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Giulietto Chiesa: "A Genova forze dell'ordine sprovvedute e inqualificabili"

Trentasettesima udienza del processo per devastazione e saccheggio durante il G8 di Genova

Udienza lunga e movimentata: discorsiva e analitica la deposizione di Giulietto Chiesa, frammentaria quella di Maurizio Fiorillo.
Il giornalista Giulietto Chiesa ripercorre le sue giornate genovesi imbeccato con veemenza dalla procura, piuttosto attenta -specie rispetto ad altri testi - a cercare le congruenze con il verbale di sommarie informazioni rilasciate dal teste -come persona informata dei fatti - ai pm nel gennaio 2002.
Chiesa da' la propria versione dei fatti del 20 luglio: "Fu un errore l'avanzata delle forze dell'ordine. Dovevano stare fermi, invece hanno dato il via ai disordini scoprendosi sui lati. Fu un errore tecnico. Poi furono inqualificabili". Sul corteo delle tute bianche denuncia ancora una volta l'irresponsabilita' dell'operato delle forze dell'ordine che caricano, lanciano lacrimogeni ad altezza uomo, ma soprattutto "non concedono vie di uscita ai manifestanti", specifica, guardando la carta topografica di Genova. "Considero un miracolo che non ci sia stato un morto anche in quel disordine".

Prosegue poi nel suo racconto, che lo portera' in piazza Alimonda, registrando pestaggi per strada ad opera delle forze dell'ordine e numerosi attacchi e contrattacchi. In piazza Alimonda, Chiesa vede il cadavere di Carlo Giuliani e assiste alla chiusura della piazza da parte della Polizia: "C'erano anche molti locali, genovesi, che inveivano contro polizia e carabinieri".
Riguardo la giornata del 21 luglio Chiesa ritorna sulla differenza tra "buoni" e "cattivi", tra i "guastatori che menavano" e il resto dei "manifestanti pacifisti" decisamente annacquata rispetto alle sue prime deposizioni ai pm e superata dai fatti e dall'impostazione processuale della difesa, ricordando "una vera e propria caccia al manifestante, anziani, donne con bambini: era una vera e propria caccia all'uomo".

Diversa la deposizione del primo teste della mattinata, Maurizio Fiorillo vice questore aggiunto di Napoli. Fiorillo era un teste interessante specie per la sua presenza in piazza Alimonda il 20 luglio, poco dopo l'omicidio di Carlo Giuliani; ma il testimone precisa fin da subito di non ricordare nulla riguardo le vie e quelle giornate, tanto che perfino il pm registra la stranezza di questo vuoto di memoria, sottolineando la straordinarieta' di quei giorni, ''indimenticabili per chiunque''. Non per Fiorillo che solo dopo due ore di esame e controesame riesce piu' o meno a ricordare la sua posizione durante il 20 luglio. Molti i punti oscuri del suo esame: non si riconosce in alcune immagini, non e' esaustivo nelle sue ricostruzioni, specie se paragonate alla sua deposizione in commissione parlamentare (insieme a Lauro di cui stranamente dimentica la presenza in piazza Alimonda) e soprattutto e' l'unico agente di quelli impiegati durante le giornate del G8 a non presentare una relazione di servizio. Piuttosto strano per un funzionario di polizia che e' testimone di un omicidio.