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[Processo Diaz] VI udienza - sintesi

Sesta udienza del dibattimento del processo Diaz, aula bunker del tribunale di Genova.

Il processo entra finalmente nel vivo con l'audizione dei primi testimoni. Sono due ufficiali dei carabinieri che il 23 luglio 2001, su incarico dei pm Canepa e Canciani, fecero i rilievi nei due edifici delle scuole Diaz: la Pertini - nota come "la Diaz" - e la Pascoli, sede del Gsf e del media center.

Ovviamente si trattava allora di indagini volte a cercare prove a carico delle 93 persone arrestate (poi tutte prosciolte), ma quel materiale, foto e planimetrie, è stato acquisito agli atti dell'attuale procedimento contro 29 poliziotti.

Lo scopo di queste prime deposizioni è in realtà quello di dare formalmente atto che quel materiale corrisponde effettivamente ai luoghi in cui si svolsero i fatti, di definire questi luoghi e lo stato in cui si trovavano.

L'udienza è interrotta subito dall'avvocato Corini, che difende Gilberto Caldarozzi, all'epoca vice di Gratteri alla direzione del Servizio Centrale Operativo, e altri quattro dirigenti di medio livello. Chiede che le parti civili presenti in aula e inserite nella lista testi vengano allontanate, perché i testimoni non ancora ascoltati non possono assistere alle deposizioni.
Un'altra norma stabilisce però che le parti civili hanno diritto ad assistere al processo. I giudici si ritirano in camera di consiglio. Infine, il presidente Barone delibera che le parti civili si allontanino, in quanto la loro presenza potrebbe in seguito influire sulla valutazione della loro deposizione. L'unico interessato, parte civile per i fatti della scuola Pascoli, lascia l'aula.

Il primo teste, maresciallo Giuseppe Piritore, che effettuò i rilievi nella Pertini, illustra in modo asettico, attraverso oltre 150 foto, l'edificio, i danneggiamenti e i reperti rinvenuti, tra cui una lunga sequenza di "tracce ematiche", aula per aula, corridoio per corridoio.

Se possibile ancor più monotono, il maresciallo Giacomo Russo illustra i locali della Pascoli.
In controesame, l'avv. Corini chiede conto di un elenco di oggetti rinvenuti che si presume dovrebbero avvalorare la tesi di una presenza di persone violente nella sede del Gsf: due maschere antigas, otto barre di metallo "ricavate dalle suppellettili", un lacrimogeno, catene, un casco recante la scritta "sbirri di merda"... Il teste conferma.

Dalla prossima udienza, mercoledì 9 novembre, cominceranno ad essere ascoltate le parti offese.