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Genova, 5 aprile 05 - Catarci: "Nell'archivio Digos anche i partecipanti alle assemblee".

Il pm Anna Canepa chiede di poter ascoltare Truglio, Zappia, Placanica,Cavataio e altri (tutti presenti all'omicidio di Carlo Giuliani), "per fare luce su Piazza Alimonda".

Genova, 5 aprile 2005.
Quarantatreesima udienza del processo per devastazione e saccheggio durante il G8 di Genova.

Dopo il sequestro dei portatili di due consulenti tecnici della difesa -
effettuato il 16 marzo 2005, ad oggi i due portatili non sono ancora stati
restituiti - e il rinvio della scorsa udienza,
nella mattinata di oggi l'aula bunker del tribunale genovese ha registrato
un'udienza breve, ma non priva di spunti interessanti e decisamente
rilevanti per il prosieguo del processo.
Si sono registrati infatti appunti importanti circa metodi, modi e
particolarita' del sistema di riconoscimento e identificazione degli
imputati in un procedimento penale, durante il quale si scopre che la
Digos identifica e inserisce nei propri archivi anche i partecipanti alle
"assemblee non autorizzate".
Quello che emerge e' un dato lampante: in un processo in cui gli imputati
rischiano dagli 8 ai 15 anni, il sistema di identificazione architettato
dai pm risulta debole, poco chiaro e addirittura indiretto (un teste non
conosceva un imputato, mentre chi ha effettuato il riconoscimento non era
presente).
Assenti giustificati infatti due testi appartenenti al 6° Battaglione
Carabinieri "Toscana", stamattina hanno sfilato nel tribunale di Genova
due funzionari Digos di Padova e di Roma, chiamati a effettuare di fronte
al tribunale il riconoscimento di due imputati.
La difesa, riguardo il primo riconoscimento da parte di Mauro Finesso,
funzionario Digos di Padova, ha posto un'eccezione concernente la
validita' dell'identificazione (chiedendo di fatto l'annullamento della
deposizione del funzionario padovano), cui i pm si sono ovviamente
opposti.
Il tribunale ha infine deciso sulla liceita' dell'identificazione
dell'imputato.

Il secondo teste e' Catarci Andrea, funzionario Digos di Roma dal 1998.
Vestito di verde militare, con l'atteggiamento un po' seccato di chi ha
gia' perso troppo tempo in anticamera (il processo e' iniziato con leggero
ritardo e ha avuto una pausa di venti minuti circa), Andrea Catarci non
porta la propria relazione di servizio ed ha difficolta' mnemoniche quando
i pm gliela consegnano in mano.
Racconta la sua esperienza simil-fiction per giungere al riconoscimento di
un imputato, non sapendo pero' ne' il nome, ne' la reale partecipazione
alle giornate di Genova della persona in questione; tutte informazioni che
rivela di aver acquisito "da colleghi, di cui non ricordo il nome".
Una mattinata voyeristica a Genova, che registra momenti di tensione e
vivaci scambi di battute tra procura e difesa e in cui emerge il metodo di
inserimento di nominativi in un archivio Digos: basta essere in "evidenza"
in alcune situazioni, ovvero "partecipare a grandi manifestazioni o
manifestazioni spesso non autorizzate".
Anche in questo caso la difesa si oppone all'acquisizione della foto, per
mancato riconoscimento completo dell'imputato, cui i pm si oppongono.
Il tribunale decide di acquisire la foto, priva del nominativo del
soggetto ritratto.
Infine i pm chiedono la possibilita' di inserire in lista testi Truglio,
Zappia, Placanica, Cavataio e altri (tutti presenti all'omicidio di Carlo
Giuliani) "per fare luce sulla questione di piazza Alimonda"; la difesa si
rimette alla decisione del pm e chiede di ascoltare preliminarmente il
coordinatore della centrale operativa dei carabinieri per cercare di
ottenere le registrazioni delle comunicazioni radio dei Carabinieri.
Prossima udienza il 12 aprile.
Domani, 6 aprile, prima udienza del processo di primo grado per i fatti della scuola Diaz.

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