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[processo ai 25] trascrizione terza udienza requisitoria PM

TRASCRIZIONE SOMMARIA – PROCESSO AI 25 – III UDIENZA ARRING PM

[ P=Tribunale, A=Accusa, D=Difesa, C=Parti Civili, R=Teste ]

P: [procede all'appello]

A: (Canciani) Ritornando a quello che era il punto a cui eravamo rimasti c'era una precisazione che volevo fare. Nella parte della requisitoria che abbiamo affrontato, nella ricostruzione dei movimenti del blocco nero, la collega ha fatto riferimento costante a quelli che erano i reperti per individuare determinate situazioni e collocarle in maniera cronologicamente corretta. Nella scorsa udienza io non ho fatto questo tipo di riferimento non perche' questi riferimenti non esistano, ma per non appesantire la mia ricostruzione senza interromperla con mille indicazioni di reperto. Avremo cura di depositare una memoria scritta con questo tipo di indicazioni.
Ritengo opportuno dare una indicazione generica dei reperti usati pero'. Nella parte della volta scorsa e di questa udienza, alcuni dei reperti da cui si desumono gli orari precisi, che sono poi gli stessi usati dalla difesa, sono principalmente le telecamere del traffico (rep. 57a, 57b, 57d), e altri reperti il cui orario e' stato corretto raffrontandoli con le telecamere del traffico (rep. 236, rep. 188.18). [ dettaglia il punto di riscontro degli orari per i video non temporizzati ]. [rep. 236 presenta orario spostato in avanti di 2m40s mentre il 188.18 di 3m10s].
Sono stati utilizzati alcuni altri reperti che non avevano un orario sulle immagini ma evidentemente riprendevano scene analoghe che erano contenute in altri reperti precedentemente individuati e temporizzati: rep. 46, rep. 181.6, rep. 198.50, rep. 237. A loro volta consentono di focalizzare alcune delle immagini che sono riferiti a fatti ripresi in maniera meno precisa nell'ambito di altri reperti. Poi c'e' il rep. 192.25 dove il pm ha rettificato l'orario in maniera analoga a quella indicata per i rep. 236 e 188.18. Si tratta di un filmato che riguarda l'assalto al blindato e la possibilita' di rettificare l'orario come 3 minuti in eccesso e' avvenuta con la sincronizzazione con la telecamera 57d. [...]

Avevamo lasciato la ricostruzione degli spostamenti delle ffoo e dei manifestanti in un periodo successivo a quello che era stato l'assalto al blindato e le fasi degli scontri che si erano verificati successivamente [...]
Nel momento in cui le immagini riprendono l'arrivo degli idranti all'incrocio con corso torino alle 16:32 e 16:33, vediamo i manifestanti che sono arretrati e le ffoo in una mediana tra via casaregis e via caffa. [...] Abbiamo preso gli idranti come riferimento come costante degli scontri di questa fase.
Tra le 16:35 e le 16:50 continua l'avanzata delle ffoo su via tolemaide, mentre i manifestanti iniziano ad arretrare in una posizione a distanza dalle ffoo tra via casaregis e via caffa. Vi e' un corrispondente spostamento di entrambi gli schieramenti, con le ffoo che si portano in una posizione superiore all'incrocio con via montevideo, mentre i manifestanti e quando parlo di manifestanti intendo le prime file, e' arretrato all'indietro sostanzialmente all'altezza del ponte di terralba. Tengo anche qui a precisare e l'ho fatto l'altra volta, come in questa fase il grosso del corteo ovvero tutta la folla che si trovava dietro il corteo delle tute bianche, ma anche il camion delle tute bianche sono gia' ampiamente risaliti lungo corso gastaldi fino a via benedetto XV, ed alcune persone sono addirittura tornate al carlini.
Questa fase continua a essere una fase di fronteggiamento a distanza, con lanci di lacrimogeni da parte delle ffoo e uso di idranti. Ancora una volta deve essere sottolineato come l'intervento delle ffoo per respingere i manifestanti non abbia sortito un effetto definitivo, questo per sottolineare la non volonta' da parte dei soggetti che fronteggiavano le ffoo di trovare una via di fuga, ma quella di proseguire gli scontri. Questa fase e' infatti caratterizzata da continui fronteggiamenti dei manifestanti con arretramenti delle ffoo. [...]
Alle 16:50-17:00 si assiste a una offensiva dei manifestanti che riguadagnano terreno ritornando all'incrocio di via montevideo e facendo arretrare il dispositivo. Anche qui per brevita' non ho riassunto tutti gli spostamenti che vengono fatti, ma successivamente proprio in ragione di un violento attacco dei manifestanti si assistera' a un arretramento consistente delle ffoo, che verso le 17:10 arretrano in via tolemaide.
E' questo uno dei momenti in cui si verifica uno dei contatti corpo a corpo tra manifestanti e ffoo, ma anche in questo caso si tratta di un attacco violento dei manifestanti contro le ffoo e non un contatto causato dalle ffoo, che portera' a un ulteriore episodio che non ha avuto effetti cosi' nefasti come alimonda o l'incendio del blindato, ma ancora una volta i militari hanno spostamenti piu' rapidi e uno dei mezzi si trovera' impedito nello spostamento e i manifestanti si porteranno a contatto con gli stessi.
E' importante oltre ai video leggere la testimonianza del capitano Nardelli, che ha parlato dei problemi di ripiegamento e poi ha detto “i manifestanti hanno assaltato il furgone, anche con un piccone, sono arrivati a 20-30 metri e gli autisti hanno esploso in aria colpi di arma da fuoco che ci hanno consentito di liberarci” [...]
Quindi sostanzialmente rispetto a quello che abbiamo visto dopo i fatti di tolemaide e l'assalto del blindato, l'unico contatto tra manifestanti e ffoo e' evidentemente provocato con queste modalita'. Ancora significativo per comprendere le dinamiche dei fatti di piazza alimonda, sono le immagini trovate che dimostrano come alle 17:26 fossero in corso anche movimenti dei manifestanti nelle strade laterali, come via Dassori.
Alle 17:26 ci sono i manifestanti che spingono le campane in via Dassori e tra le persone da cui vengono spinte le campane c'e' proprio Carlo Giuliani. Non interessa al pm sottolineare questo coinvolgimento in certi comportamenti, ma ci interessa sottolineare come le campane vengano portate in corso gastaldi e fatte rotolare contro le ffoo. [...] CI sono immagini che mostrano come la collocazione di queste campane all'incrocio tra via caffa e via tolemaide avviene prima dei fatti di alimonda, cioe' durante una offensiva dei manifestanti contro le ffoo.
Alle 17:19:13 le ffoo ripiegano fino a via Casaregis, significa quindi che alle 17:23 o 17:24 non avremo una pressione su via tolemaide dei manifestanti che provocasse la reazione degli stessi [...] Alle 17:20:03 il rep 188.18 riprende dall'alto via tolemaide e via caffa e si vede come siano gia' collocate in quel luogo le barricate con quegli stessi cassonetti e quelle stesse campane che erano state spostate alle 17.12 da manifestanti tra cui carlo giuliani lungo via dassori.
Siamo nei momenti immediatamente antecedenti rispetto ai fatti di piazza Alimonda, e come mostrano chiaramente le immagini non ci troviamo in una situazione in cui da piazza alimonda venisse fatta una attivita' forte di contrapposizione nei confronti dei manifestanti. Le ffoo stanno ripiegando e cercando di contenere la situazione. E' evidente che la situazione in cui sono costrette a operare le ffoo in piazza alimonda e' quella di dover tamponare la situazione in cui via tolemaide e' continuamente invasa dai manifestanti. Questa fase su via tolemaide non e' una continua contrapposizione delle ffoo, perche' poi quando avverranno i fatti di piazza alimonda la parte superiore di via tolemaide sara' completamente sgombra, come se le ffoo non fossero pronte a recuperare il terreno.
Quali sono i punti di riferimento di piazza alimonda? Sono la barricata tra via tolemaide e via caffa, uno schieramento della polizia di stato su piazza tommaseo che raggiungeranno i cc dopo i fatti di piazza alimonda, un reparto statico e lo rimarra' non intervenendo neppure nei fatti di piazza alimonda; vi e' poi la posizione del contingente schierato su piazza alimonda che dopo le fase di stasi descritte dai testimoni e dalle fotografie, dopo aver affrontato tutta una serie di vicissitudini precedenti, si apprestava a fronteggiare la situazione che i manifestanti stavano ponendo in essere. Con riferimento ai fatti di piazza alimonda, anche qui, in maniera estremamente breve, questo pm vuole evidenziare come sia stato dato ampio spazio in questo procedimento alla ricostruzione degli episodi. Si tratta ovviamente di un episodio gravissimo per le sue conseguenze, a prescindere dal suo sviluppo. Pero' si e' dato piu' spazio del necessario a questo evento, dato che aveva gia' avuto spazio per una ricostruzione meticolosa dei fatti in un altro procedimento. I fatti di piazza alimonda avrebbero potuto fermarsi all'assalto al blindato, dato che solo questo e' oggetto delle imputazioni, mentre siamo andati oltre questa situazione, siamo andati a sentire il consulente tecnico dell'autopsia su carlo giuliano, le modalita' delle ferite. Sono tutti post-factum rispetto a quello di cui ci stiamo occupando. Forse sarebbe stato corretto lasciare questo spazio se ci fossero stati dubbi rispetto al fatto che carlo giuliani sia stato ucciso da un colpo sparato da un cc all'interno di un defender. [...] Ma questo e' sempre stato pacifico. [...]
Il pm ha ritenuto di dare anche durante la discussione dei testi un contributo alla ricostruzione dei fatti, perche' nulla vi e' per il pm da nascondere anche rispetto a queste situazioni perch'e si facesse un ulteriore approfondimento sui fatti della morte di carlo giuliani.
Va comunque detto rispetto alla ricostruzione dei movimenti dei militari che non si trattava di personale che si trovava in piazza alimonda dopo aver bivaccato tutto il giorno: erano stati impiegati verso le 14:00 e tutta la mattina contro il blocco nero; erano stati impiegati durante l'assalto al blindato; ed erano risaliti da li' su via invrea fino a piazza alimonda, proprio durante quegli scontri che avevano impegnato le forze dell'ordine intorno alle 16:15 nelle zone di via invrea. Si tratta di militari che avevano partecipato a tutte le attivita' che le ffoo avevano dovuto sostenere per fronteggiare i manifestanti.
I fatti di piazza alimonda sono stati fotografati e ripresi in mille modi. Dal punto di vista cronologico si assiste a due fatti: il primo e' la situazione di difficolta' descritto precedentemente, con il contingente dei cc che muove lungo la direttiva di via invrea, che assiste all'offensiva dei manifestanti su tolemaide e che evidentemnte cerca non di colpire lateralmente dei manifestanti pacifici, ma di chiudere la possibilita' che i manifestanti si potessero riversare nelle zone laterali mettendo in pericolo l'incolumita' delle stesse ffoo che si stanno muovendo nella zona. Allora si spostano verso le barricate, che non verranno spostate dai cc ma dai manifestanti che effettuano l'offensiva su via caffa. Questo perche' credo che la cosa debba essere ricostruita secondo giustizia e secondo dati obiettivi.
L'elicottero come prima ha mostrato il collocamento della barricata all'incrocio mostra in maniera evidente l'avanzata offensiva dei manifestanti verso via caffa, come anche la fuga dei manifestanti lungo via caffa e via tolemaide, che rappresenta il punto successivo per i manifestanti per sottrarsi al prevedibile intervento delle ffoo.
I cc avanzano in via caffa, ma non per una carica, non si tratta di una avanzata violenta, ma lenta che non raggiunge via tolemaide, ma che raggiunge fino alla mediana di via caffa per chiudere i manifestanti dalla parte a valle rispetto alla barricata precedentemente collocati. E' assolutamente congrua rispetto alla situazione di via tolemaide, cioe' la piena signoria dei manifestanti e l'atteggiamento assolutamente di ripiego delle ffoo, l'assalto dei manifestanti contro il contingente di cc. I manifestanti assaltano il contingentte con un fitto lancio sia da via caffa, ma anche da via armenia, e anche questo e' perfettamente congruo: i cc sono attestati in via torino e in piazza alimonda, come i ps in tommaseo; il resto e' controllato dai manifestanti. Si assiste a un ripiegamento disordinato delle ffoo, che retrocedono in piazza alimonda. I mezzi come gia' successo in via torino e in via tolemaide hanno un movimento piu' lento del personale a piedi, e la carica dei manifestanti arriva a contatto con il defender, si verifica l'aggressione all'esito della quale si verifica la morte di carlo giuliani.
[ pausa drammatica ]
Come stavo dicendo l'aggressione nei confronti del defendere e' estremamente violenta, lo si vede nelle immagini, i manifestanti che arrivano a contatto con il defender sono un numero notevole, ma il mezzo e' piccolo, e viene assaltato come si e' visto dalle foto, tra cui MM, FL, oltre a Carlo Giuliani. Anche qui va evidenziato con riferimento ai lanci di sassi da via Armenia come i manifestanti che si portano a contatto con le ffoo non siano soltanto quelli che arrivano da via caffa, ma anche quelli che da via odessa e via armenia si riversano nella piazza. Il col truglio ci ha offerto una ricostruzione precisissima dei fatti. [...]
Credo che forse non sarebbe stato necessario nell'ambito di questo procedimento per colmare alcune lacune sentire i testimoni diretti rispetto a quello che e' stata la gravita' e il pericolo di questo tipo di situazione, situazione in cui oltre alle lesioni procurate vi era un assalto incontrollato e un oggettivo pericolo per l'incolumita' e la vita delle persone nel defender. Non e' qui che dobbiamo valutare la responsabilita' giuridica dei colpi di Placanica. Certamente quella che e' la percezione dei soggetti di quello che stava avvenendo in quel momento era di cc abbandonati da tutte le altre forze e di manifestanti che li accerchiano e li colpiscono con sassi, travi, e altro. Una trave ad esempio nella disponibilita' di MM sin dai momenti in cui il manifestante e' in via tolemaide.
Devo dire che per il pm non ha rilevanza una serie di elementi come: perche' c'erano due defender, chi c'era su uno o su un altro. Si tratta di particolari che possono contribuire a una ricostruzione analitica dell'episodio, capire perche' e come questo personale e' arrivato li', ma e' una valutazione sbagliata affrontare l'aggressione individuando un errore, un'imprudenza, un'imperizia la presenza di questi mezzi alle spalle del dispositivo durante l'assalto dei manifestnati. Qualunque fosse la ragione, qualunque sia stata l'imprudenza o l'imperizia, qualunque sia l'errore nel portarli li', questo non puo' inficiare la valutazione dell'aggressione di un mezzo dell'arma dei carabinieri impiegato in una attivita' di ordine pubblico. Devo anche dire che il pm cosi' come in altri casi si e' posto un problema, cioe' domandarsi se la reazione dei manifestanti nei confronti del defender potesse essere collegata da un'attivita' di quel defender prima di quel momento contro i manifestanti, o qualcosa del genere da parte delle ffoo, per tentare di comprendere in una chiave diversa da quella di una mera aggressione il comportamento dei manifestanti. Allora abbiamo richiamato alla memoria un altra immagine, come quella del blindato che va a spazzare via tolemaide senza toccare i manifestanti ma spazzando una autovettura, per esempio non per giustificare la cosa ma per capire se sia correlata. L'episodio e' successivo e quindi non c'e' un nesso causale tra questo e il comportamento dei manifestanti in piazza alimonda. [...]
La verita' e' che l'aggressione si verifica nella situazione in cui i manifestanti controllano tutta la zona. Prima che alle 17:23 circa si verifichi l'avanzamento in via caffa, i fatti di alimonda si concentrano in un minuto, perche' un minuto dopo l'elicottero riprende i manifestanti che si riversano su via caffa e poi su via tolemaide. [...]

Quali sono i movimenti successivi: avanzamento della ps da piazza tommaseo insieme al reparto di cc interessato dai fatti di piazza alimonda. Anche in questo caso sono movimenti che non comportano lo spostamento di contingenti su altre direttrici. I reparti si schierano in piazza alimonda, chiudono le vie e si schierano intorno al corpo. I manifenstanti in una situazione di totale controllo della zona, ritornano su via tolemaide, compiendo una attivita' di danneggiamento delle autovetture tra via caffa e via armenia. Una delle autovetture che sara' poi interessata dall'investimento del blindato, che pero' non era una auto parcheggiata ma messa in mezzo dai manifestanti.
Non vi sono dubbi sulla correttezza di questo tipo di ricostruzioni, sia perche' l'auto non e' ribaltata precedentemetne, sia perche' e' il primo intervento di questo tipo di mezzo. [...]
Si assiste in questo momento all'avanzata delle ffoo sulla direttrice di via tolemaide, un'avanzata rapida ma tenete conto che tutta tolemaide era completamente libera. Alle 17:26:53 che le immagini ci consentono di vedere l'avanzamento dell'autoblindo investendo l'auto, portandosi a ridosso di quelle che sono le prime file dei manifestanti che indietreggiano continuando a contrapporsi. Siamo alle 17:29 circa e i manifestanti stanno all'incrocio tra tolemaide, gastaldi e montevideo. [...]
Assistiamo a continui avanzamenti e ripiegamenti nella zona tra via caffa e via montevideo. Anche in questo caso non vi e' aclun contatto diretto tra ffoo e manifestanti, con lanci da parte dei secondi e uso di idranti e lacrimogeni da parte dei primi. Alle 17:28 c'e' l'ulteriore arretramento dei manifestanti che in parte ripiegano sul ponte di terralba ricongiungendosi con manifestanti di altro schieramento, cioe' quello del blocco nero, mentre un'altra parte iniziera' ad accodarsi al grosso del corteo che ritorna verso il carlini.
La posizione delle ffoo e' quella relativa al ponte di terralba.
Ci sono due dati da inserire: ricordo per esempio in questa fase di fronteggiamento nella zona di gastaldi le riprese del rep. 236 che ci mostrano come in queste fasi insieme a le persone che appartenevano ai resti del corteo delle tute bianche, erano pesantemente infiltrate da persone vestite diversamente e cioe' dai manifestanti del blocco nero. [...]
Ma non sono queste le uniche situazioni: ricordo e verranno poi mostrate, fotografie di situazioni in cui da dietro una macchina collocata in via tolemaide vi e' una persona che lancia sassi verso le ffoo ed era la stessa persona vista per tutta la mattina contrapporsi alle ffoo nell'ambito del blocco nero. Questo non significa che queste infiltraizoni abbiano avuto una costanza in tutto il pomeriggio, ma sicuramente durante gli scontri finali si e' assistito al riflusso di manifestanti che dopo le devastazioni del giorno attraverso terralba e zona san fruttuoso erano confluiti con quelle persone non che sfilavano pacificamente ma che si contrapponevano con violenza alle ffoo.
Non e' opinion di questo pm e non e' provato che cio' che e' avvenuto in via tolemaide a seguito della carica dei cc rappresenti qualcosa di programmato come infiltrazione del blocco nero nel corteo delle tute bianche. Sono eventi che si sviluppano in maniera indipendente, ma cio' non toglie che per rispondere di devastazione e saccheggio non necessariamente bisogna appartenere al blocco nero. La partecipazione di una persona a una situazione di pericolo per l'ordine pubblico e' sufficiente. Non e' intenzione di dire che non c'era differenza tra via tolemaide e il blocco nero, ne' che gli scontri sono riconducibili all'infiltrazione del blocco nero nel corteo delle tute bianche.
[...] I ps avanzano sul ponte di terralba. Qui si verificano un'altra serie di episodi gravi di violenza gratuita delle ffoo contro i manifestanti che sono sotto il portico. Evidentemente non rappresentavano le persone che avevano partecipato agli scontri, ma persone che cercavano riparo. Nonostante questo sono state ferite e colpite. Non c'e' ragione per il pm negare l'esistenza di questi fatti, ma bisogna che il tribunale si ponga il problema rispetto alle imputazioni se questi episodi per i quali i responsabili dovrebbero essere individuati e ritenuti penalmente responsabili abbiano un nesso causale con i fatti che sono oggetto del processo. Perche' l'attivita' di danneggiamento e devastazione e' assolutamente precedente a questi fatti assolutamente ingiustificati. [...]
Non sono fatti precedenti a piazza alimonda. Non sono fatti che noi cerchiamo di spostare per togliere una giustificazione ai manifestanti. Sono fatti successivi, in una situazione ormai prossima alle 17:45.
Alle 17:45:30 le ffoo sono attestate sul ponte di terralba. Rimando alla ricostruzione del blocco nero quella che sara' la ricostruzione di quel contesto spazio temporale. [...]
Le ffoo raggiungono la casa dello studento. Alle 17:52 c'e' ulteriore arretramento del corteo. Alle 17:55 c'e' un ultimo lancio di lacrimogeni. E poi il corteo rientrera' verso lo stadio carlini.
C'e' ancora da dire che le telecamere mostrano ale 18:02:52 l'incrocio tra corso gastaldi e via san martino che rappresenta il massimo punto di avanzamento delle ffoo. [...]

Questo e' quanto. Questa e' la ricostruzione cronologica minuto per minuto di cio' che accadde tra le 14:30 e le 18:00 lungo via tolemaide. Questi sono gli spostamenti, le cariche, le modalita' con cui si sono verificate, i contatti diretti tra manifestanti e ffoo, non ci sono buchi che consentano di collocare ulteriori cariche, ulteriore attivita' di schiacciamento, inseguimenti di ffoo contro i manifestanti, al di la' di quello che sono gli episodi, i fermi dei manifestanti dopo il primo contatto, il discorso del cortile della metalfer, al di la' dei fatti dei portici di corso gastaldi. Non ci sono in queste fasi e in queste situazioni in un rapporto di causa-effetto le situazioni di caccia all'uomo. Le situazioni rappresentate in questo processo da alcune testimonianze che le ffoo abbiano inseguito tutti i manifestanti, in particolare isolati per colpirli e arrestarli, non ci sono. non e' cosi'. ci sono degli episodi gravi che abbiamo visto, ma non altri. Non quello che e' accaduto a due km di distanza, perche' non c'e' nesso causale. Ho gia' detto delle cariche laterali.
Io chiedo che il tribunale ricostruisca quello che abbiamo fatto: dov'e' l'inseguimento esasperato delle ffoo nei confronti del corteo pacifico? Dov'e' il corteo pacifico in questa fase? Io lascio perdere le riserve forse strumentali sulla pacificita' del corteo delle tute bianche, ma tutti questi scontri non vedono contrapporsi alle ffoo il corteo pacifico, ma delle persone che avevano scelto di contrapporsi alle ffoo consapevolmente. Potevano avere una ragione, potevano ritenere di aver subito un'ingiustizia, potevano aver visto il loro amico fermato e calpestato, ma non stavano difendendo ne' loro ne'... non stiamo parlando di manifestanti che aggrediscono ffoo aggredite mentre picchiano una persona... uno stato di necessita'... non e' questo, non e' una difesa. E' una scelta di continuare a contrapporsi alle ffoo. Non lo dico, lo dice l'imputato HF. Non ha detto le stesse cose che sto dicendo io, ma quando parla delle attivita' dei manifestanti contro le ffoo non parlava di difendersi ma di una scelta, di “riconquistare”. Ed e' evidente rispetto a questa situazione... prima di cominciare ho detto bisogna vedere cosa e' successo, come, quando, dove, perche' alcune cose che sono state vissute in un modo dalle persone, ma che non sono avvenute.
E poi ci sono elementi che non hanno nessuna rilevanza: i gas lacrimogeni che non dovevano essere usati, o l'uso di un manganello diverso da quello di ordinanza. Non discuto che questi punti andrebbero affrontati, e sarebbero importanti da affrontare in una commissione parlamentare, ma mi chiedo che rilevanza hanno per questo procedimento. [...]
Io non credo che per il manifestante picchiata in maniera brutale facesse differenza con quale manganello viene picchiato. Ci dobbiamo occupare dei lacrimogeni, di quanti ne sono stati usati, ma punto. Non quali sono usati. Forse le difese mi spiegheranno cosa dovevano usare le ffoo, forse lasciare l'OP in mano ai manifestanti. Certo che c'e' da dire molto sull'uso di quel gas, di quell'equipaggiamento, e via dicendo, che le ffoo dovevano rispettare le dotazioni, ma il vostro problema e' stabilire il nesso causale tra comportamenti delle ffoo e dei manifestanti. [...]
E la ricostruzione e' la nostra, che non ha aggiunto ne' tolto nulla, evidenziando i comportamenti dei manifestanti e anche i comportamenti ingiustificabili delle ffoo.

E questa la situazione che noi dobbiamo andare a collocare ed avere presente quando ci poniamo il problema di parlare dell'OP che non e' l'oggetto di questo processo, ma che e' importante, perche' se contestiamo la devastazione e saccheggio e se sappiamo che non e' elemento costitutivo del 419, rappresenta pero' il punto di riferimento rispetto al quale dobbiamo mettere in relazione le condotte dei manifestanti per capire la loro idoneita' a ledere l'OP. Il 419 e' un reato di OP e di pericolo. Quindi la problematica dell'OP deve entrare in questo processo, ma bisogna capire come. Un conto e' porsi il problema dello stato di salute di questo elemento nel momento dei fatti del processo, altro e' criticare le scelte di OP. Perche' andrebbe bene affrontarlo in una commissione parlamentare, ma non in questo processo. Ecco perche' per noi non e' corretta la ricostruzione del consulente Della Porta.
L'OP rappresenta un limite, che non opera in positivo e a priori. Sarebbe facile. Cosi' e' l'OP, cosi' va garantito, se le scelte fatte cosi' significano questo, allora quella cosa individuata in astratto a priori deve essere quella che regola degli eventi naturalistici, altri eventi che influiscono su quella situazione che la Della Porta ha definito come “garanzia di equilibrio e dei diritti”. L'OP non opera mai in questo modo.
L'OP opera in concreto, in negativo, a posteriori. E' un qualcosa che va a limitare gli effetti dell'esercizio di diritti. Non e' possibile stabilire a priori, si possoon dare regole di buon senso, di cultura democratica di gestione di queste attivita', ma l'OP e' quello che va individuato ragionato e deciso nel momento in cui le cose si stanno svolgendo.
Non e' la disposizione del questore quello che determina la scelta di operare o meno in un certo modo. Puo' esserlo. C'e' una gerarchia. Se tutto funziona bene, se funzionano le catene di comando, i telefonini, e le situazioni in piazza sono quelle previste. Ma l'OP e' la decisione del funzionario di piazza in quel momento che non ha nessuno sopra di lui in quel momento. Avra' le sue responsabilita' civili, penali e non solo. Ma la decisione dipende da questo dalla scelta insindacabile che il funzionario prende. E la scelta la prende in negativo e a posteriori. Perche' non e' che il problema di OP si pone prima che si verifichino certi eventi, ma si pone dopo. E quindi le valutaizoni sono quelle prese in un preciso momento dal preciso soggetto presente.
E questo sposta i termini di come vengono presentate le cose. Perche' salvo che vi sia prova diversa ma io non l'ho vista, non e' che c'e' un Grande Fratello. Ci puo' essere un funzionario improvvido? Sconsiderato? Ma forse non abbiamo elementi per dire che un determinato soggetto, un certo funzionario ha ordinato una carica per colpire precisamente dei manifestanti che rappresentano una parte politica avversa. Forse non abbiamo capito perche' sia andato in uan certa direzione, ma abbiamo visto come si sono sviluppate le situazioni. Abbiamo sentito le reazioni: “ma dove sta andando quello?” Cioe' non e' che applaudissero quello che avveniva, c'era fastidio preoccupazione, da parte di persone che non erano li' che non immaginavano perche' e cosa stesse facendo una certa persona. Si rendevano conto che era una scelta che poteva portare conseguenze.
La dr.ssa Della Porta dice “l'OP non e' repressione di reati ma mantenimento di equilibrio”. Ci fa capire che allora la difficolta' delle problematiche del corteo delle tute nere. Non ci si trova di fronte a una contrapposizione di un corteo organizzato. Da un lato abbiamo chi gestisce l'OP, contingenti inquadrati, lenti, che aspettano ordini, incapaci non per loro colpa ma per fisiologia di fronteggiare situazioni di polizia giudiziaria. Perche' l'attivita' del blocco nero era puiu' una situazione di polizia giudiziaria, intervenire per prevenire il reato. Si puo' discutere: “ma perche' non sono intervenute subito in piazza Da Novi”. Se poi le modalita' erano quelle di piazza Manin, meno male che non sono intervenuti, direi... E poi quando? Perche' abbiamo girato intorno a dei problemi. Il fatto che le disposizioni di OP siano arrivate alle 5 di mattina, dobbiamo discuterne: possiamo dire che erano talmente disorganizzati che alle 5 non sapevano dove andare, figurarsi cosa fare. O forse fino alle 5 di mattina non e' stato possibile fare una scelta su come affrontare le cose che si aveva sentore stessero per succedere. [...]
Io non credo che qualcuno di noi potrebbe dire che l'OP sarebbe stato garantito se le disposizioni fossero state date alle 11 di sera. A priori magari, ma non nel modo in cui l'OP funziona.
E poi per la Dalla Porta da come ci racconta la sua impostazione e la sua lettura dei fatti sembre che non ci fosse nient'altro prima e dopo del corteo delle tute bianche. Sembra che il corteo delle tute bianche arrivi nel mondo perfetto dove non c'e' nulla se non la preparazione astratta a priori della dottoressa Dalla Porta. E noi sappiamo che non era cosi'. [...]
Noi abbiamo visto muoversi il corteo. Un corteo che si rende conto delle situazioni precedenti: le autovetture bruciate, dal blocco nero, appena passato; [...] si verifica l'aggressione dei manifestanti a forte san giuliano, non e' granche' ma un importante focolaio di aggressione a un luogo; forte contrapposizione in piazza luther king; [...] l'attacco via cesarea; contrapposizione a piazza dante; [...] l'assalto al di per di in piazza giusti; il carcere di marassi; via canevari.
Io mi chiedo se ci sarebbe stato da scandalizzarsi, posto che l'OP opera in negativo e a posteriori, se qualcuno avesse detto rispetto a un corteo non vietato, in queste condizioni, di non muoversi. Ma questo non e' che giustifica la carica. Io sto parlando della situazione attorno, con quello che avete visto, con le immagini, dico che non mi sarei stupito se quel corteo fosse stato bloccato. Questo e' il mondo in cui scende il corteo delle tute bianche.
Ed e' in questo contesto che dobbiamo andare a porci altri problemi. Gli interlocutori della DIGOS? io non so cosa dovevano fare. Il gruppo di contatto non ha nessuno con cui parlare? Io non lo so. Non e' che e' giusto, ma non posso pensare che niente fosse successo prima, niente stesse succedendo, e che la mancanza di interlocutori dipendesse solo dalla decisione di affrontare in un certo modo questo corteo. C'era Marassi, via Cesarea, e via dicendo. Stiamo parlando di decine di situazioni che richiedevano l'intervento delle forze dell'ordine.
Andate a sentire le telefonate dei cittadini. Il v-day di grillo e' niente rispetto a quello che e' stato riversato su polizia e sindaco per quello che stava avvenendo. Non e' che le strumentalizzo, sono le telefonate contestuali. Questa e' la situaizone in cui si muove ed arriva il corteo delle tute bianche. Allora il gruppo di contatto? Io ho capito, ma mi chiedo ma il gruppo di contatto stava facendo il suo mestiere, non ho le intercettazioni telefoniche ma ho un dubbio che i parlamentari non fossero in contatto con le persone che erano davanti a una televisione. Volete dirmi che onorevoli, deputati, responsabili di organizzazioni sindacali non sapessero, non avessero comunicazioni, ma vado avanti perche' il diritto di manifestare viene prima di tutto. No, non e' cosi'. C'e' il diritto di sicurezza, il diritto di incolumita', c'e' il diritto di proprieta', che ci fara' tanto schifo, ma tant'e' legato ai diritti delle persone. Il diritto di manifestare e' sancito della costitzione se ci sono le condizioni per farlo senza lederne altri. [grida]
Ecco che allora quando la consulente mi viene a dire che la crisi dell'OP, che non mi interessa perche' il 419 c.p. e' un reato di pericolo, e' generata dalla carica delle ffoo, io non ci sto. Perche' mi si viene a dire che quella decisione non condivisibile di una carica con un contatto di quaranta secondi e poi un minuto di corpo a corpo, e' piu' pericoloso per la crisi dell'OP dell'assalto al carcere, di piazza savonarola, dell'assalto alla stradale?
Puo' anche essere vero che a priori, in una situazione normale, se questo questo questo, allora c'e' un pericolo dell'OP. Io non sto scrivendo un trattato. Io sto facendo i conti con queste immagini, con quello che abbiamo visto. E' questo il parametro a cui riferire l'OP.
E tralascio una serie di cose che ha detto la dottoressa Dalla Porta e che i video dimostrano non essere vere. [...]

Ecco allora che per tirare le fila del problema dell'OP bisogna accertare prima di andare a leggere questi fatti che gia' in manifestazioni di questo genere l'OP rappresenta un problema oggettivamente difficile da gestire, anche e soprattutto per quelle che sono le modalita' con cui si esplica l'OP. Io non voglio giustificare dei comportamenti delle ffoo, pero' li voglio tenere distinti. Un conto e' il manifestante prelevato dalle prime file, messo sotto i piedi e manganellato a sangue, un altro sono due minuti di carica. Io ho sentito discutere all'infinito di questa cosa, ma l'attivita' di OP cosi' funziona. Non e' un'attivita' di repressione dei reati, nel momento in cui il contingente interviene, a torto o a ragione, ha quelle modalita'. Una carica delle ffoo allo stadio non riesce a isolare chi ha detto la singola parola. Non e' un intervento di polizia giudiziaria. Il contingente e' fatto in quel modo, si muove cosi', mi piacerebbe una cosa diversa, ma non e' possibile. Ecco che in questo contesto si spiegano, non si giustificano, ma si spiegano le modalita' degli atti e degli arresti o fermi fatti. Perche' sono fatti durante un servizio di OP.
Allora io vi chiedo perche' se una carica ci doveva essere, con quali modalita' andava fatta. Perche' l'avanzata, la durata, di questa contrapposizione e' quella ed e' limitata nel tempo.
Altri problemi sono stati evidenziati, ma sono fisiologici. E' gia' complicato mantenere i contatti tra i reparti, ma credo che ciascuno di noi ha presente che cosa vuol dire “non si riusciva a parlare e non si riusciva a prendere contatto”, perche' un conto e' farlo in una situaizone tranquilla, ma in una situazione come quella che abbiamo rappresentato allora forse e' normale che sia difficile, sono costretto a usare i telefoni cellulari. Ecco che queste modalita' che sembrano sempre sottolineare i limiti delle ffoo nella gestione dell'OP diventano si' dei problemi, ma fisiologici. Che non possono essere evitati in queste situazioni. Non e' l'incapacita' di comunicazione che pone in pericolo l'OP, e' la crisi dell'OP che determina un mancato funzionamento dei mezzi di comunicazione. La stessa necessita' di impiegare personale di diverse armi. Ho capito che sarebbero tutti contenti di avere una singola forza di polizia, ma siamo fatti cosi'... e' certo che se ci sono vari corpi dei problemi sono fisiologici. Ci sarebbero comunque ma in situazioni di questo tipo si esasperano. Allora dobbiamo accettare che questi punti che vanno evidenziati non sono cattiva gestione di OP, ma punti di criticita' che oggettivamente si sono manifestati, ma che lo hanno fatto e sono diventati rilevanti constestualmente all'aumentare della situazione di pericolo derivante da quello che stava avvenendo.
Allora devo prendere in considerazione la carica come evento causalmente collegato ad altri eventi, ma l'ho detto io stamattina che i disordini ai margini del corteo sono preordinati dall'infiltrazione delle tute nere. Sono certo che anche senza di loro sarebbe successo la stessa cosa. Io sono altrettanto certo che tutto quello che e' successo non sarebbe avvenuto se non ci fossero stati gli eventi della mattina. Ma non e' cosi' che va costruito un rapporto di causa-effetto.
Dal punto di vista naturalistico ci sono dei rapporti tra le cose, ma da un punto di vista giuridico il nesso di causa-effetto deve avere altre caratteristiche. [...]
Bisogna capire da un punto di vista storico la relazione causale con gli altri fatti. sara' significativo e importante andare a vedere che quella carica sia cattiva gestione e questo sia sufficiente per qualificarlo come atto illegittimo, o sia garantito da quell'arbitrarieta' che possa giustificare la reazione all'atto arbitrario. E' con riferimento a questa situazione e a queste problematiche... perche' qualcuno se lo dovra' porre il problema del comportamento alternativo o possibile! Ed e' per questo che cerchiamo di fare la ricostruzione analitica e pedante dei movimenti di ffoo e manifestanti. [...]
Io dico che a partire dalle 16:00 la maggior parte del corteo e' rifluito. Se n'e'andato. Allora mi devo porre il problema del comportamento alternativo, e se c'e' quale tipo di comportamento e' stato quello che invece si e' tenuto. [...]

[ pausa ]

A: (Canciani) Continuando il filo del ragionamento che stavamo svolgendo, per approfondire i fatti del corteo delle tute bianche, il primo problema in termini di diritto e' l'atto arbitrario del pubblico ufficiale. Mi rendo conto che potrebbe sembrare improprio partire da una ipotetica causa di giustificazione, ma le ragioni per cui credo opportuno farlo sono da una parte le problematiche all'OP, e dall'altra il fatto che comunque sarebbe stupido da parte del pm non andare ad affrontare e lasciare in replica alcuni problemi anche in termini di diritto che in qualche modo sono stati introdotti nel dibattimento da deposizioni e documenti. Ritengo che non debbano essere tralasciati per andare a capire che aldila' dell'oggetto specifico di contestazione, andare a vedere quella che sarebbe la possibilita' che gli imputati potrebbero invocare al fine di eludere quella dell'antigiuridicita' delle condotte che gli sono contestate.
La norma dice “non si applicano le disposizione degli artt. xxxx del c.p. quando il pubblico ufficiale abbia dato causa del fatto degli stessi artt. eccedendo con un atto arbitrario nelle sue azioni”. [...]
Innanzitutto poi bisogna vedere qual e' la natura della previsione e se per quelli che sono i reati contestati in particolare per gli scontri a margine del corteo delle tute bianche queste giustificazioni possano essere invocate.
Affermare che la causa di tutto cio' che avviene dopo e' la carica dei cc in via tolemaide, come ha detto la consulente Della Porta, non sia vero.
Prima di tutto va riportata la norma alle nostre emergenze. La giustificazione si pone solo per i comportamenti dei manifestanti successivi alla carica delle ffoo delle 14:56. Cioe' non riguardano le contestazioni che sono state poste in essere dal blocco nero. Anche perche' con riferimento al comportamento delle ffoo contro il blocco nero al di la' delle valutazioni di opportunita' o meno, non emerge nessun profilo ne' di arbitrarieta' ne' di illeicita' nel comportamento del ffoo che si sono limitate a contenere gli atti del blocco nero che non erano causati dalle ffoo. [...]
Ancora credo che debba essere evidenziato come rispetto anche ad affrontare le problematiche di questa giustificazione sia irrilevante qualsiasi valutazione anche negativa in relazione alla gestione dell'OP, perche' l'unico parametro della norma resta lo specifico comportamento illegittimo e arbitrario del pubblico ufficiale connotato da quelle caratteristiche volute dalla norma e dalla giurisprudenza. Esiste poi la necessita' di circoscrivere l'oggetto a cui rapportare la giustificazione, perche' anche ritenendo che sussistesse per la carica in via tolemaide, appare a giudizio del pm inaccettabile che poi consenta di portare sotto questa esimente qualsiasi tipo di comportamento e di violenza posta in essere nel 20 luglio successivamente a quel momento.
Saranno da individuare tutti i parametri oltre al nesso causale, ma anche la contestualita' in cui si sviluppano i vari comportamenti. Non qualsiasi comportamento tenuto nei confronti delle ffoo, ma solo quelli che possano essere ritenuti collegati per nesso causale e temporale.
Credo quindi che nella lettura dei fatti non possiamo dimenticarci di tutte le rivendicazioni o le motivazioni che sono state date dal pm nella ricostruzione, e quindi non si puo' prescindere dalle particolarita' del processo, dove non stiamo discutendo di atti illegittimi e arbitrari in un contesto ordinario, ma di atti che sarebbero stati cmq posti in essere in un contesto di Op gia' pregiudicato da cio' che era stato fatto dal blocco nero.
Ancora sempre con riferimento al caso concreto, quindi specificamente all'ambito di questa esimente e quindi allo svolgimento del corteo delle tute bianche dobbiamo evidenziare alcuni punti: abbiamo visto quella che e' stata la scansione temporale delle fasi temporali della carica. C'e' una prima fase in cui viene dato ordine ai cc di fare un primo lancio di lacrimogeni, e rispetto a questo un primo punto oggetto di testimonianze bisogna vedere se questo atto sia stato giustificato o se e' un atto illegittimo e arbitrario. [...]
A giudizio del pm bisogna distinguere: rispetto alla situazione calma di un corteo che sta scendendo da via tolemaide potrebbe essere cosi', ma quel primo lancio per quello che era l'obiettivo non puo' essere considerato un atto illegittimo e arbitrario, ma una risposta a una necessita' di quel contingente di muoversi ed e' stata presa dal responsabile di OP la decisione di sgombrare il campo. Era una situazione di fatto emergente perche' il passaggio era oggettivamente precluso per icc e non consentiva i movimenti che nell'ambito che erano le scelte per la tutela dell'OP nei confronti delle situazioni del blocco nero diventava quindi un atto necessitato e di ragionevole opportunita'. Si potrebbe dire che potevano passare da un'altra parte ma non pensiamo che possa essere considerato un atto illegitimo ne' che possa essere messo in nesso causale con successivi comportamenti violenti.
Altrettanto deve essere riferito per quanto riguarda i movimenti da corso torino verso la parte a ponente di via tolemaide, quegli interventi che avvengono circa alle 14:54, questo perche' a prescindere da quello che si voglia ritenere se si fosse assistito a comportamenti analoghi a quelli che si sono verificati a levante ci porremmo il problema di applicazione di questa norma. Ma cosi' non e', perche' si svolgono comportamenti ingiustificabili ma che non provocano nessuna reazione dei manifestanti... non e' che le percosse generano una reazione... non e' che da levante portano gli scudi a ponente... si tratta di situazioni diverse, neppure sotto la visione diretta delle persone a levante su via tolemaide.
Relativamente all'intervento sul corteo le difficolta' ci sono per ritenere il comportamento illegitimo. Perche' il comportamento lo devo valutare separandolo da quanto successo successivamente. Devo valutare il comportamento delle ffoo separandolo da quello ceh avviene dopo. Secondo questo pm non deve essere valutata se non la decisione del funzionario di voler intervenire in quel tipo di situazione e con quelle modalita'. A prescindere da elementi giustificativi o meno di questo comportamento, come alcuni lanci nei confronti delle ffoo, dal rifugiarsi di queste persone nel corteo delle tute bianche e che dopo lo schieramento dei cc in via tolemaide qualche altro lancio e' avvenuto. Il che non fa diventare opportuna o condivisibile la scelta di OP, ma ci riporta in una situazione di OP che per portare all'esimente dell'atto arbitrario deve essere posto in un'ottica non di imprudenza o imperizia, ma di una scelta arbitraria. [...] Rispetto a questa situazione e alla portata dell'atto, quindi l'interpretazione di quello che e' l'elemento psicologico ma con lo stesso elemento di rappresentazione di questi fatti, la giurisprudenza va a cogliere nell'atto del privato che si oppone al pubblico ufficiale... va evidenziato quelle che sono le caratteristiche dell'azione, limitate al contenuto dell'attivita' della carica... e l'unico aspetto che poteva essere rilevante ma che non lo diventa e' che in qualche modo atti illegittimi dell'autorita' sono gli atti di violenza successivi alla carica e certamente con riferimento a questi soggetti se ci fosse una reazione diretta ci troveremmo in una situazione diversa. Ma nessuno degli imputati e' imputato per aver reagito a quel comportamento, perche' nessuno di essi fa parte di quei soggetti... La giurisprudenza necessita una corrispondenza tra la persona che reagisce all'atto arbitraria e la persona che la subisce. Se vogliamo portare a un esimente non possiamo assumere posizioni estensive. [...]
Perche' quando il legislatore ha voluto che una norma si estendesse a un terzo il legislatore l'ha fatto esplicitamente, quindi e' necessaria una corrispondenza tra chi subisce l'atto arbitrario e chi agisce la reazione. Ma anche applicando l'esimente in forma estensiva, e quindi una persona volesse agire contro un comportamento arbitrario contro terzi non potremmo esimerci da cercare delle caratteristiche previste dalla norma, e quindi il nesso causale e temporale, l'esistenza di un nesso stretto tra l'atto arbitrario e la necessita' difensiva. [...]
Il primo punto che la giurisprudenza e la dottrina si sono posti nei confronti dell'art. 4 e' se si tratti di giustificazione o di esenzione della pena. Credo che sotto questo profilo sia abbastanza pacifico che la giurisprudenza abbia riconosciuto un'efficacia scriminante dell'art. 4, e che quindi fa venire meno l'antigiuridicita' della condotta, come da sentenze delal cassazione... [...]
Cosa sarebbe cambiato da questo punto di vista per applicare l'art 4 se fosse considerato un esimente piu' che una giustificazione. Per esempio l'applicabilita' dell'art. 4 in chiave punitivo [...]
Se andiamo a vedere la posizione della giurisprudenza nei confronti di questa situazione, se da un lato viene presa in considerazione come causa di giustificazione, dall'altro puo' essere considerata causa esimente [ sentenze dell'89, ma badate che rispetto a queste situazioni non ha notato una posizione della sentenza; si dice “l'arbitrarieta' degli atti deve essere oggettiva ma non avere soggettiva rilevanza” ]. Questo non e' una nostra valutazione, ma quello che e' il contenuto della dottrina delle posizioni assunte dalla suprema corte.
Anche in tempi estremamente recenti, criticando la corte di cassazione, ma prendendo atto di come viene considerato l'art. 4 [...]
Un altro punto estremamente importante affrontato dalla giurisprudenza e' la necessita' all'interno del caso di giustificazione di un elemento soggettivo. Cioe' e' sufficiente che l'atto sia illegittimo o e' necessario che ci sia la rappresentazione dell'illegittimita' di questo atto. A parte una sentenza [...], smentita successivamente nel 2006, e' che e' sempre stato richiesto da parte del pubblico ufficiale l'elemento soggettivo, cioe' la consapevolezza di mettere in atto un atto illegittimo. Questo e' stato fatto evidenziando le espressioni del legislatore. [...]
[ dibattito dottrinale sull'esimente dell'art. 4 e sull'elemento soggettivo del pubblico ufficiale ]
E quali sono i requisiti per la modalita' di esplicazione della condotta del pubblico ufficiale: sono costanti in tutte le sentenze e possono essere [...] atto compiuto per deliberato proposito di eccedere le proprie attribuzioni, atto compiuto al di fuori della sua funzionale attivita', atto compiuto deliberatamente e non per il perseguimento della legge, [...], finalita' vessatorie, atto compiuto per capriccio, malanimo settarieta', prepotenza.
Ritornando alla nostra situazione le scelte di OP erano discrezionali per il funzionario e non pare a questo pm che possano ricorrere i presupposti necessari non per configurare l'elemento soggettivo ma neanche per considerare da un punto di vista oggettivo il comportamento arbitrario da parte del dottor Mondelli. Diversamente sotto questo profilo dovrebbe essere detto per le violenze contro i singoli arrestati che sono arbitrari e illegittimi ma rispetto ai quali viene a mancare la reazione contestuale, proporzionata e la coincidenza del soggetto della reazione. Che sono tutti requisiti per l'applicazione dell'art. 4. [...]
[...]
Ancora la giurisprudenza ci porta a inserire un altro aspetto, l'impossibilita' di impedire tale comportamento mediante le proprie ragioni. Elimino subito un problema: non e' che vogliamo dire che la possiblita' di impedire tale comportamento in quel contesto di luogo e di tempo fosse rappresentata dicendo “io non mi oppongo perche' poi andiamo dal giudice”, perche' sarebbe ridicolo e utopistico. [...] Pero' deve in qualche modo ritenersi che in qualche misura il principio cmq dettato dalla giurisprudenza possa avere significato anche nel caso in esame, ovvero nella richiesta di una rigorosa correlazione con il nesso causale con l'atto del pubblico ufficiale e la contestualita' della reazione, che non si ravvisa quando vi e' la possibilita' di allontanarsi dall luogo dove si sta esplicando l'atto illegittimo arbitrario.
inoltre non possiamo dimenticare che tutti i comportamenti per cui si potrebbe invocare l'esimente si verificano ad opera di terzi, successivamente alla carica, in situazioni di assenza di un contatto diretto con le ffoo, e in riferimento alla possibilita' di scegliere una soluzione alternativa la maggior parte delle persone si allontanava. Allora la discriminante non puo' essere invocata se non come scelta irrevocabile e in assenza di alcuna possibilita' di altro tipo. Allora non si puo' usare questo per giustificare una deliberata e consapevole scelta di ingaggiare forse anche successivamente all'arbitrio non al fine di interrompere l'atto arbitrio ma di proseguire in un reato ancorche' soggettivamente le perosne potessero pensarlo come il ristabilimento di un proprio diritto, quello alla manifestazione.
Quindi secondo il pm questa esimente non puo' essere usata per giustificare una attivita' successiva nella quale non si applicano neanche la legittima difesa o altre attenuanti, a parte forse la provocazione che pero' costituisce attenuante e non causa di annullamento dell'antigiuridicita' dell'atto. [...]
Ribadisco che e' necessario una rigorosa connessione di causa effetto per la sussistenza dell'esimente tra l'atto arbitrario e la reazione. [...]
Nei casi che ci occupano sotto questo profilo l'esistenza di una crasi temporale significativa e addirittura aumentata dalla non coincidenza del soggetto colpito e del soggetto che pone in essere la violenza rende inapplicabile l'art. 4. [...]
Tutto questo sussiste a maggior ragione con gli scontri successivi a tolemaide, perche' viene meno l'immediatezza dei due comportamenti: una cosa e' agire contro un atto arbitrario per impedire allo stesso di dispiegare o proseguire negli effetti dell'atto; altra cosa e' agire per sanzionare il comportamento di un certo soggetto. [...]
Ancora c'e' la necessita' di un rapporto di proporzione tra atto arbitrario e atto di reazione, ci sono molte sentenze in questo senso costanti. [...]
Ancora un altro elemento da evidenziare e' il valutare la possibilita' di estensione dell'esimente ad altri reati oltre a quelli indicati dall'art. 4. Perche' non ci dimentichiamo sotto questo profilo che certamente gli imputati rispondono del reato di resistenza, ma essi rispondono anche di devastazione e saccheggio, danneggiamento, incendio, porto di ordigni incendiari. Potremmo saltarlo a pie' pari dicendo che non e' disposto l'uso dell'esimente per questi reati. Lo affronto perche' esiste giurisprudenza su un caso del genere, come l'esimente nel caso di lesioni, ma lo ha fatto solo per l'art. 582 in un ultima sentenza del ott 2006. Cmq non possiamo prescindere dalla contestualita' temporale e dal nesso causale, ma certamente non possiamo estendere questa causa di giustificazione con riferimento a tutti gli altri comportamenti aggressivi di altri beni completamente diversi che non toccano il pubblico ufficiale, ma che toccano beni estranei o a consentire al soggetto di procurarsi una serie di beni non usati per difendersi ma per organizzare una reazione che abbiamo testimoniato nelle immagini. [...]
Allora ritiene il pm che con riferimento alla causa di giustificazione se i fatti sono quelli esposti e la dinamica dei fatti e' quella, non esiste appiglio di applicazione di questa giustificazione sotto una molteplicita' di profili. Non esiste spazio perche' il comportamento durante la carica non e' un comportamento illegittimo e arbitrario, ma una scelta di OP fatta con modalita' che corrispondevano a quelle necessarie in quel momento. Non ci sono stati diversi fini. Non esiste per la maggior parte delle situazioni lo stretto rapporto causale, la contestualita' dei comportamenti, esisteva la possibilita' di un comportamento alternativo, non esiste rispetto a determinate situazioni una situazione di proporzionalita' rispetto alla carica che e' stata posta in essere con quelle modalita' e con quei tempi estremamente ridotti.
Detto questo con riferimento all'art. 4 diventa piu' facile toccare i temi di legittima difesa, che e' una causa generale, ma che evidentemente rappresenta tutta una serie di requisiti che il legislatore e' andato a riconoscere anche all'art. 4. [...]
Anche qui va evidenziato come per la legittima difesa si ponga poi un ulteriore problema, cioe' l'impossibilita' di andare ad operare una anticipazione della soglia dove il privato possa opporsi di un atto lesivo dei suoi diritti, perche' viene posta la problematica della qualita' e della concretezza di questo pericolo. [...]
Senza contare che il legislatore ha sempre fatto notare la limitazione del “farsi giustizia da soli”. [...] In definitiva si potrebbe dire che nella legittima difesa quello che si scrimina non e' l'azione finalizzata a ristabilire un diritto, ma quella rivolta a impedire che il diritto venga leso. Anche qui dovrei ripetere quanto ho gia' detto: il problema si pone eventualmente solo per il corteo delle tute bianche. Analogamente non e' possibile che siano discriminati atteggiamenti su soggetti terzi per procurarsi strumenti di offesa. Come riferimento alla legittima difesa vi sono solo una paio di punti da sottolineare. La giurisprudenza parla della contestualita' della necessita' di difendersi e dell'impossibilita' di difendersi altrimenti. [...]
Con riferimento a questo io non credo che possa essere interpretato se non in modo stringente. Non e' che possiamo pensare che salvare l'onore del corteo possa essere invocato. Credo che questa scelta di esperire una possibile via di fuga possa essere rimessa all'insindacabile decisione del soggetto e possa essere pregiudicata. Credo che le modalita' con cui e' stata posta in essere la reazione alle forze dell'ordine e' diventata una vera e propria guerriglia urbana che non configura solo la protezione delle persone dagli eventuali abusi, ma un oggettivo contesto di crisi dell'OP, in modo tale che il comportamento dei manifestanti e' diventato il comportamento oggettivamente aggressivo che non connota la legittima difesa. [...]
Da ultimo volevo anche sottolineare quello che e' l'orientamento costante della cassazione [...] che ritiene impossibile usare la legittima difesa quando la situazione in cui si e' trovato il soggetto e' causato dal suo medesimo comportamento. E questo e' avvenuto. Cioe' una volta che le persone avrebbero dovuto fare una scelta diversa, la scelta di continuare il confronto con le forze dell'ordine configura una situazione diversa da quella in cui si puo' invocare la legittima difesa. [...]

[ ci fermiamo qui per poi passare alla fattispecie del reato di cui all'art. 419 c.p. ]