Martedi' 15 marzo 2005. 41esima udienza del processo a 25 attivisti e attiviste
per devastazione e saccheggio.
Il piatto parrebbe abbastanza ricco con la presenza di due degli ufficiali che
comandavano il battaglione sicilia in piazza alimonda (il reparto di placanica
per intendersi), e di diversi digos e sbirretti di varia natura che dovrebbero
riconoscere alcuni degli imputati.
Molti testi pero' non si presentano, e rimaniamo con un Manzi (digos pavia),
Sparano (uno dei capi plotone del Tuscania) e Mirante (comandante del
xii battaglione Sicilia).
Manzi va via abbastanza rapidamente, riconoscendo l.f. che conosce solo di
vista, ma che associa a un nome grazie alla solerte azione di una pattuglia a
conclusione di un presidio a pavia. I dati dell'identificazione, cosi' come
tutto il resto vengono poi inviati alla procura genovese, con buona pace di
tutt*.
Sparano non ci racconta nulla di nuovo rispetto ai precedenti ufficiali del
tuscania. Unica nota di colore ce la regala la procura che si mette a sclerare
con la difesa sulla relazione di servizio (gia' usata nei precedenti testi) del
tuscania a firma collettiva alla redazione della quale Sparano non e' presente.
Molto fumo e niente arrosto, si direbbe dalle nostre parti...
Ma il climax arriva con Nicola Mirante, all'epoca tenente del XII battaglione
Sicilia, Compagnia CCIR Echo (compagnia formata come ci spiega lui stesso da
militari dello stesso battaglione addestrati appositamente all'uso dei nuovi
equipaggiamenti: peccato che a parte il tonfa non riesca a dirci neanche uno di
questi "nuovi equipaggiamenti").
Il Nostro ha ben donde di essere il comandante di oltre 200 uomini perche'
conduce tutta l'udienza come un vero maestro d'orchestra: non risponde alle
domande ma divaga portando tribunale, imputati, avvocati, e consulenti a
sorbirsi minuti e minuti di pietose tirate sulla patria, sulla perizia militare
dei cc, sull'impatto emotivo e la tristezza che gli eventi di genova generavano
nei "ragazzi"; ricorda perfettamente tutto quello che serve alla procura ma
nulla di quello che potrebbe risultare utile alla difesa, fino all'assurdo
( "ricordo che avevamo dei segni [segue elenco di tutti i sengi presenti sui
caschi] , ma non mi ricordo chi aveva quale o cosa significassero"; "ho saputo
dello sparo quando l'ha saputo lei avvocato [ridacchia]").
Purtroppo la difesa non mostra molto polso e gli lascia condurre l'udienza a suo
piacimento (e a com-piacimento della procura), fino a che di fronte ad una
dissertazione su Sun-tzu e Charles de Gaulle, subito seguita da affermazioni
tipo "sembrava di stare nelle retrovie della prima guerra mondiale", il
tribunale invita tutti a "stare nel solco del processo"... Diteci voi se
dobbiamo essere d'accordo con tre magistrati ...
Per la cronaca quasi tutta la testimonianza verte su piazza alimonda. La
versione di Mirante, nonostante le numerose prove contrarie (video, foto, e
altro ancora), e' che un contingente di circa 100 uomini del suo battaglione,
con il quale erano presenti Cappello, Truglio, Mirante stesso e Lauro, dopo
aver bonificato via Invrea e piazza Alimonda, stava facendo una pausa nella
piazza sgombra. Dal nulla (cosi' pare) sono usciti gruppetti e grupponi di
manifestanti (o sedicenti tali) che hanno cominciato ad assaltarli di nuovo.
Fino a questo punto la versione per quanto lievemnete forzata, potrebbe pure
quadrare con la situazione delirante di quelle 4 vie intorno alle 17, dopo ore
di scontri. E' la parte successiva del racconto di Mirante che ha del
fantascientifico: per contrastare i manifestanti (che li stavano cmq
sovrastando) decidono di avanzare in via Caffa verso via Tolemaide, dove stanno
transitando "pulsando" migliaia di manifestanti; si infilano in via caffa, e una
volta arrivati in fondo, vengono bloccati da barricate costruite dai
manifestanti (che evidentemente sono piu' veloci della luce) accorgendosi di
aver finito i lacrimogeni. Allo stesso tempo se ne accorgono anche i
manifestanti che con gli immensi strumenti della tecnica a loro disposizione,
nonche' con una capacita' tattico strategica degna di un generale prusso-cinese,
si dispiegano e cercano di accerchiarli. Ma Mirante, sagace come un caimano, se
ne avvede e ordina l'arretramento. Durante l'arretramento purtroppo le due land
rover rimangono incastrate e purtroppo devono ammazzare carlo. Fortunatamente
una volta riparatisi in piazza tommaseo dietro i reparti di PS possono avanzare
di nuovo e riconquistare piazza e cadavere.
Mi pare chiaro a tutti come la ricostruzione non faccia una piega, ma ci
permettiamo di far notare che:
a. via Caffa e' una vietta sfigata e se proprio volevano contribuire a
respingere il corteo conveniva rimanere fermi a inizio via e lanciare
lacrimogeni a iosa.
b. la barricata doveva essere gia' li' quando si e' cominciata l'avanzata e non
ci sarebbe voluto molto a capire che si finiva imbottigliati di fronte a
migliaia di persone che nelle ultime tre ore hanno vissuto scontri e mazzate;
una condizione non esattamente salubre per un manipolo di "ragazzi" (come dice
Mirante); ovviamente le foto mostrano chiaramente che la situazione era proprio
questa e che l'iniziativa di entrare in via caffa e' stata una forzatura dettata
da un evidente volonta' di reprimere a mano libera.
c. no comment sul fatto che i manifestanti avessero "capito" che i cc non
avevano piu' lacrimogeni; se fossimo supereroi avremmo fatto di peggio che
accerchiarli, n'est pas ?
d. Mirante continua a dire che non sapeva dove stavano i land rover ma nelle
foto e nei video ci passa molto evidentemente di fianco nel ritirarsi. Forse
poteva rendersi conto di piu' cose.
e. e' curioso come non ricordi dove fosse nessuno dei suoi superiori
carabinieri. Solo lauro pare essere il possibile capro espiatorio.
f. e' ancora curioso che puredicendo di essere stato intorno al cadavere non si
sia reso conto che gli avevano sparato (evitiamo ulteriori commenti sui termini
che usa per descrivere la sua esperienza di cadaveri).
Ci sembra ce ne sia abbastanza per dire che Mirante e' molto bravo nell'arte
drammatica e che questo gli consente di evitare di essere messo all'angolo per
le responsabilita' nella morte di Carlo. Speriamo che tutti coloro che lo
incontrano se lo ricordino altrettanto bene (come dice lui "ha fatto moltissimi
altri servizi di OP").
Al 22 febbraio.
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