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[processo bolzaneto] trascrizione I udienza requisitoria pm

TRASCRIZIONE SOMMARIA – PROCESSO BOLZANETO - I UDIENZA ARRINGA PM

[ P=Tribunale, A=Accusa, D=Difesa, C=Parti Civili, R=Teste ]

P: preliminarmente il tribunale vorrebbe premettere la natura urgente di questo processo, anche ai fini di impedimenti e di altre richieste.

P: [procede all'appello]
P: [nessuno degli imputati è in aula, tranne Ubaldi]

A: (Morisani) signori del tribunale buon giorno. ricorderete che qualche mese fa questo pubblico ministero aveva aperto questo processo con una richiesta e un invito alla massima attenzione ai tempi del processo. debbo dire oggi che vi e' stata una risposta eccezionale da parte di tutte le parti processuali e del tribunale, perche' i tempi e i ritmi imposti a questa vicenda sono stati al di la' di quelli che si poteva pensare, considerati gli impegni e la fatica che questo processo costa trascurando le mille altre cose che abbiamo da fare. credo che questo sia un grande risultato e una grande pagina della storia della giustizia italiana. noi sappiamo che il processo penale non e' fatto per celebrare i maxi processi. e' un codice che e' costruito sulla dimensione di processi con pochi imputati e pochi testimoni. affrontare un processo di queste dimensioni era una sfida, che andava affrontata perche' i fatti che sono stati portati a giudizio sono di una estrema gravita', non per i titoli di reato, ma per il contesto nel quale sono avvenuti. durante il g8 a genova c'e' stata una ventata di follia che ha coinvolto molte cose. e' giusto che si sia tornati ad affermare la legalita', come e' avvenuto in questo processo, con una contrapposizione pacata, ordinata, nell'ambito di quelli che sono i rispettivi compiti di accusa e difesa,con un tribunale sempre vigile e attento. credo che dobbiamo essere fieri, e credo che questa conclusione a cui ci avviamo dimostrera' che il sistema giudiziario italiano, con tutte le sue pecche, i suoi buchi, le sue inefficienze, e' ancora in grado di offrire al paese e ai cittadini i principi di diritto, di legalita'. io continuo a credere che il maggior garante di tutti sia in italia l'esistenza di un processo con attori svincolati da legami strani, e con giudici indipendenti e liberi nel giudizio, come la costituzione li ha voluti e come il paese li chiedeva. lascio ora la parola ai pm che entreranno nel dettaglio.

A: (Petruzziello) come sostituti di udienza ci associamo alle parole del procuratore aggiunto per i ringraziamenti alle parti processuali e al tribunale. come premessa l'ufficio del pm voleva indicare quali saranno i temi trattati nella discussione e come saranno divisi nelle sei giornate. oggi come prima parte della discussione verra' fatta una illustrazione delle ragioni per cui e' sorto il sito provvisorio di bolzaneto, e di come la struttura sia stata organizzata, e di come all'interno si sono svolte le procedure. verra' fatta una illustrazione delle fasi processuali, e di tutta l'istruttoria dibattimentale. nelle giornate successive si tratteranno i temi dei reati e delle responsabilita': il 25 febbraio la valutazione dell'attendibilita' delle parti offesse in particolare ma di tutti i testimoni, con un attento esame dei riscontri; il 26 febbraio parleremo dlele condotte, con la qualificazione giuridica di fatti e reati contestati; le successive giornate [...]; nella successiva giornata affronteremo i criteri di responsabilita', il livello apicali dei vertici e gli altri livelli che abbiamo individuato come il livello degli incaricati della vigilanza, il cosiddetto livello intermedio per le persone dedicate alla custodia, e gli esecutori materiali in alcuni casi; verra' anche esaminata tutta l'area matricola; l'ultimo giorno, il 10 marzo, verra' trattata l'area sanitaria, con la discussione delle persone responsabili e i reati contestati, sia in tutta l'area che per responsabilita' specifica. la discussione si concludera' con le richieste in riferimento alle contestazioni effettuate. al termine di questo il pm presentera' una memoria illustrativa delle tematiche affrontate e delle richieste. questo per quanto riguarda l'organizzazione del lavoro che il nostro ufficio ha pensato di suddividere.
come ha gia' detto il procuratore, questo lungo processo e' partito da un evento complesso e singolare, un evento che potremmo definire come un contesto di detenzione temporanea significativa al di fuori delle strutture ordinarie per la detenzione, fino alla realizzazione di un carcere temporaneo. singolare perche' ha visto la presenza di diverse forze in uno stesso contesto, per la presenza di personale di OP all'interno di un luogo di detenzione, singolare perche' le persone sono state sottoposte in un ambito di tempo ristretto a una duplice procedura di identificazione e segnalazione, che ci e' stato raccontato come e' stata vissuta. questo ha portato con se' una omologazione in negativo dei comportamenti umani, a danno di persoen che stavano vivendo il momento piu' difficile per un essere umano, la privazione della liberta'.

vediamo un pochino qual e' stata la storia di bolzaneto.
come e' noto nel luglio 2001 si e' tenuto il vertice g8 a genova. gia' nei mesi precedenti da aprte delle autorita' si pose il problema della ricezione delle persone arrestate nelle manifestazioni. vi erano state gia' esperienze precedenti, in particolare goteborg, che dimostravano come fosse possibile prevedere incidenti durante le manifestazioni, e come si sarebbero potuti prevedere molti arresti. venne fatta la scelta di non usare i carceri della citta' di genova, marassi e ponte x, nel timore che la situazione in citta' potesse portare ad attacchi ai carceri, ma si decise di usare dei carceri esternia lla citta' di genova, alessandria, pavia, vercelli, voghera. ovviamente si penso' a delle matricole volanti, o dei siti che consentissero di prendere in carico le persone arrestate per poi procedere alla traduzione nei carceri.
questi due siti vennero individuati presso forte san giuliano e presso la caseram del VI reparto mobile a bolzaneto. secondo le previsioni al primo avrebbero dovuto afferire gli arrestati dei cc, mentre al secondo quelli della ps. questa cosa venne rispettata il 20 luglio, ma il 21 luglio non vennero piu' impiegati cc in funzione di OP per i fatti della morte di carlo giuliano, e il sito di san giuliano divenne inoperativo, e tutti gli arrestati affluirono a bolzaneto, con un carico di lavoro superiore alle previsioni.
come scelta di individuazione del sito, concentrandoci su bolzaneto, il documento 1.1 indica come l'individuazioneformale di bolzaneto avvenne ad opera del questore. vennero messi a disposizione i locali 6 e 7 nell'ex caserma dell'esercito di bolzaneto nino bixio. questa fu una scelta strategica per un luogo lontano dal centro della citta', per essere protetta da problemi di OP, e vicino all'autostrada per poi poter trasportare i detenuti nei carceri. sono stati acquisiti i documenti video riguardanti i sopralluoghi e lo stesso tribunale ha effettuato un sopralluogo presso la caserma nino bixio, per apprezzare la conformazione della struttura, nonostante le modifiche intervenute. l'istruttoria ha consentito pero' di individuare queste modifiche e ricostruire la loro conformazione all'epoca dei fatti.
l'accesso avveniva da questo cancello, da dove si arrivava a questo ampio cortile. all'interno di questa caserma vi sono diversi corpi di fabbrica. quella che allora era la palestra venne adibita a fotosegnalazione e identificazione degli arrestati da parte della ps, mentre vi era un altro locale dove erano posizionate le celle, e che attualmente e' la palestra della caserma della ps attualmente.
si e' potuto vedere come nel cortile l'accesso a questo edificio che allora vedeva la collocazione dlele celle e' preceduto da tre-quattro scalini, che immettono in un atrio, da cui si diparte un corridoio centrale. e' stato acquisito dal tribunale anche la mappa con le misurazioni all'epoca e che sono state confermate dai testi napolitano e trusendi. si e' potuto vedere che il corridoio era lungo 50 metri. percorrendo il corridoio, vi erano vari locali. all'inizio vi erano tre stanze, una sulla sx e due sulla dx, destinate alla trattazione degli atti sia per il personale digos che per la squadra mobile. poi vi erano due locali bagno, di cui quello sulla dx usato come bagno, e quello sulla sx, locale doccia, in realta' destinato a luogo per custodire corpi di reato. vi erano poi i locali per l'infermeria sulla dx, e di fronte quello alla matricola. poi sul lato dx due celle per la penitenziaria, almeno in intenzione originale, e successivamente, verso il fondo del corridoio, altre sei celle per gli arrestati ancora in carico alla ps. in realta' solo una di queste celle, piu' verso l'ingresso, fu effettivamente nella disponibilita' della pol pen, mentre la seconda cella venne usata dalla ps, e solo verso la sera della domenica venne messa a disposizione della pol pen. il tribunale ha acquisito anche la piantina, che abbiamo usato durante l'istruttoria, dove e' rappresentata la dislocazione. la documentazione che il tribunale ha acquisito, che il pm aveva avuto dal DAP, ha consentito di accertare quella che era la procedura di trattamento dei detenuti, dall'ingresso, fino all'uscita per la traduzione. va detto che erano anche stati previsti dei punti di primo concentramento, scelta infelice, ed erano strutture di ufficio che precedevano l'arrivo dei detenuti alla caserma e dove venivano condotti gli arrestati e dove veniva redatta una prima minuta di quella che era la notizia di reato, e doveva essere una sorta di smistamento, di filtro, per condurre gli arrestati poi a bolzaneto. c'e' da dire che la redazione degli atti venne organizzata direttamente alla caserma stessa, per convenienza di tempi e di organizzazione del lavoro. ci si appoggiava cioe' all'ufficio trattazione atti di bolzaneto, per poter svolgere la redazione degli atti veri e propri.
gli arrestati arrivavano in questo piazzale. non vi erano medici della ps, mentre c'era un accordo verbale per un medico della pol pen, che all'ingresso doveva svolgere il c.d. triage, per verificare se vi fossero persone che dovevano essere ricoverate in ospedale. c'e' da dire che questa previsione, che originariamente riguardava l'intera durata del vertice, fu operativa solo durante la prima giornata, perche' poi nelle giornate successive non ha piu' consentito di essere svolto, anche per il grosso afflusso. il personale della ps conduceva quindi gli arrestati alle camere di sicurezza, nella parte finale del corridoio. qui venivano vigilate da personale, come lo chiariremo successivamente, e si scelsero soluzioni diverse per le varie giornate. inizialmente era personale della ps a vigilare. dalle camere di sicurezza cominciava la procedura di gestione dell'arrestato prima della presa in carico della pol pen. vi era il passaggio nell'ufficio trattazione atti, per identificazione e altro. vi era stato un procedimento normale a parte il ritardo nel colloquio con il difensore previsto con provvedimento del tribunale. poi vi era il fotosegnalamento, e venivano riportati nella cella. venivano gli arrestati consegnati alla pol pen, tramite la ricezione da parte dell'ufficio matricola di un biglietto dove c'era nome e data dell'arrestato. a questo punto c'era la seconda procedura di identificazione dell'arrestato: identificazione, fotosegnalamento, verbale di primo ingresso, che prevedeva per gli stranieri l'informativa di avviso ai consolati e poi ai familiari; poi l'arrestato veniva condotto nell'infermeria. qui si e' provato come un angolo era adibito a perquisizione, con denudamento, prescrizione di fare flessioni per accertare presenza di oggetti nelle cavita', e contestualmente l'esame esterno da parte del personale sanitario; successivamente la visita medica completa. nello stesso locale, in cui era presente il personale di pol pen per le perquisizioni. una volta compilato il diario clinico ed espresso parere favorevole alla traduzione, gli arrestati venivano portati nelle celle della penitenziaria e poi passati al personale per la traduzione. vi e' da dire che vi erano dei tempi tecnici per la traduzione, e vi e' da dire subito che usando mezzi molto grandi, da 20 posti circa, vi erano dei tempi tecnici di attesa.
si era gia' detto come tra le tante singolarita' vi era la contemporanea presenza di piu' forze dell'ordine in una struttura piccola, per quanto con diversi locali, cosi' come si e' detto vi era questa innaturalezza della compresenza di personale della pol pen, dell'amministrazione penitenziaria, con personale di OP, dato che vi erano anche tutto il personale della ps che aveva proceduto agli arresti e che doveva trattenersi per gli incombenti relativi alla trattazione degli atti. e' forse allora spiegabile il clima di tensione che proseguiva dagli eventi di piazza e che si propagava alla struttura.
quindi nella struttura vi e' ps, cc, polpen, amm. penitenziaria. per quanto riguarda la ps, vi era sia personale fisso, unita' stabili, sia personale che opero' in ausilio per esigenze determinate. il personale stabile era personale adibito alla trattazione degli atti, nelle prime due stanze sulla dx e sulla sx entrando, per digos e squadra mobile. vi erano sette postazioni, 5 per la digos e 2 per la squadra mobile. dal dibattimento e' emerso come il responsabile dell'ufficio trattazione atti era anna poggi, e nella giornata di ven e sab, nell'ufficio trattazione atti, operarono in ausilio il vice questore alessandro perugini, e altro personale che si fermo' nell'ufficio trattazione atti, raschella', pinzone, del giacco, pintorello. [...] vi era del personale presente nella struttura perche' accompagnava i fermati e poi vi e' da dire che nella giornata del 20 furono presenti nella struttura anche alcuni contingenti che furono incaricati della vigilanza. venerdi' 20 luglio la vigilanza era assegnata al personale che aveva tratto in arresto le persone, in particolare valerio franco e maida daniela. inoltre personale del vi reparto mobile effettuo' compito di vigilanza la domenica.
per quanto riguarda la pol pen, vi era vario personale presente: va detto che fu presente a bolzaneto per esigenze di servizio il magistrato sabella, nominato dal consigliere paolo mancuso, ed e' la persona che ha predisposto il piano operativo per tutti gli interventi. il piano operativo e' stato acquisito, insieme al relativo organigramma, doc 4.27 e 4.28. la posizione del magistrato e' stata archiviata.
vi erano altre unita' stabili della pol pen, rappresentati dall'area sanitaria, e qui va detto che il magistrato sabella avevano nominato come coordinatore del settore medico giacomo toccafondi, e poi vi era il servizio matricola. l'istruttoria ha provato come il responsabile della matricola era tolomeo, e vi collaboro' l'isp. fornasiere che si era anche occupato dell'organizzazione logistica delle matricole dei due siti. vi era poi nominato dal magistrato sabella, come riporta l'ordine di servizio del 20 luglio, doc. 4.40, l'isp. gugliotta. vi era poi personale del servizio centrale traduzioni, e questo personale del sct era coordinato da due ufficiali del disciolto corpo degli agenti di custodia, i capitani cimino e pelliccia, come da documento 4.40. c'erano anche squadre del gom coordinate dall'isp. reale. doveva fare scorta alle traduzioni, e l'ingresso nella caserma di questo personale doveva essere limitato alla consegna degli arrestati per le traduzioni, e il gom doveva solo fare la scorta. in realtà sia personale del sct e del gom fu presente nella caserma con modi, tempi e caratteristiche che dettaglieremo. i cc furono presenti il sabato e la notte tra sabato e domenica, questo perche' dopo la morte di carlo giuliani, nella giornata di sabato 21 luglio, personale dei cc compagnia allievi di campobasso in vigilanza esterna, e personale del ix battaglione sardegna per vigilanza interna prima della presa in carico della pol pen. erano comandati da barucco piermatteo e da braini. questo per tutta la notte fino a che non sopraggiunse personale del vi rerparto mobile della ps. ciascuno degli ufficiali dei cc aveva alle proprie dipendenze sottufficiali, che sono quelli indicati dal 17 al 20 nel rinvio a giudizio, e dal numero 21 al 26 per braini.

qualche osservazione circa il numero di persone transitate, flussi e tempi di permanenza.
una testimonianza fondamentale e' stata quella di sanfilippo, che allora era dirigente della squadra mobile. aveva riferito della sua attivita' investigativa circa questi temi. la testimonianza ha chiarito quella che e' stata la difficolta' di questa indagine: a bolzaneto non ci fu un registro di ingresso o di carico, per cui non c'e' stata una registrazione nominativa e datata dell'ingresso nella struttura. questo si e' rivelato problematico per i fermati per identificazione, mentre per gli arrestati la situazione e' stata piu' semplice grazie agli atti di immatricolazione e traduzione. per i fermati per identificazione, l'accertamento da parte dell'ufficio della procura si e' articolato in due direzione: l'acquisizione dei verbali di fermo, e le richieste di sottoposizione a rilievi dattiloscopici inviati dal sito di bolzaneto. cosi' sono stati acquisiti negli archivi di divisione anticrimine e digos gli atti. si era pervenuto al numero di 51 fermati per identificazione, anche se l'istruttoria ha consentito di appurare che vi erano almeno altri 4 fermati di cui si e' avuto contezza per querele e denuncie. sicuramente i fermati sono 55. peraltro proprio per questa mancanza del registro non abbiamo un numero certo dei fermati che sono transitati. questo e' un dato di incertezza che l'ufficio porta come esito per l'attendibilita' della testimonianza. potrebbero anche esserci fermati per identificazione di cui non risulta traccia documentale di cui noi possiamo non avere avuto contezza per mancanza di documentazione. mentre per gli arrestati si parla di 252 persone, tenuto conto del numero di persone destinate al sito di bolzaneto, ricoverate direttamente senza passaggio da bolzaneto, e della presenza di un minorenne che venne poi rilasciato non appena accertata la sua minore eta'. tenuto conto di tutto questo le persone transitate a bolzaneto e poi arrestate sono 252. tenuto conto che manca il registro di carico.
per quanto riguarda i flussi di ingresso, l'ufficio ha cercato di leggere i dati ed elaborarli: ci riportiamo alla mancanza del registro per una valutazione di incertezza che rimane in merito all'orario di arrivo. perche' non sempre vi e' una coincidenza tra l'orario che risulta dal verbale di arresto e l'orario effettivo di arrivo presso la struttura, sia per i problemi di trasporto dai centri intermedi, che per altri passaggi intermedi alla questura, e per i fermati l'incertezza riguarda anche l'orario di uscita. molti testimoni hanno riferito di una non coincidenza tra l'orario di uscita attestato dal verbale di fermo e la loro effettiva uscita. esaminando le testimonianze riguardavano persone spesso senza orologi che davano indicazioni relative a situazioni ambientali, e il dato documentale puo' essere coordinato con quello dell'esame testimoniale. [...]
per la giornata di venerdi' si puo' ricostruire [...]
la prima donna arrestata arriva alle 14.15, mentre il primo uomo arriva intorno alle 15.00-16.00. i primi arrestati del venerdi' arrivano nella tarda serata, mentre per quanto riguarda i fermati ci sono due grossi gruppi, una prima parte nella mattinata, fermati presso il circolo inmensa, e arrivano in mattinata, e poi i fermati di piazza alessi, che arrivano a bolzaneto alle 14 e lasciano la caserma alle 19.
per quanto riguarda il sabato c'e' il gruppo piu' consistente del campeggio di via maggio, 23 persone, che arriva a bolzaneto scaglionato tra le 13 e le 17 di sabato. poi domenica come arrestati abbiamo il gruppo della diaz, che arrivano nella notte tra l'1.30 e le 3.00, e poi due fermati per identificazione. [...] anche qui per quanto riguarda i tempi di permanenza nella struttura l'ufficio aveva prodotto dei grafici sulla base di dichiarazioni e dati del DAP. l'istruttoria testimoniale ha confermato questi dati, sia per le persone offese, che per la testimonianza del'isp. corda. su questi tempi diciamo che riportandoci a quello che sara' riportato nella memoria in maniera analitica, possiamo sinteticamente dire: innanzitutto come considerazione generale sono tempi di permanenze media, dato che ci sono da considerare tutti i dati e le discrepanze, e sempre tenuto conto che le valutazioni sono piu' semplici per gli arrestati rispetto ai fermati. una considerazione per l'orario di partenza degli arrestati: noi abbiamo constatato una discrepanza tra gli orari di partenza segnalati dal DAP nel doc. 1.6, e quelli segnalati dal maggiore pelliccia, in cui l'orario e' ritardato di una o due ore rispetto al prospetto DAP. Questo puo' essere spiegato nel tempo che intercorre tra la consegna del foglietto al responsabile della traduzione e l'orario di effettiva partenza del bus, che tiene conto del tempo tecnico del riempimento dle mezzo. solo come indicazione si puo' dire che per il venerdi' e' stato confermato un tempo di permanenza di 12 ore nella struttura, verificabile sia con riferimento ai fermati, che con riferimento ai primi arrestati. per quanto riguarda il sabato la situazione e' molto piu' difficile. riportandoci all'analisi che faremo gruppo per gruppo, [...], la durata media e' intorno alle 20 ore, cosa piu' grave perche' aumenta la fascia di arrestati di competenza della ps, non solo della pol pen. si e' potutto ricostruire che per le donne e' 20 ore la media, mentre per gli uomini addirittura di 25 ore. per quanto riguarda la domenica, riguarda gli arrestati della diaz, e abbiamo una permanenza media che supera le 20 ore distinte in due diverse fasi. ci riportiamo alla memoria scritta. per il primo gruppo addirittura la permanenza e' stata lunghissima nella parte della ps, 21 ore, e abbiamo quindi una permanenza complessiva di circa 33 ore. una situazione della domenica anche molto molto grave. ci riportiamo alla memoria scritta.

qualche parola per quanto riguarda lo svolgimento del procedimento. e' noto come il procedimento sia nato dalla trasmissione alla procura della repubblica di genova.

[ polemichetta sterile dell'avvocato Alfredo Biondi sulla memoria scritta da parte dei pm ]
[ palla colta al balzo anche dall'avvocato Zunino ]
[ il tribunale non raccoglie l'esca "sono dati documentali e documentati" ]
[ Bigliazzi ricorda che nel processo ai 25 e' stata consegnata dopo le repliche e senza possibilita' alcuna, cosa possibile ai sensi del 121 cpp, anche se non particolarmente simpatico ]
[ Biondi ribadisce delirando di presentare la memoria a rate dopo ogni discussione ]
[ il tribunale ritiene che la memoria debba essere consegnata prima delle arringhe delle difese, ma nullaltro, procediamo ]

A: (Petruzziello) come e' noto il procedimento e' nato dalla trasmissione alla procura di genova di due missive proveniente dall'ufficio del gip inviate ai sensi del 431 in esito agli interrogatori per la convalida degli arresti di persone transitate per bolzaneto, che riferivano di violenze fisiche e psicologiche subite. peraltro a partire dai giorni successivi alla chiusura del vertice cominciarono ad arrivare alla procura alcune querele, denunce ed esposti, riguardanti comportamenti delle ffoo nella caserma di bolzaneto, e che lamentavano violenze fisiche e psicologiche nel sito. contemporaneamente a queste vi era anche tutta una serie di articoli di stmapa che riportavano alcune interviste di denuncianti che illustravano quelle che erano situazioni verificatesi come la caserma di bolzaneto. la procura ha proceduto quindi all'audizione di tutte queste persone. c'era un procedimento contenitore a carico di ignoti fino a che venne iscritto un procedimento a carico di noti, che e' quello che stiamo vedendo ora.
le indagini si sono svolte in due filoni distinti, un primo filone con acip del 2003, e un secondo filone a partire da un accadimento successivo. nella prima parte il pm ha proceduto a una serie di audizioni e raccolta di dichiarazioni di persone informate sui fatti dell'amministrazione. ha proceduto a una corposa acquisizione documentale riguardante da un lato tutta l'organizzazione delle ffoo presso la struttura, e anche tutta la documentazione riguardante gli appartenenti alla DAP che avevano operato, e dall'altro documentazione sanitaria delle persone offese. poi sono stati fatti quegli accertamenti che sono stati illustrati dal teste sanfilippo sul numero di persone transitate e i flussi. poi sono stati acquisiti gli atti del comitato paritetico parlamentare, gli atti dell'ispezione del dap, gli atti dell'accertamento ispettivo del prefetto montanaro, ascoltato anche come teste. sono stati svolti i due sopralluoghi, e l'ufficio del pm ha svolto consulenze medico-tecnico-legali, dopo di che siamo prevenuti all'avviso conclusioni indagini. dopo l'emissione dell'avviso c'e' stato un fatto storico il 4 ott 2003 che ha determinato l'inizio di un secondo filone di indagini. si presentava il giornalista amadori il quale nell'agosto 2001 che aveva scritto l'articolo "c'e' una crepa nel muro dei gom". in questo articolo c'erano una serie di denunciate violenze nelal caserma e le reazioni all'interno della pol pen successivamente alla chiusura del vertice. amadori riferiva di essere a conoscenza di fatti rilevanti per l'indagine, e quindi si procedette all'acquisizione di altri atti e dichiarazioni. nell'articolo si faceva riferimento a un contrasto all'interno della pol pen tra l'isp. agati e l'isp. olla, il primo facente parte del sct come anche l'isp olla, capo scorta presso bolzaneto. secondo quanto ricordato nell'articolo l'isp olla era stato ripreso per aver riportato atti violenti di agati e altri al generale doria. il documento faceva emergere estremi di reati nuovi e diversi con riferimento alla documentazione degli ordini di servizio. infatti sarebbe risultato presente personale al forte san giuliano che in realta' era a bolzaneto, daot che e' emerso in dibattimento, in seguito alla destituzione operativa di san giuliano il sabato, trasferendo molto personale da quel sito a bolzaneto. venne quindi iscritto al reato di falso ideologico. l'istruttoria porto' all'individuazione del materiale estensore dell'ordine di servizio, polenta mario del disciolto corpo degli agenti di custodia. fu approfondito questo aspetto, con riferimento a tutto il personale dirigenziale del DAP e l'organizzazione del personale. e poi vennero ascoltate sul punto delle presenze, degli ordini di servizio, varie persone del DAP. va detto che con riferimento alla posizione di Polenta, il pm ha chiesto l'archiviazione, mentre con riferimento di questo secondo filone di indagine portava nuovi riscontri al primo filone di indagini. venne quindi estratta copia integrale del procedimento e trasferito in quello presente. va solo detto che attualmente poiche' vi erano stati contrasti tra le dichiarazioni rese al pm e e altre informazioni, e' stato iscritto per "false informazioni al pm, art. 371 bis", e il procedimento e' sospeso in attesa di decisione. [...]
nel maggio 2004 il pm depositava una richiesta di rinvio a giudizio per 47 imputati. c'e' stata l'udienza preliminare, durata 20 udienze, con riferimento alla quale e' stata separata la posizione di un imputato, con giudizio abbreviato che si e' concluso con una assoluzione, mentre il gup ha pronunciato una sentenza di parziale proscioglimento per alcuni capi di imputazione per alcuni imputati: poggi anna per fatti singoli, lancini per un capo di imputazione, per un capo di imputazione di patrizi, e per due capi di imputazione per toccafondi.

qualche annotazione sui numeri di bolzaneto: nell'odierno procedimento abbiamo 45 imputati che sono al vaglio del tribunale per 109 capi di accusa. le udienze sono state 157 , per 326 persone tra testimoni, testi assistiti, consulenti tecnici, imputati. le udienze sono state dal 12 ott 2005 al 30 ott 2007. quello che e' importante e' che all'udienza del 22 dicembre 2005 il tribunale ha fatto una dichiarazione di urgenza del processo, sancendone l'importanza e la gravita' dei fatti che concerne. [...]
le persone offese, che sono state tante e straniere, sono state ascoltate tra il 24 gennaio 2006 al 24 novembre 2006, seguendo un ordine temporale del pm, rispettando la divisione nelle tre giornate per comprendere meglio flussi e trattamento complessivo. [...] molti sono stati testimoni ascoltati individuati da parti civili e da difese. [...]
nel corso dell'istruttoria molti testi sono stati sentiti nella forma della rogatoria [...] e il tribunale ha proceduto all'acquisizione mediante lettura delle dichiarazioni di alcuni testimoni che nonostante i tanti tentativi di convocazione non sono stati raggiunti dalla citazione. [...]
infine e' stata data lettura degli interrogatori degli imputati che non si sono sottoposti all'esame in aula. [...]

[ pausa ]

A: (Ranieri-Miniati) avevamo pensato con la collega che potesse essere interessante anche se non particolarmente vivace, una parte dedicata a quella che doveva essere l'organizzazione del sito di bolzaneto, che potesse essere utile per seguire le fasi successive della discussione. [...]
perche' si deve subito osservare come e questa e' una cosa che blaza agli occhi, nell'organizzazione del sito vi sia una differenza profonda tra la fase prevista per la ps e quella prevista per la pol pen. nel senso che i riferimenti scritti, gli ordini di servizio e via dicendo, per la ps sono molto limitati.
ho gia' fatto riferimento a questi due diversi momenti, quanto di competenza della ps e quanto di competenza delal pol pen. la collega ha descritto l'iter che gli arrestati doveva percorrere, e si e' visto come in una prima fase tutte le persone transitate erano gestite dalla ps, e come in una seconda fase, solo gli arrestati, dato che i fermati venivano rilasciati, venivano gestiti dalla amministrazione penitenziaria.
ripercorrendo brevemente le fasi, cominciamo dalla fase di competenza della ps.
abbiamo gia' detto che all'inizio del dibattimento abbiamo fatto una serie di produzioni documentali, che abbiamo cercato di dividere per argomento.
fase di competenza ps: il primo documento di interese, uno dei pochi, e' il doc 1.1, in base al quale il questore il 5 luglio 2001 individua la caserma del vi reparto mobile nino bixio come luogo destinato a recepire gli arrestati e i fermati in occasione delle manifestazioni contro il vertice g8. a questa identificazione si e' arrivati dopo un carteggio tra ps e DAP, che aveva a oggetto l'identificazione di un sito idoneo: periferico rispetto al centro e in prossimita' dell'autostrada per le traduzioni. questo documento 1.1 individua la caserma nino bixio, e mette a disposizione della amm. penitenziaria la stanza sei e sette del fabbricato. questo corpo di fabbrica denominata ex caserma dell'esercito, e quello a fianco che allora era una palestra.
successivamente a questo provvedimento segue l'ordinanza del questore del 12 luglio 2001, ai sensi di un dpr che e' il documento 1.2, in cui il questore dice che "la gestione e la trattazione delle persone fermate e arrestate a seguito di eventi in occasione del vertice g8" doveva avvenire nella caserma nino bixio, per quanto concerne gli arrestati di ps e gdf, mentre gli arrestati dei cc dovevano andare a forte san giuliano. poi abbiamo gia' detto che il sabato siccome non c'erano piu' cc in servizio di OP dopo la tragedia di carlo giuliani, la struttura di san giuliano non era piu' operativa, e da cui lo spostamento di uomini su ordine verbale del gen ricci da forte san giuliano a bolzaneto.
seguiamo nei documenti: [...] altro documento a cui fare riferimento per avere un quadro della gestione e' il doc 2.2, un ordine di servizio dell'allora dirigente della digos Mortola Spartaco, dove vengono date indicazioni operative per gli arresti operati in occasioni delle manifestazioni. le indicazioni operative erano che tutti i fermati dovevano essere sommariamente identificati dal personale al momento del fermo, poi era previsto un passaggio nelle postazioni intermedie, tre uffici mobili in piazzale kennedy, piazza delle americhe e non ricordo piu' il terzo, dove doveva essere fatta una prima annotazione sul fermo, che doveva essere usato dall'ufficio trattazione atti per la redazione del verbale. l'arrestato (che poi in alcuni casi era solo un fermato) doveva essere portato a bolzaneto, tramite reparti preposti a questa funzione, con la ratio di evitare di distogliere reparti dedicati all'OP con il trasporto. le persone dovevano essere portate all'interno della caserma, venivano fatte scendere e condotte all'interno dallo stesso personale che le aveva trasportate. non era prevista per la ps l'intervento di una assistenza medica. c'era un accordo verbale per cui i medici dell'amministrazione penitenziaria si sarebbero occupati di fare il cosiddetto triage, un primo controllo che aveva la funzione di avviare all'ospedale le persone che necessitavano cure. l'esame dell'imputato toccafondi e' chiarificatore: dice che c'era un accordo verbale, che lui si presto', ma ha agigunto che nella giornata del sabato c'era talmente tanta gente e gli incombenti della pol pen tanto gravi, che il triage non venne piu' fatto. mi pare che la cosa coincida perfettamente con le deposizioni delle persone offese. le persone fermate il venerdi' ricordano la presenza di questo medico sugli scalini o nell'atrio, mentre invece non abbiamo gli stessi ricordi nelle deposizioni delle persone offese del sabato e men che mai della domenica. in ogni caso.... visita di triage e poi ingresso nella palazzina. a questo punto i fermati devono essere portati alle celle, in fondo alla struttura, devono essere vigilati, problema risolto venerdi' e domenica dalla ps, mentre per il sabato dai cc. poi c'erano spostamenti, due per la precisione:; all'ufficio trattazione atti per identificazione e firma degli atti necessari come elezione di domicilio, elezione del difensore, firma eventuale del verbale di perquisizione e sequestro; faccio riferimento a questo perche' ci sono molti fermati e arrestati che hanno fatto riferimento a pressioni per apporre questa firma. l'unica eccezione e' il colloquio con il difensore che e' stato differito fino al passaggio nel carcere di destinazione per provvedimento del trinbunale. il secondo spostamento era la fotosegnalazione e rilievi dattiloscopici nella palazzina a fianco. in occasione di questi due passaggi provvedeva personale della ps, talvolte personale della vigilanza, e talaltra personale dell'ufficio trattazione atti. addirittura non era l'arrestato che veniva condotto all'ufficio nell'atrio, ma gli uomini dell'ufficio che andavano nelle celle a far firmare gli atti. mi pare che anche questo trovi un riscontro nelle dichiarazioni degli arrestati. tanti hanno riferito di persone in divisa, e altri di personale in borghese. abbiamo le stesse deposizioni dei componenti dell'ufficio che hanno ricordato i medesimi spostamenti. ultimo atto era lo spostamento nell'ufficio matricola, momento dal quale l'arrestato era di competenza della ammnistrazione penitenziaria.
ultimo documento e' il doc 1.3, in cui mortola ci illustrava le postazioni degli uffici: abbiamo visto i compiti dell'ufficio trattazione atti, e dovevano esserci 7 postazioni, ciascuna postazione con un capo postazione e due altre unità. Avevano tre stanze, due sulla sx e una sulla dx. 5 postazioni della digos, nelle prime stanze a sx e dx, e due postazioni della squadra mobile, seconda stanza a sinistra. esiste il documento 2.3 che ci dettaglia le postazioni. postazioni: 1 lordille, 2 pipisciano, 3 benedetti (prima stanza sx, digos); 4 barbieri, 5 salomone (prima stanza dx, digos); 6. zampese, 7. gaetano (seconda stanza sx, mobile). a questo personale si aggiunse altro personale della digos: perugini, del giacco, raschella, sciutto, pinzone. Costoro arrivarono venerdi' ed e' un dato accertato in sede dibattimentale; resosi conto dell'enorme mole di lavoro decidono di fermarsi, fino a notte, quando chiude l'ufficio. altrettanto succede nella giornata successiva di sabato. l'ufficio trattazione atti e' comandato dall'imputata poggi, e in immediato sottordine l'isp. capo la rosa. con l'avvento di perugini, questi diventa il piu' alto in grado e si pone a lavorare nella prima stanza a destra. non vi e' nessuna altra disposizione scritta, e quindi l'analisi del documento 2.3 conclude la questione relativa alla ps.
A dire la verita' nell'altra palazzina c'e' tutto il personale dei rilievi, ma nella palazzina delle celle non c'era nessuna altra presenza stabile. ovviamente c'era la presenza dei reparti che accompagnavano gli arrestati, stazionando. arrivava poi il personale operante per la redazione degli atti di arresto: evidentemente una volta operato l'arresto uno di chi lo aveva operato doveva andare a leggere gli atti e firmare i verbali. c'era un evidente gran via vai.

un pochino piu' complessa e' l'organizzazione della penitenziaria. cerchiamo di esaminarla.
il primo documento interessante e' il documento 4.24, l'atto con cui il 28 giu 2001 il capo dipartimento il consigliere paolo mancuso nominava alfonso sabella come magistrato coordinatore. in realtà il suo provvedimento di nomina lo nominava "coordinamento dell'organizzazione, dell'attivita' e del controllo dell'amministarizon penitenziaria durante il g8". nominava anche due sottoposti, il gen ricci del gom e il gen mattiello del disciolto corpo degli agenti di custodia. c'era un documento 4.25 con cui era stato nominato ricci per predisporre il personale e gli automezzi della pol pen per le traduzioni. ancora prima il 4.23, il 9 giuno 2001, il direttore ragosa aveva predisposto il piano di intervento per l'equipaggiamento. il direttore generale ragosa ha deposto sugli equipaggiamenti, sul famoso problema della dotazione o meno delle bombolette urticanti. ha risposto dicendo che lui aveva disposto di vari equipaggiamenti, ma non aveva autorizzato l'acquisto di spray urticante. ancora prima in giugno 2001, c'era il doc. 4.26 con cui il capo dipartimento aveva istituito l'ufficio coordinamento servizi e materiale dell'amministrazione penitenziaria per il g8, a capo del quale aveva messo il gen oronzo doria, oggi imputato.
passiamo all'organizzazione vera e propria, e interviene il decreto del ministro della giustizia con cui viene istituito il sito provvisorio. avviene pe rlegge perche' òper la creazione di un carcere e' necessario un decreto. prevedeva la creazione con decorrenza immediata di un sito provvisorio composto da due locali, stanze 6 e 7, all'interno della caserma per fini detentivi come succursale dell'area sanitaria e matricola dei carceri di pavia, voghera, alessandria, vercelli.
prima acnora del decreto, sabella con provvedimenti del 6 e 7 luglio, doc 4.27 e 4.28, aveva disposto il piano generale dell'intervento della amministrazione penitenziaria. i documenti sono agli atti e sono molto dettagliati. in estrema sintesi cosa prevede il piano sabella: chiusura del carcere di marassi, perche' si temeva che data la sua collocazione potesse essere interessato da scontri, cosa poi purtroppo verificata, e disposizione di accompagnamento di arrestati per cose non connesse al g8 a ponte x; creazione di due siti per gli arrestati, san giuliano e bolzaneto; in questi siti dovevano esserci due aree sanitarie, per la visita medica di ingresso, e due uffici matricola; tutti i trasferimenti e i piantonamenti dovevano essere fatti dall'sct; una volta espletata la visita di ingresso gli arrestati dovevano essere condotti agli istituti di assegnazione con scorta del gom. le udienze di convalida si dovevano fare presso gli istituti. tutti gli arrestati con patologie non compatibili con l'arresto dovevano essere portati al san martino e piantonati. era prevista anche un ufficio al palazzo di giustizia per ausiliare queste udienze di convalida. erano previste tre motovedette per servizio navale. veniva disposto anche un servizio di coordinamento a ponte x. era previsto che si nominasse un responsabile dell'ufficio matricola e un coordinatore dell'area medica, e la nomina per ciascuno dei due istituti di un responsabile della sicurezza, una sorta di comandante di reparto per il carcere. era inoltre previsto che i trasferimenti ai carceri dovessero avvenire subito, una volta terminate le operazioni di visita medica e immatricolazione, con la consegna da parte del capo matricola di tutti gli atti relativi a un detenuto. a questo punto ciascun detenuto passava sotto la responsabilita' del sct e portato all'istituto. in ciascun sito ci doveva essere un responsabile del disciolto corpo di agente di custodia per queste traduzioni.
vengono nominati responsabili della sicurezza isp. gugliotta, e i due capitani pelliccia e cimino come resp. del sct. nel doc 5.2 viene nominato coordinatore del settore medico, il dr. toccafondi. nel doc. 4.28 il magistrato coordinatore manda una nota agli istituti con cui da indicazioni operative a questi istituti, tra cui l'osservanza dell'art 94 cpp, in particoalre il comma 1, che riguarda l'informazione sui motivi degli arresto, demandato ai direttori degli istituti. un ultimo documento prevede che per l'operazione di perquisizione delle arrestate fossero usate personale femminile del gom. la struttura e' completata con la nomina dell'isp. capo tolomeo come responsabile della matricola. spendiamo pero' due parole sulla figura dell'isp. capo fornasiere, e mi richiamo a varie testimonianze. era stato previsto che fornasiere si dovesse occupare di allestimento e logistica dei due uffici. la nomina non viene formalizzata, e perche? perche' si constata che tolomeo e' isp. capo e quindi era brutto che fornasiere, un semplice ispettore, fosse a capo di tolomeo. quindi l'incarico rimase verbale. resta il fatto che rimase responsabile dell'allestimento, e durante il vertice rimase a disposizione per dare una mano, come ci ha detto doria. rimase in particolare sabato e domenica a coadiuvare il lavoro della matricola, ma forse non solo, dato che gugliotta quando si assentava chiedeva proprio a fornasiere di sostituirlo.
organigramma completo: resp sicurezza gugliotta, resp matricola tolomeo, coord. sct pelliccia e cimino, coord. gom reale, coord sanitario toccafondi, resp logistica matricola fornasiere; inoltre c'erano diversi infermieri e medici sia di bolzaneto che di san giuliano spostati a bolzaneto sabato. nell'ufficio matricola c'erano spila, nurchis, amoroso, pascali, bertone, mulas, greco, morasca, incoronato, damiani, marini, [...]. Gli ultimi quattro di questi furono adibiti anche al casellario.
ancora due parole sugli ultimi provvedimenti organizzativi: ci sono una serie di documenti, di ordini di servizi del generale ricci, dal 4.32 in avanti. ne citiamo alcuni: con uno si istituisce la segreteria permanente per il coordinamento dei trasporti a ponte x; [...] con il compito di organizzazione e coordinamento di tutte le traduzioni all'ufficio del pm pari interessante, perche' e' previsto che gli arrestati una volta visitati e immatricolati vengano presi in carico dall'sct; ricci ripete quindi quello che dice sabella. Vedremo pero' che le cose ahime' non sono andate cosi'. il doc 4.35 e' il compito affidato all'isp. manzo della pol pen responsabile di tutto l'armamento, che ha deposto. infine il 4.37 e' importante perche' sono individuati i capi scorta dell'sct.
credo che cosi' sono riuscito a dare il quadro delll'organizzaizone degli interventi.
credo che sia importante perche' poi sara' piu' facile l'esposizione dei fatti, affrontare il problema della vigilanza, perche' i documenti dimostrano come da nessuna delle due amministrazioni fosse stata prevista la funzione di vigilanza. non era stato individuato nessun addetto a questo. questo emerge dall'istruttoria, oltre che dai documenti.
quindi cerchero' di sintetizzare come si e' posto il problema si da parte di ps che di dap, e come si e' cercato di ovviare.
iniziamo dalla ps: sappiamo che la prima a rendersi conto di questa situazione e' la dr.ssa poggi, che segnalo' che non era previsto un servizio di vigilanza e che bisognava occuparsene. indicativa e' la deposizione di crea, allora capo di gabinetto: "come dicevo era previsto era disposto un servizio di trasporto [...] per quanto riguarda la vigilanza, su questo punto possiamo oggi dire che e' stata mancante, perche' non si immaginava una situazione di questo tipo; non si immaginava, non era prevista necessita' di vigilare, perche' si immaginava un passaggio rapido". Idem ci dice Calesini: "il dirigente del reparto aveva segnalato dei ritardi e quindi la necessita' di trattenere del personale". Si crea il problema. Analogamente per quello che riguarda la fase del DAP e' la deposizione di Sabella che ci dice "purtroppo diciamo che non era stata prevista la questione della vigilanza. bolzaneto era un carcere ma in cui non si potevano mettere i detenuti; mi inventati questo responsabile della sicurezza che doveva fare da mini comandante di reparto, l'isp. gugliotta. il personale di cui disponeva gugliotta era personale gentilmente offerto dal sct".
QUindi medesimo errore di previsione, che porta a non prevedere il sistema di vigilanza. La prima ad accorgersene e' l'imputata poggi. [legge la deposizione dell'imputata]. "poi qualcuno di questi che senti' dispose che la vigilanza l'avrebbe fatt achi portava i fermati o arrestati". la cosa e' confermata dalla deposizione di crea. quindi: la poggi segnala che non e' prevista vigilanza, e crea con disposizione verbale dice che coloro che trasportano i fermati si fermano a fare la vigilanza. questo e' quello che accade il venerdi' pomeriggio. [...]
Vennero adibite alla vigilanza quindi le squadre predisposte all'accompagnamento: la squadra dell'isp valeri turno 13-19, e poi la squadra dell'ispettore maida 19-01. Mentre al sabato avrebbe dovuto occuparsene la ps, ma in realta' vedremo poi che nel sabato si chieda aiuto ai cc. per la giornata di domenica vennero designate due squadre, come riportato da crea e gaeta, appartenenti al vi reparto mobile: isp. badolati 08-13, vice sovr lunetta 13-19, isp. mercadanti 19-01. Questo e' pacifico, ma leggo un pezzo della deposizione di badolati, il primo venuto a testimoniare: "noi eravamo trenta, mandati li', troppa gente. organizzai dei turni. avevamo dato il cambio ai cc, con un tenente che li comandava. si erano dimenticati di organizzare il cambio ai cc, e ci avevano fatto rientrare dalla strada per dare il cambio." cosa confermata dalla relazione del ten. braini. "ci dovevamo occupare della custodia, delle celle in fondo sulla sx. appena sono arrivato c'erano queste persone in piedi. non erano certamente come molte volte nelle camere di sicurezza. erano in piedi, con la faccia la muro, e io ho detto loro di mettersi pure seduti". Ancora oltre: "non era una disposizione, perche' non puoi dare disposizione a persone in cella, semplicemente gli ho detto cosi'... alcuni rimanevano in quella posizione li', anche per residuo psicologico o perche' non mi capivano, sono dovuto entrare e dirgli di sedersi con i gesti". Inutile dire che per l'isp. badolato e gli atri abbiamo chiesto l'archiviazione.
Occupiamoci del sabato, in cui si ricorre ai cc. basterebbe la deposizione di badolato, ma decisiva su questo punto, anche se non ci sono mai stati dubbi, e' la deposizione di salvo sebastiano vice capo di gabinetto: fece una telefonata, ci fu il problema di carlo giuliani, i cc non erano puiu' desitnati a op, a questo punto le incombenze della ps erano troppe, allora si decise di usare i cc per la vigilanza. Cosa confermata dalla deposizione di graci salvatore, all'epoca tenente colonnello, e il maggiore ulandi filippo. nella giornata di sabato quindi confluiscono 30 cc della compagnia allievi campobasso per servizio di vigilanza esterna, e poi due contingenti di 30 unita' del IX battaglione cc sardegna, il primo con turno 13-19, e l'altro 19-01, prolungato fino a mattino all'arrivo di badolato. lo ricorda anche l'imputata poggi nel suo esame. [...] indicativa e' la relazione di servizio del sovr. barucco: "poco dopo le ore 19 ricevevo il cambio sul posto dal tenente braini". Barucco e' stato sentito nel corso delle indagini e non essendosi sottoposto a interrogatorio abbiamo letto in aula la sit: "davanti a ogni cella c'erano due piantoni; poi il funzionario della ps, una donna, ci disse che sarebbero arrivati gli arrestati e che dovevamo disporci per la vigilanza". Il tenente Braini ha fatto una relaizone di servizio che conferma questa cosa. "Il servizio consistenza nella vigilanza di quattro locali, nei quali venivano portati dalla digos gli arrestati; presi contatto con la centrale e ci venne richiesto di rimanere in servizio fino a disponibilita' di cambio, per le esigenze custodiali di arrestati in occasione della nota operazione alla diaz. [...] il servizio aveva termina alle ore 8.15 per avvicendamento con l'isp. badolato". [...]
Ogni contingente aveva sottoufficiali: [gli elenca]. Riscontrate dalla presenza di un sottufficiale di bolzano ricordato dalle parti offese come un cc che parlava bene tedesco. [...] [elenca i sottufficiali di maina e valeri].
Vediamo e con questo concludiamo, il problema della vigilanza nella parte relativa alla amministrazione penitenziaria. NOn era stata prevista la vigilanza, come ci ha detto Sabello, dato che non era stata prevista una zona detentiva. "i tempi di attesa si dilatarono molto perche' gli arrestati venivano consegnati a gruppi e quindi in matricola c'erano momenti di stasi seguiti da momenti con enormi carichi di lavoro; inoltre per l'esigenza di aspettare un numero di detenuti sufficiente a riempire un pullman da almeno 20 posti". Tanto che il sito di bolzaneto diventa un vero e proprio carcere sia pure provvisorio. come si cerca di ovivare il problema? Sabella dice: "l'isp gugliotta, il personale di cui disponeva era offerto dall'sct, sicuramente ci siamo sentiti e anche io ho indicato l'unico personale a disposizione cioe' quello dell'sct." Perche' gugliotta aveva a disposizione due agenti per le perqusiizoni. E interessante e' l'esame di gugliotta che ci dice: "il soggetto che entrava nella cella nr. 1 era praticamente gia' immatricolato, perquisito e pronto per essere tradotto; io mi riferivo ai maggiori dicendo che ne avevano gia' tre o quattro, poi si occupavano loro di fare la vigilanza". E conferma a domanda specifica del pm. Anche il generale Ricci ci dice: "l'isp. gugliotta aveva del personale. non posso eslcudere che abbia chiesto ausilio non so se al gom o al sct per fare vigilanza". E' meno esplicito, ma si puo' capire che come coordinatore dell'sct abbia poco piacere di dire che i suoi uomini hanno fatto vigilanza alle celle. [...]
Con cio' abbiamo praticamente concluso l'esame della fase dell'organizzazione. Abbiamo visto come era organizzato, quale e' stata la carenza organizzativa principale. ABbiamo visto come si e' ovviato sia per la ps che per il DAP.
Ancora due parole su due aspetti organizzativi: sull'sct abbiamo detto tutto. Era preposto alle traduzioni, ma venne usato anche per custodia, che il suo responsabile era il gen Ricci, e che a Bolzaneto erano presenti Cimino e Pelliccia che erano stati nominati come responsabili di sct e coordinamento.
Abbiamo detto del gom, che aveva il compito di organizzare le scorte, e che quindi non sarebbe dovuto entrare nel sito, non ne aveva motivo. Il responsabile del GOm era il generale Mattiello, mentre a Bolzaneto e San Giuliano c'era Migliaccio, mentre a Bolzaneto il coordinatore era l'ispettore Reale Roberto. La testimonianza un po' sofferta di Reale nondimeno ha permesso di appurare che secondo le disposizione il gom doveva fare da supporto esterno e che solo le unita' femminili doveva dare una mano per le perquisizioni. in realta' e' emerso che personale del gom e' entrato nel sito in particolare nelle sale interforze. Inoltre e' confermato dalle deposizioni delle parti offese che ricordano due ali di agenti, sia con la divisa della ps che della divisa della pol pen, anche se la divisa di pol pen e gom sono praticamente identiche tranne per un simbolino. E' peraltro evidente come si desume dalla deposizoine di Reale che c'era questa preoccupazione di chiamarli fuori, e quindi evidentemente erano anche all'interno.
Bisogna dire come ultima cosa, il gom e' pacifico che non venne impiegato per quelli che erano i suoi compiti istituzionali, la scorta alle traduzioni pericolose, oppure di interventi per ripristinare l'oridne in situaizoni di grave emergenza delle carceri. Il gom rimase per i tre giorni a stazionare nel cortile e ahime' spess evolte anche all'interno del sito. [...]

Aggiungo due parole, ma solo due, per la posizione di un imputato, l'allora colonnello ora generale Oronzo Doria. Per esaminare un po' meglio la sua posizione. Abbiamo visto quando abbiamo fatto riferimento alla nomina del colonnello Doria, che il 19 giu 2001 il capo dipartimento Mancuso aveva istituito questo ufficio di coordinamento personale e materiali per il g8 della pol pen, e aveva nominato Doria come capo di questo ufficio, all'epoca capo area delle traduzioni. nel corso dell'esame dell'imputato ha prodotto un altro documento, un fax acquisito al verbale d'udienza, del 6 giu 2001 che metteva a disposizione il colonnello Doria del sct. Nell'adempimento di questo suo incarico il col Doria e' subordinato a Ricci e venne a fare cosa?
Prima della nomina di Sabella il gen Doria si occupo' della fase organizzativa. Questo e' pacifico: ce lo dice Doria, ma anche Sabella. Successivamente viene nominato Sabella, e la sua nomina si sovrappone quasi a quella di Doria. Perche' viene nominato? Ce lo hanno spiegato: erano intercorsi dei contrasti tra Doria e il provveditore regionale dei servizi penitenziari la dr. ssa Sano'. Occorreva quindi una figura apicale da Roma che sanasse i contrasti, ovvero il magistrato Sabella. Indicativa e' la deposizione di Sabella sui compiti di Doria: "alla fine di giugno fui convocato da Mancuso che mi disse che dovevo andare a genova per problemi di coordinamento con il provveditorato. di coordinare le cose si occupo' prima di me Doria. Era il coordinatore operativo, era stato designato per linee brevi. credo non avesse rapporti ottimali con la dr. ssa sano'. serviva quindi un soggetto nominato dal vertice per sanare il tutto. il col Doria ha svolto il c.d. lavoro sporco, prima che arrivassi io. E quando sono arrivato a continuato a farlo. Eravamo insieme a fare le cose. io ero sovraordinato in teoria, ma in pratica facevamo le stesse cose." A domanda della difesa Doria Sabella dice: "il mio ruolo non fu di sostituire Doria, ma di supportare la sua attivita' e che si svolgesse al riparo di una firma superiore alla dr.ssa sano'". [...]
DOria ci dice: "l'incarico nasce da una comunicazione telefonica con il gen ricci; [...] ho ricevuto provvedimento formale il 6 giugno, un provvedimento generico; questo primo incarico mi dava la possibilita' di trovare una sistemazione logistica per il DAP per gli eventi del g8. non organizzare i servizi, ma proprio cercare il sito." A domanda del pm rivolta all'attivita' dopo la nomina di Sabella, ci dice: "un rapporto di subordinazione ovviamente, dato che Sabella era quasi un mio sostituto. in questo periodo continuo ad avere contatti con magistrati, istituti, e altro. Da quel momento in poi le indicazioni operative sono del dr. Sabella. In ogni atto ho avuto la sua firma". Questo e' quanto per delineare la figura formalmente del col. Doria. E' emerso nel dibattimento che lui fece varie visite al sito di Bolzaneto.

La prossima udienza ci occuperemo delle dichiarazioni delle parti offese e del vaglio di attendibilita' delle stesse.