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[processo ai 25] trascrizione prima udienza requisitoria PM

TRASCRIZIONE SOMMARIA – PROCESSO AI 25 – I UDIENZA ARRING PM

[ P=Tribunale, A=Accusa, D=Difesa, C=Parti Civili, R=Teste ]

P: [procede all'appello]

[ viene fatta una questione preliminare rispetto alla gravidanza di un avvocato delle difese e richiesta di rinvio ]

A: (Canepa) il pm esprime felicita' per il lieto evento, ma solleva anche la mancata tempestivita' della notificazione. Riteniamo pertanto che l'avvocato possa essere sostituito.

P: il tribunale in merito alla richiesta di rinvio presentata dall'avvocato rileva che il certificato medico e' stato rilasciato in data 26 09 2007 e indica come data presunta per il parto il 03 11 2007. Premesso che il difensore nel corso del lungo dibattimento e' quasi sempre stata sostituita ai sensi dell'art. 102 cpp, che il certificato e' stato emesso pochi giorni fa, che la data presunta del parto e' il tre novembre, per cui il difensore potra' intervenire personalmente e potra' avvalersi della registrazione della requisitoria del pm, rigetta l'istanza di rinvio.

A: (Canepa) la parola con cui iniziamo e' finalmente. Finalmente siamo giunti in fondo a questo processo particolare e proprio per questo io mi devo soffermare su alcuni punti. Come e' stranoto nel 2001 a genova si e' svolto il vertice g8 il 19-20-21 luglio e si sono svolte le manifestazioni contro di esso. Queste manifestazioni sono state riprese da video e foto ovunque, e sono state trasmesse in televisioni, su internet, e addirittura un canale genovese ha trasmesso tutto in diretta. Ci siamo trovati di fronte a una delle vicende piu' rappresentate mediaticamente in tutta la storia italiana, ed e' stato tutto un susseguirsi di ricostruzioni filmate e di approfondimenti giornalistici. Sono stati scritti decine di libri, riversati in parte in questo dibattimento. In merito agli scontri alle violenze dei manifestanti, come anche le violenze delle forze dell'ordine nei confronti dei manifestanti inermi, alla caserma di bolzaneto e alla scuola diaz, hanno occupato la procura in indagini e processi lunghissimi. Riteniamo giusto che questi processi si siano tenuti in questa citta' ferita. Questo processo e' il primo che giunge a sentenza, e siamo contenti che anche gli altri processi arrivino alla verita' giudiziaria, che non soddisfera' la ricerca di Verita', e che forse sarebbe dovuta venire sia da chi si e' assunto la responsabilita' di questo vertice, il governo e altri, ma anche di quelle parti del movimento ambigue e violente. [...] Il vertice g8 e' stato voluto a genova dal presidente del consiglio D'Alema, ma l'interlocutore ultimo di questa vicenda e' stato il governo del presidente del consiglio Berlusconi e il suo Ministro dell'Interno Scajola. Indagini difficili soprattutto per il coinvolgimento diretto delle forze dell'ordine. Processo difficile perche' l'approccio ideologico ha impedito di vedere quanto e' avvenuto, il senso di precarieta' e di pericolo dei cittadini genovesi e' stato negato, si sono negate le devastazioni commesse dai manifestanti, e per converso da altre parti, inasprendo la contrapposizioni, si e' arrivati a negare le inammissibili violenze da parte delle forze dell'ordine contro manifestanti inermi, come quelle dell'irruzione alla diaz, o le inaccettabili violenze commesse a bolzaneto su prigionieri inermi. Bisogno dire a gran voce che le violenze dei manifestanti non giustificano e non possono giustificare le violenze delle forze dell'ordine. In uno stato di diritto la gestione dell'ordine pubblico non puo' diventare una guerra tra bande. [...] Liquidare le manifestazioni violente che hanno devastato la citta' come perpetrate esclusivamente da quella entita' evanescente chiamata black bloc e non farsene carico da parte delle frange piu' violente della protesta ovvero liquidarla come violenze commesse altrove ed altri, e' non farsi carico della responsabilita' di quei leader che muovono le masse. Non ci piacciono i cattivi maestri. L'ordine pubblico doveva essere garantito da tutti, in primo luogo da chi doveva conservarlo. Questa considerazione e autocritica va fatta altrove e non in quest'aula. Va fatta da tutti per rimarginare la profonda ferita alle istituzioni e alla convivenza democratica che non e' ancora sanata. In un paese democratico e civile deve essere garantito a tutti di manifestare, ma non e' un diritto di nessuno farlo armati e travisati. Chi deve contrastare la violenza deve farlo con fermezza, ma senza abusi come e' stato fatto.
I processi non sono in grado fisiologicamente di poter dare risposta alle molte domande irrisolte, in primo luogo perche' e' avvenuto tutto questo. Il giudice non puo' surrogare nessuno in queste risposte. Il giudice deve accertare la verita' processuale e non altro. IL giudice deve affermare se i fatti siano provati, se i reati che il pm gli presenta sono provati, deve accertare aggravanti e attenuanti, e deve erogare una pena una volta che la responsabilita' sia accertata. Operare su questi fatti e' un compito sicuramente problematico, da svolgersi con le regole di un processo, in un confronto leale tra le parti. E dal confronto che si e' protratto in questi mesi non puo' che emergere la responsabilita' penale e processuale, la giustizia imperfetta dell'uomo.
Dobbiamo fare altre considerazioni: dobbiamo delimitare i margini del processo. Questo e' il processo per i fatti di devastazione e saccheggio verificatisi a genova in quei tre giorni ad opera delle 25 persone portate a giudizio accusati di ben determinati reati. Non rientrano in questo processo, e non perche' siano sottovalutati o non siano accaduti, tutti quei fatti che anche commessi da pubblici ufficiali non esplicano nessun nesso causale con i fatti di questo processo. Deve essere evitata la strumentalizzazione di questo processo per colmare richieste ancora non accolte di indagine parlamentare finalizzata a individuare responsabilita' che esulano da questo processso. Vi e' l'assoluta necessita' di individuare da parte di questo tribunale lo sviluppo cronologico degli eventi, per non legare fatti che non sono connessi tra loro o conseguenza uno degli altri. Vi annoieremo con l'analitica ricostruzione su dati obiettivi, non perche' lo decidiamo noi, ma perche' cosi' sono. Mi riferisco alla ricostruzione a dati obiettivi di video delle telecamere del traffico, da comunicazioni delle forze dell'ordine e da reperti con orari certi per fare una precisa ricostruzione per evitare strumentalizzazioni sia dell'accusa che della difesa, anche involontariamente. Vi e' la necessita' di non falsare la ricostruzione della cronologia usando fatti successivi ai fatti di questo processo, come le violenze alla diaz o bolzaneto, o anche l'omicidio del povero carlo giuliani.
La strumentalizzazione e la confusione degli eventi ha sicuramente influenzato lo sviluppo di questo processo: la lunghezza delle domande, i fatti indagati, l'introduzione di elementi che non c'entrano con i fatti di questo processo. Quindi e' necessario delimitare la nostra requisitoria sui fatti cosi' come sono avvenuti, non per superficialita' ma per necessita' processuale.
E' necessario parlare di cosa e' stato il vertice G8, per completezza. Come dicevo nell'aprile del 2000 il presidente del consiglio d'alema aveva presentato un disegno di legge per ospitare il vertice del g8. Successivamente sono state definite le aprticolarita' di questo evento. L'11 giugno 2001 si insediava il nuovo governo con il presidente Berlusconi e il suo ministro degli interni Scajola. Veniva destinata all'evento g8 una struttura di missione del consiglio dei ministri. Con ordinanza del luglio 2001 il prefetto aveva rilevato la necessita' di misure particolari, con un provvedimento ai sensi del art. 2 del TULPS. Il prefetto determinava la istituzione di una zona chiamata Zona Rossa. Abbiamo portato in aula questo modello per visualizzare il tutto, che mostra come la zona rossa fosse piccola rispetto alla zona degli scontri. La Zona Rossa doveva essere ulteriormente dettagliata da provvedimenti del questore, dalle ore 8 del mattino del 18 fino alle ore 24 del 22 luglio. Questa ordinanza stabiliva anche una Zona Gialla, una zona di rispetto, delimitata nei suoi confini e da dettagliarsi con provvedimenti del questore di genova. anche nella zona gialla valeva il divieto di tenere qualsiasi manifestazioni pubbliche. Contro la creazione della zona rossa fecero ricorso al tar alcune associazioni che pero' decise sulla sua legittimita'. Il questore ha poi emesso un'ordinanza che determinava la zona rossa e la zona gialla.
Ma cosa si muoveva sullo sfondo? Si muoveva il movimento anti globalizzazione, che aveva preso forma a Seattle il 30 nov 1999 ed era cresciuto con gli anni. Nel corso delle manifestazioni in varie parti del mondo vi erano stati scontri, in particolare a Davos, a Goteborg il 15 giugno 2001, e a Napoli nel marzo 2001, dove le manifestazioni sfociarono in fortissimo scontri tra manifestanti e forze dell'ordine. Le proteste sono mirate a contrastare il potere di pochi leader che erano in grado di decidere le sorti di vaste porzioni dell'umanita'. Venivano anche criticate le politiche di istituzioni sovranazionali come WTO e FMI. Il governo appena insediato aveva criticato da subito la scelta di genova come luogo per ospitare il g8, perche' non in grado di garantire una buona sicurezza e un buon OP. I genovesi erano gia' preoccupati dalla presenza in citta' di migliaia di persone e di questi otto capi di stato.
Nelle manifestazioni sopra citate si erano viste larghe distruzioni di proprieta' dovute a un gruppo non meglio specificato ma noto come black bloc. I genovesi sono stati invitati a lasciare la citta', i tombini furono saldati per evitare attentati dinamitardi, e ci sono state decine di allarmi bomba, uno dei quali arriva a San Fruttuoso ferendo gravemente un carabiniere.
Buona parte, soprattutto con riferimento i testi della difesa, ha avuto a spiegare il ruolo del GSF, il Genoa Social Forum. I gruppi attivisti italiani contro la globalizzazione si organizzarono per tempo e da una riunione del 19 dicembre del 2000 nasceva il patto del lavoro, un coordinamento di associaizoni italiane e successivamente internazionali che successivamente prendera' il nome di GSF. In questo coordinamento confluivano tantissime associazioni accomunate da una posizione critica sulle politiche mondiali in termini di economica. Alle manifestazioni di protesta parteciparono circa 700 gruppi di varia nazionalita' e estrazione, confluendo nel GSF che e' di fatto l'organizzatore e il coordinatore di tutte le manifestazioni dei tre giorni. I portavoce Agnoletto e Casarini chiedono l'annullamento del vertice, perche' queste persone non hanno legittimita' di rappresentare il mondo e il decreto di divieto di manifestazione era incostituzionale. Il governo ovviamente rifiuto' perche' gli impegni presi prescindevano dal governo in carica. Tra i gruppi del GSF provenienti dal Nordest emergono le tute bianche capeggiate dal suddetto Casarini. Caratteristica di questo gruppo e' quella di aggredire con dichiarazioni di guerra il g8, ridimensionata anche in questo processo a una boutade allegorica. Un'altra provocazione delle tute bianche fu l'annuncio di atti di disobbedienza civile in rifiuto delle ordinanze emesse dal questore. Ce lo ha spiegato Casarini in questo processo, gli atti di disobbedienza civile si inseriscono nel contesto delle azioni diretta non violenta che caratterizzavano il patto di lavoro del GSF. Il concetto di “azione diretta non violenta” e' bellissimo in teoria, che non coincide con l'azione di tipo gandhiana. Si caratterizzano con la volonta' di violare la zona rossa, senza usare armi per offendere, ma solo il proprio corpo e solo strumenti atti a difendersi... Forse in quel contesto qualche valutazioni in piu' sull'efficienza di questa ipotesi era da fare... Casarini definisce la cosa una pratica radicale ma eminentemente politica.
Cosa succede in quei giorni?
Il 19 luglio 2001 si svolge una manifestazione enorme e pacifica per i diritti degli immigrati. Partecipano tutti i gruppi del GSF e anche un piccolo gruppo di anarchici in coda ma senza che ci siano problemi. Partecipano 50 mila persone. Nei successivi giorni sono previste le piazze tematiche: un presidio di mani bianche e lilliput in piazza manin, un presidio dei cobas sul lavoro in piazza da novi, una manifestazione in via dante. Inoltre c'erano due grandi cortei previsti per il venerdi' e per il sabato, per il quale erano confluiti in citta' manifestanti e persone da tutto il mondo.
Se si legge con attenzione l'ordinanza del questore del 12 luglio 2001 si vede cosa era stato previsto. Il questore evidenziava la possibile presenza di diversi gruppi ideologici: il cosiddetto fronte radicale e il cosiddetto fronte moderato, che avrebbero espresso la loro opinioni in diverso modo. Il blocco rosa che comprendeva organizzazioni cattoliche e ambientaliste; il blocco giallo delle tute bianche, i cs della carta di milano, agp, e yabasta; un blocco blu dei cs piu' antagonisti e gravitanti nella zona dell'autonomia; un blocco nero a cui aderivano gruppi di anarchici e di antifascisti potenzialmente molto violenti.
Appare necessario introdurre in tutto questo sul blocco nero, o meglio sui black bloc che si trasformano a genova in blocco nero perche' raggruppano soggetti non solo provenienti dall'estero.
Il blocco nero viene analizzato da sociologi e giornalisti. Il black bloc ce l'ha ricordato anche la prof. Della Porta, e' un gruppo che si ispira a organizzazioni autonome tedesche che sono state in grado di mettere in atto vere e proprie strategie di guerriglia urbana. Tornano in auge in corrispondenza delle proteste contro il WTO nel novembre del 1999. In questa circostanza si passa da una fase spontaneista, a una elaborazione da parte di una parte del gruppo siglato “contro il capitale e contro lo stato” che delinea alcune caratteristiche operative di una forma di organizzazione che assumendo la dimensione internazionale non ha la connotazione di strutture verticistiche. I black bloc non si riconoscono in un gruppo ideologico distribuito sul territorio e organizzato in cellule periferiche e organi di governo centralizzati, ma in individui distribuiti sul territorio e con forme estremamente flessibili. Si tratta di qualcosa difficile da controllare e da fermare proprio per la sua flessibilita'. In questo modo il black bloc e' in grado di fare notevoli azioni di distruzioni e di violenza in contesti di massa, facilitati dalla copertura di un gran numero di persone.
Il black bloc si manifesta anche a washington e a praga. [...] A praga si sono registrati veri e propri episodi di vandalismo nel centro citta' che era molto lontano dal summit. [...] Compaiono i lanci e gli assalti con le bombe molotov dirette verso contingenti della forza pubblico. A sidney il blocco nero di fatto evita lo scontro diretto, ma fomenta gli scontri e applica con efficacia la tattica di nascondere i propri elementi in una massa pacifica per poi far scattare gli scontri.
I black prevede un abbigliamento con passamontagna e sciarpe scure o nere, che non vengono sempre indossate dall'inizio del corteo, ma che vengono indossate improvvisamente per poi essere dismessi una volta portato a termine l'attacco. Il mimetismo e' una caratteristica del black bloc.
Il black bloc ideologicamente si ispirano agli scritti di un ideologo americano e sembrano richiamarsi a ideologie anarchiche, come testimoniato dall'uso dell'a rossa su sfondo nero. Non e' chiara la collocazione ideologica, perche' praticano un luddismo generico caratterizzate dall'assalto alle proprieta' e alle forze dell'ordine piu' facili da assimilare a un contesto criminale che non a quello politico.
I black bloc arrivano da vari paesi, USA, Inghilterra, Germania, Spagna, Grecia. Un ruolo importante e' quello del gruppo italiano legato a una matrice anarchica. Sicuramente il blocco nero in azione a genova era composto da circa 500 italiani e da 200 stranieri per lo piu' di quelle nazionalita' citate. E' stato detto che il black bloc ha conquistato il ruolo di nemico della polizia, del movimento e della stessa citta' di genova. E' stato detto che la presenza di questo blocco nero ha colorato si fa per dire le manifestazioni di genova. Molta attenzione a pensare del black bloc come entita' astratta: e' un modo come un altro per non assumersi le proprie responsabilita'. Ci sono soggetti in questo processo riconducibili al blocco nero, sono soggetti italiani, identificati e appartenenti alle aree di cui vi ho appena riferito. Quello che rileva in questo processo sono esclusivamente le violenze scaturite nei giorni del 20-21 luglio del 2001, da cui e' conseguita la devastazione di parte della cita' di genova.
Gli scontri furono violentissimi e provocarono danni gravissimi.
Per varie ragioni e il tribunale ha sicuramente capito quali difficolta' ci sono state a identificare piu' persone di quelle che abbiamo fatto in questo processo: pensate al numero uno famoso che si vede ovunque ma che nessuno e' riuscito a individuare.
L'accusa nei termini che andremo a illustrare ritiene di aver dimostrato la devastazione e saccheggio di genova, e la prova della colpevolezza dei soggetti portati a giudizio.
Entriamo nel dettaglio dell'istruttoria dibattimentale, forse ci siamo dimenticati quanto e' stata lunga e quanta fatica e' costata. Come e' evidente, basta vedere che tra pm e difese abbiamo chiesto centinaia di testimoni e ne abbiamo sentiti circa 197 in tutto, le prove del pm sono state di varia natura.
Tutte prove che devono essere valutate complessivamente dal giudice secondo il proprio libero convincimento come previsto dal c.p.p.
Gli imputati sono stati rinviati a giudizio il 3 dicembre 2003, il processo e' iniziato il 4 marzo 2004, risolti una serie di questioni preliminari. In questa prima udienza si costituivano le parti civili, tra cui il Comune di Genova che pero' viene dichiarato poi inammissibili per mancanza di requisiti, cosa che ha generato una piccola crisi nel governo della citta'. [...]
Le parti avanzavano per la richiesta di formazione di prova. Ammetteva il tribunale tutto con alcune esclusioni. Il 24 marzo 2004 aveva inizio il dibattimento. Sono stati sentiti 197 testimoni e alcuni consulenti tecnici, nonche' alcuni imputati.
La peculiarita' del processo e' stata la grandissima mole di prove tipiche e atipiche che vi sono state riversate. [...]
L'acquisizioni di queste prove non e' stata ne' pacifica ne' priva di contrasti che si sono prolungate per mesi, che hanno visto difesa e accusa scontrarsi in discussioni interessantissime, perch'e questo e' un processo pilota per molte questioni giuridiche che sono state risolte in questo processo per la prima volta, il 6 aprile 2004.
Un particolare sforzo e' stato richiesto al giudicante in ordine al criterio di valutazione della prova e in particolare la prova atipica che ha caratterizzato questo dibattimento. Il giudicante deve essere guidato dalla prevalenza della prova oggettiva videofotografica rispetto alla prova testimoniale. In questo caso sia per l'accusa che per la difesa oltre alla soggettivita' della prova testimoniale, ci sono questioni non neutre come l'appartenenza alle ffoo e quindi a schieramenti contrapposti. [...] E anche perche' la testimonianze in questo processo in particolare in cui tutti sono stati coinvolti non solo emotivamente ma in una situazione di grandissima concitazione, di guerra, aggiungendo imprecisione a una prova gia' fisiologicamente imprecisa come quella testimoniale. Oltretutto abbiamo svolto questo dibattimento a distanza, ad esempio evidenziando l'impossibilita' di ricordare gli orari... ci sono stati atti redatti male o dopo, e non necessariamente per dolo, ma per l'emergenza dei fatti.
Vi e' quindi, un tempo per noi, ora per il collegio, la necessita' di decidere la valutazione probatoria delle immagini. Da subito nell'introdurre la testimonianza di Corda sono emersi contrasti nella valutazione del materiale probatorio. Come e' stato ampiamente detto e illustrato la procura di genova e' stata sollecitata dalla spontanea consegna di materiale, invitando tutti i cittadini che avevano fatto riprese o foto a corredare la procura della repubblica di tutti i dati possibili. E' stato raccolto il materiale piu' vario. Il pm nel 6 aprile 2004, chiedeva l'acquisizione dei famosi tre dvd composti dal teste corda, e ha chiesto l'acquisizione di tutti i reperti sottesi dai tre dvd. Sul punto il tribunale emetteva ordinanza in pari data. Tutti questi reperti erano stati inseriti sulla base di una delega fatta dalla procura alla polizia giudiziaria, in questo storage, un'enorme biblioteca mediatica. Successivamente nell'ambito del fascicolo del processo veniva emesso un decreto di sequestro per poter acquisire a quel procedimento il materiale ritenuto necessario. Questo materiale il tribunale lo ha sottolineato e' stato acquisito al processo in forza di questo provvedimento sottoposto dall'accusa il 16 marzo 2004. Il teste corda il 16 luglio 2003 trasmetteva la ricostruzione delle devastazini e dei saccheggi avvenuti a genova il 20-21 luglio tramite il montaggio di clip tratte dal media 360. Trasmetteva l'album identificativo per identificare i materiali e i tre dvd composti. [...] Il lavoro non deve trarre in inganno da quello che poi lo stesso teste ha fatto in ordine al processo. Il teste corda come il teste zampese hanno provveduto su delega del pm a reperire immagini significative e non tutte quelle esistenti, utili alla ricostruzione spazio temporale degli eventi, secondo le indicazioni del pm che aveva altrimenti ricostruito quei fatti. Dicevo moltissime sono state le udienze sia del teste corda che del teste zampese, che sono servite a fare entrare nel processo il materiale usaot dall'accusa per ricostruire i fatti di quei giorni.
Nell'adempiere a questa delega ha estrapolato le immagini che a richiesta del pm fossero esemplificative di una situazione, di un certo fatto, di una certa istanza, senza esaustivita'. Il compito della pubblica accusa e' stata quella di estrapolare i fatti e attribuirli ai singoli. Il lavoro di corda e zampese sono solo un segmento nella ricostruzione complessiva della vicenda, operata con altri elementi di prova usati durante le udienze.
La cosa che colpisce e' che di solito i processi si fanno su indizi anche gravi, perche' in questo processo cosi' fotografato e ripreso si siano avute cosi' tante difficolta' a introdurre questo tipo di prova, e questo la dice lunga sulla difficolta' di questo processo.
Attraverso la deposizione di Zampese nel corso di udienza lunghissime e noiosissime, si e' cercato di far comprendere come sia stato selezionato il materiale ritenuto utile dal pm nella sua accusa nei confronti di soggetti ben individuati. Soprattutto il teste corda ha chiaramente specificato che nessuna operazione era stata fatta dalla sezione da lui diretta volta a stravolgere la genuinita' dei reperti, sia con manipolazioni che con montaggio. E proprio per fugare ogni dubbio ribadito che e' il provvedimento di sequestro del 18 luglio 2003 il pm provvedeva a depositare l'elenco dei materiali sequestrati ab origine.
A questo punto non resta che ribadire che il codice fermo restando che il documento deve essere formato fuori dal processo, valorizza la prova documentale e che si e' trattato di introdurre prove documentali non dichiarative e rappresentanti fatti o situazioni. Fatto questo la prova puo' essere memorizzata indipendentemente dall'intervento dell'uomo, o cmq suffragata da essa. Devo dire che il collegio ha colto la forza di questa prova, che deve prescindere dall'autore della stessa ma valutata per quello che offre a chi guarda. E' la ricostruzione del contesto che opera nella visione dell'autore, costituendo una narrazione soggettiva.
Le osservazioni delle difese avrebbero avuto rilievo se al posto di un processo avessimo dovuto fare una ricostruzione filmata extraprocessuale dei fatti del g8, dimenticando che ci troviamo in un processo con precise accuse, su precisi fatti per precise persone con precise prove. E' stata rilevata una possibile non genuinita', ma le anomalie sono riconducibile a scelte ab origine degli autori, come la scelta di fare le riprese in analogico o in digitale. Il materiale e' arrivato in procura su materiale diversissimo, ed e' da considerarsi originale per come e' pervenuto, ed e' stato riversato nel media 360 senza che subisse tagli da parte della procura. Per non parlare delle televisioni che per loro natura sono oggetto di montaggi anche molto densi, perche' inseriti in una logica di spettacolo per colpire in pochi minuti chi guarda con la notizia, e non riescono a rispettare l'ordine cronologico dei fatti. Fondamentale per la risoluzione di tutti questi contrasti, costurttivi e che faranno giurisprudenza, e' stata l'ordinanza di set 2004 che ha superato anche l'altro nodo di acquisizione di documenti video di fonte anonima, come e' successo moltissime volte in questo processo.
Il pm nell'ultima udienza ha prodotto tutto questo materiale [...], e ha depositato un promemoria sull'uso, sulla consistenza e sulla lettura di questo materiale, vi faccio grazia. [...]
E ancora, prima di entrare nel dettaglio della ricostruzione dei fatti di quei giorni e' bene fissare alcune premesse che l'accusa ritiene indispensabili per l'accertamento degli episodi di devastazione e saccheggio di questo processo.
In primo luogo si deve operare una distinzione fondamentale tra le manifestazioni autorizzate, tra cui quella delle tute bianche, le varie piazza tematiche e le manifestazioni non autorizzate, tutti gli scontri e i cortei del blocco nero. In realta' non e' corretto parlare di cortei autorizzati e non autorizzati, anche se vigeva il fondamentale divieto di manifestazioni. L'ordinamento prevede che vi siano riunioni e cortei avvisati e riunioni e cortei vietati. Il corteo delle tute bianche era un corteo autorizzato, tra virgolette, cioe' avvisato e non vietato, che si sarebbe dovuto concludere in piazza delle americhe.
Teniamo conto che furono giorni concitati e che nella notte ci furono delle modifiche nella struttura della zona rosa, e l'ordinanza definitiva che dettagliava la dislocazione delle ffoo arrivo' molto tardi: nei brogliacci si colloca la consegna dell'ordinanza in sede esclusivamente e solamente alle 5.54 del mattino del venerdi'.
Cio' detto e' necessario e importante evidenziare la differente tipologia degli scontri del blocco nero e degli scontri conseguenza del corteo delle tute bianche.
Il blocco nero ha un programma deliberato di devastazione e saccheggio. Le tute bianche partono con una previsione di scontro che al massimo puo' essere una resistenza. Nasce poi tutta una degenerazione da cui derivano secondo noi episodi di devastazione e saccheggio.
E' importante nel corso di questa ricostruzione evidenziare e sottolineare questa diversificazione nell'approccio alla piazza, approccio che si manifesta nella diversa relazione con le forze dell'ordine: il blocco nero a parte a marassi rifugge il contatto, mentre le tute bianche cercano lo scontro, pacifico e con i corpi, e la devastazione e saccheggio sono la conseguenza di questo modus operandi. [...]
Sottolineare il metodo di ricostruzione dei fatti, ci occuperemo di ricostruire le devastazioni del blocco nero e capitolo a parte sara' per il corteo delle tute bianche, e' importante e per arrivare a evidenziare i comportamenti e' assolutamente preliminare individuare i percorsi dei gruppi, per poi collocare in questo quadro generale i comportamenti dei singoli senza pero' perdere l'unitarieta' dell'azione, la mancanza di individualita', e la contemporaneita' delle azioni criminali.
Chiedo una piccola pausa prima di entrare nella ricostruzione.

[ piccola pausa ]

A: (Canepa) Per chiarezza intendiamo operare la ricostruzione cronologica generale di quanto accauduto nel cosidetto corteo del blocco nero, portare separatamento il problema del corteo delle tute bianche e poi i singoli coinvolgimenti.
Questa prima fase e' un po' una fase di rodaggio e chiedo quindi scusa se ci saranno dei problemi.
Come dicevo la ricostruzione si basa sulle acquisizioni documentali riversate nel dibattimento a seguito delle deposizioni di corda e zampese. Premetto anche che non riferiro' nel dettaglio a tutti i reperti e i secondi. Faro' riferimento ad alcuni reperti importanti, e il pm depositera' a conclusione della requisitoria un documento scritto con ogni dettaglio analitico.
Questa ricostruzione si basa sulle telecamere del traffico, sulla base delle quali siamo riusciti ad avere degli orari certi. Le telecamere si chiamano con i luoghi dove sono posizionate, e il reperto si chiama 57, diviso per zone. Sulla base di questi orari si e' fatta la comparazione con altri reperti congrui, aggiungendo poi comunicazioni radio.
Veniamo a spiegare il blocco nero.
Fin dalle dieci di mattina del 20 luglio un consistente gruppo di manifestanti di area anarchica inizia a raggrupparsi nell'area Foce/Brignole e in particolare all'incrocio tra corso buenos aires e via torino, in particolare in piazza da novi. Questi manifestanti sono in gran parte riconducibili al blocco nero, molti si sono cambiati in loco e si presentano travisati. Peraltro alla luce di molte testimonianze, come Giulietto Chiesa, Battista, Filippo Lapi hanno testimoniato, appariva evidente che questi luoghi rappresentassero un vero e proprio luogo di appuntamento per un'area limitrofa e incidente, con quella che in quella giornata avrebbe dovuto ospitare la piazza tematica dei COBAS. I manifestanti del blocco nero appena giunti in piazza da novi, in attesa di ricongiungersi con altri gruppi provenienti da altre zone della citta', cominciano a demolire sistematicamente l'arredo urbano, cominciano a disselciare i marciapiedi e la sede viaria, procurandosi armi improprie, mattonelle, pietre, pezzi d'asfalto, che vengono posti negli zaini e occultati in cassonetti della nettezza urbana, per usarli come barricate piu' efficacemente come poi accadra'.
Questi eventi danno inizio a quella guerriglia urbana che per due giorni ha devastato genova. Da queste modalita' volute e cercate dal blocco nero, una minoranza certamente violenta, inizia quel crescendo di violenza che di fatto non si e' stato in grado di controllare e che ha travolto le iniziative di quelle giornate. Come dicevo il fatto che l'inizio delle devastazioni in piazza paolo da novi inizi alle 10 del 20 luglio oltre a essere confermati dalle telecamere del traffico della zona, sono confermate sia dal dr. Filippo Lapi che dal testimone oculare Giovanni Battista Dagnino, che ha scattato moltissime foto in quei giorni. Lo stesso teste ha riferito in udienza che a differenza del datario della sua foto, quelle foto sono scattate in piazza da novi il 20 luglio. Il teste ha detto di non avere buona memoria, ed e' stato oggetto di molte contestazioni, e in dibattimento ha riferito di essersi recato alle 10 in piazza rossetti, e di essersi spostato in piazza da novi dove era prevista una piazza tematica, insieme al proprietario della famosa mucca ercolina. Li' avevano notato molta gente suddivisa in gruppi omogenei che si organizzavano per la manifestazione, in particolare un gruppo di gente vestita di nero che si stava armando. Dopodiche' ha dovuto smettere di fare le foto perche' aveva attratto l'attenzione di queste persone. Poi in piazza da novi aveva notato la presenza di un furgone dalla cui parte posteriore alcune persone stavano estraendo manici di attrezzi agricoli. le persone non erano vestite di nero, ed erano sette o otto persone, e non ricordava se fossero travisate. A un certo punto la folla di manifestanti si e' mossa verso piazza tommaseo. Mentre entrava in piazza tommaseo, ha notato all'incrocio con corso torino il fumo dei lacrimogeni. A quel punto si e' lavato gli occhi e ha notato i manifestanti che facevano una serie di danneggiamenti: vetrine e altro... non erano solo neri ma anche gruppi di cani sciolti, li ha definiti.
Queste circostanze trovano oggettivo riscontro nelle riprese della telecamera savonarola, tra le 11.00 e le 11.33. Inoltre ci sono le dichiarazioni del giornalista giulieto chiesa. [...] “non scherzavano, erano impegnati a fare emergere sassi dal selciato. l'impressione era che nessuno desse ordine ma che fosse un lavoro molto organizzato. c'erano molte ragazze, tutti giovani, con corporatura esile, si sentiva parlare molte lingue e anche italiano. a cosa si stessero preparando era evidente, l'assalto. il resto della piazza sembrava non accorgersi di quello che stava avvenendo, anche se l'impressione era che non fossero preoccupati. nessuno si e' alzato a chiedere cosa stessero facendo”.
Quando arrivano all'incrocio tra buenos aires e corso torino, altre forze della stessa area arrivano dal levante, come da una comunicazione del 10.39 in cui persone in via carrara che recuperano materiali da un tombino. Questo dato appare significativo se si vede che via carraro risulta limitrofa a via maggio, uno dei luoghi messe a disposizione dalla provincia per l'accoglienza, e oggetto di devastazione proprio al fine di formare armi improprie. E veniamo al furgone notato dal Dagnino: e' targato xxxxxx e risulta noleggiato da appartenenti del cs askatasuna di torino, verra' identificato il 21 luglio 2001 quando i manifestanti vi recuperano materiali per armarsi, come ha testimoniato zampese e gori. Questa circostanza qualifica la presenza del furgone e la consistenza delle testimonianze del Dagnino. [...]
Si intravede uno schieramento su corso buenos aires, modesto, aperto, che consente il transito. Alle 10:06:51 la telecamera inquadra un corteo con bandiere rosse e nere che cerca di continuare in direzione brignole, che pero' e' fermato dalla polizia. Solo alle 10:58 il corteo viene fatto transitare. Nel frattempo piazza da novi si anima. Alle 11:00 il passaggio si apre e lo schieramento viene arretrato a ponente. Alle 11:03:16 viene ripresa in corso torino la situazione tranquilla e senza manifestanti. Alle 11:08 si riprende corso buenos aires e la situazoine e' mutata. [...] Alle 11:17:45 arriva un gruppo di manifestanti con le bandiere dei COBAS che si raduna in piazza da novi che ormai e' affollata. [...] Alle 11:21:05 da corso buenos aires giunge il famoso furgone [...] Questo furgone si parcheggia all'interno di piazza da novi. Alle 11:26:09 un folto gruppo di manifestanti giunge da corso buenos aires e si pone in piazza da novi. [...] Poi arriva la mucca ercolina. Alle 11:30:04 transita in piazza da novi. Alle 11:30:25 la zona di corso torino e' tranquilla. Alle 11:43 in piazza da novi si vedono appartenenti del blocco nero travisati e riconoscibili facilmente. Alle 11:45 all'incrocio tra corso torino e buenos aires si vedono preparativi finalizzati al travisamento, soprattutto alla devastazione e al saccheggio del cantiere sull'angolo di via siria, attivita' che consente ai manifestanti la disponibilita' di ulteriori e piu' pericolosi corpi contundenti. Il materiale viene accatastato su un albero in attesa di essere usato. Le immagini della telecamera savonarola, delle comunicazioni radio e la deposizione del titolare del cantiere. Alle 11:45:10 la telecamera inquadra piazza savonarola angolo corso torino dove si radunano manifestanti appartenenti al gruppo nero. In questa fase si nota il soggetto piu' noto e non identificato di questo g8, il famoso numero 1, che entra nel cantiere e porta fuori cose. Intorno a lui si muove il famoso gruppo CM, che include CM e VV e altri soggetti non identificati. Il gruppo inizia l'attivita' di travisamento e armamento e devastazione del cantiere fino alle 11:49:30. Questo gruppo catalizza intorno a se' le devastazioni del blocco nero e si spostera' in tutta la citta'.
Alle 12:00 il furgone si muove da piazza da novi e avanza in corso buenos aires fino a corso torino, fermandosi davanti all'agenzia immobiliare firpo, come mostra la telecamera savonarola. Contestualmente a questi primi movimenti del blocco nero una ulteriore componente, che chiamiamo il corteo dello smash, raggiunge il luogo. Questo dato ci e' dato dalle comunicazione dell'elicottero che segnala tra le 12:03 e le 12:09 l'arrivo da via trento e piazza tommaseo di questo corteo. Alle 11:45 una telefonata segnala la presenza di un folto gruppo travisato e armato di bastoni che si sposta nella citta', da valletta cambiaso. Alle 11:58 segnala la presenza di questo gruppo in via albaro, i cittadini si preoccupano di questo corteo. Alle 12:05:18 e alle 12:05:50 ci sono comunicazioni della polizia che segnalano questo gruppo in piazza tommaseo. Alle 12:09:38 c'e' un'altra telefonata che segnala il passaggio del gruppo in piazza tommaseo. [...] Il corteo dello smash alle 12:09:23 raggiunge corso buenos aires da piazza tommaseo. E' evidentemente lo stesso gruppo e la circostanza emerge da un altro reperto oltre alla telecamera di savonarola. Il reperto 158 dove al min 00:01 si nota il corteo smash che arriva in piazza tommaseo. [...] Il corteo dello smash si fonde con i componenti del blocco nero.
Il corteo dello smash risulta composto da almeno 500 persone, quasi tutte vestite in maniera omogeneo di nero o di scuro, con bandiere rosse e nere anarchiche, sono travisate e armate di corpi contundenti. Bisogna sottolineare che l'arrivo del corteo dello smash da via trento e' prossima a via cesare battisti, cioe' la sede del GSF nella scuola diaz-pascoli, nella palestra della quale e' dimostrata la formazione dello striscione smash. La scuola Diaz Pascoli, e' una scuola in cui il 23 luglio 2001 viene fatta una ulteriore perquisizione e in cui viene reperito materiale usato dai manifestanti durante gli scontri, tra cui le bandiere nere dei tamburini, uno dei loro caschi, e altri caschi da moto, come testimoniato dal maresciallo campetti. Deve essere sottolineata anche la vicinanza a valletta cambiaso di via trento, luogo di accoglienza scelta da soggetti di area anarchica soprattutto stranieri. [...]
Il blocco nero da quindi inizio alle devastazioni alle 12:09 assaltando gli uffici del credito italiano di corso buenos aires e corso torino, l'agenzia immobiliare firpo. Alle ore 12:21:40 viene inquadrata la firpo con le vetrine danneggiate.
Si puo' precisare sempre sulla base di questi dati oggettivi che la devastazione delle vetrine dell'immobilitare firpo avviene tra le 12:19:02 e le 12:21:40. Alle 12:09:23 giunge il corteo smash, e da inizio alla devastazione del credito italiano. Nel frattempo confluiscono in piazza savonarola anche tutti i manifestanti di piazza da novi. Alle 12:16:10 una parte dei manifestanti lascia piazza savonarola e va verso piazza tommaseo, mentre il resto si indirizza su corso torino direzione mare.
Alle 12:20 all'incrocio tra corso buenos aires e corso torino viene registrata la presenza dei tamburini, che molto probabilmente arrivano dalla zona di tolemaide, e a questo punto il blocco nero si incammina per corso torino.
Alle 12:19:45 i tamburini arrivano all'incrocio con buenos aires e si dirigono lungo corso torino in direzione mare.
Alle 12:21:20 vengono realizzate barricate con i cassonetti. Poi si vede un reparto della polizia avanzare su corso buenos aires e raggiungere piazza savonarola, che pero' e' sgombra di manifestanti. Alle 12:22:20 i manifestanti hanno raggiunto la parte mediana di corso torino, mentre sullo sfondo si nota il carosello dei tamburini. Si nota il fumo in strada, proveniente dall'incendio dei cassonetti.
In questo contesto si colloca un episodio violento nei confronti di Frassinetti, che configura il reato di rapina al capo 23 del rinvio a giudizio. Questo episodio che coinvolge l'ineffabile numero 1, quando il fotografo viene aggredito da un gruppo di persone che stava realizzando barricate per impedire l'avanzare delle forze dell'ordine, unitamente a un fitto lancio di oggetti e pietre ricavate dalla devastazione dell'arredo urbano. Nella circostanza si vedono armarsi tra gli altri MC, VV, altri soggetti del loro gruppo e CC.
E chi si rende responsabile dell'aggressione e' proprio VV, insieme ai soggetti A e B del gruppo, e gli viene contestata la rapina proprio per impedire che li fotografasse. Frassinetti viene inseguito, colpito e gli viene sottratta la borsa che contiene apparecchiature fotografiche.
E' bene ricordare la testimonianza del fotografo stesso: ha riferito di essere li' all'arrivo del blocco nero, dopodiche' avendo visto l'inizio del finimondo, l'assalto all'istituto di credito, intorno confusione e fiamme, e aveva cercato di proteggere la propria persona senza fare foto. Era riuscito a fare foto all'istituto di credito e vedendo i manifestanti che facevano barricate si e' messo a fare foto. A un certo punto viene aggredito da un soggetto, numero 1, che gli intima di smettere di fare foto. Lui ha continuato a fare foto, ma il numero 1 ha corso verso di lui, e' stato picchiato, e perde la borsa. Nel frattempo e' stato aggredito anche da altri, e il soggetto smetteva di colpirlo ma prendeva la borsa che e' poi stata resa ma senza il materiale fotografico.
La rapina avviene esattamente alle 12:25:43 come dimostrano le telecamere dei vigili.
Il corteo continua nella propria devastazione dell'arredo urbano. [...] Realizza due consecutive barricate attestandosi nella zona mediana di corso torino all'incrocio di via pisacane. Le ffoo attaccano il corteo del blocco nero su due fronti, da via pisacane e da corso torino. Questa azione veniva accompagnata da una violentissima reazione dei manifestanti con sassi, oggetti contingenti e ordigni incendiari. Questo provoca la spaccatura del corteo: una parte del corteo procede nella parte a ponente di via pisacane, mentre una parte si porta in direzione mare verso piazza luther king. Abbiamo anche avuto la testimonianza dell'isp. carisdeo, in borghese e presente in quel frangente. Vedeva intervenire in quel contesto uomini del tuscania comandati da ruggeri e odierna-viti che hanno deposto in questo processo.
Passiamo alla telecamera 57e, altra telecamera del traffico. Il carisdeo era rimasto impressionato dai soggetti che attaccavano le forze dell'ordine, e ricordava che un cc aveva ricevuto ai suoi piedi una bottiglia incendiaria. Sul punto richiamando a cosa si era ritrovato davanti, definendola “devastazione”, ha riferito il comandante Odierna-Viti. Trova di tutto, tra cui un veicolo capovolto che perdeva carburante e che ha provocato un principio di incendio. in questo contesto rimane in panne anche un mezzo del battaglione lombardia.
Utile ai fini ricostruttivi di questi momenti e' la deposizione del primo dirigente mario mondelli dislocato a copertura di via pisacane: dice di essersi attestato le prime ore della mattina con un contingnete di 200 cc all'incrocio tra via liberta' e via pisacane, per contrastare l'avanzata dei soggetti verso la zona rossa.
Alle 12:30 un gruppo di manifestanti cerca di forzare il blocco, ma vengono respinti, e il reparto viene fatto oggetto di lancio di pietre, oggetti contundenti e fitte bombe molotov. Mondelli riconsce il proprio reparto nelle immagini. In merito a quanto accaduto in via pisacane e a prescindere dalla comprensibile discrepanza di orario, rilevano le testimonianze del capitano Bruno e del tenente Faedda.
Ritornando ai dati obiettivi di ricostruzione alle 12:30:56 mentre sul fondo di corso torino compare personale della polizia di stato, parte dei manifestanti si da alla fuga verso via trebisonda, mentre una parte va lungo via rimassa. Alle 12:32:15 la polizia recupera l'incrocio tra via torino e via pisacane, ma i manifestanti sono fuggiti.
Una parte di ffoo, cc in particolare si porta in via rimassa, mentre un'altra parte alle 12:38 risale corso torino per andare in piazza tommaseo. [...] Questo attacco con bottiglie molotov da parte del blocco nero verso i cc in via pisacane, viene collocato tra le 12:25 e le 12:30. Ulteriori dati certi vengono forniti da due reperti: reperto 182 (min 2:07 a min 2:53) e reperto 192.17. [...]
Mentre una parte di manifestanti attraverso via monte suello raggiunge piazza tommaseo incendiando, distruggendo e devastando autovetture e luoghi lungo la strada, [...] un altro gruppo prosegue per via trebisonda sempre danneggiando e incendiando altre autovetture. Questo gruppo raggiunge le retrostanti via nizza e via saluzzo dove si trova la caserma della polizia stradale, che viene assaltata, ricongiungendosi poi con altre persone in piazza tommaseo.
E' stato sentito falconetti per l'assalto alla caserma della stradale: si trovava nel corpo di guardia, vide una macchina rovesciata in via trebisonda, e alle 12:58 c'e' una telefonata di un cittadino che segnala l'incendio di due vetture in via montesuello e in via trebisonda. Il teste ci ha detto che verso le 12:30 notava molte persone all'incrocio con via nizza che indicavano la caserma. si staccano alcune persone dal corteo che lancia pietre e altro contro la porta della caserma. In breve i vetri vengono infranti e l'entrata pesantemente danneggiata. Pochi istanti dopo un soggetto vestito di nero lanciava una bottiglia incendiaria che faceva divampare un incendio nell'atrio. Il personale esce dalla caserma ma l'autore dell'atto si era dileguato e mischiato con il gruppo di neri presenti. Corrobora il tutto il rep. 192.20 e una telefonata delle 12:52:15 in cui la polizia stradale segnala l'assalto.
A questo punto i manifestanti del blocco nero si attestano in piazza tommaseo e realizzano una nuova barricata in corso buenos aires, per impedire l'avanzata delle ffoo. Contestualmente distruggono l'arredo urbano della piazza, incluse le cabine telefoniche, le pensiline dell'autobus e le sedi della carige e del banco ambrosiano veneto.
Alle 12:50 un continagente della polizia di stato avanza lungo corso buenos aires in direzione piazza tommaseo. I manifestanti del blocco nero lanciano verso le ffoo oggetti contundenti e bombe molotov. I manifestanti poi dopo aver incendiato i cassonetti delle barricate, si ritirano in via montevideo e adiacenti, mentre altri si fermano a opporre notevole resistenza.
La ricostruzione trova piena conferma nella testimonianza del dr. Lapi, comandante del contingente che si trovava in quel contesto.
Anche qui ritengo di non dover ripetere quanto riferito da Lapi. [...]
Alle 12:39:21 la telecamera savonarola inquadra piazza tommaseo, che appare piena di manifestanti, mentre alle 12:39:45 la polizia di stato lancia lacrimogeni in quella direzione, mentre i manifestanti sono tra la piazza e via casaregis. [...]
Alle 12:51:45 la ps da corso buenos aires marcia verso piazza tommaseo, si trova all'altezza dell'incrocio continuando a lanciare lacrimogeni. Alle 12:54:48 mentre la ps avanza verso piazza tommaseo, viene lanciata tra i piedi del dispositivo una molotov. Alle 12:55:18 la ps raggiunge piazza tommaseo e i manifestanti scappano in via montevideo, via dassori, via corso e sulla scalinata. Vengono fatti alcuni arresti.
La fuga dei manifestanti e' confermata anche dal rep. 188.18 che alle ore 13:04:10 (non del video ma della ricostruzione) riprende piazza tommaseo sgombra dai manifestanti. Sempre dalla telecamera savonarola potete apprezzare il dettagliato agire dei manifestanti, tra cui l adevastazione della carige. Da segnalare e' tra i manifestanti piu' violenti il famoso soggetto numero 1. [...]
Tutti questi eventi si collocano in un lasso temporale compreso tra le 12:43 e le 12:57. Mi spiace tornare nel dettaglio, ma mi serve per sottolineare che li cosiddetto gruppo MC e' presente in piazza tommaseo e in particolare alla devastazione della CARIGE. Alle 12:42:59 i manifestanti del blocco sono presenti in piazza tommaseo. Alle 12:46:24 viene inquadrato CC in piazza tommaseo. Alle 12:44:14 vengono mostrati i manifestanti che assaltano la Carige. Poi c'e' CC di fronte alla CARIGE, e numero 1 alle barricate. Alle 12:55:42 vengono visti i tamburini tra i manifestanti. Alle 12:56:22 c'e' la ps in piazza tommaseo, mentre i manifestanti sono in parte sulla balconata della scalinata. Alle 12:56 si vede la ps che avanza lungo via montevideo.
Alle 13:01:20 l'elicottero della polizia di stato riprende i cassonetti incendiati tra via invrea e corso torino, contestualmente a questi scontri che sono stati ingaggiati tra blocco nero e forze dell'ordine, diversi da quelli che abbiamo descritto.
La diffusivita' di questo tipo di scontri ci fa fare un ulteriore passo indietro fino a quella parte di manifestanti respinti verso direzione mare da corso torino. Verso piazzale Martin Luther King, attraverso via Rimasse e corso Marconi, dove inizia anche qui la violenta devastazione di arredo urbani e esercizi commerciali. [...] In questo contesto il gruppo del blocco nero viene incalzato dai cc, e si registra la devastazione della banca nazionale del lavoro, del distributore di via cecchi, [altri negozi e autovetture]. Successivamente nell'arco di tempo che va dalle 13:00 alle 13:30 circa una parte di questi manifestanti risale la scalinata di via foliensi e raggiunge via nizza. Qui si verifica l'assalto alla caserma della gdf di via nizza. Ripercorrendo via nizza in direzione monte il gruppo si risalda con il grosso del corteo su via Dassori e via montevideo. Alle 13:22:42 un cittadino segnala devastazione in via nizza angolo via trento. Peraltro mentre parte dei manifestanti avevano lasciato piazza tommaseo in via montevideo, una altra parte si portava su via nizza in direzione mare. Un continuo e fluido separarsi e riunirsi. [...]

[ 5 minuti di pausa ]

A: (Canepa) ritorniamo a occuparci di quella parte di blocco nero che era arretrata su via rimassa e zona a mare, dove danno luogo a devastazioni di esercizi commerciale e arredo urbano. I cc incalzavano il gruppo, il blocco arretra ulteriormente e si asserraglia in piazza luther king dove fa barricate per evitare l'ingresso delle ffoo. Solo alle 14:35 circa a seguito di uno sfondamento della barricata con un mezzo pesante i cc fanno irruzione nel piazzale e disperdono i manifestanti che vi si trovavano. Ricordiamo le testimonianza di Odierna-Viti, Vitta, il dr. Rollo, e Giacomo Venezia. [...]
Il capitano Bianchi che comandava il manipolo che ha fatto lo sfondamento.
Avendo parlato cosi' in dettaglio di quanto fatto dal blocco nero, non deve farci dimenticare cosa stava succedendo nei pressi dei varchi che erano stati deliberatamente indicati come obiettivi. Contemporaneamente a questa fase si verificavano due contatti tra i manifestanti e le linee di demarcazione della zona rossa. Intorno alle 12:00 un primo corteo di giovani disarmati si portava a ridosso dello sbarramento presidiato dalla ps senza creare incidenti. Un secondo corteo di manifestanti da piazza kennedy e muovendosi lungo viale brigate partigiane, si porta all'altezza di via ippolito d'aste e via cesarea, cerca di forzare lo sbarramento, scontrandosi con il personale diretto dal dr. piccolotti che ce ne ha riferito. Nel corso di questi scontri in via cesarea i manifestanti operano il danneggiamento esterno del banco carige di via cesarea. Percorrendo via fieschi in discesa raggiunge piazza dante e da inizio a un lungo assedio mirato a forzare il varco della polizia. Ha riferito il dr. guaglione sul punto che ha cercato di resistere a questi assalti con personale dell'arma e idranti del corpo forestale dello stato. Da segnalare che in relazione a questi fatti e' stata condannata una cittadina francese per gli atti di danneggiamento di una delle gabbie protettive nell'atto di violare la zona rossa qui in piazza dante. [...]
Tornando a via Dassori e via Montevideo, dove vengono rovesciate e date alle fiamme due autovetture che sono diventate dei simboli delle devastazioni, una parte del gruppo nero raggiunge l'incrocio tra corso gastaldi e via tolemaide. Durante questo breve tratto vengono danneggiate vetrine e uffici in via montevideo: sixt car, de floris e altri. I tempi: alle 13:03:42 passaggio in via montevideo da parte di un cittadino; alle 13:08:25 il rep. 236 si vede parte del blocco nero che passa in via dassori; alle 13:10:49 inizia la devastazione del sixt rent; alle 13:12:07 viene dal rep. 143.112 viene inquadrato corso torino in direzione del sottopasso ferroviario e si notano i cassonetti e le campane della raccolta differenziata spostate al centro della strada, rovesciate e incendiate. Bisogna sottolineare con forza che questi danneggiamenti non sono riconducibili in senso stretto al corteo del blocco nero, ma alle 13:28:44 viene inquadrato il sottopasso ferroviario che non e' ostruito da barricate e che non ha ancora visto il passaggio del corteo. Alle 13:23:06 ritornando alle telecamere del traffico in gastaldi viene ripreso parte del blocco nero in via tolemaide e via montevideo, con il tipico carosello. SI vede il fumo della fiat brava. Alle 13:27:42 un altro schieramento di cc si muove su corso buenos aires verso tommaseo e si attesta all'incrocio con via casaregis, e non c'e' la ps in piazza tommaseo, mentre ci arriva alle 13:47 un contingente di cc. Vedasi rep. 57a e 143.113.
Sempre con riferimento all'incendio di prima alle 13:28:45 c'e' un cittadino che segnala l'incendio di vetture in via montevideo, la fiat brava che brucia gia' alle 13:23:30. Alle 13:28 i tamburini si spostano da via montevideo verso via tolemaide e il corteo del blocco nero si accoda come a un pifferaio magico. Alle 13:31 la telecamera inquadra via tolemaide e in fondo si vede la colonna di fumo nero che e' certamente riferibile alla fiat brava di cui sopra. Dopo alcuni minuti di sosta, questi anarchici e questi tamburini incalzati dalle ffoo, si spostano scendendo da via tolemaide in direzione brignole.
Ponendo l'attenzione su questi tamburini questi sono un elemento tipico che si distingue per il loro abbigliamento: sono 9 soggetti, vestiti di nero, maschere antigas, hanno strumenti a percussione e bandiere nere su cui sono stati disegnate parti del corpo umano (polmone, cuore, fegato). Anticipano il passaggio della devastazione e anticipano con i loro vessilli e le loro marce tutte le successive devastazione che il blocco nero pone in essere. Questo modo di procedere era gia' apparso a praga durante gli incidenti. La documentazione su questi soggetti e' copiosa e sul loro modo di agire e di anticipare la violenza ha riferito il testimone giacomo amadori che ha seguito il corteo del blocco nero proprio a fianco a questi tamburini.
Alle 13:42:05 mentre fino a questo momento c'e' il regolare traffico veicolare, si vedono comparire su corso sardegna i primi manifestanti travisati. L'inquadratura della telecamera giusti e' diretta a monte, ma si comprende quello che sta avvenendo. Alle 13:43 un cittadino segnala in corso sardegna la devastazione in atto degli uffici della motorizzazione civile. Alle 13:43:42 per comprendere la preoccupazione dei cittadini perche' quando parliamo di devastazione e saccheggio e la storia del g8 e' il senso della precarieta' e di pericolo che i cittadini fanno alle ffoo. [...] Viene segnalata la devastazione del distributore erg. Il passaggio del blocco nero in questo punto deve ritenersi tra le 13:30 e le 13:40, come confermato dal rep. 188.18 che riprende l'incrocio tra tolemaide e montevideo come sgombro, perche' i manifestanti si sono gia' spostati.
Alle 13:48:40 un altro cittadino segnala la realizzazione di barricate in legno nel sottopasso e l'assalto alla sede del corriere mercantile e del distributore api. Fate conto che questi distributori sono in citta' e in prossimita' di case, con tutto quello che ne deriva. [...]
Soprattutto nelle immagini il sottopasso ferroviario si mostra ostruito da barricate e i manifestanti si vedono in corso sardegna. Alle 13:51:25 compare all'incrocio di piazza giusti uno dei soggetti che abbiamo riferito al gruppo CM, con pantaloni rossi e maglia bianca. Alle 13:55 viene segnalata dalla COT l'incendio in atto presso il distributore IP tra via archimede e corso sardegna.
Alle 13:53:07 una persona dalla sede del corriere mercantile segnala attivita di manifestanti contro la sede del giornale e il distributore. [...]
Si vede bene che dopo gli scontri in paolo da novi, il gruppo ha iniziato un vero percorso di devastazione che ha una sua strategia e che cerchera' di arrivare attraverso castelletto ai varchi della zona rossa che sono situati in altra parte della citta' e di cui vi diremo. Pero' il proseguire di questo corteo e l'arrivo in piazza giusti segna l'inizio delle devastazioni in questa zona. In particolare si segnala la devastazione e il saccehggio del supermercato di per di di piazza giusti, su cui hanno testimoniato parecchie persone, abitanti della zona che hanno visto in diretta cosa accadeva. Non ripeto le dichiarazioni ma le ho indicate. [...] All'inizio i soggetti non erano numerosi, ma sono andati aumentando. Non erano vestiti solo di nero ma anche normali. [...]
E' stato dato atto anche della devastazione di un gommista presente e della banca intesa in zona. In particolare il teste Pignatelli ha notato che questi soggetti si liberavano dei vestiti neri per diventare dei pacifici e normali manifestanti. [...] Sulla devastazione ha riferito anche il responsabile cittadino dei supermercati di per di, quantificando i danni di 202 milioni di lire e l'attivita' del supermercato e' stata ripresa solo nel successivo ottobre. Sempre in merito alla devastazione di piazza giusti sono stati sentiti diversi testimoni, titolari degli esercizi devastati. [...]
Alle 13:56:01 un cittadino telefona alle ffoo per segnalare la devastazione in atto degli esercizi commerciali in particolare del di per di e del distributore ip. Alle 13:56 la telecamera di piazza giusti inquadra la situazione: si nota il corteo del blocco nero che riempie la zona e si sta spostando verso via canevari. IN questa fase c'e' numero 1 e altri soggetti del gruppo CM che si spostano verso piazza giusti e corso sardegna. Alle 13:57:06 la devastazione del di per di risulta gia' iniziata. Sullo sfondo si vedono i tamburini che fanno il carosello con le bandiere.
Alle 13:59:37 la telecamera di savonarola inquadra corso torino in direzione di corso sardegna: ci sono molti manifestani, il passaggio e' sgombro, e si vedono fumo e cassonetti ncendiati. C'e' uno zoom che mostra l'evidente presenza di barricate in tutti e tre i fori del sottopasso. Perche' bisogna evidenziare questo particolare? Perche' noi sappiamo che i cc sono chiamati a intervenire in piazaa giusti con mondelli e bruno e gli viene detto che i tunnel sono pieni di persone e intransitabili.
L'elicottero della polizia riprende piazza giusti e si vedono molti manifestanti del blocco nero che prosegue nel saccheggio del supermercato, rep. 188.18 che conforta le telecamere del traffico. Sempre nello stesso reparto alle 14:01:01 ci sono persone che si muovono in piazza manzoni, ponte castel fidardo e via canevari. Alle 14:05:21 c'e' piazza manzoni con una mercedes in fiamme. Alle 14:06 viene ripreso corso sardegna lato monte con persone impegnate nella devastazione del credito italiano, segnalata anche da un cittadino via telefono.
Terminata la zona di piazza giusti il grosso del corteo si sposta dall'altra parte del torrente bisagno, oltrepassa piazza manzoni, attraversa ponte castel fidardo dove i tamburini fanno un carosello e alle 14:10 raggiunge via canevari.
Alle 14:10 in via canevari il fumo nella zona e' gia' visibile alle 14:05:00 per l'incendio della mercedes. Questo incendio procede con intensissimo fumo nero fino alle 14:30 come si vede dalla telecamera verdi. Alle 14:06:15 una parte dei manifestanti del blocco nero ritorna in piazza giusti da corso sardegna e si riunisce agli altri. [...]
Alle 14:07:15 dal 188.18 l'elicottero della ps riprende il blocco nero in via canevari all'intersezione con corso monte grappa, e di li' a poco viene documentata la presenza dei tamburini. Alle 14:09:10 e' inquadrato il corteo del blocco nero in via canevari. Il rep. e' il 143.112.
Alle 14:09:26 continua la documentaizone dell'arrivo in via canevari, come il rep. 209.1. Poi inizia il danneggiamento delle autovetture in via canevari, alle 14:13:42, come si vede dal rep. 143.112. Nel rep. 209.1 mostra la devastazione in atto del banco di sicilia di via canevari. [...]
Tra le 14:10 e le 14:45 il blocco nero realizza nella zona di via canevari ulteriori devastazioni, sia di fronte a borgo incrociati, dove si incendiano autovetture, si incendia un distributore erg, e viene aggredito un cineoperatore della scientifica, sia in altre zone dove vengono aggrediti banche, supermercati e altro. Viene anche assaltata e imbrattata la porta della chiesa dei 10 mila martiri in via canevari, che suscita grande allarme del parroco che chiama il 113. [...]
A questo proposito, proprio con riferimento della devastazione della Banca Popolare di Novara, c'e' la testimonianza del cassiere che abita anche nello stesso palazzo. La telefonata del parroco invece e' delle 14:37:28.
Alle 14:38:21 arrivano dei manifestanti con le bandiere sarde e sembra spostarsi verso via giacometti insieme ad altri, come si vede dalla telecamera di piazza giusti. [...]
Dopo aver percorso tutta via canevari il corteo del blocco nero raggiunge la zona di piazzale marassi. Risale la scalinata montaldo raggiungendo la zona di piazza manin dove i tamburini arrivano verso le 15.00. [...] Una parte di manifestanti attraversa piazzale marassi e da' l'assalto alla casa circondariale. Vengono incendiati gli ingressi, le finestre e alcuni locali. I danni stimati sono 60 milioni di lire, vengono danneggiate autovetture all'esterno della struttura, e iniziando un fitto lancio di oggetti all'indirizzo dello sparuto gruppo di ffoo che presidiavano la struttura. Hanno deposto sia Angelo Males, l'isp. Cressa e Parente; hanno tenuto a rettificare l'inesattezza dell'orario dell'assalto.
Particolarmente significativa al di la' della deposizione del direttore, [fa polemica con la della porta per la sminuimento dell'assalto], e' la testimonianza del dirigente salvo che riferisce della situazoine di uno sparuto gruppo di cc che si trova assaltato dal blocco nero mentre difende il carcere. Si allarme, chiama l'operativo per rinforzi. Risulta dai brogliacci la conferma di questa richiesta e risultano essere i carabinieri di mondelli che dovrebbero arrivare ma non arriveranno mai. Le chiamate sono transitate via radio [...] e G189, il dr. Salvo, chiama per avvisare che arrivano i manifestanti e chiede l'invio di personale di polizia.
Il dr. Salvo fa predisporre il personale dell'arma con scudi e lanciatori di lacrimogeni, continua a sollecitare via radio l'invio con la massima urgenza di altro personale, la sala operativa risponde che sta provvedendo. Su chi arrivera' al carcere e' un altro capitolo che verra' afffrontato in un secondo momento. Sappiamo che anziche' il contingente del dr. mondelli arrivera' G19 (Pagliazzo Bonanno) piu' tardi.
Sappiamo che le ffoo vengono fatti oggetti di lancio di oggetti e di bottiglie incendiarie, e gli uomini vengono fatti salire sui mezzi e allontanati dall'obiettivo. Vengono lanciati degli artifizi lacrimogeni per disperdere i manifestanti che stanno lanciando ordigni incendiari anche contro la porta.
E' stata significativa per chiarimento il tenente dei cc che ha spiegato le ragioni dell'allontanamento dei cc all'arrivo dei manifestanti, rilevando l'esiguo numero contro un numero elevato di manifestanti.
Mi preme puntualizzare che la segnalazione dell'avvicinamento e' delle 14:43. La COT comunica al dr. mondelli che si trova in via invrea di raggiungere urgentemente la zona del carcere. [...] Alle 14:44:47 un cittadino segnala manifestanti del blocco nero davanti a marassi. Alle 14:51:44 un altra telefonata segnala l'attacco e gli incendi. Alle 14:56 il dr. salvo continua a insistere nel richiedere rinforzi. [...]
A un certo punto la telecamera atleti azzurri mostra del fumo che e' da ricondursi con certezza all'incendio alle strutture carcerarie e mostra i manifestanti che lentamente si allontanano dalla zona del carcere.
Alle 14:56:10 il gruppo piu' numeroso che aveva preso parte all'assalto si allontana, ritorna su via canevari, e alle 15:00 sul piazzale non c'e' piu' nessun manifesante. Alle ore 15:15:00 tornano sul piazzale e riprendono il controllo dell'area sgombra.
Cosa fanno questi manifestanti? I piu' reattivi sono stati gli agenti della penitenziaria che si sono posti a difesa del carcere mostrando le armi addirittura. Seguendo il flusso del blocco nero che da scalinata montaldo arriva in piazza manin dove alle 15:00 sono arrivati i tamburini. Il transito del blocco nero verso la zona di castelletto, dove si trova piazza Manin, inizia a essere segnalato alle 14:46:43. Alle 14:58:24 il corteo del blocco nero viene visto arrivare in corso armellini, come da rep. 34. Alle 14:59:42 una cittadina segnala la presenza del blocco nero in largo giardino, che e' lo sbocco di via montaldo antistante il passaggio verso piazza manin. Alle 15:01 il rep. 192.17 ci mostra i tamburini che fanno il loro carosello.
Cosa cerca di fare il blocco nero? Cerca di raggiungere e sfondare la zona rossa da via assarotti. Qui c'e' la piazza tematica del blocco rosa e di rete lilliput che occupano via assarotti con la loro manifestazione e che quando vedono arrivare il blocco nero protestano vivacemente. Allora il blocco nero devia verso la circonvallazione a monte. Ovviamente lungo il percorso di via armellini si registrano ulteriori danneggiamenti di autovetture, una mercedes, e ulteriori devastazioni del patrimonio sia pubblico che privato.
Alle 15:05 la COT devia G19 (Pagliazzo-Bonanno) a recarsi in piazza Manin. alle 15:07 il video 192.17 mostra il lancio di lacrimogeni in piazza manin e un minuto dopo si vede arrivare il reparto da largo giardino e andare verso corso armellini.
Qui accade un'altra delle vicende che non sono oggetto del processo, ma che sono avvenute. Ovvero la assoluta confusione delle ffoo che si scagliano contro i manifestanti pacifici anziche' contro il blocco nero, ma questa e' un'altra storia. [...]
Costretti a deviare, il corteo del blocco nero raggiunge corso solferino, incendia una rover che si trova parcheggiata, alle 15:40 cerca di aggredire la zona rossa in via palestro, incendiando due autovetture nei pressi di passo corrini, e altre in via palestro. Il blocco nero giunge in piazza Marsala, dove gli scontri sono rilevati. Nel dettaglio alle 15:28:35 un cittadino segnala devastazioni in atto in via palestro. Poi in corso solferino. Alle 15:38:50 la COT comunica con urgenza la necessita' di intervenire per reprimere il blocco nero in via palestro. Questo tentativo di violare la zona rossa viene effettuata in concomitanza con una analoga situazione che ha una portata minore dal punto di vista della violenza. L'altro tentativo tra le 13:00 e le 16:00 viene portato a termine da un blocco rosa infiltrato da alcuni elementi del blocco nero al varco tra via assarotti e piazza corvetto.
In merito a questi reiterati tentativi alla zona rossa, alcuni sono stati coreografici e pacifici, anche se e' chiaro che quando una massa di persone spinge su una grata si crea del pericolo, alcuni dicevo sono pacifici come via dante o questo, ma per apprezzare la violenza di questi tentativi in particolare quello di via cesarea io richiamo la testimonianza del cc Vox, responsabile dei varchi. Egli riferisce che non solo aggredivano con oggetti atti a tagliare gli sbarramenti, ma con un lancio di biglie di ferro, sfere di acciaio, pietre, per riuscire a penetrare, tanto che il dr. vox dice che queste griglie sembravano fogli di carta al vento.
Quindi aggrediti: il varco di piazza dante, via cesarea, via caffaro, piazza corvetto, piazza marsala.
Ancora in ordine ai danneggiamenti in atto in via palestro ricordo che alle 15:46 viene segnalato alla COT dai reparti di ps, alle 15:50 e' la ps che comunica alla centrale l'incendio di cassonetti in via palestro, e nel frattempo i manifestanti si sono allontanati. C'e' ancora alle 16:46:45 un cittadino segnala danneggiamenti e incendi in spianata castelletto.
In questa zona, via palestro, via goito, via pastrengo, e teniamo presente che il blocco nero tornera' indietro, e' pacifica la presenza dei nostri imputati VV e MC in una via nei pressi di piazza Manin.
Dalle immagini del rep. 192.5 che non e' attendibile in tutte le sue parti e' possibile datare il rientro in piazza manin del blocco nero tra le 16:21 e le 16:29. Il blocco nero rientra e mentre transita una folla di manifestanti pacifici lo insulta. L'orario e' congruo con la telefonata delle 15:46. Il percorso a ritroso fatto dal blocco nero puo' ritenersi attendibile, perche' dopo essersi scontrato con le ffoo, e dopo essere stato respinto inizia a disperdersi: in parte percorre via goito, via pastrengo e via mameli, dove viene incendiata una spider di colore giallo; si allarga il rientro verso corso solferino, sia in direzione ponente verso corso magenta, dove raggiungono via caffaro e un ultimo assalto alla zona rossa. Su questo assalto che e' stato cruento ma portato avanti da un gruppo limitato di persone del blocco nero, hanno riferito due ps. Piu' o meno questo ulteriore assalto dovrebbe essere avvenuto intorno alle 17:00 da parte di una cinquantina di individui che scendono da via caffaro su piazza portello lanciando cassonetti incendiati contro la polizia.
Anche qui vi rinvio a una lettura complessiva alla lunga deposizione del teste Giacomo Amadori. E' estremamente significativa la circostanza gia' nota e gia' sottolineata come questi soggetti del blocco nero si cambiassero repentinamente di vestiario diventando delle persone normali.
Proprio come evidenziato dal teste, alcuni manifestanti del blocco nero respinti nell'assalto alla zona rossa in piazza corvetto ritornano in piazza manin e ripercorrono a ritroso l'itinerario fatto in precedenza. Via recco, Corso Monte grappa, via giusti e poi il quartiere di san fruttuoso. Alle 17:00 si raggiunge via giacometti, piazza martinez e piazza terralba.
Qui si svolgono altri scontri violenti con le ffoo e vengono poste in essere diverse attivita' violente, ricongiungendosi con frange violente del blocco nero dalla zona di san martino e elementi del blocco nero che si erano infiltrati nel corteo delle tute bianche, e respinti dalle ffoo vanno sul ponte di terralba e via torti.
Quanto affermato ha trovato riscontro nei video e in alcune telefonate dei cittadini allarmati di quanto stava succedendo in citta': alle 17:14:08 un cittadino segnala il danneggiamento di un esercizio commerciale in via giacometti; alle 18:21:28 dove viene segnalata la devastazione di una banca in terralba; [...]; alle 19:08:41 un cittadino segnala manifestanti che si cambiano in via de albertis; alle 19:08:54 in via imperiale ci sono danneggiamenti e incendio di cassonetti.
Del resto il rientro per la via or ora specificata era stato documentato oggettivamente dalla telecamera del traffico di piazza giusti: ore 16:09:20 da via canevari si vedono gruppi sparuti di manifestanti; questa situazione rimane immutata almeno fino alle 17:20; alle 17:48:31 all'incrocio tra corso sardegna e via giacometti ce'' un gruppo sparuto di persone che sono rifluiti in loco dopo lo scioglimento del corteo; alle 17:55 arrivano anche persone in piazza martines; alle 17:48:35 si vede VV in questo gruppo di persone. Alle 17:49:17 transita un altro soggetto del blocco nero, con felpa grigia, e poi U. e M. vengono notati passare da piazza giusti verso via giacometti. [...]
E' importante ancora segnalare che contestualmente alla fase finale degli scontri tra le ore 15:00 e le ore 16:00 la parte del blocco nero che si era staccata dal corteo in corso torino e aveva devastato la foce, a seguito dell'irruzione in martin luther king si allontana in direzione levante. Percorre corso italia, lasciando il segno con danneggiamenti e con l'assalto al forte san giuliano, su cui ha deposto il ten. tosti.
In parte questo spezzone del blocco nero viene respinto verso la zona soprastante in via de gasperi. Da qui andra' in via orsino. [...]
Nel corso dell'assalto rimane ferito un appuntato dei carabinieri Politi che verra' congedato per sopraggiunta inabilita' [...]
In questo movimento verso levante, viene raggiunta boccadasse, via cavallotti, via orsini, via sturla e via isonzo, dove, e lo evidenzio per segnalare come c'e' un contesto di azione di guerra continuo.... dicevo tra le 15:30 e le 16:00 vengono operate altrettante devastazioni. Alle 16:15 il blocco nero arriva in san martino dove viene assaltata la caserma dei carabinieri come testimoniato da auriemma e catania. Anche il levante cittadino, come tutti i quartieri interessati, risente dei danni all'arredo urbano, alle autovetture e agli esercizi commerciali. [...]
Tornando all'analisi della devastazione in san fruttuoso, piazza martinez, piazza terralba, via torti, i manifestanti ingaggiavano scontri violenti con le ffoo operando distruzioni dell'arredo urbano e di istituti di credito [...], e tentavano di assaltare anche il commissariato di PS di san fruttuoso. [...]
La tempistica delle devastazioni in questa zona della citta' e' stata ricostruita cronologicamente: [...]; alle 17:46 il rep 236 vengono ripresi danneggiamenti in atto da parte di manifestanti in via dassori; alle 17:30 c'e' un reparto dei cc che avanza fino a meta' ponte di terralba di fronte a sassaiola di manifestanti; [...] i cc si vede che avanzano oltre il ponte di terralba; a questo punto alle 18:02:10 le immagini mostrano come il gruppo di manifestanti sia diventato eterogeneo, blocco nero e fuoriusciti dal corteo delle tute bianche. I manifestanti contrattaccano e i cc arretrano dal ponte fino a corso gastaldi. Poi i cc riprendono il controllo. Alle 18:18 c'e' l'incendio dei manifestnati in piazza terralba ripreso dall'elicottero. Il rep. 188.09 alle 18:20:09 c'e' l'incendio della banca di via torti. Poi un cittadino segnala il danneggiamento della banca stessa in una telefonata. [...]
Alle 19:04:52 un cittadino telefona segnalando in via cellini danneggiamenti e incendi. [...] Alle 19:19:54 vengono nuovamente sengalati devastazioni e incendi.
Riepilogando se mai puo' essere possibile si puo' dire che le devastazioni in questa ultima fase risultano operate da gruppi di manifestanti del blocco nero che rifluiscono dagli scontri della zona di circonvallazione a monte, da manifestanti misti di blocco nero e tute bianche dopo gli scontri di via tolemaide, e altresi' da gruppi di manifestanti che provengono dalla zona di piazzale martin luther king che dopo aver aggirato la zona san martino arrivano in terralba, nonche' da manifestanti del blocco nero e delle tute bianche confluiti in zona dopo gli scontri di piazza alimonda e limitrofi. [...]
Si deve anche fare cenno ancora ad un altro corteo di anarchici che aveva preoccupato le autorita' ma che non si rivelo' poi pericoloso, che e' avvenuto dalla mattina in piazza montano, fino a piazza di negro, sciogliendosi intorno alle ore 17:00. Il corteo era composto di COBAS e CUB e da un gruppo di anarchici che erano stati tenuti fuori dal corteo dal servizio d'ordine. Un gruppo di giovani nella zona di via Buranello si era lasciato andare a devastazioni e incendi. I danni rispetto al resto sono stati molto contenuti, con incendi di veicoli e istituti di credito in via cantore e limitrofi.

[ rinvio a venerdi' ]