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[processo ai 25] quarantaseiesima udienza

SINTESI XLVI UDIENZA - PROCESSO AI 25

Martedi' 26 aprile, un giorno dopo il sessantesimo anniversario della
liberazione (non c'entra una mazza ma a noi piacciono le festivita' antifasciste
:), in aula per la quarantaseiesima udienza l'unico teste presente e' Adriano
Lauro. Filippo Cavataio (autista del land rover di placanica) e il colonnello
Truglio (comandante delle compagnie CCIR durante il g8 di genova e grand-vizir
degli esaltati) si giustificano per indisposizione e per "essere all'estero"
(tutti a nassirya!!!).

Adriano Lauro a genova era il funzionario che comandava i 100 cc del battaglione
Sicilia comandati dal capitano Cappello protagonisti dei fatti di piazza
Alimonda. E in piazza Alimonda quel poliziotto con il ciuffo sempre al telefono,
con il foulard bordeaux sempre un po' fuori posto, e' proprio lui, Lauro.
La sua ricostruzione della giornata e' accurata e comprovata sia dalle
registrazioni radio (che stavolta vengono abbondantemente usate dai pm) che dai
video: carica la coda del corteo dei cobas ormai sfrangiato su via rimassa, fino
a fronteggiare il gruppo di manifestanti chiusi dentro piazzale Luther King. Poi
risale in ausilio a Mondelli affaticato dalle cariche sul corteo dei
disobbedienti. A un certo punto si sgancia e va a dare una mano a liberare
piazza Alimonda e piazza Tommaseo al primo dirigente Lapi, che era ion
difficolta'.
Verso le 16.30 piazza Alimonda e' sgombra e piazza Tommaseo pure. Lauro e i cc
del Sicilia si appostano in via Ilice (di fianco alla chiesa) e Lauro conferma
che Truglio e Cappello raccolgono i "loro ragazzi", li contano, sentono come
stanno, e evidentemente fanno loro il famoso discorsetto di cui potete trovare
tracce su pillolarossa (http://www.piazzacarlogiuliani.org/pillolarossa).
A un certo punto Truglio se ne va e anche Lauro vuole rientrare, provato da
tutta la giornata di scontri. Poco dopo Truglio torna su suoi passi per avvisare
Lauro di spicciarsi, che la zona stava di nuovo brulicando di manifestanti.
Lauro si avvia, attraversa piazza Alimonda, arriva fino a Casaregis (cosi' dice
lui anche se forse non e' sincero e lo dice solo perche' in quel punto
dell'interrogatorio stava incappando in contraddizioni imbarazzanti) e poi
decide di tornare indietro, sull'onda del senso del dovere: "Non potevo lasciare
altri in balia di un cosi' grosso numero di facinorosi".
E qui Lauro da' il meglio di se', cercando di coprire le responsabilita'
dell'accaduto e recitando alla perfezione il mantra che fin da quei primi
momenti dopo l'omicidio di Carlo, quando insegue sulla scalinata un manifestante
gridando "Sei stato tu con il tuo sasso ad ucciderlo!": se i manifestanti non
avessero tirato sassi, Carlo non sarebbe stato ucciso, ergo e' colpa dei
manifestanti e non certo colpa sua. La sua faccia e il tono di voce incerto
quando parla di Carlo tradiscono il fatto che questa sua ricostruzione degli
eventi non sembra credibile neanche alla sua coscienza. Speriamo che
quest'ultima se ne ricordi tutte le notti.
Tornando ai fatti: preso dal senso del dovere torna indietro e decide di
fronteggiare i manifestanti in via caffa e prova ad accennare una carica; punto
primo perche' lui non vuole usare i lacrimogeni che fanno vomitare... ma va?;
punto secondo perche' con una carica di solito riesce a mettere in fuga i
facinorosi e sperava di cavarsela cosi'... peccato che i facinorosi in questione
dopo 2 ore di lacrimogeni e cariche su via tolemaide magari non erano proprio
proprio privi di adrenalina e incazzatura, n'est pas ?.
Siccome non indietreggiano pensa bene di fermarsi li e mettersi a testuggine.
Poi come ammette lui stesso, sono i cc a scappare per un attacco di panico e a
indietreggiare. Riattraversa Alimonda non notando i defender che sono dietro il
contingente (quando lui aveva piu' volte detto di non volerli vicino perche' per
lui l'OP si fa a piedi) e arriva fino a piazza TOmmaseo recuperando il reparto
mobile di milano con Lapi e Fiorillo, prima di accorgersi che un corpo e'
rimasto esanime a terra al centro di piazza alimonda.
A quel punto per sfogarsi sclera con i manifestanti accusandoli dell'omicidio,
avendo anche visto una pietra insanguinata vicino al cadavere. La difesa mostra
delle foto, e Lauro non riesce a spiegare molto bene perche' quel sasso prima
c'e', poi non c'e', poi c'e' di nuovo. Non riesce a spiegare perche' Paoni viene
pestato a sangue (anzi nega di aver mai visto Paoni) e afferma di essersi reso
conto solo dopo che Carlo era stato ammazzato da un proiettile (se non riconosce
lui lo zampillare di un buco di un proiettile in una faccia, non sappiamo chi lo
possa riconoscere.).

L'udienza si conclude con un rinvio per mostrare al teste il sasso sequestrato
nei pressi del corpo di Carlo per vedere se lo riconosce. Le speranze di avere
nuovi elementi per riaprire il Caso Alimonda sono tenui, ma non definitivamente
perse, e anche se c'entra poco con il processo ai 25, e' difficile negare a
tutti la voglia di saperne di piu'...

a la prochaine

Ascolta l'udienza: prima parte - seconda parte

PS: speriamo che la capacita' di canepa e canciani di fare incazzare il
tribunale facciano buon gioco alle difese. auguri di buona bile ai pm.