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[processo ai 25] tredicesima udienza

Martedì 8 giugno 2004

La tredicesima udienza del processo a 26 persone per devastazione e saccheggio ha visto un ulteriore tornata di teste della accusa.

In particolare e' stato interrogato l'ufficiale dei carabinieri che ha proceduto alla perquisizione nel complesso diaz/pertini/pascoli, con l'intento di collegare altri procedimenti e di inseririli in un quadro complessivo di criminalizzazione generalizzata di chi era presente a Genova. La difesa si e' con successo opposta all'aquisizione del verbale
di sequestro conseguente alla perquisizione in quanto non pertinente al processo in corso.

Subito dopo e' stata la volta di uno dei responsabili di piazza in piazza Dante il venerdi' durante le piazze tematiche e il sabato durante gli scontri in zona foce. Un teste la cui rilevanza nel processo ai 26 non e' molto chiara, dato che non c'e' nessuno di loro accusato o indagato per eventi nei dintorni di piazza Dante.
Il controinterrogatorio della difesa fa emergere che il teste e' protagonista della consegna di due molotov al Generale Donnini,
rievocando un'altra volta il processo per la Diaz che si va ad aprire il 26 di giugno e in cui il simulato ritrovamento di bottiglie incendiarie nella diaz e' uno degli episodi cruciali.

Terzo teste dell'accusa e' uno dei responsabili dei contingenti che stavano sorvegliando marassi al momento dell'arrivo dei manifestanti nel piazzale antistante il carcere. La sua deposizione e' tutta tesa a dimostrare la superiorita' numerica e la pericolosita' dei manifestanti, motivo per cui a un certo punto i contingenti avrebbero dovuto
abbandonare le postazioni. Ma dai brogliacci e dal riesame del video tratto dai dvd del vigile urbano Corda (una delle prove cruciali per l'accusa di questo processo, un dvd prodotto da un taglia e incolla strumentale alle accuse) emergono chiaramente delle contraddizioni nella deposizione del teste, dal numero di manifestanti, alla loro effettiva
pericolosita', alle manchevolezze delle decisioni di piazza, agli orari riportati, alla disposizione geografica della situazione di piazza, e in generale alla credibilita' delle forze dell'ordine e delle accuse che si stanno costruendo.

Il quarto teste e' uno degli ufficiali della digos che ha proceduto alla perquisizione all'istituto Paul Klee dove era parcheggiato il furgone dei COBAS accusato di aver distribuito armi improprie durante la giornata del 20. Nella stessa perquisizione vengono arrestate 23 persone.
Dalla deposizione del teste e dal controinterrogatorio della difesa emerge chiaramente che la perquisizione e' stata condotta con il preciso intento di effettuare degli arresti, pur non trovandosi di fronte a prove materiali di reati e soprattutto di fronte alla impossibilita' di ascrivere a qualcuno qualsiasi rinvenimento.

L'udienza si conclude con una discussione abbastanza lunga sulla definizione dei tempi per la continuazione delle udienze e dei tempi necessari alla difesa per analizzare le prove video e foto: la conclusione e' che le prossime due udienze (martedi' 15 e martedi' 22)
vedranno ulteriori teste dell'accusa, mentre il controesame dei materiali documentali comincera' il 6 luglio.

Ascolta l'udienza: prima parte - seconda parte - terza parte