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[Unità ] Bolzaneto: sul processo incombe la prescrizioneBolzaneto, alla vigilia del processo. Ma incombe la prescizione G8 Genova «Dopo tre anni, sei mesi e sei giorni i 256 manifestanti che hanno sporto denuncia potranno costituirsi parte civile - dice la presidente del Comitato, Enrica Bartesaghi, che per trenta ore non seppe più niente della figlia Sara, allora ventunenne, prima fermata alla Diaz, poi arrestata all'ospedale Galliera, transitata per Bolzaneto e infine rinchiusa nel carcere di Vercelli - Non essendo previsto dal nostro ordinamento il reato di tortura, i 47 indagati (12 carabinieri, 14 agenti di polizia, 16 agenti della penitenziaria e 5 tra medici e infermieri) sono accusati a vario titolo di abuso d'ufficio, violenza privata, percosse, omissione di referto, falso e di violazione dei diritti umani fondamentali previsti dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo». Molti di questi reati potrebbero cadere in prescrizione: «C'è il rischio che il processo finisca ancora prima di cominciare - ha detto Bartesaghi - tra i reati contestati solo quello per falso si prescrive in 10 anni, gli altri in molto meno - ha spiegato Bartesaghi - Ma il falso riguarda solo gli stranieri e il fatto che avrebbero rinunciato a contattare i rispettivi consolati. Se poi passa il cosidetto decreto salva-Previti è finita». Quello che si prepara è un processo complesso, che a differenza dell'udienza preliminare per l'irruzione alla Diaz e del processo in corso contro 26 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio, non include nessuna foto, nessun video, ma «256 testimonianze che collimano perfettamente», fa osservare il Comitato. Bartesaghi, che ha intenzione di costituirsi parte civile insieme al marito per i danni morali subiti come genitore, ha ricordato, «nei giorni della Memoria» che «i manifestanti arrivati a Bolzaneto dopo esser stati arrestati per la strada, alla stazione di Brignole e rastrellati negli ospedali, nella caserma venivano marchiati con una x in faccia, di diverso colore a seconda della provenienza, un atto studiato apposta per umiliare e terrorizzare». Il Comitato ha anche chiesto «la sospensione da ogni incarico degli indagati» e «la costituzione della commissione parlamentare d'inchiesta». «Ci aspettiamo che il processo apra un dibattito per una vera legge sulla tortura - ha detto il giornalista Lorenzo Guadagnucci, testimone della Diaz, che fa parte del Comitato - siamo l'unico paese europeo a non prevederla. Non accettiamo la tesi delle mele marce passata sulle torture avvenute ad Abu Ghraib». Oltre ai presidi in mattinata fuori del Tribunale in occasione delle udienze di venerdì e sabato, giovedì sera si terrà il dibattito "Processo contro la tortura" alla sala Cambiaso di Salita San Francesco. L'Unità online |
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