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[processo bolzaneto] trascrizione V udienza requisitoria pm

TRASCRIZIONE SOMMARIA – PROCESSO BOLZANETO - V UDIENZA ARRINGA PM

[ P=Tribunale, A=Accusa, D=Difesa, C=Parti Civili, R=Teste ]

P: [procede all'appello]

A: (Ranieri-Miniati) nel tardo pomeriggio di ieri avevamo esaminato la posizione di Gugliotta per i capi 18-19-20, cioe' l'accusa inerente il trattamento generale inflitto alle persone, 323 e 608 cp, e per il capo 20 il lungo elenco di reati che vanno da lesioni a percosse a ingiurie a minacce a violenze private. Dobbiamo esaminare i capi dal 21 al 25 del rinvio a giudizio, che riguardano singole condotte contro singole p.o.
I capi 21-22-23 a Gugliotta sono contestati lesioni personale volontarie aggravate dall'uso di un bastone o manganello contro MP, percosse per aver torto il braccio, e ingiurie per aver sputato addosso alla p.o. e avergli detto "sei senza dignita'".
Partiamo dalla deposizione della p.o.: MP e' un giornalista di una testata locale, e' stato solo fermato e non arrestato. Entra nel pomeriggio del 20 luglio ed esce la sera, "quando era buio". Gia' nella sua querela MP aveva esposto i fatti e aveva specificato che un agente della Pol Pen che sembrava il capo e aveva i baffi l'aveva colpito e gli aveva sputato addosso. MP ha testimoniato sui fatti: "rispetto a questo agente ricordo un episodio; ero il primo di fronte alla porta, ho scostato la fronte dal muro e ho guardato verso la porta; [...] all'esterno della cella ho incrociato l'agente di cui ho parlato che e' entrato e mi ha picchiato, non so se con un bastone o con un manganello, e mi costrinsero a tornare in posizione sputandomi addosso. [...] Era lui che dava gli ordini, questo agente con i riccioli, mi prese il braccio e me lo sposto' dal corpo con veemenza. [...]"
Circa la descrizione di quest'agente: "ricordo un agente quello che mi e' apparso come il capo, dava ordini, decideva... in quella circostanza in cui abbiamo abbandonato la posizione e' intervenuto lui a dire che fate e a prendere a schiaffi tutti. Ha ristabilito in maniera energica e violenta l'ordine, intimandoci la posizione. Ho due ricordi: riccioli, neri e corporatura media, robusto ma non altissimo [...], poteva avere i baffi o non averli ma era scuro. [...] La divisa era la D1". Lo stesso MP confermando l'individuazione gia' fatta ha riconosciuto questo agente nella foto numero 37, proprio quella di Gugliotta. Il riconoscimento di MP e' quindi fatto con certezza. [...]
L'imputato Gugliotta si e' sottoposto ad esema, si e' presentato glabro e con i capelli tirati all'indietro: ha ammesso pero' che aveva i ricci e che indossava la divisa ordinaria, la D1, e di notte anche quella da OP, la D2, ma senza giubbetto. Circa le sue presenze, ha detto di essere stato presente ininterrottamente tutto il venerdi', in un orario compatibile con il transito a bolzaneto di MP.
Gli elementi di riscontro sono numerosi alla vicenda di MP: gli orari compatibili; il dare ordini dell'agente; il riconoscimento; la corrispondenza di sembianze, eta' e divisa; due ulteriori riconoscimenti di altri p.o. che hanno riconosciuto Gugliotta come protagonista di analoghi comportamenti. Riteniamo quindi provata la penale responsabilita'.
Alcune precisazioni: il capo 23 prevedeva una duplice imputazione di ingiuria, una per lo sputo e l'altra per la frase "siete senza dignita'". Noi riteniamo provata solo la seconda imputazione. Per la condotta di sputo il pm ritiene che non si sia maturata una prova certa: il teste ha infatto detto che non era in grado di dire da chi provenissero gli sputi, che anzi forse proveniva da altri. Con queste precisazioni chiediamo l'affermazione della responsabilita' penale per i capi 21-22-23. Ci riportiamo al punto pene dell'ultimo giorno.
Passiamo al capo 24: violenza privata in concorso con altri ai danni di LB per averlo costretto a marciare con il braccio teso in segno di saluto fascista. LB e' un arrestato differentemente da MP. [...] LB ha deposto: "prima che fossi condotto fuori dalla cella sono entrate diverse persone, in particolare mi ricordo bene un agente con pizzetto e fazzoletto al collo, era adulto intorno ai 40 anni, con il pizzetto e abbastanza magra. Questa persona e' entrata con tre persone in borghese, ci ha chiesto di voltarci e di salutare le persone in borghese con riverenza. [...] Eravamo una fila di persone [...] quando un altro agente della Pol Pen molto giovane disse a questa persona con il pizzetto, come se fosse un suo superiore, facciamole fare il saluto. Appena ci siamo messi in fila, proprio lui ha fatto rispettare una fila rigorosa, e da questa richiesta scherzosa, mi ordino' di alzare il braccio destro teso, e avevamo dolore ad alzare il braccio, e io glielo feci presente. [...] Dopo aver alzato il braccio e aver fatto presente il dolore, mi si chiese di camminare in avanti e alzare il braccio destro. Ci tenevano su il braccio insomma, fino a meta' del corridoio, all'incirca all'altezza dell'infermeria." ANche LB riconosce l'agente nella foto 37 che rappresenta gugliotta, e dice di riconoscere con una certa sicurezza la persona, anche se non ha il pizzetto. Questa individuazione ha una particolare valenza probatoria, perche' si accompagna a una descrizione somatica precisa e corrispondente, e nella foto 37 si nota in maniera evidente i riccioli e i baffi.
Ma richiamiamoci all'esame dell'imputato, a cui si chiede quali fossero le sue sembianze nel luglio del 2001, e a cui risponde che aveva i ricci e sui baffi: "non ricordo di preciso... forse si'... la barba la cresco un pochettino... ogni tanto la lascio crescere". [...] Sulle presenze non ritorno, sono pacifiche. E poi abbiamo una serie di riscontri: presenza in orario compatibile; ricostruzione della p.o. che attribuisce un ruolo di autorita' nella struttura; la descrizione corrisponde; abbiamo altre due individuazioni fotografiche di MP e SD; poi c'e' la testimonianza di Pratissoli, infermiere, che ha ricordato che il comandante di reparto di taranto aveva i capelli ricci e un fazzoletto al collo azzurro; poi abbiamo moltissime deposizioni di persone transitate nella struttura il venerdi' che ricordavano questa imposizione o a fare il saluto romano o a dire frasi inneggianti al fascismo o altri ancora questa sfilata in marcia con il braccio destro alzato. [...] Anche in questo caso il pm ritiene che la prova della penale responsabilita' dell'imputato sia provata.
Passiamo al capo 25: percosse ai danni di SD per avergli fatto sbattere la testa contro il muro mentre era nel corridoio in posizione vessatoria. SD e' immatricolato alle 3.05 di sab e tradotto alle 6.20 del mattino di sabato. SD depone: "nel corridoio principale sempre tutti in fila, e a fianco a me avevo altre persone tra cui un ragazzo tedesco e MA, sempre con le gambe larghe, le braccia alzazte e la faccia al muro. Ho subito colpi e in particoalre di una persona che mi prendeva in giro per il luogo da cui provenivo [...] mi ha tirato uno schiaffone, io avevo la faccia contro il muro, ma lo vedevo perche' stavo parlando con lui [...] mi pare fosse un uomo sui 35 anni, con i capelli ricci". SD riconosce la'gente nella foto 37, che effigia l'imputato. SD precisa che quello stesso agente era presente in infermeria e che gli chiese i documenti, mettendosi a scrivere qualcosa.
Gugliotta nel suo esame parla di quella specie di banchetto dove teneva un foglio su cui annotava i detenuti presi in carico, e guarda caso SD ricorda quest'uomo che chiede i documenti e annota qualcosa in infermeria. Il riconoscimento di SD trova una serie di riscontri: orari compatibili; comportamento riconducibile a ruolo di autorita', con comportamenti ammessi dallo stesso imputato; descrizione fisica compatibile; corrispondenza sembianze; individuazioni di MP e LB. C'e' un'ultima cosa che occorre chiedersi, questo riferimento alla citta' di origine di SD. [...] Ritengo che su questo punto sia provata la responsabilita' dell'imputato in maniera certa e sicura: va fatta pero' una precisazione, non tanto sulla percossa quanto sugli effetti della percossa. Anche se SD ha dichiarato che alcune volte la testa era finita contro il muro, non ha ricordato con certezza che quella percossa abbia causato il colpo contro il muro. Il pm chiede l'affermazione della penale responsabilita' anche per il capo 25.
E con cio' abbiamo finito con l'imputato Gugliotta.

Ora dobbiamo occuparci proseguendo logicamente delle persone incaricate della vigilanza. Chi sono? Sono i soggetti che erano responsabili di squadre o di contingenti che per un certo periodo sono stati incaricati di effettuare la vigilanza alle celle. Il problema della vigilanza l'abbiamo gia' affrontato quando abbiamo affrontato il problema della vigilanza, o meglio di accertare come venne risolta la mancata previsione della fase di vigilanza dei detenuti. Abbiamo visto che il problema venne risolto per la Pol Pen con uomini dell'SCT, e invece per la fase della PS la soluzione fu diversa nel senso che nel venerdi' ci fu quell'ordine dato verbalmente dal capo di gabinetto Crea secondo il quale i contingenti preposti al trasferimento degli arrestati dai centri di raccolta intermedi a bolzaneto avrebbero dovuto fermarsi per vigilarli, e quindi una squadra della PS comandata da Valeri Franco, con turno 13-19, ma arrivo' a Bolzaneto alle 16; successivamente gli subentro l'Isp Maida Daniela. Sappiamo che sabato il servizio venne affidato ai cc: Barrucco Piermatteo dalle 16 di sabato e la squadra di Braini Giammarco che fa servizio dalle 19 alla 1.00 di notte. In realta' questo turno si protrasse per tutta la notte, fino a domenica fino all'arrivo dell'ispettore Badolati, che si occupa della vigilanza per il primo turno di domenica. Poi subentrano altre due squadre di Lunetta e Mercadanti. DIciamo subito che Badolati, Lunetta e Mercadanti sono stati archiviati, perche' e' emerso che questi tre hanno preso delle iniziative per migliorare le condizioni dei fermati e arrestati, in particolare Badolati. E quindi non ci occupiamo della vigilanza di domenica.
Nei confronti degli incaricati della vigilanza il pm ha contestato il reato di abuso di autorita' (608 cp) e in alcuni casi anche con contestazioni di lesioni, percosse, ingiurie, minacce e violenza privata nei confronti dei detenuti. Anche gli incaricati di vigilanza si trovavano in posizione di garanzia rispetto agli arrestati: ciascuno ovviamente era responsabile del trattamento dei detenuti per la sua fascia oraria, non di tutti i giorni come il livello apicale. La posizione di garanzia deriva dalle solite fonti: la posizione di ufficiali di PG; il grado rivestito, che indubbiamente le persone individuate erano i comandanti delle rispettive squadre o contingenti; l'incarico ricevuto che e' quello di effettuare attivita' di vigilanza.
Dovremo dire qualcosa rispetto alle singole imputazioni. Ma torniamo all'impostazione generale: e' stato contestato il 608 e reati vari nei confronti degli arrestati durante il loro turno. Questo perche' il comandante di un contingente per la sua permanenza durante il suo turno con questo compito avesse il dovere di vigilare sul trattamento degli arrestati e sul comportamento dei suoi sottoposti, quindi relativamente a quello che e' accaduto nel turno di vigilanza ciascuno di questi imputati e' responsabile o direttamente in concorso morale ex art. 110 o per omissione ex art. 40. Invece non abbiamo voluto contestare il 323 cp come per il livello apicale: innanzitutto c'e' una questione temporale, non puo' rispondere di tutti e tre i giorni; inoltre avevano l'incarico solo di vigilanza degli arrestati, e avevano quindi il dovere di non imporre posizioni scomode e dolorose arbitrariamente, avevano il dovere di fornire cibo e acqua, avevano il dovere di impedire che sottoposti o altri entrassero nelle celle e percuotessero gli arrestati, quindi rispondono anche delle azioni di altri agenti. Peraltro non potevano assumere disposizioni di carattere generale circa il trattamento per l'intero periodo, perche' non avevano un potere generale sul sito.

Torniamo con calma ad esaminare le singole posizioni. COminciamo dall'ispettore Valerio Franco: arriva a Bolzaneto alle ore 16 di ven 20 luglio 2001. Abbiamo gia' esaminato come avviene l'incarico di vigilanza: la prima che pone il problema della vigilanza e' la Poggi [...] ed e' Crea che verbalmente dispone che chi trasportava i fermati si sarebbe dovuto fermare per la vigilanza dei fermati. [...] [legge le testimonianze di Poggi e di Crea]
Leggiamo le dichiarazioni dell'imputato che si e' avvalso ma possono essere usate contro se': "scesi dall'auto e parlai con la POggi, mi disse che dovevamo fare la vigilanza alle celle". La squadra di Valerio era di 22 persone, e sotto di lui c'era Tarascio, Ciolli, Tau, Gandolfi. Le composizioni delle squadre si trovano nel doc. 2.5, l'annotazione DIGOS su cui ha deposto il teste Gonan. Mi soffermo sui componenti della squadra di Valerio per dire che Ciolli e Gandolfi in realta' furono comandati altrove e quindi non furono a Bolzaneto.
La seconda squadra e' quella dell'ispettore Maida. Su questo credo che la prova sia fuori di dubbio: abbiamo la relazione di servizio di Maida, in cui l'imputata scrive "presso la caserma di Bolzaneto la squadra comandata dalla sottoscritta stazionava fuori dalle celle di sicurezza per fare servizio di vigilanza". Anche l'imputata Maida non si e' sottoposta ad esame, quindi e' stata data lettura delle sue dichiarazioni: "avevo capito che la mia squadra doveva occuparsi della vigilanza", poi dice che avevano le chiavi. La squadra della Maida ha in immediato sottordine rispetto a Maida: turco, ubaldi, parisi, arecco.
Abbiamo praticamente detto tutto con riferimento alle persone incaricate della vigilanza: abbiamo detto da dove discendeva il dovere di impedire i reati; l'istruttoria ha provato che venne imposta a tutti la posizione vessatoria di stazionamento, e mi richiamo alla discussione sull'attendibilita' delle p.o.; abbiamo molte testimonianze di minacce, sputi, vessazioni, percosse. Da qui la prova della penale responsabilita' degli imputati, ma c'e' da fare una precisazione, relativamente alla posizione dell'ispettore Valerio e la sua differenziazione rispetto a Maida.
Noi sappiamo che la squadra di Valerio e' la prima che svolge vigilanza tra le 16 e le 19: il problema che ci si pose era che e' evidente che ciascuno degli incaricati di vigilanza risponde di quanto successo nel suo turno, e quindi era necessario individuare chi erano le p.o. transitate durante il suo turno. Per l'isp. Maida non si pone il problema. E' piu' complicata la posizioen di Valerio: noi sappiamo che dobbiamo individuare gli arrestati di queste tre ore, o fermati che siano. E questo e' un problema, perche' come sappiamo non c'e' certezza sugli orari di ingresso in Bolzaneto degli arrestati, per tante ragioni tra cui l'assenza di un registro di presa in carico. Si fa riferimento alle loro posizioni, ai verbali di fermo e di arresto, agli orari del fotosegnalamento, ma sono indicazioni di massima e non precise. Il pm si e' attestato su un criterio prudenziale e ha individuato le perosne che erano presenti da una serie di riscontri: il gruppetto di fermati di piazza alessi, tra cui MR e MR, e i primi due arrestati, CG e VV. Per queste quattro vi e' la certezza che siano arrivati con il pullman di Valerio. Cosa hanno dichiarato? MR dice dice ssere stato condotto in cella con la faccia al muro e le gambe divaricate per parecchio tempo, e che anche MR e altri dovevano stare nella stessa posizione, e di essere stato rilasciato alle 20 circa. MR: "arriviamo in cella, c'erano altri ragazzi, tre o quattro contro le pareti, con le braccia alzate e le gambe divaricate; credo di essere rimasto mezz'ora o tre quarti d'ora; qualcuno girava la testa e quando lo facevamo qualcuno dei poliziotti gli intimava di non muoversi e non fiatare". MR ricorda di essere arrivato un po' prima di MR, verso le 14, di essere stato portato in cella, costretto in posizione vessatoria e di aver mantenuto questa posizione fino alle 19 quando viene liberato. Ricorda la presenza di un ragazzo di Trieste in cella che e' MR. MR: "la cella era grande, c'erano diverse persone, una di trieste, una inglese", che sara' riconosciuto in HMC, "e un ragazzo con la maglia dei giovani comunisti. Cercammo di parlare tra di noi ma non ci fu consentito". CG e' il primo arrestato uomo che arriva a Bolzaneto, e ricorda di essere da solo in cella. E' la persona che ricordera' nell'ufficio trattazione atti l'ufficiale in borghese. CG ricorda di essere stato subito fotosegnalato e di essere stato condotto in cella, e costretto in posizione vessatoria per molto tempo. CG: "ero solo, mi e' stato chiesto di restare in piedi con le mani alzate e non appoggiate al muro, per parecchio, non potevo muovermi, ho cominciato ad avere l'occhio che non vedeva, e ho detto o mi siedo o svengo, e mi hanno lasciato sedere, ma in piedi ho passato molto tempo". Abbiamo poi VV, che e' riscontrata anche dalla teste Giannini della PS che ha accompagnato la p.o. verso le 14. Dice di essere portata in una cella dove c'era una giovane tedesca, NE, che piangeva e che doveva stare in piedi. Lei si ribello' e si mise seduta, ma dopo un'ora venne fatta mettere nella posizione vessatoria fino alla traduzione. [...] VV precisa anche che mentre era seduta venivano portati altri arrestati che erano costretti a stare in piedi. [legge la deposizione di VV].
Esaminiamo un po' piu' nel dettaglio queste deposizioni: emerge che anche tra i primi fermati venne imposta la posizione vessatoria in cella, e la circostanza e' riportata da tutti con una serie di riscontri incrociati; [...] costoro sono sicuramente coincidenti con la presenza dell'ispettore Valerio. Questo vuol dire che il trattamento e' stato sistematicamente imposto gia' dall'inizio e sono ancora piu' infondate le giustificazione di distinzione tra i fermati, il povero CG era addirittura da solo. Da chi doveva essere distinto? Il trattamento e' stato imposto sin da subito volontariamente, in maniera arbitraria e senza necessita'. Da qui deriva la prova della penale responsabilita' ai sensi dell'art. 608 almeno ai sensi ex art. 40 cp.
All'ispettore valerio non e' contestato il problema della somministrazione di cibo e bevande, perche' l'ordinamento penitenziario prevede la somministrazione del cibo ogni 5-6 ore, e siccome l'isp Valerio e' stato in servizio tre ore non possiamo comminargli questo.

Per l'ispettore Maida abbiamo oltre al 608, abbiamo al capo 28 la contestazione di tutta una serie di reati in danno delle persone transitate, perche' molte persone transitate il venerdi' hanno lamentato ingiurie e percosse. La stessa contestazione non c'e' per l'ispettore Valerio perche' abbiamo letto le deposizioni e nessuno di questi ha riferito di essere stato percosso o minacciato. A dire il vero MR ricorda una minaccia ma nel piazzale e quindi essendo avvenuto nel piazzale non puo' essere riconducibile all'ispettore, almeno non vi e' la prova. Mentre per l'ispettore Maida abbiamo la contestazione di tutti questi reati.
AC minacce e ingiurie, percosse anche con manganello
BV percosso con calci e pugni, e colpi con la testa contro il muro
CS e OCM percossi in cella
DAF percosso nell'atrio con un calcio
DG percosso e insultato, riceve un colpo al polpaccio e ricomincia a sanguinare; in cella deve stare in piedi nonostante le ferite e ogni tanto viene colpito
FF spinto in una cella e riceve un pugno e uno schiaffo
FD in cella subisce insulti a sfondo sessuale
LRD percosso nel corridoio e in cella
LA percosso in cella e nel corridoio
LBG percosso in cella con schiaffi, pugni e calci, gli viene torto il braccio lo fanno inginocchiare e gli fanno gridare viva il duce
LG percosso in corridoio
LB percosso in cella con schiaffi, calci e colpi allo stomaco. viene obbligato a gridare viva il duce
MG e MF vengono obbligati a salutare gli agenti e percossi con schiaffi
NC percosso in cella con colpi alla schiena, nella schiena e nei genitali
NN lo fanno inginocchiare e lo prendono a pugni
PE viene offesa, e colpita in cella e nel corridoio
PM percosso in cella da un agente
RA srpuzzo di gas, percosse
RF percosse, spruzzo di gas
SD percosso in cella da opl pen con calci e pugni dietro la schiena
SG percosso in cella, gli agenti inneggiano al duce e minacciano di pareggiare i conti
SA percossa e minacciata con espressioni sessuali
SGA percosso in corridoio, in infermeria, costretto in cella a rimanere contro il muro
UP in cella gli strappano i pantaloni e lo picchiano in varie parti del corpo. mentre urina viene picchiato e insultato
VA percosso ripetutamente anche in cella, insultato, ustionato con un accendino
VV percossa con manganelli e calci

Veniamo al sabato. La vigilanza e' stata fatta dai cc, da due squadre. La decisione di usare i cc nacque dal dr. Salvo: il venerdi' c'era stata la tragedia della morte di Carlo Giuliani, in questura si decide di non usare i cc in OP, conseguentemente la PS aveva piu' impegni, e quindi i cc vennero demandati alla vigilanza. Ci sono molte testimonianze in questo senso: ten col Graci, ten col Ulandi, e il vice capo di gabinetto Salvo Sebastiano. [legge]
Sappiamo quindi che arrivano due contingenti di 30 cc ciascuno del IX battaglione Sardegna, che vennero impiegati in servizio di vigilanza interna: il primo contingnete e' comandato dal sottotenente Barrucco Matteo e il secondo contingente e' comandato da Braini Giammarco con turno 19-01, prolungato fino alle 8 del mattino quando arriva a rilevarlo l'ispettore Badolati, e vedremo cosa dice sulle condizioni degli arrestati. Pacifico. [...]
Ma lo dicono gli stessi imputati. Leggo la relazione di servizio di Barrucco, doc 6.16: "tutto il contingente arrivava verso le 8, per tutta la mattinata il contingente non era impiegato; solo dopo due cc devono fare vigilanza esterna; verso le 17 il funzionario mi chiede l'uso di tutti e trenta i militari per la sorveglianza di fermati in arrivo; disposi che i cc stessero nelle ultime due celle, dove dopo la perquisizione venivano ristretti i fermati; alle 19 ricevevo il cambio dal sottotenente Braini". Il sottotenente Barrucco non si e' sottoposto ad esame, ed e' quindi stato letto il verbale del suo interrogatorio: "davanti a ogni cella c'erano due piantoni, con le chiavi per entrare; poi il funzionario donna PS la piu' alta in grado ci disse che arrivavano degli arrestati".
Passiamo al contingente di Braini: doveva smontare all'una, mentre viene dimenticato fino alle otto del mattino. Non si e' mai sottoposto ad esame, e possiamo usare solo la sua relazione di servizio, doc 6.15. Leggiamo: "il giorno 21 luglio lo scirvente viene disposto di andare a Bolzaneto; giunto ivi si prendeva contatti con il responsabile e si avvicendava il contingente del sottotenente Barrucco Piermatteo. Si veniva disposti di vigilanza alle celle dove venivano accompagnati i fermati e gli arrestati degli scontri. Altro personale dell'aliquota veniva usato per il fotosegnalamento e la vigilanza. Presi contatti con la COT dei CC dalla una in poi, ma veniva richiesto di permanere in servizio fino a nuovo ordine, dato che era previsot l'arrivo di numerosi arrestati inc onseguenza dell'operazione alla scuola diaz. Il servizio aveva termine alle ore 8.15 con l'avvicendamento operato da personale PS del VI reparto mobile". La relazione si sposa perfettamente con la testimonianza di Badolato. [...]
Sulla composizione dei contingenti: mi limito a segnalare i sottoposti in immediato sottordine. Primo turno: Mulgas, Multineddu, Piscitelli, Russo, Turcas, D'oddo, che ha deposto come teste, dato che non si occupo' della vigilanza. Secondo turno: Pintus, Scidda, Serroni, Romeo, Mura, Funicello, Avoledo.

Esaminiamo gli elementi comuni della vigilanza di sabato. Primo aspetto che non possiamo non cogliere e' l'imposizione di una posizione vessatoria, della quale diremo successivamente, perche' vorrei affrontare l'argomento contestualmente a un'altra tematica emersa, e cioe' quella del cc buono, il fatto che parecchie persone riferiscono che durante il turno dei cc vi fu un momento o dei momenti di sosta del trattamento vessatorio, consistenti nel fatto che veniva consentito di sedersi e qualche gesto di umanita'. Questo e' un dato pacifico che vorro' trattare. Ma vorrei fare considerazioni generali in ordine il trattamento imposto ai detenuti. Il trattamento della giornata di sabato e' descritto da tutti come pesante: imposizione della posizione in cella, nel corridoio, durante il transito; numerose condotte di percosse, quasi tutte le persone transitate il sabato hanno riferito di essere state percosse chi in cella chi in corridoio chi in bagno; numerosi riferimetni a insulti a sfondo politico, obbligo di ripetere canzoncine parafrasate; imposizione di sentire il motivetto Faccetta Nera con il cellulare. Dobbiamo constatare come la giornata di sabato anche per l'affluenza e' stata la giornata con il trattamento piu' duro e inumano, con numerosi episodi di violenza fisica anche brutale. Sull'attendibilita' delle p.o. non mi dilungo dato che abbiamo gia' affrontato il tema, ma e' ricordato da numerosissime persone offese anche l'episodio di sabato notte e l'episodio di lancio di spray nella cella. Questo e' riferito anche da arrestati del venerdi' e della domenica, per la verita', SB ad esempio, ma il sabato gli spruzzi sono descritti e abbiamo varei p.o. che lo ricordano, e poi c'e' un episodio in particolare che riguarda LK, particolarmente significativo per le conseguenze, piu' gravi che in altri casi. Questo episodio si colloca nel turno del tenente Braini.
Ci riferiscono dello spray molte persone offese e alcune videro che i cc di vigilanza alal cella alzarono i fazzoletti per ripararsi. Leggo LK, che transita durante il turno dei cc (pag 68-70): "durante la notte mi sono accorta che dalla finestra hanno spruzzato questo gas, e due secondi prima ho visto che il ragazzo che era di turno si e' tirato su il fazzoletto e sotto sembrava avere una maschera, qualcosa di rigido; io ho cominciato a vomitare sangue; sono svenuta e mi sono svegliata sul lettino, con la maschera ad ossigeno; stavano preparando l'iniezione e io ho chiesto che cos'era; lui mi ha detto "perche' non ti fidi di me?"; io ho rifiutato l'iniezione e lui mi dice "vai a morire in cella"; torno in cella e nessuno aveva pulita; le altre ragazze avevano avuto il ciclo immediato e tutti chiedevano assorbenti". Altri che riscontrano la vicenda: BA, CS, DC, FAS, GG, MM, MS, MD, PS, TM. [...] C'e' di piu': che l'episodio sia avvenuto e' circostanza riferita anche dall'imputato Perugini, che ne venne informato, dall'imputato Poggi, e dal dirigente medico Toccafondi. L'episodio e' riscontrato da persone qui imputate e non sospettabili di essere prevenute nei confronti delle ffoo. Perugini dice: "venne da me La Rosa e andammo a parlare con i cc che c'erano persone che lamentavano irritazione agli occhi; le celle erano a piano terra ma non erano ermeticamente chiuse, da fuoi si poteva spruzzare delle cose; ritenni opportuno chiedere di mettere dei cc fuori per evitare il ripetersi di questi episodi; anche in questa circostanza mi ricordo che c'ernao le persone in piedi e vedevo le persone che si toccavano gli occhi". Poggi: "c'era il dr. perugini, io ero nel mio ufficio, l'isp la rosa gli disse qualcosa e si sposto'; era stato lanciato del gas e il dr. perugini mi riferi' che aveva detto ai cc di mettere persone di vigilanza verso l'esterna. io stessa senti' l'odore". La Rosa, Raschella', Pinzone, Gaeta Giorgio riscontrano con le loro testimonianze l'evento. Toccafondi: "a me avevano detto che avevano lanciato del gas in un camerone, io ho pensato a un candelotto lacrimogeno, ho indossato un amaschera e la indossai, ma poi la levai perche' quando entrai nella gabbia c'era la finestra aperta e c'era questa perosna che si lamentava, aveva si un po' di tosse ma nulla piu'...." La prova dell'avvenuto spruzzo e' una prova certa, piena.
Alla luce di tutti questi elementi agli imputati Braini e Barucco sono stati contestati i reati di cui all'art 608 per le condizioni inumane, la posizione vessatoria, privazione di acqua e cibo; e poi al capo 30 e 32 i reati di percosse, lesioni, ingiurie, minacce, e violenze private commesse nei confronti dei fermati del sabato, solo per le perosne che si sono querelate. Le contestazioni io le esaminerei una volta sola, sono identiche, a parte lo spruzzo del gas, che e' riferibile solo al turno di Braini, almeno quello certo, e questa contestazione e' fatta solo a Braini. [...]
Preciso pero' che per Braini e Barucco valgono quanto gia' riferito per Gugliotta che in riferimento a CM e OBM non e' provato nulla, per assenza di testimonianza e quindi di prova. P.O. per Braini: AM, AL, AF, BA, BD, BA, BM, BB, CS, CE, DFA, DPRJ, DMA, DCR, DS, FC, FA, FAS, FE, GM, GF, IM, JS, LK, LF, MM, MM, MN, MD, MMA, NR, PA, PS, PS, RD, RSA, SM, SAP, SC, SA, SM, SS, TM, TM, UG, ZS. P.O. per Barrucco: AM, AL, AA, BA, BD, BA, BM, BB, CS, DFA, DPRJ, DMA, DCR, DS, FC, FAS, FE, GM, GF, IC, IM, LF, MM, MA, MM, MN, MD, MMA, NR, PA, PS, PS, RD, RSA, SM, SAP, SC, SM, SS, UG, ZS.
Le contestazioni di cui ai capi che ho ricordato sono tutte provate.

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A: dicevamo... credo di aver esaurito con cio' la trattazione della vigilanza del sabato. mi ero riservato di aggiungere qualcosa sulla tematica del cc buono. c'e' stato uno sforzo da parte del pm di raggruppare le p.o. per potere poi farne un resoconto sintetizzando, e allora per completezza ma anche per dovere, perche' e' cosi', dobbiamo dire che e' risultato dall'analisi delle deposizioni delle p.o. del sabato, che il sabato e' stato il giorno peggiore con frequentissimi episodi di violenza anche fisica, ma bisogna dare atto di questo elemento peculiare degli arrestati del sabato: parecchi di costoro riferiscono di intervenri del personale dell'arma, facilmente attribuibili per l'aspetto della divisa e di altre cose, e ricordano l'intervento di qualche appartenente all'arma che interveniva a favore, per migliorare le condizioni degli arrestati, con qualche parola di incoraggiamento,d ando qualcosa da mangiare o da bere. Sono parecchie le persone del sabato a riferirlo. E' difficile se non impossibile se tutti si riferiscano a un solo episodio, ma piu' probabilmente no. Non possiamo enucleare quanti episodi, ma probabilmente vi sono stati piu' interventi, e non e' possibile stabilire se sono stati commessi da uno o piu' cc, anche se sembrerebbero almeno due o tre soggetti diversi. [...] Addirittura una p.o. ha ricordato due interventi del cc buono a suo favore. Questo e' un dato pacifico. Che cosa consente questo dato? Bisogna essere precisi. Se leggiamo le deposizioni delle p.o. hanno tutte questa costante: un intervento che migliora le loro condizioni, [...], ma tutte le p.o. in maniera costante riferiscono altresi' che questi momenti di sosta della vessazione erano ahime' molto brevi, perche' poi subito dopo interveniva qualcun altro che ripristinava la situazione precedente. Anche questo e' un dato di fatto. In particolare per quanto riguarda la posizione, possiamo dire che se e' vero che ci sono stati alcuni interventi che hanno alleviato la posizione, dopo pochi minuti arrivava qualcuno a ripristinarla. DUe p.o. addirittura ricordato un rimprovero al cc buono. Cito alcune testimonianze: DFA, GG, F, TM, AM, BC, PS, B., CM, CG, CC, DCA, DS, FD, FF, F, GS, L, MM, MA, MD. [...]
E poi un'ultima cosa: DFA e GG ci riferiscono il tema del rimprovero, cioe' che chi e' intervenuto per alleviare la posizione vessatoria viene rimproverato. allora si capisce che il cc buono e' un cc giovane e viene richiamato da un superiore. Che cosa ci consente di dire: ci consente di dire che da parte dell'arma dei cc vi sono stati alcuni episodi, alcuni interventi da parte di non identificati appartenenti a questi contingenti a favore degli arrestati, ma non hanno inciso sulla condizione generale del trattamento della giornata. Che cosa caratterizza i cc? Che questi interventi sono un po' piu' frequenti, a parte domenica dove c'e' l'intervento di Badolato che pone fine alla posizione vessatoria, ma che verra' ripristinata in serata dalla Pol Pen. Pero' non sono di durata tale da poter mutare il quadro della giornata del sabato che rimane quello peggiore quanto a violaizone dei diritti dei detenuti. Questa era stata una delle ragioni per cui il pm aveva ritenuto di non formulare l'imputazione nei confronti dei cc e degli agenti dall'altro. IN relaizone a queste squadre l'ufficio del pm ha formulato contestazioni del 608 e di lesioni e altro nei confronti dei comandanti delle squadre Valerio, Maida, Barrucco e Braini, e nei confronti delle persone immediatamente in subordine sovr e isp, marescialli e brigadieri, ma non nei confronti della truppa. Perche'? Perche' il comandante risponde di tutto il reparto, il singolo agente risponde solo di quello che ha fatto lui individualmente, e questa corrispondenza uno a uno tra agenti e interventi non si riusciva a fare, olre al fatto che non sapevamo chi fosse stato impiegato in vigilanza e chi no. Un'altra ragione era proprio la tematica del cc buono, cioe' il fatto che c'erano stati interventi a favore e non era identificabile chi fosse il responsabile.
Ultima nota: c'e' una differenza tra le contestazioni ai dirigenti della vigilanza e il c.d. livello intermedio (tarascio, talu, parisi, arecco, turco, ubaldi, piscitelli, multineddu, russo, furcas, serroni, foniciello, avoledo, pintus, romeo, mura), per i quali abbiamo contestato solo il 608 cp.
E con cio' credo di aver esaurito: per coloro che sono del livello intermedio abbiamo contestato solo il 608 cp, e cmq meno pregnante che per i capi servizio, perche' esclude la questione del cibo e dell'acqua.
Un'ultima cosa: da cosa possiamo ricavare la responsabilita' del livello intermedio? Sono coloro che su ordine del comandante hanno organizzato la vigilanza nelle celle. Costoro non si sono sottoposti ad esame e sono stati prodotti i verbali di interrogatori durante le indagini, ciascuno usabili contra se'. Questi dimostrano che ciascuno di loro si e' occupato di organizzare la vigilanza alle celle. La prova della penale responsabilita' si ricava anche per ciascuno dal verbale di interrogatorio.
Voglio aggiungere un'ultima cosa: avevamo detto che l'ufficio del pm aveva ritenuto di non formulare imputazioni nei confronti dei singoli cc e perche'. Parecchi di costoro sono venuti a deporre davanti a questo tribunale, riferendo una serie di circostanze di fatto smentite davanti al tribunale, ad esempio l'inesistenza dell'imposizione della posizione vessatoria. Si capisce la difficolta' di chi avendo fatto parte di un contingente viene chiamato a testimoniare su fatti di cui puo' essere responsabile, di riferire cose gravi nei confronti di colleghi e superiori, che forse necessita di coraggio. Ma non possiamo non tenere conto del precetto del cpp che impone di dire la verita'. E queste persone hanno detto il falso. [...] Hanno detto che non c'era l'imposizione della posizione, e non era vero, non era vero perche' lo hanno detto le p.o., ma anche Perugini nel suo esame e ce lo dice l'ispettore Badolato che rileva i cc la mattina di domenica. E ci ha detto che i ragazzi erano talmente impauriti che non volevano obbedire al suo ordine di lasciare la posizione. Ma i testi in questione non ci hanno detto di piu': non hanno parlato dello spruzzo del gas. Ce lo hanno detto tutti ma non loro che si sono addirittura riparati il volto. Ora uno poteva non esserci, un altro poteva non averlo visto, ma che nessuno lo abbia notato, nessuno, mi pare incredibile. Hanno mentito anche su una circostanza neutro: la visita del ministro. E' una cosa neutra se non favorevole, dato che il ministro si complimenta. Quindi sono venuti davanti al tribunale con l'intenzione di non dire delle cose. E quindi a malincuore al termine della requisitoria chiederemo la trasmissione degli atti per 372 cp. (falsa testimonianza) per Mattana Giorgio, Serra Giuseppe, Marras Roberto, Ghighine Marco, Murro Igor, Pirascu Gianni, Azzori Roberto, Mambella Gianbattista, Erriu Samuele, Esposito Christian, Desideri Tiziano.

A: (Petruzziello) veniamo alle persone riconosciute come autori di atti particolari contro p.o. particolari. Gli esecutori materiali sono otto: Mancini Diana, Salomone Massimo, Gaetano Antonello, Pigozzi Massimo Luigi, Amadei Barbara, Cerasuolo Daniela, Incoronato Alfredo, Patrizi Giuliano.

Salomone Massimo e' accusato di aver percossso AC mentre lo accompagnava in cella. AC ha dichiarato di essere stato piu' volte percosso a Bolzaneto. In particolare dice "ricordo un uomo seduto su una scrivania, si vedeva che parlavano con lui come superiore o responsabile". Poi quando racconta di essere stato accompagnato dice "mi hanno portato come un pacco e tutti gli agenti nel corridoio mi colpivano, tenendomi per i laccetti, assolutamente non curante che mi colpissero." "Era un signore di mezza eta', non troppo alto, non troppi capelli, occhi scuri, quasi calvo, con una pancia pronunciata". Ha riconosciuto la persona nella foto nr 5, che ritrae l'imputato Salomone, il quale e' ispettore della PS in servizio nell'ufficio trattazione atti, come capo postazione numero 5, prima stanza a dx entrando. Questo fatto risulta non solo dalla prova documentale circa gli appartenenti ai vari servizi, anche da tutta una serie di deposizioni da cui risulta questo ruolo: quelle di norbille, tripisciano e gli altri dell'ufficio trattazione atti, nonche' di del giacco, pinzone e raschella' che si aggiungono il sabato, come anche quella dell'ispettore la rosa. L'imputato risulta avere prestato servizio a bolzaneto alla postazione numero 5 nella prima stanza a dx. Le presenze che risultano sono ven dalle 8 alle 3.30 di sabato, un orario compatibile con la presenza di AC a Bolzaneto. Secondo l'ufficio del pm il riconoscimento e' sicuro e certo: vi e' la valutazoine di attendibilita' gia' fatta, il riconoscimento certo "l'ho riconosciuto subito, basta un'occhiata veloce", riscontri come la fascia oraria compatibile, ricognizione fotografica a conferma di quella nelle indagini, e la posizione di sovraordinazione dell'imputato. [...] Relativamente a questo capo di accusa ritiene provata la responsabilita' di Salomone e ci riportiamo per il punto pena all'udienza di lunedi'.
Passiamo al capo 52: e' contestato all'imputato il reato di tentata violenza privata in concorso con altri contro VV per aver tentato di costringerla a firmare atti di cui non capiva il contenuto attraverso quella minaccia vile e trasversale consistita nel mostrare la foto dei figli prospettandole che non avrebbe potuto vederli per molto tempo se non firmava. Vediamo le dichiarazioni di VV: e' arrestata ven ed e' la prima arrestata ad arrivare a bolzaneto. e' immatricolata alle 18.50 e risulta tradotta alle 3.15 di sabato. Ha ricordato di essere stata condotta nella prima stanza sulla dx per tre volte, dove c'erano piu' persone, di cui almeno due uomini uno piccolo, tarchiato, con pochi capelli che sembrava avere il comando e un altro mediterraneo, che le hanno fatto pressioni per firmare dei documenti, anche con percosse. La terza volta la costrinsero a firmare mostrando la foto dei figli sul passaporto e dicendole che non li avrebbe piu' visti se non firmava. Dichiarazioni: "Mi hanno fatto uscire dalla cella per diversi interrogatori, lo stesso ufficio che era nella prima o seconda stanza sulladx, sempre nella stessa stanza. C'erano diverse persone, ma ne posso descrivere due. Il primo era in borghese, sembrava in comando, tarchiato, con occhi blu, e senza capelli. Poi mi ricordo di un uomo mediterraneo con pelle e capelli scuri, che mi pare sia entrato dopo. Mi hanno chiesto lo stato civile, sul foglio c'era un paragrafo in italiano. Io ho chiesto traduzione, continuavano ad insistere per firmare. Io non e' che non volevo firmare ma volevo una traduzione. Mi hanno portato in cella violentemente, poi mi riportavano nell'ufficio violentemente. Le modalita' erano sempre le stesse prima autoritarie e poi violente. Mi ricordo che mi hanno fatto vedere la foto dei miei figli e mi hanno detto che se non firmavo non avrei rivisto i miei figli molto presto".
Avevamo fornito una imputazione sulla base delle somiglianze, dagli orari della documentazione acquisita, e dalla localizzazione della stanza, oltre che per il ruolo che viene riconosciuto. VI e' poi la firma del biglietto di consegna alla Pol Pen da parte di Salomone. Al dibattimento pero' la testimone ha riconosciuto la persona che le mostro' la foto dei figli nella foto nr 16 dell'album della PS, che ritrae Quatra Maurizio, che fa parte anche lui della postazione numero 5. La teste sul riconoscimento dice "mi ricordo molto bene questo signore che corrisponde alla foto 16, e' il signore tarchiato che mi ha interrogato". Alla luce di questa emergenza dibattimentale non riteniamo provata la responsabilita' dell'imputato: l'azione e' avvenuta sicuramente, per i riscontri documentali, ed e' riferibile alla postazione 5. Vi e' stata cmq un'individuazione fotografica di un appartenente a questa postazione. Vi e' la descrizione di una posizione di sovrordinamento, che si attaglia a Salomone, ma il riconoscimento di un altra persona rendono meno certo il riconoscimento. Non abbiamo la prova che l'ispettore Salomone fosse presente nella stanza. In questa situazione di contraddittorieta' [...] si impone una richiesta di assoluzione con riferimento a questo capo per Salomone Massimo. Ci limitiamo a dire che questa stessa situazione di incertezza opera anche per il sovrintendente Quatra, e quindi non riteniamo di dover chiedere la trasmissione degli atti.
Il capo 53: si tratta di un'imputazione di percosse in concorso con Gaetano Antonello e altri agenti non identificati in danno di LRD per averlo all'interno dell'ufficio della squadra mobile percosso con calci e pugni costringendolo a firmare atti contro la sua volonta'. LRD partiamo dalla p.o. e' arrestato alle 17.30 di ven, immatricolato alle 3.25, tradotto alle ore 6.30. LRD gia' nella querela che aveva depositato aveva riferito di essere stato picchiato da piu' poliziotti e di essere stato costretto a firmare con le percosse. L'interessato e' stato sentito a dibattimento: "in una stanza chiamata qui squadra mobile la seconda a dx due poliziotti mi hanno preso per le braccia, mi hanno piegato la schiena e mi hanno fatto attraversare il corridoio sotto le percosse degli altri agenti. c'era una persona dietro la scrivania e le altre nella stanza. mi hanno parlato in italiano, insulti, calci, pugni, da tutti, sul viso, in pancia, nei testicoli, sino a che sono caduto. Mi hanno chiesto di firmare un documento. A terra ho ricevuto calci e mi hanno chiesto di firmare un documento in italiano. Ho detto che non capivo e che volevo una traduzione, allora mi hanno picchiato di nuovo. Alla fine ho firmato. L'uomo dietro la scrivania si e' messo i guanti neri e mi ha colpito e un altro anche. Poi mi hanno portato fuori allora." Circa l'orario: "la prima volta che mi hanno portato fuori dalla clela era notte". La descrizione degli agenti: "mi ricordo della persona davanti alla scrivania capelli ricci, alto e portante, ma non grosso; credo di ricordare un signore sui 50 anni piccolo, panciuto, tarchiato, calvo". Nella deposizione poi conferma i riconoscimenti che aveva effettuato nell'imputato Gaetano Antonello come l'uomo alla scrivania, e la foto nr 5 come il signore tarchiato, nell'imputato Salomone Massimo.
Il dato delle lesioni alle costole ha un riscontro documentale nel referto medico dell'ospedale di alessandria quando LRD viene scarcerato: "frattura scomposta della sesta-settima-ottava costola, e distorsione cervicale con trauma cranico minore". Queste lesioni sono riconducibili alle percosse subite, dato che LRD riporta la difficolta' respiratoria dopo essere stato colpito nell'ufficio. Abbiamo il riconoscimento della foto nr.5. COn riferimento alle precisazioni che vengono cheiste sui riconoscimenti il teste precisa una circostanza importante: con riferimento alla persona nella foto nr 5 il teste dice "non ho visto se era presente nella stanza al momento delle costole. l'ho vista entrando nella stanza ma non so se era presente". Secondo il pm prova che non e' l'esecutore materiale delle percosse, e non vi e' prova certa della sua presenza nella stanza. C'e' questo dato che viene confermato della presenza nella stanza rispetto a quale percossa, ma che secondo l'ufficio non puo' essere decisiva in senso accusatorio. Non vi e' prova certa quindi. Pertanto anche in relazione a questo capo di accusa chiediamo l'assoluzione per questo capo.

Passiamo all'esame dell'imputata Mancini Diana, al capo 50. Le viene contestato il reato di abuso di autorita' (608 cp) per aver costretta GGC in posizione di transito vessatoria e non aver impedito che gli agenti nel corridoio la sgambettassero. Ricordo che e' stato fatto un incidente probatorio per il riconoscimento. GG e' uan ragazza arrestata in via maggio, alle 18 di saba, e' immatricolata nella notte e tradotta la domenica alle 9.10 o alle ore 11.00 secondo il capitano pelliccia. La teste ha deposto e sul punto delle modalita' di accompagnamento al bagno ha dichiarato: "durante il percorso mi e' stato fatto uno sgambetto e stavo cadendo a terra; lei mi ha detto di stare attenta. arrivate in bagno c'e' stato un breve dialogo, e lei ha detto 'cmq dalla parte dei nostri ci sono stati dei violenti' e io ho risposto che anche tra i suoi colleghi non sono stati da meno. lei si e' insprita allora io ho visto cosa succedeva e sono stata zitta. venivo portata con la testa in giu', il braccio dietro, sgambetti, calci e insulti." La teste riferi' che in bagno la porta resto' aperta. Sulla persona che l'accompagnava: "una ragazza giovane piu' alta di me, capelli scuri, occhi verdi, molto carina, e una divisa sull'azzurro". Poi al momento del riconoscimento la testimone ha riconosciuto confermando sia l'individuazione durante le indagini sia il riconoscimento in incidente probatorio nella foto 115 dell'album, che ritrae l'imputata Mancini Diana. La teste ha fatto anche una precisazione sul colore dei capelli, ricordando che i capelli erano piu' scuri di quelli della foto. L'agente si e' sottoposta ad esame ed ha respinto l'addebito: ha dichiarato di aver prestato sabato 21. La mancini ha detot che aveva la divisa da OP della PS, la B2. Ha detto di essersi recata alle 21 a Bolzaneto, di essere rimasta nel cortile fino a quando un collega gli chiedeva di prestare aiuto per accompagnare in bagno delle arrestate. Lei chiese il permesso e ando' dentro. Si ricorda di aver prelevato due arrestate, una bionda e una mora piu' robusta. Ha agigunto di aver parlato solo con la bionda che piangeva, mentre la mora era taciturna. Ha detto di aver lasciato la porta aperta per ragioni di sicurezza, secondo prontuario. Dice di essere tornata in questura alle 23.30, e di essere tornata a Bolzaneto con la Truppo e altri colleghi per portare arrestati della diaz. Con riferimento alla foto l'imputata ha riferito che la foto era del 1999 e che lei aveva i capelli piu' corti e piu' scuri. L'ufficio ha chiesto di poter mostrare la foto di GG e l'imputata ha dichiarato che non le sembrava una delle ragazze che lei ha portato in bagno.
Veniamo a esaminare i dati: l'ufficio del pm non puo' non rilevare come il riconoscimento dell'imputata e' stato certo e reiterato addirittura in incidente probatorio. Poi vi e' il dato importante rispetto al colore dei capelli che sia la teste che l'imputata hanno riferito piu' scuri alle'poca rispetto alla foto. [...] L'incidente probatorio si e' svolto nel 2003 e quando e' stata chiamata alla descrizione della persona la GG ha precisato: "sono stata accompagnata da due persone. la seconda volta era sempre una donna. mentre mi accompagnava la seconda volta mi ha girato dietro la schiena il braccio specificando che era tenuta a farlo. lungo il corridoio mi hanno fatto lo sgambetto e insultato. allora quando mi hanno fatto lo sgambetto la donna mi ha detto di stare attenta. era in divisa mi pare sull'azzurro, era piu' alta di me, magra, capelli scuri, lunghi alle spalle, non ricci, quasi lisci, era molto carina, con begli occhi chiari un nasino e un po' abbronzata; non ricordo se avesse stemmi, gradi o gioielli. In bagno abbiamo parlato un po', lei sembrava tranquilla, ma quando ho difeso le nostre ragioni, lei si e' innervosita e io sono stata zitta". Alla ricognizione dice: "ora ha i capelli piu' scuri e piu' lisci, ma il resto coincide tutto". [...]
Vi sono moltissimi elementi di riscontro: la descrizione, le conferme dell'imputata circa la divisa e il proprio aspetto, la porta aperta in bagno, e la silenziosita' della GG confermata dall'imputata. Secondo l'ufficio del pm risulta pienamente provata la penale responsabilita' dell'imputata.

Passiamo alla posizione Incoronato Alfredo: gli viene contestato il reato di lesioni personali in concorso con Amenta Aldo, medico, in danno di LGLA per averlo colpito piu' volte durante la perquisizione in infermeria causando una frattura alle costole. Partiamo dalla p.o.: LGLA e' arrestato alle ore 16, immatricolato alle 2 e tradotto alle 6.20 di sabato. Gia' nella querela LGLA aveva parlato dell'episodio, di essere stato portato davanti a persone in camicie bianco, di aver fatto alzare le braccia e in quel momento di essere stato percosso con un forte pungo che gli ha rotto una costola, certificata poi a Saragozza. Vediamo le dichiarazioni: "poco dopo mi portarono la stanza che qui si descrive come infermeria; c'era un tavolo dentro on una persona con il camice bianco e di fianco una persona con il camice in piedi. quella in piedi aveva cinquant'anni con il naso rosso e i capelli grigi, grasso. quello seduto sembrava piu' piccolo. c'erano diversi agenti vestiti di grigio. l'uomo che sembrava un medico fece il gesto di auscultarmi e mi alzare le braccia. gli agenti vengono verso di me e mi danno dei pugni. erano cinque o sei, il primo pugno e' stato il piu' forte, mentre gli altri poi sono seguiti. [...] la presona in camice bianca disse denuncia l'aggressione in italiano, mi misero sul lettino e mi colpirono con pugni al torace che non potevo distinguere da chi provenissero." Delle percosse inflitte parla anche Pratissoli Ivano, infermiere: "ad un certo punto un agente e' venuto dentro con un ragazzone che aveva ancora i laccetti dietro la schiena, era un agente della pol pen, lo ha accompagnato, si e' messo davanti al tavolo del dr. amenta, io dovevo scrivere, era un tale G. spagnolo. Io ero di fianco al tavolo che scrivevo la scheda. Ho visto l'agente che si e' messo i guanti imbottiti, il moro delle perquisizioni, il biondo non c'era." Ricordiamo che i due agenti disposti da Gugliotta per le perquisizioni erano Moraschi e Incoronato, che fungevano anche da autisti. "QUando e' arrivato dentro l'agente inaspettatamente si e' infilato i guanti. gli ha detto 'cosa cazzo vuoi fare?', l'agente gli ha dato un pugno forte allo stomaco, e io ho chiesto ad amenta cosa avesse fatto e mi ha detto che aveva insultato qualcuno di grosso. poi il ragazzo si e' messo sul lettino ed e's tatao colpito ripetutamente. [...] Poggi non c'era e gli ho detto quando l'ho visto 'dio santo marco dove siamo capitati?'".
Ho accennato prima l'aspetto delle perquisizione, e Pratissoli aveva precisato che le perquisizioni venivano effettuate da una coppia di agenti della pol pen, con la divisa D2. Pratissoli aveva definito il biondo e il moro, come ne ha parlato anche Sabella. Il biondo era Moraschi e il bruno era Incoronato. [...] Pratissoli ha detto che il biondo era molto gentile, mentre il moro era un palestrato con sempre il gel e piu' duro. LGLA descrive l'agente: "alto, con fisico da palestra, sportivo". Vi e' stato il riconoscimento nella foto 47, che effigia l'imputato Incoronato. Pratissoli ha riconosciuto nella foto l'agente che colpisce il ragazzo e ha individuato l'altro agente, il biondo nella foto 374, Moraschi Pasquale. Il teste Pratissoli ha riconosciuto il ragazzone, aveva gia' detto il nome nella deposizione dato che aveva scritto lui la cartella parte del diario clinico, ma l'aveva anche riconosciuto nella foto segnaletica. Secondo l'ufficio del pm le risultanze dell'istruttoria sia dichiarative che quelle di individuazione e quelle documentali, formano una prova certa e sicura del fatto, nonche' della riferibilita' dello stesso sia a Incoronato che Amenta, che vedremo la prossima udienza. [...] Sono dichiarazioni attendibili e credibili. Le due dichiarazioni presentano molti punti comuni importanti: la descrizione della dinamica del fatto in due fasi prima in piedi e poi sul lettino; il fatto avvenuto alla presenza di piu' persone sia sanitari che agenti della pol pen; bisogna dare atto con riferimento al numero delle persone presenti vi e' una leggera differenza. Pratissoli parla di almeno quattro persone (lui, il medico, l'agente accompagnatore e Incoronato), mentre la p.o. parla di 5/6 vestite di grigio: non si tratta per il pm di un dato che puo' minare l'attendibilita' dei testimoni perche' risulta provato il fatto che vi fossero all'interno dell'infermeria una pluralita' di persone. La stessa p.o. dice 5-6 ma non e' certo del nuermo, quanto una presenza generica di piu' persone che incombono. Secondo l'ufficio del pm la testimonianza di LGLA trova riscontro in quella di Pratissoli Ivano. [...]
Vi sono poi indicazioni del teste Pratissoli che rendono forte il riscontro con la p.o.: nome, nazionalita', descrizione, riconoscimento. [...] Vi e' poi un ulteriore particolare, quello dei laccetti, particolare riferito anche da LGLA. [...] Vi e' poi un riscontro documentale, il certificato medico di saragozza che il tribunale ha acquisito. Secondo l'ufficio del pm puo' ritenersi sulla base della dinamica il collegamento causale tra lesione riscontrata sul certificato e i fatti descritti, come si evince dalle modalita' delle percosse: il primo colpo piu' forte al torace dopo il quale la p.o. si piega sul lettino. Questo per la riferibilita' oggettiva. Per la riferibilita' soggettiva non possiamo non rilevare come il riconoscimento di Pratissoli sia sicuro, riscontrata da varie risultanze dibattimentali: la descrizione dell'agente di Pratissoli; la presenza dell'agente come uno dei due incaricati alle perquisizioni in infermeria, come risulta dalle deposizioni di Sabella, Gugliotta, [...].
Qualche parola sul fatto che Moraschi e' stato sentito come teste: il teste ha detto che non ha assistito ad atti di violenza. Questa dichiarazione non indebolisce il quadro probatorio. Infatti il teste Pratissoli ha ricordato che al momento del pestaggio l'altro agente, il biondo, Moraschi, non era presente perche' era in servizio di automobile. Lui stesso ha precisato di avere svolto funzioni di autista anche da solo mentre il collega rimaneva al casellario per le perquisizioni. Abbiamo poi anche dei riscontri documentali: la relazione di servizio di Incoronato, doc 6.8, da cui risulta che l'agente fu impiegato per operazioni di perquisizione e catalogazione degli effetti personali; abbiamo poi il doc. 4.7 ovvero il prospetto degli orari di servizio e l'imputato risulta in servizio dalle 7 del mattino di ven alle ore 8 di sabato. Una cosa sulla deposizione dell'infermiere Pratissoli: con riferimento alla presenza di MOraschi l'infermiere quando era stato ascoltato al DAP aveva effettivamente dichiarato che ricordava presenti al momento delle percosse sia Moraschi e Poggi, aveva anche redatto uno schizzo della stanza. Il tribunale ha questo schizzo. Vi e' questa divergenza, pero' vi e' da dire per sottolineare e rafforzare la valenza di attendibilita', come il testimone con lealta' abbia riferito questa cosa e di essere incorso in un errore spiegando perche': ha detto che il collega Poggi si allontanava spesso per incombenti di ufficio, come ha confermato Poggi, e per quanto riguarda Moraschi siccome lo stesso svolgeva servizio di autista. A nostro avviso la differenza tra le due dichiarazioni non diminuisce e non scalfisce l'attendibilita' e non ha valenza liberatoria circa Incoronato. Ci limitiamo a ricordare come si era detto questo nella parte di attendibilita' dei testimoni, come il vaglio delle audizioni era stato intenso e anche maggiore ad alcuni esami condotti in fase di indagine, proprio perche' maggiori erano i dati di conoscenza sulle dinamiche di bolzaneto. Da ricordare che lo stesso Moraschi ha confermato di essersi assentato varie volte dall'infermeria.
Qualche parola sul confronto tra Poggi e Pratissoli: il confronto tra i due ha consentito di chiarire che ven 20 luglio vi furono due distinti episodi di percosse e che a quello di LGLA assistette solo Pratissoli. La cosa e' riscontrata dal fatto che numerosi arrestati hanno riferito percosse e violenza anche in infermeria, e Poggi non ha riconosciuto LGLA come la persona che lui ha visto picchiare in infermeria. Da questi dati quindi e dai chiarimenti emersi in confronto disposto a dibattimento tra Poggi e Pratissoli, si ritiene provata la circostanza di due diversi episodi di percosse, e che Poggi assistette a uno, mentre Pratissoli assistette a quello ai danni di LGLA. Un'ultima nota: se Poggi e Pratissoli avessero in mala fede voluto accordarsi per sanare le divergenze, non avrebbero avuto difficolta' a concordare versioni piu' precise.
Qualche parola soltanto sul medico, perche' verra' ripresa nella parte dedicata all'infermeria: il medico Amenta e' stato indicato come presente sia da Pratissoli, che dal prospetto medico nel doc 5.3, che attesta come prestasse attivita' dalle 20 di ven con gli infermieri Poggi e Pratissoli. INoltre e' il firmatario della cartella clinica di LGLA. E' evidente il concorso del medico dalc omportamento descritto sia da PRatissoli che da LGLA [...] Vi e' stata la totale assenza di minimo dissenso da parte del medico, ma anzi la discussione riportata da Pratissoli dimostra un particolare dolo da parte del medico.
Riteniamo provata la personale responsabilita' in merito al capo di reato di Amenta e Incoronato.
Volevo solo notare che Amenta aveva indirizzato a Pratissoli durante un convegno medico: "avete fatto un bel casino". e Pratissoli rispose: "noi? ma c'eri anche tu quando lo spagnolo ti e' crollato sul tavolo" Amenta disse "Non dire cazzate io non ho visto niente".

[ pausa pranzo ]

A: parliamo di Gaetano Antonello. Con riferimento alla composizione dell'ufficio trattazione atti, esso occupava tre stanze. La prima stanza a dx aveva postazioni digos, la seconda entrando a dx aveva le postaizoni della mobile. Le postazioni 6 e la postazione 7 della mobile avevano l'isp zampese e l'isp gaetano come capi postazione. [...]
Al capo 54 all'imputato sono contestate lesioni e violenza privata in concorso con Salomone Massimo e altri in danno di LRD per averlo percosso con calci e pugni, costringendolo a firmare gli atti. Abbiamo gia' visto perche' non abbiamo ritenuto raggiunta la prova per l'imputato Salomone. Riprendiamo le dichiarazioni di LRD: "in una stanza chiamata squadra mobile la seconda sul lato dx due poliziotti mi hanno preso per le braccia mi hanno fatto attraversare il corridoio sotto le percosse di altri. All'interno c'era una persona in borghese dietro la scrivania e altri. Mi hanno tolto i lacci, insultati, e ricevuto calci e pugni su viso, pancia, testicoli. Mi hanno chiesto di firmare un documento. A terra ho ricevuto dei calci. HO detto che non capivo e che volevo una traduzione e hanno ricominciato a colpirmi. DOpo ho firmaot. Poi l'uomo dietro la scrivania si e' messo i guanti neri e un altro uomo mi ha dato un calcio nel costato e sono rimasto a terra senza respiro". [...]
Il teste LRD ha effettuato riconoscimento nella foto 7 che effigia Gaetano Antonello, come l'uomo seduto alla scrivania. Le lesioni alle costole trovano riscontro documentale nel referto medico di alessandria, come gia' ricordato. [...] Secondo l'ufficio del pm risultano causalmente riconducibili alle percosse ricevute e in particolare all'ultimo calcio al costato quando lui manifesta difficolta' respiratorie.
Nella foto nr 7 e' effigiato l'imputato che lavorava in quella stanza ed era il capo postazione nr 7. Risulta dai documenti e dalle deposizioni dei componenti dell'ufficio trattazione atti, che l'isp Gaetano era il piu' alto in grado.
Veniamo al capo 55: violenza privata in concorso con ignoti per aver costretto ET a subire il taglio di tre ciocche di capelli. [...] ET e' stata sentita in udienza e vediamo come descrive il suo passaggio nell'u.t.a: "sara' stata la stanza digos o la stanza sq. mobile, una tavola all'ingresso a sinistra, dietro un uomo, altri 4 uomini in borghese. Sono arrivata e l'uomo alla scrivania mi hanno chiesto se ero in cinta. io ho detto di no e loro mi hanno colpito in pancia. L'uomo alla scrivania ha detto 'firma'. Ho detto che non avrei firmato. I quattro uomini mi hanno picchiato sulle tempie. Uno di loro ha preso le forbici e mi ha tagliato i capelli. Io dico che firmo. L'uomo alla scrivania mi ingiunge di firmare ma io sono bloccata. Cerco di far capire che voglio un avvocato, e loro mi fanno la domanda 'avvocato?'. io dico si e mi picchiano di nuovo. Vengono verso di me con le forbici e io ho cominciato a gridare. E' entrato qualcuno e si sono fermati, io mi sono rialzata." Sulla descrizione dell'uomo: "portava i capelli neri lunghi con riccioli. mi pareva magro e non tanto alto. poteva avere 35-40 anni." Vi e' da dire che la ET aveva gia' dichiarato di essere stata vittima di percosse al GIP in sede di convalida, e gli effetti del taglio di capelli erano evidenti, tanto che il giudice ha ritenuto di doverne dare atto. [...]
Veniamo all'altra contestazione, il capo 56: Gaetano e' accusato di violenza privata sempre in concorso in danno di piu' parti offese, OB, CSP, PE, NC, ET, per averle obbligate a firmare gli atti contro la loro volonta'. OB e CSP avevano fatto querela e avevano lamentato di essere percossi all'interno dell'ufficio atti [...] sul collo e sui genitali. Partiamo dalla deposizione di CSP: "la stanza della sq mobile entravi c'era un tavolo lungo, c'era un ispettore il capo al tavolo, e altri tre. lui prende la dichiarazione, si mette i guanti e inizia a picchiarmi, gli altri mi tenevano le braccia. io non volevo firmare, mi hanno colpito con un coltello a serramanico chiuso che dicevano fosse mio ma non era vero. [...]". Sull'orario dice "le due o tre del mattino". Sulle persone: "il capo era della mia statura, pantaloni di tela, stivali militari, camicia verde, trenta anni e qualche cosa". OB: "una stanza squadra mobile, c'era una posrta, a sx la scrivania, davanti una persona in borghese, a lato un carrello con robe prese da un supermercato, poi tre o quattro persone. Mi hanno messo un foglio sul tavolo e mi hanno detto firma. io volevo leggerlo, mi hanno detto che me lo spiegavano loro, si misero i guanti, presero un salame dal carrello e mi picchiarono tenendomi aperte le gambe e picchiando sui testicoli piu' volte. Ha preso la penna e mi ha messo il foglio davanti e mi hanno fatto firmare". La persona al tavolo era "nero di capelli, ricci, piu' basso di me, normale di corporatura, i pantaloni di jeans, senza barba e senza occhiali". PE: "sono stata portata fuori una volta, per firmare le mie accuse, penso, una stanza tra l'entrata e i bagni, vicino ai bagni. in questa stanza c'erano 4-5 persone. un'altra persona era dietro la scrivania con la maglia verde e mi ha dato un foglio. io volevo leggere e me lo hanno rifiutato. mi pare parlassi solo con quello dietro al scrivania. ho rifiutato di firmare e mi sono presa parecchie sberle. una mi ha sbattuto la testa contro il muro, specialmente da quello dietro la scrivania. hanno cercato di intimidirmi perche' firmassi. ho rifiutato ancora e mi hanno sbattuto fuori, mi hanno sbattuto nella stanza, mi pare mi abbiano chiesto se ero incinta". SUll'orario, ricorda di essere stata accompagnata al bagno, e che ET venne accompagnata all'u.t.a. e che lei ci ando' 10-15 minuti dopo che lei era tornata. Sulla persona alla scrivania: "piu' basso, con maglia verde, piu' giovane, con capelli ricci neri, corporatura normale". NC in querela aveva lamentato minacce nell'u.t.a. e dell'assenza di un interprete: "sono stato portato nella prima stanza o la seconda sulla dx. c'era la scrivania, mi hanno fatto sedere, c'erano 4-5-6 agenti. dietro la scrivania un signore seduto e io di fronte, gli altri intorno. questa stanza era per portarci a firmare. quando ho visto il foglio che non capivo chiedevo un traduttore. ogni volta che chiedevo qualcosa prendevo schiaffi, fino a che ho firmato. [...] Ricevevo schiaffi dalla persona di fronte a me dall'altra parte della scrivania. Alla fine sono stato obbligato. Sull'orario del pestaggio e' durato un quarto d'ora." Sull'uomo dietro la scrivania: "un piccolo era seduto, piccolo, capelli neri e ricciolo, per dire che non era altissimo, [...]". ET: [v. sopra].
Secondo l'ufficio del pm dall'istruttoria sono emersi elementi che provano sia che i fatti si sono verificati, sia che gli stessi sono attribuibili all'odierno imputato. Atti documentali: tutti gli atti di queste persone sono redatti nella stanza sq. mobile. Per tutte queste sei persone il foglio di consegna e' firmato da Gaetano Antonello. Il doc 2.5 riporta orari compatibili con i fatti. Anche la sola lettura delle testimonianze hanno un livello di punti in comune che ne rende assoluta la credibilita': innanzitutto una azione commessa da piu' soggetti; il numero di persone presenti nella stanza e' tra i 4 e i 6, con una persona seduta che svolge la funzione del leader, degli agenti ai lati della scrivania e degli agenti intorno alla persona offesa; la persona sulla scrivania successivamente si alza, si mette i guanti con fine di pressione; nella narrazione delle p.o. il foglio da firmare viene mostrato da questa persona, coperto parzialmente e ai lati del tavolo; un altro dato comune e' l'orario delle percosse che si colloca nella notte con il buio, in una fascia oraria tra l'una e le tre; l'uomo dietro la crivania partecipa almeno tre volte direttamente al pestaggio; la dislocazione della stanza e' identica in tutti i casi; l'abbigliamento e' uniforme, borghese, con maglietta verde, jeans; la descrizione della persona e' identica in tutti i casi, e corrispondono ai tratti della foto dell'imputato; l'imputato e' riconosciuto con certezza da LRD.
Ritiene che sia certamente provato che la persona dietro la scrivania e' Gaetano Antonello. Vi sono poi riscontri particolari per ciascuna delle parti offese. Per LRD: le lesioni alle costole che lamenta LRD trovano riscontro nel certificato medico. Per ET abbiamo il riscontro del verbale di interrogatorio del GIP, inoltre l'istruttoria dibattimentale ha provato che altre persone parlano dell'umiliazione subita da ET (FD, PE). Per CSP il taglio di capelli e' reso evidente dalla sua foto segnaletica dove ci sono ciocche di capelli piu' corte, e abbiamo due riscontri nelle dichiarazioni di ET e OB. [...] Per OB c'e' il riscontro dei verbali di perquisizione e arresto che parla del carrello di supermercato con molti generia limentari tra cui un salame.
Un'ulteriore punto: questo quadro non e' indebolito dalle testimonianze degli appartenenti delle postazioni 6 e 7. Ricordiamo che alcuni testi erano stati indicati dal pm, Acornero, Zampese e Tammaro. Va fatta un discorso analogo a quanto fatto per la posizione dell'imputato Perugini: tutti hanno dichiarato di non aver assistito ad atti di violenza nell'ufficio. Il pestaggio e' effettuato da piu' persone, e il numero complessivo dlele persone in quell'ufficio e' pari a 6 persone. E' veramente inverosimile che tutte le persone di quell'ufficio in quel momento siano usciti contemporaneamente e sostituiti da un uguale numero. Deve ritenersi che i pestaggi siano stati commessi da Gaetano e dagli altri componenti, alcuni di essi. NOn avendo potuto pervenire all'identificazione di questi componenti, e chi fosse presente e chi no, non avevamo ritenuto di iscrivere le persone al registro degli indagati. Ma nella valutazione delle testimonianze questa cosa deve essere tenuta in considerazione. [...] Nelle loro risposte deve essere tenuto conto di evitare affermazioni autoaccusatorie. [...] Nessuna delle deposizioni dei componenti secondo noi fornisce elementi validi che aiutino ad escludere la responsabilita' dell'imputato, provata da tutti questi elementi. In particolare quando e' stata posta a questi testi la domanda circa la presenza durante questi episodi, il teste Zampese ha detto di non ricordare, Tammaro "diciamo non e' che poi rimanevo sempre li'", Scalfaro non ricorda nulla, Acornero che dice non ricordo, Atrici dice di ricordare solo LRD ma non ricorda nulla. [...]
Vediamo ancora di esaminare le altre testimonianze della difesa. Premettendo che neanche questi testimoni hanno portato elementi favorevoli tali da inficiare il quadro probatorio a carico degli avvocati. E' stato sentito il medico del carcere di alessandria, e ha confermato il suo referto. [...] Dall'esame condotto del teste, si e' posta l'attenzione sul termine tafferugli, il fatto che sul referto sia riportata l'espressione "ferito durante i tafferugli" non costituisce contraddizione. LRD ha detto di aver detto al medico di "essere stato picchiato dai poliziotti". [...]
Veniamo poi alla deposizione del dr. salvi, consulente della difesa, sulle condizioni di salute dell'imputato gaetano in riferimento alla particolare violenza del pestaggio. il dr. salvi ha riferito di aver visitato l'ispettore nel 2005 e nulla ha potuto riferire rispetto alle condizioni di salute dell'imputato nel 2001. Ci limitiamo ad osservare che nel luglio 2001 era regolarmente in servizio ne' altre inabilita'. [...]
Anche Gori Massimo, Apicella Maurizio, Guiso Paolo a nostro avviso non sono rilevanti, perche' hanno detto di essere passati dall'u.t.a. ma di essere andati via prima di mezzanotte, quiindi prima dei pestaggi.
Da ultimo dobbiamo esaminare la testimonianza dell'isp Matteo Giovannetti: e' l'isp che insieme alla collega effettuo' l'arresto delle p.o. Il teste ha dichiarato di avere colpito in maniera decisa con una collutazione brevissima e secca LRD, definendolo il "biondastro", per vincere la sua resistenza. A nostro avviso questa circostanza, il fatto che al momento dell'arresto LRD sia stato colpito e' irrilevante al momento della contestazione. Ci riportiamo anche a quanto gia' detto sulla riconducibilita' causale tra colpo e effetto respiratorio. [...] Il testimone Giovannetti ha dichiarato di essersi recato a Bolzaneto per redigere gli atti. Ha detto di essersi portato nella seconda stanza, di essersi allontanato alle 23 con l'arrivo della collega Pacchiarotti che a sua volta firmo' gli atti. Nella stanza ricordava i colleghi Zampese, Acornero, Astrici, e che c'era il famoso carrello. In quella stanza si e' trattenuto 40 minuti senza assistere ad alcun atto di violenza. Ha ricordato che prima che si allontanasse iniziarono ad essere introdotti gli arrestati per la firma e che tanti si rifiutavano di firmare. Facciamo riferimento al verbale riassuntivo, perche' non c'e' la trascrizione dato che l'audio si e' interrotto. [...] Tutti gli arrestati risultano segnalati tra la 1.25 e le 2.59, tranne OB. [...] OB e' segnalato alle 23.22 di ven 20 luglio, ma non c'era una regola sulla successione delle operazioni. I pestaggi compresi quelli di OB si collocano tra mezzanotte e le due, come anche dalle testimonianze delle p.o. Per OB si spiega facilmente la discrasia con l'inversione del fotosegnalamento e la trattazione atti. Siccome Giovannetti e' andato via prima di mezzanotte, non puo' aver visto i pestaggi. A questa conclusione consente di arrivare anche un altro dato, che e' quello che rammentavo prima, con Giovannetti che dice che vennero introdotti degli arrestati nella stanza e molti si rifiutavano di firmare. Se andiamo a vedere il verbale dlele sei p.o. risultano le firme di 5 dei 6 imputati. Solo PE firmo' nonostante le minacce. Quindi il ricordo di GIovannetti non trova riscontro. Del resto che ci possano essere stati altri casi di costrizione e di rifiuto e' un dato pacifico. [...]
Pertanto riteniamo che la responsabilita' sia sicuramente provata e se ne chiede l'affermazione.

[...]

A: passiamo ad esaminare la posizione di Amadei Barbara, che ha tre contestazioni che hanno come p.o. PE capo 59-60-61 e poi altri capi per altre p.o. Al capo 59 e' contestato il reato di percosse e abuso di autorita' contro PE per averla in occasione dell'accompagnamento in bagno costretta a camminare nella posizione vessatoria di transito...
P: un attiom non c'e' l'avvocato Gallo difensore di Amadei...
[si attende che arrivi]
[discussione tra pm, passeggi e presidente sulla tempistica della requisitoria]
A: dicevamo, al capo 59 e' contestato il reato di percosse e abuso di autorita' contro PE per averla in occasione dell'accompagnamento in bagno costretta a camminare nella posizione vessatoria di transito e per aver consentito oppure non impedito che comunque nel transito subisse ingiurie percosse e minacce. Il capo 61 reato di ingiuria e di offesa per le espressioni "puttana" e "troia". Il capo 60 violenza privata per aver costretto la p.o. a chinare la testa nella turca del bagno.
Partiamo dalle dichiarazioni di PE: risulta arrestata alel 17.30 di ven, aveva riferito di questo episodio del bagno gia' nella sua querela. Ha dichiarato (pagg 135-139): "l'agente donna che mi ha accompagnato era abbastanza alta e robusta, con capelli lisci a caschetto verso le spalle, con l'uniforme D2, mi ha fatto uscire dalla cella, mi ha tolto le manette e mi ha tenuto in alto le braccia. mi ha fatto passare nel corridoio dove c'erano due ali di agenti con la stessa uniforme e i guanti neri, e mi sono presa calci e sberle da ognuno fino al bagno. Alla fine sono caduta, mi ha risollevato e mi ha detto di rimettermi in piedi in fretta. Nell'entrare nel bagno la stessa agente donna mi ha preso la testa e me l'ha schiacciata verso il gabinetto. Poi mi ha insultato nel bagno e nel corridoio, a sfondo sessuale." Poi le viene chiesto da chi provengono gli insulti e quando si sono verificati: "dagli agenti che erano lungo il corridoio e dalla donna che mi portava, ma gli agenti sono rimasti nel corridoio non sono venuti in bagno, ma la porta e' rimasta aperta". E alla domanda se l'agente che l'accompagnava le avesse rivolto insulti, ha risposto: "si, fin dall'inizio". La EP da una descrizione delle sembianze: "donna piu' alta di me, 175 cm, aveva divisa D2, aveva gli anfibi e i capelli lisci lunghi, benissimo truccata e pettinata, un po' robusta, non grassa ma muscolosa". La teste l'ha riconosciuta con sicurezza confermando il riconoscimento gia' effettuato in sede di indagini. Dice: "riconosco con molta sicurezza nella foto 284 dell'album della pol pen". La foto 284 effigia l'imputata Amadei Barbara, che all'epoca era agente dell'SCT. Dal doc 4.7 che e' il prospetto degli orari risulta che l'Amadei ha prestato servizio dalla mezzanotte di ven alle 20 di sabato e dalle 8 alle 20 di domenica. L'imputata si e' sottoposta ad esame e ha precisato di aver prestato servizio prima di mezzanotte del 20, intorno alle 20. [...] Nel corso del suo esame ha negato di avere prestato servizio di accompagnamento al bagno durante il suo servizio. Ha reso dichiarazioni circa il suo servizio, di avere preso parte a due traduzioni, uno nella mattinata di sabato verso le 6 di mattina per 3 ragazze ad alessandria. L'imputata ha anche dato dei riferimenti a quest atraduzione e ha detto di ricordare che una delle ragazze parlava francese e un'altra aveva un accento milanese, e poi c'era una terza ragazza molto silenziosa. Ha riconosciuto la ragazza francese in ET e la ragazza che faceva da traduttrice in FD. L'agente Amadei ha precisato che aveva come compagni di traduzione dei colleghi del PRAT di milano che non conosceva. La sua seconda traduzione e' avvenuta la mattina di domenica verso Vercelli. Il capo scorta era Sanna e l'autista Adamo. Popi ricorda di essere tornata nel pomeriggio e di essere sempre rimasta sul piazzale. Con riferimento a questa seconda traduzione aveva ammanettato le ragazze da tradurre insieme alla collega Cozzolino. [...] Arrivarono a Vercelli verso pranzo perche' il furgone aveva un guasto ai freni. Ha detto di non ricordare le detenute. Rileviamo che questa circostanza del guasto non era stata riferita nel corso della precedente audizione.
Nei documenti acquisiti 4.21 e 4.22 che sono tutti i fogli relativi alle traduzioni e le scorte, e dal doc 4.20 cioe' quello complessivo che mostra nomi di detenuti e traduzioni, e anche il doc 6.1 che e' la relazione di Pelliccia, e' possibile risalire alle traduzioni. La prima e' la traduzione 0003 del 21 luglio 2001, numero del foglio nel doc 4.21, riguarda ET, FD, PE. Il capo scorta e' l'isp Picchi, l'orario di inizio alle 6.25 arrivo alle 7.40. Facciamo la precisazione che nella scorta non e' indicata l'Amadei ma risulta uno spazio bianco a fianco all'indicazione di un agente che doveva comporre la scorta. Non risultano negli altri nominativi altri agenti donna. La seconda traduzione e' quella del foglio 10 del 22 luglio 2001 che ha come capo scorta Sanna, riguarda undici detenute tra cui LK, FAS, GG, DFA, diciamo queste perche' sono quattro parti offese per il capo di imputazione 62. La traduzione inizia alle 9.10, mentre sul foglio di Pelliccia sempre facendo riferimento alla differenza di orari dovute alle composizioni dei pullman, sul doc 4.20, e' indicata alle ore 11.00. Arriva a Vercelli alle 13.10. Nella composizione del personale c'e' l'imputata Amadei. Avevamo gia' detto come fosse spiegabile la differenza temporale tra i due documenti.
L'imputata Amadei ha negato l'addebito dicendo che non ha mai fatto accompagnamento al bagno di detenute, e per la prima traduzione ha detto che non e' nemmeno entrata nella palazzina. Su questo punto l'Amedei si e' riportata a un ordine che aveva ricevuto da Olla di non entrare all'interno della struttura ma di attendere sul piazzale. Ha riferito una circostanza ricordando che un capitano alla mensa aveva chiesto all'isp. Olla del personale femminile per un servizio all'interno del sito e che l'isp Olla nego' il personale. SU questa circostanza osserviamo che l'indicazione generale sia Doria che Olla avevano detto di non entrare nel sito se non per gli incombenti legati alle traduzioni, ma e' provato che il personale dell'SCT entro' nel sito dato che effettuo' anche la vigilanza. Nessuno cmq dei testimoni sentiti ha potuto escludere che l'imputata sia entrata, ma si sono limitati a confermare l'indicazione generale.
La presenza nel sito dell'imputata e' compatibile con la fascia oraria di presenza di PE. Ma addirittura l'imputata ha ammesso di essere arrivata addirittura alle 20, e di avere partecipato alla scorta della traduzione proprio della p.o. PE. Vi sono ulteriori riscontri poi: l'Amadei ha riconosciuto ET e FD; FD risulta essere nata a Milano e ha dichiarato di aver parlato in francese con la ET. La p.o. aveva descritto al divisa e l'Amadei ha detto che indossava la divisa D2, quella da OP. Anche con riferimento alle caratteristiche dell'agente, l'imputata ha ricordato che la foto e' recente rispetto al 2001 e che cmq il taglio di capelli era sempre quello forse solo un filo piu' corti. La testimonianza della p.o. e' riscontrata quindi.
Abbiamo un'ulteriore riscontro nelle dichiarazioni di ET, che ricorda a sua volta che la ragazza della stessa traduzione e' stata accompagnata al bagno da un'agente donna che fece parte della scorta che l'accompagno' poi al carcere, che aveva chiesto varie volte di essere accompagnata al bagno e che l'agente le aveva risposto di farsela pure addosso. La descrizione dell'agente di ET riscontra quello di EP, e corrisponde ad Amadei.
La deposizione della p.o. ha trovato riscontro in tutte queste risultanze e provano che l'imputata ha fatto servizio non solo di scorta ma anche all'interno del sito. Un utlimo riferimetno alla domanda del difensore sul mezzo di traduzione: proprio il livello di dettaglio della testimonianza della p.o. escludo una sovrapposizione di ricordo per il fatto che durante la traduzione le detenute potevano vedere la scorta. E' documentalmente provato che era l'unico agente donna della scorta, e quanod la p.o. dice che quella che l'accompagno' al bagno era l'agente della scorta e' un dato testimoniale forte.
Per tutti questi motivi, il pm ritiene che vi siano elementi sufficienti per reputare provata la responsabilita' penale dell'imputata.
Passiamo al capo 62, e qui abbiamo un 608 nei confronti di LK, GG, DAF, ASM per aver imposto la posizione di vessazione di stazionamento. Abbiamo gia' visto le condizioni di LK, che risulta arrestata sabato alle 18, immatricolata alle 3.45 di domenica e tradotta alle 9.10. Anche le altre tre ragazze sono arrestate nello stesso gruppo e risultano tutte immatricolate alle 3.45 e tradotte alle 9.10. [...] Nell'elenco del personale componente la scorta che emerge dal foglio citato e' compresa l'imputata, oltre all'autista Adamo, Massa, Vacca, Cozzolino che l'imputata Amadei aveva ricordato, Bandino e Vadala'.
La traduzione riguardava 11 ragazze, oltre alle quattro p.o., c'erano xxxx. Tutte queste ragazze risulta che siano state nella stessa cella prima della traduzione e tutte nella deposizione hanno testimoniato di aver subito la posizione scomoda e disagevole. L'indicazione nominativa deve intendersi come identificativa, dato che la stessa vessazione ha riguardato anche le restanti 7 persone del gruppo.
LK ha dichiarato: "la porta con le sbarre, una finestra senza vetri, gambe divaricate, mani alzate, faccia al muro, per 24 ore, sempre in piedi, nessuno si e' potuto sedere; la mattina ci hanno portato in un'altra cella solo le ragazze e ci hanno messo nella stessa posizione". Poi ha ricordato che di guardia vi erano due agenti donna: "tutte e due alte, una con il caschetto nero tipo valentina, saranno state 175-180 cm, e questa era giovane, cmq 28-29 anni, entrambe di guardia davanti alla cella, e noi eravamo sempre nella stessa posizione", "il giorno dopo la mattina erano due persone con la tuta grigia e il gilet nero", riconosciuta nella foto D2. La testimone ha riconosciuto l'agente donna con il caschetto nella foto 284 dell'album, che effigia l'imputata Amadei. "questa donna con il caschetto nero, che e' poi la stessa che mi ha trasferito in carcere, e che ho visto dalla mattina quando c'e' stato il cambio di turno".
FAS ha dichiarato: "appena arrivati mi hanno messo sulla parete, [...] li' ci hanno subito fatto mettere a mani alzate, contro il muro a gambe larghe, la posizione che abbiamo tenuto per 24 ore". Ricorda chela mattina le hanno portate in una seconda cella e ricorda due donne con una divisa verdolina, dove dovevano staer sempre nella stessa posizione. "una delle due donne era grossa, con un caschetto castano, avra' avuto 35 anni". E l'ha riconosciuta nella foto 284 dell'album, effigiante l'imputata Amadei, come anche nella fase delle indagini. A domanda della difesa, FAS ha dichiarato: "e' lei che ha messo le manette, e ce l'avevo dal mio lato, la ricordo nella cella dopo la perquisizione, dove ci hanno ammanettato" [...] "poco tempo prima della traduzione questione di minuti, ma l'ho vista anche al mattino e anche alla notte".
GG e DFA si trovavano nella stessa cella e avevano subito lo stesso iter burocratico. Erano insieme nella cella e nella traduzione. Anche loro hanno confermato di aver tenuto questa posizione disagevole. La GG: "eravamo girate contro il muro, divaricare le gambe, alzare le braccia, per quasi 24 ore". [...] Lo stesso DFA [...]
RIcordiamo che il dato della posizione e' un dato costante per tutte le p.o. transitate il sabato e sicuramente per le persone di questa traduzione. [...] Dal punto di vista oggettivo vi e' una prova piena. Veniamo alla riferibilita' della condotta: nella foto 284 riconosciuta da tutte e quattro le ragazze e' effigiata l'imputata Amadei. GLi orari in cui e' stata presente sono compatibili. [...] Abbiamo detto che l'imputato ha negato il servizio di vigilanza, ma abbiamo detto le risultanze dell'istruttoria. L'imputata ha dichiarato di aver ammanettato con la collega Cozzolino le detenute. La traduzione che riguarda queste persone e' la seconda di cui parla l'imputata ed e' probabile che la presa in cosegna formale sia avvenuta alle 9.01 ma la partenza effettiva sia avvenuta piu' tardi. L'imputata e' stata riconosciuta espressamente solo da KL e FAS, entrambe non si sono espresse in termini di certezza, anche dall'indagine. La FAS ha ricordato un colore dei capelli che non corrisponde precisamente alla realta', dato che ha i capelli neri. Un dato importante su cui avevo evidenziato era che la FAS ha ricordato questa donna con i capelli a caschetto davanti alla cella anche la notte, impossibile dato che la Amadei e' entrata in servizio la mattina. Entrambe riferiscono di una coppia di agenti precisando che una delle due era quella riconosciuta. ma la seconda agente non e' coincidente come descrizione. Infine le quattro testimoni parlando della coppia di agenti che vigilavano la cella sembrano fare riferimento per la presenza per un periodo apprezzabile.
Questi dati portano elementi di incertezza in riferimento a questa posziione. ABbiamo un riconoscimento non certo, abbiamo il riferimento a questo agente anche nella notte, abbiamo il riferimento a una coppia di agenti di cui una e' simile, ma l'altro componente e' diverso. E poi si parla di una presenza temporale significativa che non coincide con l'orario di servizio dell'Amadei. [...] E' pero' vero che nella scorta, in questa seconda scorta abbiamo piu' componenti femminili, tra cui la Cozzolino. Abbiamo agli atti il fascicolo fotografico e il tribunale potra' apprezzare anche una certa presenza di tratti similari quanto a lunghezza e colore dei capelli tra le due donne, e la mancanza di una sostanziale differenza di eta'. Quando le p.o. parlano del fatto che le agenti che erano davanti alla cella erano agenti che fecero anche la scorta, e quindi il dato non e' piu' univoco. Con riferimento a questa imputazione non sembra raggiunta dal punto di vista soggettivo una prova certa e convincente. Ci limitiamo ad osservare che quand'anche si dovesse ritenere sicura l'identificazione, sicuramente la stessa si e' trattenuta davanti alla cella per un lasso di tempo molto limitato. [...] Per tutte queste ragioni per il capo 62 chiediamo l'assoluzione ai sensi dell'art. 530 per insufficienza di prove.

Passiamo alla posizione di Pigozzi Massimo. Al capo 57 e' contestato il reato di lesioni personali aggravati per avergli lacerato la mano sinistra. E' l'unico caso che presenta l'aggravante della particolare crudelta' che si aggiunge alle altre aggravanti. Questo per evidenziare la condotta.
Partiamo dalle dichiarazioni della p.o. AG: giunge a bolzaneto nel tardo pomeriggio, risulta liberato tra mezzanotte e le due di sabato. E' stato ascoltato in udienza e ha confermato la querela. Ha detto di essere stato prelevato da San Martino dove si stava facendo medicare ferite riportate in via tolemaide. E' stato portato a Bolzaneto e picchiato contro un muretto. Gli agenti picchiavano i detenuti dicendo che era morto un cc e un ps. In particolare un ps che aveva rivisto alla croce verde di quinto gli aveva preso la mano e aveva divaricato le dita con le due mani e tirando in senso opposto gli aveva spaccato in due la mano. Lui era svenuto. Era stato ricucito senza anestesia in infermeria, sotto minaccia di percosse se avesse parlato. In cella era stato costretto alla posizioen vessatoria, e aveva subito percosse in cella. Ha anche visto picchiare altre persone in cella. Ha ricevuto percosse anche durante l'ultimo trasferimento. Vediamo la sua deposizione: "mi si e' avvicinato un agente, ha preso la sinistra, me l'ha divaricata, si vedeva anche l'osso, me l'ha proprio aperta e io sono svenuto" "era un po' piu' alto di me, molto piu' robusto, capelli neri corti, occhi scuri, in divisa con la mimetica", riconoscendo la B2, "occhi semichiusi, e' successo che e' venuto qualcuno e mi ha accompagnato in infermeria, mi hanno chiesto come mi ero fatto male e io ho risposto che ero caduto dalle scale, c'erano degli infermieri, dei medici, un lettino. mi hanno fatto spogliare e sedere, ho fatto vedere la mano e me l'hanno cucita. C'era una infermiera donna e non se la sentiva. Mi ha cucito un'altra persona, con i capelli neri, asciutto. 4 o 5 punti. [...] C'era una persona panciuta che mi teneva. Siccome avevo molto dolore chiedevo qualcosa che poi mi hanno dato, uno straccio da mordere. Mi ha detto di non urlare." Sull'autore della lesione. "L'ho visto poco tempo dopo alla croce verde di quinto, l'ambulanza era ferma al semaforo, ho guardato l'autisto e ho detto quella facci ala conosco. Allora arrivo li', stava estraendo la lettiga. MI guarda e mi dice 'cosa ci fai qua?' gli ho fatto vedere la mano e io gli ho detto che l'avrebbe detto a un giudice. L'ho rivisto su un auto in divisa e ho avuto la conferma". Nel corso della sua deposizione AG ha riconosciuto nella foto 11 raffigurante l'imputato Toccafondi la persona che lo teneva mentre era suturato, e nella foto 5 la dr.ssa Sciandra che non se la senti', e nella foto 9 raffigurante Amenta, il medico che aveva praticato la sutura. Nel corso delle indagini, sull'esito degli accertamenti ha deposto il colonnello Innocenti il quale ha riferito di aver accertato che prestavano servizio presso la croce verde quattro ps tra cui Pigozzi. Pigozzi ha anche steso una relazione di servizio nella quale aveva comunicato di essere stato individuato da una persona dall'aspetto di tossicodipendente il giorno 8.x.2001 mentre era su una ambulanza. Quest'ultimo lo ingiuriava e lo accusava di essere l'autore di una ferita a Bolzaneto. Pigozzi confermava di aver trasportato la p.o. da San Martino a Bolzaneto, insieme ad altri tra cui Truppo. L'imputato e' stato interrogato durante le indagini dal pm. L'episodio della ferita alla mano di AG, vediamo le risultanze: SG ricorda l'episodio. E' trasportato a Bolzaneto con AG. SG dice di aver visto con la coda dell'occhio mentre era accovacciato a terra, una persona non particolarmente alta e in borghese, e di averla vista prendere la mano e aver sentito un urlo. Il teste SG e' attendibile non solo per le considerazioni gia' fatte, ma per altri elementi. SG parla infatti di un imprevisto che si era verificato a Bolzaneto, uno dei veicoli del convoglio nei pressi del casello di Sampierdarena, circostanza che si e' verificata come testimoniato da alcuni testimoni della difesa Pigozzi (Chiappello Mirko, TOrre Sergio, Jacoel Gino, Novel Andrea, Bonaccorso Santo, Rocco Antonino, Truppo Simona). [...] SG a dibattimeno ha reso questa versione e ha mantenuto, questo e' indice di attendibilita', e lo ha mantenuto nelle parti che non coincidono con quelle di AG: la persona in borghese anziche' in divisa; e l'altezza. Si tratta secondo l'ufficio del pm di due elementi non tali da inficiare il riscontro di numerosi elementi di prova che attribuiscono il fatto a Pigozzi. SG ha visto l'aggressore con la coda dell'occhio e a terra accovacciato, dato che si doveva parare da calci e percosse che stava ricevendo. [....]
Andiamo a vedere i riscontri: un primo riscontro documentale e' il certificato di San Martino, che riporta alle 17.02 come orario e non si fa riferimento alla mano. Si fa riferimento a cranio e piede, ma alle 17 AG non aveva questa ferita alla mano. Abbiamo poi la deposizione del consulente medico legale, a riscontro dei suoi elaborati scritti. Il dr. ha precisato che AG riporto' una ferita lacero contusa con prognosi di 50 gg e permanente indebolimento dell'arto. Il dr. ha confermato la compatibilita' della dinamica. Ferite di questo tipo si possono avere anche senza danni strutturali alla mano. Peraltro ha testimoniato anche il consulente medico legale della difesa che pero' non ha mai visitato AG e quindi spiega cosi' la scarsa rispondenza della consulenza. [...] I riconoscimenti fatti da AG non sono fatti con certezza rispetto a medici e infermieri, e questo conferma l'attendibilita'. E' perfettamente logico che nella condizione di sofferenza i ricordi si possano essere sommati circa le caratteristiche somatiche. Va ricordato che tutte le persone ricordate da AG erano sicuramente tutti presenti nell'infermeria il pomeriggio del 20 luglio come risulta dalla documentazione. La versione di AG trova riscontro nelle dichirazioni di Pratissoli e Poggi. Poggi: "mi ricordo di AG, mi rimase impresso, dato che e' il nipote del famoso cardio-chirurgo, aveva una ferita lacero contusa alla mano. E' rimasto appoggiato, che cercavamo dell'anestetico. Io gli chiesi cosa si era fatto e lui mi disse che era stato picchiato, che era andato all'ospedale per prendere il metadone e l'avevano picchiato. [...] In questo caso l'ha cucito senza anestetico perche' non l'avevamo. E' stata una sutura che l'hanno fatta anche bene, io sentivo AG perche' sentivo che urlava, io ero in matricola". Pratissoli: "abbiamo suturato AG e diceva che era andato all'ospedale per del metadone e che li' era caduto e si era tagliato. gli abbiamo dato due punti su un polpastrello per tenere insieme. poi suturo' amenta. non si e' lamentato e se n'e' andato. non c'era toccafondi, c'era solo amenta, e c'erano i ragazzi deputati a questa cosa qui". E si riferisce a Incoronato e Maroschi. Le dichiarazioni di Poggi e Pratissoli confermano la versione di AG del fatto che venne suturato senza anestesia. Esistono delle differenze: su quanto disse AG sulle circostanze; sulle lamentele per il dolore; sulla presenza di Toccafondi. SUl primo punto la versione di Pratissoli coincide con quella di AG. L'infermiere Poggi ha confermato che erano in disparte e che quindi nessuno ha sentito il dialogo. Lo stesso AG ha dichiarato di essere stato ferito, e non si puo' escludere che AG parladno solo con Poggi possa aver riferito di essere stato percosso dagli agenti. La questione dei lamenti: l'infermiere Poggi ha detto di averli sentiti, mentre Pratissoli dice che non gridava. AG diceva di essersi lamentato. La cosa non e' una circostanza fondamentale e la differenza tra le due testimonianze puo' spiegarsi con un difetto di ricordo. Circa la presenza dell'imputato Toccafondi, che e' ricordata da Poggi e non da Pratissoli, ha precisato la circostanza il dr. Toccafondi che ha detto di essere stato presente all'episodio. Quindi un altro episodio di difetto di memoria di Pratissoli. Toccafondi parlando dell'episodio ha dichiarato: "e' stato uno dei primi che abbiamo visto; il dr amenta mi ha detto che lo cuciva, era una ferita interfalangea con due o tre centimetri di profondita'; mi pare che fosse un po' confuso, cmq non ne ha parlato, non e' stato arrestato e quindi non e' stato refertato, si lamentava in maniera modesta". Riteniamo che dalle testimonianze possa ritenersi provata e riscontrata la versione di AG su quanto avvenne in infermeria.
Ho un'ultima osservazione sui testimoni della difesa Pigozzi. Nessuno dei testimoni ha portato degli elementi favorevoli con la posizione dell'imputato Pigozzi o tali da modificare o da depotenziare il quadro propbatorio a carico dell'imputato. Da queste deposizioni emerge che AG e SG furono prelevati da un convoglio della ps composto da un ducato guidato da Pigozzi, da una volante guidata da Torre, con Chiappello, da una marea con due agenti e una marea con Rocco e Bonaccorso. SG e AG vengono portati a Bolzaneto. Il funzionario che dirigeva le operazioni era la dr.ssa Truppo, e proprio perche' lei ando' a conferire con Perugini per il problema dei fermati non ha visto nulla di quanto accadeva fuori. Anche la testimone Usagno che si trovava sul veicolo di Pigozzi ha dichiarato di ricordare un momento di attesa e poi di essere scesa e di non ricordare piu' i fermati. Gli altri agenti hanno tutti dichiarato di non aver visto dove furono portati gli uomini trasportati dal ducato. Altri hanno dichiarato di essere andati via ancora prima della consegna dei fermati. Dall'interrogatorio di Pigozzi emerge che AG e SG erano sul ducato guidato da lui. Nessuno dei testi hanno potuto dichiarare quindi di vedere la situazione nel cortile. QUindi non si inficia cosi' il quadro probatorio.
Ritiene il pm che sia ampiamente provata la responsabilita' di Pigozzi.

Al capo 68 e' contestato all'imputato Patrizi le percosse al passaggio di LB in corridoio. E' un arrestato di venerdi' 20 luglio. [...] E' stato ascoltato in aula e sul punto degli accompagnamenti ha dichiarato: "dopo la visita sono stato prelevato da un agente in borghese e portato verso la cella; c'erano due ali di agenti della pol pen; l'agente mi ha fatto chinare e mi ha spinto lungo il corridoio, venivo colpito da tutti sulla schiena, sulla testa, perche' eravamo chinati, sui fianchi, con gli anfibi; avevano dei guanti neri con i quali ci picchiavano; noi correvamo il piu' possibile e cercavano di farmi inciampare. Il trattamento piu' duro l'ho subito al ritorno. Sempre questo agente mi ha preso e mi ha riportato all'ingresso. Sono stato lanciato nel corridoio tra le ali, e quando sono arrivato in cella avevo del sangue alla bocca. [...]" A proposito della descrizione degli agenti che lo colpirono. "Mi ricordo uno in particolare, era non molto alto e non grasso pero' pieno, non proprio pelato ma quasi, questo agente lo ricordo perfettamente, fu uno dei primi che mi colpi' ed e' l'unico che ho potuto distinguere, perche' poi era difficile distinguere le cose". Il testimone ha riconosciuto la foto 75 dell'album pol pen della persona che lo aveva accompagnato e colpito, ed e' l'imputato Patrizi. "Si si, quello, il primo, uno dei primi che mi ha colpito nel corridoio, di lui ricordo il braccio che si alzava per colpirmi." Riteniamo che questo pestaggio sia avvenuto prima della presa in carico da parte della pol pen. Patrizi e' stato in servizi dalle 6 alle 24 del ven. Un ulteriore riscontro e' il fatto che il testimone ha ricordato che era accompagnato da un agente della digos in borghese, ed e' un dato pacifico dell'istruttoria. L'identificazione dell'imputato e' certa e confortata dall'orario compatibile, dall'individuazione fotografica [...]
Abbiamo poi le risultanze dell'istruttoria circa la presenza di ali di agenti nel corridoio, come il collega vi ha gia' illustrato in una delle passate udienze. [...] C'e' un altro riconoscimento di Patrizi come agente di percosse, da parte di CA, per cui abbiamo chiesto archiviazione solo per difetto di querela. Un ultima precisazione per dire che il fatto che il testimone non sia stato in grado di precisare il tipo di percosse o le circostanze piu' precise, ad avviso del pm non inficia il quadro probatorio e la certezza del riconoscimento, questo perche' il testimone ha ribadito di aver ricevuto un sacco di percosse e piu' tipi di percosse, tanto che correva. A un certo punto dice, dopo i primi colpi non ho piu' capito nulla, perche' arrivavano da tutte le parti. [...] Chiediamo pertanto l'affermazione della responsabilita' per il capo 68.

Il 10 marzo facciamo Cerasuolo, area sanitaria e area matricola.