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Le omertà nascoste. Dario Raffone - carabiniere a bordo della Land Rover di Placanica - mente e i PM fanno finta di nulla.

Genova, 3 maggio 2005
Alla quarantesettesima udienza del processo a 25 manifestanti per i fatti del G8 di Genova, era atteso Mario Placanica, il carabiniere protagonista dei fatti di piazza Alimonda che hanno portato all'assassinio di Carlo Giuliani.
Placanica pero' non si presenta - e' assente giustificato per questioni di salute - mentre sono in aula Dario Raffone, carabiniere a bordo della Land Rover insieme a Placanica, e Giuseppe Zappia, comandante del plotone di Raffone e Placanica, il primo della compagnia CCIR Echo del XII Battaglione Sicilia.

Dario Raffone, carabiniere dal marzo 2001, intruppato nella compagnia Echo Sicilia, e' mandato "in giro per la citta' dalle sette e mezza del mattino" del 20 luglio 2001. "Siamo stati a contenere i manifestanti", afferma. In seguito, poiche' e' stanco e leggermente ferito, chiede al vice di Zappia di potersi fare da parte e viene fatto salire su una land rover, su cui erano presenti l'autista (Cavataio) e un altro carabiniere in difficolta', Mario Placanica.
Sale nella land rover in piazza Alimonda, poi "il plotone ha avuto uno sbandamento", e inizia il "lancio di oggetti di vario tipo" contro la land rover: lui e Placanica tentano di difendersi rannicchiandosi. Sente i due colpi di pistola, ma non percepisce da dove siano partiti: sulla camionetta "si sentiva un gran casino".
Il momento clou arriva arriva quando viene mostrato il primo contributo video presentato dalla difesa, le immagini della ritirata dei Carabinieri che porta i Land Rover in piazza Alimonda. Alla richiesta di riconoscere luoghi e circostanze, Raffone risponde "Mi sembra il G8". Il pubblico in aula rumoreggia.

Il giudice a latere, al termine del controesame, tenta di chiarire maggiormente le dinamiche all'interno della land rover, la difesa ci riprova con altre foto, ma il risultato non cambia: Raffone ricorda a malapena che in piazza alimonda e' successo qualcosa. Non ha visto nulla perche' "gli bruciavano gli occhi", non si e' accorto che Placanica aveva sparato, non sa che strade ha percorso, nella corsa al pronto soccorso ha di fronte a se' il commilitone ma non si parlano.

Ricorda solo che stava sdraiato con sopra di se' placanica.
Ma nelle foto mostrate dalla difesa si vede una persona sdraiata al centro della parte posteriore del defender, con un piede e la pistola puntate verso il lunotto posteriore e verso Carlo Giuliani, mentre un'altra persona sta in piedi sopra, guardando in avanti. Raffone dice che non e' lui che ha sparato, dice che non era lui l'autista, ma dice di non riconoscersi in quella persona sopra a chi spara.
La difesa lo incalza sul percorso da piazza alimonda all'ospedale. Raffone ricorda solo che e' durato poco, che non ha avuto pause e che Placanica e' stato medicato prima di lui. Ma i referti medici indicano che Placanica è stato medicato alle 19.00 e Raffone alle 18.50. Inoltre e' passata un'ora e venti dall'omicidio, per fare i 2 km fino al pronto soccorso.

E' poi il turno di Giuseppe Zappia che ricostruisce la sua giornata in maniera rigorosa, incalzato nel controesame dalla sobria caparbieta' dell'avvocato difensore Lamma: "due uomini" di Zappia sono coinvolti in un omicidio e il loro responsabile li incontra solo due giorni dopo, il 22 luglio, e quando si incontrano parlano "di questioni generali, senza chiedere nulla sull'episodio". Piuttosto strano. Cosi' come e' strano che Zappia ripercorra dettagliatamente con nomi di vie e incroci precisi tutta la sua giornata, salvo non riconoscere la circostanza mostrata dal video riguardante la carica in via Caffa che precede la scomposta ritirata in piazza Alimonda. Ma riconosce nelle immagini successive alla morte di Carlo Giuliani l'uomo vicino al cadavere, il capitano Cappello. Un bel colpo.
Inoltre Zappia afferma che la land rover, partita da piazza Alimonda, prima di giungere al pronto soccorso sarebbe passata dalla Centrale Operativa dei Carabinieri di Forte San Giuliano. Un dato rilevante, che scredita ulteriormente la vergognosa deposizione di Raffone, che aveva ripetutamente sostenuto che non c'era stata alcuna sosta intermedia.

Prossima udienza 10 maggio 2005