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[la Repubblica] Giuliani, il perito attacca "Il calcinaccio? Una tesi inverosimile"

«La penso esattamente come quattro anni fa. Mai cambiato idea. Carlo Giuliani fu ucciso da un colpo diretto, il proiettile non fu deviato. E' così, anche se non credo che verrà mai riaperta l'inchiesta: ci vorrebbe una novità per ricominciare daccapo, e quello che ho detto l'altro giorno in aula lo avevo già sottoscritto molto tempo fa nella perizia consegnata al pubblico ministero. Che il magistrato e gli altri periti dicano quello che vogliono, io non ho bisogno di dimostrare nulla: sono i fatti, che parlano da sé».

Marco Salvi, il medico legale che insieme a Marcello Canale eseguì l'autopsia sul ragazzo ucciso in piazza Alimonda dal carabiniere Mario Placanica, confessa tutta la sua sorpresa nello scoprire il rilievo dato dai media alla sua testimonianza durante il processo alle 25 presunte Tute Nere. «E' quello che ho sempre detto, e del resto non poteva essere altrimenti. L'esame su Carlo Giuliani era - se mi passate il commento strettamente professionale - di una banalità estrema. Chiarissimo, inequivocabile». Il carabiniere spara. il proiettile "parabellum" raggiunge alla testa il no-global con l'estintore rosso. Sono altri, sottintende Salvi, che hanno trovato angolazioni e percorsi particolari. «Allora, proviamo a riassumere l'altra tesi: il proiettile è diretto verso l'alto ma all'improvviso incrocia un calcinaccio che in pratica impone una deviazione secca verso il basso. Ora: secondo me, un "parabellum" centra il pezzo di mattone e prosegue la sua corsa verso l'alto, o al più finisce il suo percorso proprio in quel punto. Ma accettando anche l'ipotesi che torni verso il basso, allora era indispensabile che Giuliani all'ultimo voltasse il capo rivolgendolo verso l'alto, e comunque il proiettile avrebbe dovuto compiere una traiettoria anomala dopo un rimbalzo ancora più anomalo. Piuttosto complicato, non vi pare? Inverosimile, direi». E però, questa è stata la tesi accolta dal pubblico ministero. Che ha bocciato la sua perizia, accogliendo invece quella degli altri periti. «Se vi riferite a qualche signore che fa perizie in tutta Italia, venendo il più delle volte contraddetto - dal caso Marta Russo a quello di Soffiantini, per non parlare di Ilaria Alpi - diciamo che io sono un medico legale, e non mi confronto con un anatomo-patologo. Però non posso neppure stare sempre zitto. L'autopsia era chiarissima, ripeto: il fatto che non si sia trovato il frammento metallico non è tutto sommato influente, senza contare che al momento era davvero difficile ritrovarlo. certo, lasciatemi qualche perplessità invece a proposito del ritrovamento di un frammento di calcinaccio su di un passamontagna usato in una giornata di scontri e poi finito sull'asfalto, inquinato in mille modi».

Giuliano e Haidi Giuliani, i genitori di Carlo, lo avevano sempre saputo: «Non furono pietre o calcinacci a deviare il proiettile. Ma per scoprire tutta la verità ci voleva un processo. Quel processo che non hanno voluto fare». Qualche avvocato non ha escluso che possa essere chiesta la riapertura del fascicolo per l'omicidio Giuliani, ma la stessa Laura Tartarini, uno dei legali più battaglieri sul fronte no-global, esprime qualche perplessità al riguardo: «La posizione di Salvi è sempre la stessa di quattro anni fa, e in mancanza di novità un'inchiesta non viene riaperta. Il punto è che non gli hanno voluto credere, né allora né oggi».