio avvocato non mi ha fatto sapere nulla.
D: un chiarimento... quale era la funzione vostra come legali all'interno di questa associazione... mi riferisco a una attivita' di piazza... siccome a me pare che sia un poco un'attivita' strana... cosa facevate voi come avvocati di piazza.
R: personalmente ci recavamo nelle zone... io personalmente in piazza manin o via tolemaide... partecipavamo ai vari cortei per vedere se c'erano persone che avevano bisogno di aiuto... l'idea era di aiutare a tutelare l'ordine pubblico... se c'e' bisogno di un intervento legale, noi ci siamo... dopo i fatti di napoli avevamo intuito che forse ci poteva essere bisogno di un avvocato per strada... io mi sono preoccupato della manifestazione dei migranti alla quale ci potevano essere migranti senza permesso che almeno potevano avere un consulto legale... ho testimoniato un fermo di una persona civile per strada, che e' stato fatto salire su una camionetta. ho chiesto cosa succedesse e mi hanno puntato un mitra in faccia
D: niente che prevedeva la nomina
R: la prevedeva la nomina, se ci fosse il bisogno...
D: io chiedevo solo se attendevano che qualcuno li nominasse o se andavano in giro cosi' attendendo occasione
P: mi pare abbia rispsoto

P: una precisazione. i computer che usavate nella stanza erano vostri o del comune?
R: non lo so. nostri no. comune o provincia...
P: forniti dalla struttura diciamo?
R: si

[ esce Alessandra Ballerini ]

[ entra SC ]

C: (Robotti) buon giorno avvocato. lei ha partecipato il 19-20-21 luglio alle manifestazioni del GSF in concomitanza del g8 di genova?
R: si
C: come cittadino o come avvocato?
R: ho partecipato come avvocato alle giornate del venerdi' e del sabato, e prima giovedi' come privato cittadino. facevo parte come tuttora faccio parte dei giuristi democratici e come coordinamento nazionale avevamo preso l'impegno di prestare assistenza ai manifestanti che si recavano a genova e quindi seguivamo le manifestazioni
C: che tipo di compiti e come era organizzato il servizio? che tipo di funzioni ha svolto lei stessa?
R: noi eravamo riconoscibili attraverso magliette gialle ed eravamo disseminati nei vari luoghi. ci muovevamo a gruppi, e ogni gruppetto seguiva un gruppo. io seguivo un gruppo di sanitari, assistevamo l'ambulanza.
C: lei ha parlato di questo coordinamento dei giuristi democratici. sa se c'erano altri avvocati dell'associazione?
R: io credo fossimo un centinaio di avvocati. i genovesi erano quelli che coordinavano l'attivita'.
C: c'erano punti di raccolta?
R: due punti di riferimento. uno un ufficio dotato di computer e strutture tecniche in via battisti, dove c'era anche il media center. poi c'era un ufficio privo di attrezzature... diciamo volante, in piazzale kennedy. io in via battisti non ho prestato assistenza, ma e' il luogo dove raccoglievamo le denuncie... mentre in piazzale kennedy era il luogo dove davamo consiglio alle persone.
C: in quei giorni, lasciando perdere la notte del sabato, lei si e' recata all'ufficio nel media center
R: solo una volta all'inizio. io ho prestato attivita' in strada e in piazzale kennedy
C: ha avuto modo di esercitare una vera e propria attivita' legale in quei giorni?
R: direi solo qualche intervento in strada in occasione di fermi arresti, queste situazioni ambigue che si erano create.
C: con che esito?
R: noi tiravamo fuori il tesserino in ogni occasione, ma cmq eravamo riconoscibili, ma non siamo mai stati presi in considerazione. mostrare il tesserino non bastava per essere riconosciuto come avvocato
C: e' a conoscenza di colleghi che hanno subito aggressione da parte delle forze dell'ordine.
R: si il collega palmisano di brindisi che e' stato aggredito e ha passato alcuni giorni in ospedale, e con il collega Vitale di torino a cui hanno spruzzato il gas urticante.
C: veniamo alla notte di sabato, ha avuto modo di assistere?
R: io mi trovavo in piazzale kennedy. verso mezzanotte abbiamo ricevuto una telefonata che ci chiedeva di intervenire che c'era una perquisizione in atto. con cinque colleghi siamo andati... mi ricordo i colleghi galli, vitale e sandra. un gruppo di noi e' andato a vedere che succedeva, un altro gruppo e' rimasto li' a fare telefonate. noi siamo andati pensando che saremmo entrati come difensori. in realta' quando ci siamo presentati non siamo riusciti ad entrare. c'era un cordone di poliziaz che chiudeva l'accesso al media center e alla nostra stanza. abbiamo tentato di entrare nell'edificio di fronte dove c'era la foresteria, dove dormivano i manifestanti e li' non c'era cordone, e siamo entrati nell'edificio, ma appena abbiamo varcato la soglia e siamo entrati nell'androne, ci hanno preso di peso e portati fuori.
[...]
Abbiamo chieto di entrare e non ci hanno fatto entrare; abbiamo chiesto di parlare con il comandante e ci hanno fatto attendere ma non e' mai saltato fuori il comandante. Nel momento in cui siamo riusciti a varcare la soglia c'erano anche Agnoletto e non mi ricordo chi... pero' siamo stati rimandati fuori subito... abbiamo provato tutta la notte a entrare, ma non ci siamo riusciti.
C: le mostro un filmato. rep 175 parte 19 5 minuti e 7 secondi. si e' riconosciuta?
R: si.
C: altri?
R: no
C: puo' collocare in che momento della serata e' quel momento?
R: credo sia all'inizio... individuo tre fasi di quella serata: l'arrivo quando non c'era il cordone, quando si e' formato il cordone, e poi quando dopo che mi sono allontanata... che ci avevano chiamato per intervenire in una pizzeria, verso via trento, pareva che ci fosse stata una irruzione per arrestare delle persone... quando sono rientrato... ecco questo dovrebbe essere il momento, dato che c'e' paolo cento...
C: poi e' riuscita a entrare? quando? cosa ha visto?
R: verso le quattro o le cinque quando si e' sciolto il cordone. io sono uscito solo nell'edificio dove c'erano i nostri locali. ho visitato tutte le aule, vedendo cose rotte e disordine ovunque. l'unica aula devastata era quella degli avvocati, veramente, schermi e tastiere rotte, computer aperti da cui era stato estratto l'hard disk... mi dicevano i colleghi che erano stati portati via denunce, testimonianze, gli indirizzi di avvocati e assistiti. la cosa che mi ha colpito e' che i computer per la connessione che non erano degli avvocati erano interi e funzionanti.
[...]
R: ecco i computer sulla destra dalla porta erano funzionanti, mentre i nostri che erano sulla sinistra erano devastati e manomessi.
C: questa foto dei rep. cc?
R: si.
[...]
C: questa e' la situazione che ha trovato quando e' entrata subito dopo la polizia?
R: si

[...]

D: (Romanelli) una precisazione. lei ci ha riferito di un banchetto in piazza kennedy, nel quale avete raccolto delle denunce, come?
R: durante il pomeriggio alla fine della manifestazione sia del venerdi' che del sabato, molti manifestanti che erano stati aggrediti o che avevano subito delle violazioni, ci raccontavano i fatti, noi prendevamo i dati anagrafici e le loro testimonianze, e mandavamo tutto ai colleghi in via battisti, che poi sarebbero state formalizzate in denunce formali.
D: il banchetto era riconoscibile?
R: si. con il cartello con il nome e il numero di telefono
D: quindi, davate queste denunce al centro raccolta, e poi?
R: sarebbero state ricontattate le persone successivamente, dovevano pero' essere messe le testimonianze nel computer.
D: sa chi c'era la'?
R: i genovesi, come l'avv. robotti e altri
D: sa se sono state fatte poi le denunce?
R: non lo so

P: lei ha visto la sala dei legali dopo?
R: si
P: c'era una distinzione tra la parte dei legali e la parte non?
R: non saprei. erano su due lati opposti.
P: grazie.

[ esce SC ]