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[Comunicato Stampa] Il medico che fece l'autopsia a Carlo Giuliani: "Dalla tac risultava un frammento, ma non lo abbiamo trovato

Il medico che fece l'autopsia a Carlo Giuliani: "Dalla tac risultava un frammento, ma non lo abbiamo trovato"

60a udienza del processo ai 25 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio per i fatti del G8 nel 2001. Il grande assente, ancora una volta, è uno degli ufficiali dei Carabinieri, protagonista dei fatti di Piazza Alimonda: Giovanni Truglio (*), all'epoca dei fatti tenente colonnello e comandante dei CCIR (compagnia di contenimento e intervento risolutivo, creata ad hoc per il G8 e poi sciolta), oggi colonnello dei carabinieri. Truglio ha presentato certificato medico a giustificazione della sua assenza.
Si parte dunque dal teste Marco Salvi, consulente della procura, autore della perizia su Mario Placanica, nonché co-estensore dell'autopsia sul corpo di Carlo Giuliani. La difesa chiede di poterlo ascoltare riguardo quest'ultimo aspetto, per verificarne l'attendibilità (poiché l'autopsia fu bollata come "superficiale" proprio da Franz, il PM che chiese e ottenne l'archiviazione del procedimento relativo a piazza Alimonda). Anche l'accusa chiede di poter ascoltare il teste riguardo la perizia di Raffone, altro ausiliario presente nel defender di Placanica, già ascoltato dal tribunale, qualche mese fa. La Corte accetta entrambe le eccezioni e dopo una pausa, ha inizio l'udienza, ma tra l'ammissione del consulente come teste da parte del tribunale e il suo esame, sfila davanti alla corte l'ispettore capo della Digos milanese Marco Cavalli, chiamato a riconoscere alcuni imputati. Come al solito le trasmissioni delle identificazioni sono farraginose e posticipate nel tempo; ci si mette anche la procura che, al solito, come pessima abitudine, presenta i reperti in modo vago e non preciso. Questo ha rallentato l'esame del Digos milanese che ha riconosciuto due imputati, sulla base delle foto e video che la Digos genovese ha trasmesso all'ufficio milanese.
Il digos non è mai stato sfiorato dal dubbio nel riconoscere gli imputati, anche in foto che ritraggono persone travisate, in situazioni in cui non era presente. Per buon peso, ha provveduto a riconoscere altri otto militanti milanesi che non hanno alcun collegamento con il processo, in alcuni casi leggendo i nomi direttamente dalla sua relazione.

Dopo l'esame di Cavalli - che dovrà tornare per il controesame della difesa - torna in aula Salvi, per essere esaminato da accusa e difesa. Breve l'esame dei PM, tocca alla difesa saggiare l'attendibilità del teste. Salvi risponde alle domande dell'avvocato Menzione, ricordando come nell'esame TAC cui fu sottoposto il corpo di Carlo Giuliani "era presente un frammento della pallottola", non trovata poi durante l'autopsia. "Non la cercaste o non la trovaste", chiede l'avvocato Menzione, "non la trovammo", è la risposta del consulente. Vale la pena sottolineare che quel frammento avrebbe potuto dire molte cose sulle caratteristiche dei proiettili in uso quel giorno (i proiettili esplosi non sono mai stati trovati), chiarendo alcuni aspetti ancora oscuri della vicenda di piazza Alimonda.

Dopo il silenzio di Placanica, si spera di poter ascoltare presto il maggiore Truglio, altro protagonista della giornata del 20 luglio 2001 colonnello Truglio.

(*)
Giovanni Truglio, all'epoca dei fatti di Genova era comandante delle cinque CCIR, le compagnie di contenimento e intervento risolutivo, create appositamente per il G8 e dotate di nuovi armamenti ed equipaggiamenti.
Come i suoi "colleghi", Claudio Cappello e il generale Leonardo Leso, Truglio è inserito da tempo nel gotha militare italiano all'estero. Le sue gesta somale ad esempio, sono legate al famoso episodio, meglio noto come "check point Pasta", che causò la morte di centinaia di somali. Il generale Loi, che comandava le truppe italiane in Somalia durante missione Ibis, nel suo libro "Peace-keeping, pace o guerra?", edito da Castelvecchi, riporta quegli avvenimenti, in cui il capitano Truglio si distinse rimanendo anche leggermente ferito negli scontri a fuoco.
Sempre a proposito di Somalia, l'allora Capitano Truglio è citato nel famoso diario del maresciallo Aloi, come persona informata sui fatti, a proposito delle torture perpetrate dai militari italiani a danno della popolazione somala. Da questi fatti, scaturì una commissione d'inchiesta che però si risolse in un nulla di fatto.
Per un curriculum vitae completo dell'attuale colonnello Truglio consigliamo il sito dell' EUFOR (European Union Force in Bosnia and Herzegovina) http://www.euforbih.org/commanders/ipu/t050505a.htm.
Nato nel 1959 in provincia di Cosenza (chissà se conosce qualche esponente di spicco di AN in Calabria?), dal 1989 nel Tuscania, Truglio ha partecipato a numerose missioni all'estero: Somalia, Albania, Iraq e recentemente Bosnia. Nel settembre 2004 è infatti divenuto comandante dell' MSU (Multinational Specialized Unit) e nel dicembre, dell'IPU, Integrated Police Unit. Da quest'ultimo incarico, essendo tornato in Italia, e' stato sostituito pochi giorni fa, il 26 settembre 2005.
A Genova Truglio era il comandante dei contingenti di contenimento e intervento risolutivo: durante le deposizioni di alcuni testi, nel procedimento a carico di 25 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio, il suo nome è ricorso spesso. In particolare il tenente Mirante, a capo di una delle compagnie comandate da Truglio, durante la sua deposizione, un mix di tecniche e tattiche militari e fiabe per carabinieri, ricordò che fu proprio Truglio a riferirgli che "forse il tuo autista ha investito una persona". Truglio, dunque, costituisce un ennesimo teste in grado di rispondere sulla vicenda di piazza Alimonda che - dopo il silenzio di Placanica - sembra procedere verso un palude di reticenze, dubbi e non detti.

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