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[la Repubblica] Diaz, la preside chiude la porta ma i reduci entreranno lo stesso

La preside chiude la porta ai reduci della Diaz ma sarà costretta ad aprirle ai consulenti dei loro difensori che ieri pomeriggio hanno ufficialmente presentato una richiesta via raccomandata. Il caso è quello dell'istituto Pertini, ex Diaz, nel luglio del 2001 dormitorio autorizzato del Genoa Social Forum e oggetto della brutale irruzione della polizia. Ieri, anche attraverso le pagine del nostro giornale, due ragazze (Valeria Bruschi e Lena Zuehlke) che la notte del 21 luglio vennero picchiate ed arrestate ingiustamente, hanno chiesto alla preside di poter visitare - al di fuori dell'orario di lezione - i locali dell'edificio assieme ad un consulente dei loro avvocati che li assistono come parti offese nel processo in corso contro i 29 funzionari di polizia.
Anna Maria Castelli, la preside, come già avvenuto in passato ha rifiutato l'accesso ai locali.

«La richiesta era stata avanzata in maniera civile - commenta Laura Tartarini, uno degli avvocati del Genoa Legal Forum - e avrebbe meritato una risposta diversa. A questo punto la richiesta la facciamo come avvocati ed è motivata come indagini difensive. Vogliamo che i nostri periti possano entrare liberamente nella Diaz per filmare aule e corridoi, immagini che serviranno alla nostra ricostruzione. Se la preside respingerà anche noi, allora ci rivolgeremo al tribunale e questa volta dovrà aprire le porte ai carabinieri». La professoressa Castelli cerca da sempre di separare il nome della sua scuola dagli episodi ormai "storici" del luglio 2001. «Non vorrei neppure parlare di questa vicenda - spiega al telefono la preside -. Le mie ragioni le ho fornite alle dirette interessate. Questa è una scuola e basta. Non mi pronuncio sulle ragioni della richiesta ma io mi devo preoccupare di far funzionare una scuola e una scuola deve essere frequentata solo da personale dell'istituto».

«Purtroppo - continua l'avvocato Tartarini - è incredibile come queste ragazze, nonostante siano parti offese e la loro posizione sia stata archiviata, continuino ad essere considerate a rischio. E' successo anche l'altro ieri quando, con il nostro consulente, sono andate a Bolzaneto per fare delle fotografie della caserma, necessarie per ricostruire quanto accadde quattro anni fa quando all'interno era stato allestito il carcere del G8. Sono state fermate dalla polizia e portate all'interno per un controllo dei documenti durato cinque ore». E gli atti relativi all'identificazione sono finiti ai pm Anna Canepa e Andrea Canciani. I magistrati titolari del fascicolo black bloc.