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01/02/08: Sit-in a Città del Messico in solidarietà con gli imputati genovesi

Venerdì 1 febbraio si è svolto a Città del Messico, di fronte all'ambasciata italiana, un sit-in di protesta per richiedere l'annullamento delle sentenze emesse nei confronti dei 25 imputati accusati di devastazione e saccheggio durante il G8 di Genova.




altre foto qui
Qui invece potete scaricare un print aggiornato sullo stato dei processi di genova tradotto in spagnolo


Segue il documento redatto per l'iniziativa
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Oggi il Collettivo Nodo Solidale di Roma, Italia, è qui con voi, per esigere la fine della criminalizzazione dei movimenti sociali in italia. Vogliamo sottolineare che il vertice G8 di Genova è solo l'evento più coperto dai media e più conosciuto per la brutale repressione verificatasi, ma in realtà ci sono molto altri processi dove la giustizia di Stato cerca di azzittire le lotte sociali.

Vi ricordiamo brevemente:

L'11 dicembre a Torino i giudici hanno condannato i manifestanti che avevano partecipato a un corteo contro il fascismo. I compagni sono stati condannati con pene dai 9 mesi a 1 anno e 8 mesi per aver costruito una barricata contro la repressione della polizia. La manifestazione si tenne in risposta all'attacco fascista allo squat Barocchio, durante il quale due compagni furono feriti con un'arma da taglio; uno di loro allo stomaco. Il giorno dopo la polizia, ovviamente, caricò gli antifascisti, gli stessi che oggi lo Stato condanna, mentre gli agressori fascisti ancora non sono stati riconosciuti.

Il 14 dicembre sono stati condannati con pene fino agli 11 anni di prigione i compagni di Genova. In seguito leggeremo la lettera di una compagna anarchica condannata e il documento del gruppo di Supporto Legale. Nessuno meglio di loro può raccontarci e analizzare quanto avvenuto.

Il 29 gennaio il Tribunale di Firenze ha condannato a sette anni alcuni lavoratori del sindacato autonomo di base per aver partecipato a scontri con la polizia durante uno sciopero contro la guerra, alla fine di un corteo presso il consolato USA. I poliziotti attaccarono violentementi gli scioperanti, che si difendevano a mani nude. Oggi lo Stato ha condannato con 7 di dentenzione anni questa resistenza.

A Roma è ancora in corso il processo contro 39 compagni (inizialmente erano 105) per "rapina pluriaggravata". In realtà, il il 6 novembre a Roma centinaia di manifestanti, prima di un corteo con migliaia di precari, lavoratori a tempo determinato e il popolo dei centri sociali, entrarono in un grande ipermercado riempiendo i carrelli e chiedendo prezzi popolari. La merce fu distribuita gratuitamente fra la gente. Nel pomeriggio, durante il corteo, studenti e precari recuperarono centinaia di libri da una libreria di una grande casa editrice. Fu un modo per riappropriarsi della cultura in senso popolare. Oggi vogliono condannarli con un'accusa ingiusta e infame: rapina. Cioè negando il significato politico di questa protesta.

Domani, due febbraio a Cosenza, ci sarà una manifestazione nazionale contro la repressione e per la fine della criminalizzazione dei movimenti sociali in Italia. Nel tribunale di questa città i p.m. hanno appena chiesto pene dai due ai sei anni per tredici compagni, accusati di essersi orgnizzati in una rete definita sovversiva. Questi compagni sono persone attive nelle lotte sociali, che lavorano alla luce del sole e che organizzarono e parteciparono alle storiche giornate di lotta di Napoli e e Genova 2001. Il loro reato, per il Potere, è organizzarsi.

Tutti e tutte, dunque, siamo colpevoli, perché vogliamo un mondo migliore e lo otterremo organizzati.