Comunicato Stampa
Dirigente scolastica nega l'accesso alla scuola Diaz ad alcuni manifestanti vittime del sanguinoso raid della polizia durante il G8 e chiama senza ragione i carabinieri
Sono passati quasi quattro anni da quando, nella notte del 21 luglio 2001, un grosso contingente di polizia fece irruzione nella scuola Diaz e picchiò quasi a morte manifestanti pacifici raccolti lì a passare la notte. In occasione dell'inizio delle udienze pubbliche contro i poliziotti sono giunti a Genova alcuni dei manifestanti di allora. Tra di essi ci sono anche tre giovani dalla Germania. Venerdì 8 aprile, accompagnati da un consulente dell'avvocato che li difende, si sono recati verso mezzogiorno alla scuola con l'intenzione di richiamarsi alla memoria il luogo in cui allora sono stati feriti gravemente, un gesto difficile per chi ha vissuto quell'esperienza.
L'accoglienza che hanno ricevuto è stata insensata e disumana, cosa che non ci si aspettava da persone che lavorano in una scuola. Le vittime dell'irruzione, a tutt'oggi traumatizzate, sono state allontanate in malo modo e indirettamente accusate di costituire una minaccia alla sicurezza degli studenti.
Hanno fatto presente cosa fosse loro successo nella scuola e quale significato avesse per loro quel luogo, confidando nella comprensione della direzione scolastica; in risposta sono stati minacciati che si sarebbe fatta intervenire la polizia se non avessero abbandonato immediatamente l'edificio.
La minaccia di coinvolgere proprio la polizia, responsabile per quelle traumatiche vicende, mostra un grado inqualificabile di volontà di rimuovere i fatti e di ignoranza da parte del personale docente e dei responsabili della scuola. Questo è indegno di un paese che dovrebbe essere orientato in senso democratico e getta un'ombra sinistra sulla coscienza democratica di questi insegnanti.
In seguito ad un'accesa discussione i tre visitatori si stavano avviando verso l'uscita visibilmente scossi, quando gli si sono presentati sulla porta quattro carabinieri che erano stati effettivamente chiamati dalla direzione. Gli agenti hanno controllato i loro documenti e li hanno trattenuti per una quindicina di minuti.
È legittimo che queste persone volessero visitare i luoghi in cui sono stati compiuti contro di loro crimini efferati. Condanniamo il tentativo di criminalizzarli e umiliarli. Pretendiamo le scuse del personale scolastico e per il futuro il diritto di libero accesso alla scuola. Le accuse della polizia contro tutti i 93 manifestanti presenti alla Diaz la notte del raid sono state archiviate.
Inoltre chiediamo un approccio pedagogico adeguato ai fatti avvenuti nella scuola Diaz. I reati commessi dai poliziotti sono indegni di uno stato di diritto e necessitano di riflessione ed elaborazione produttiva con studenti e studentesse. Il comportamento degli insegnanti presenti oggi denuncia una drammatica mancanza di competenze e sensibilità in questo senso.