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[sanpaolo] V udienza

V UDIENZA SAN PAOLO - SINTESI

Quinta udienza del processo per il san paolo dove attivisti e forze dell'ordine
sono imputate per lesioni, resistenza, abuso d'ufficio, per i fatti avvenuti
all'ospedale san paolo dopo l'omicidio di Dax a Milano il 16 marzo 2003.

Oggi in aula molti medici, volontari della croce bianca, autisti di auto
mediche, oltre a due onesti cittadini che per una volta raccontano i fatti per
come sono andati, e uno dei ragazzi a cui e' stato spappolata mezza faccia.

I medici, i volontari, i dottori sia delle ambulanze e auto medica che hanno
soccorso inutilmente Dax e gli altri due feriti, sia presenti all'interno del
pronto soccorso.
Le loro testimonianze sono talmente congruenti da convincere il pm a rinunciare
ai medici e infermieri che li accompagnavano nelle ambulanze e nelle auto
mediche: tutti raccontano di una situazione "agitata" ma in cui i ragazzi non si
lasciano andare ad aggressioni se non solo verbali nei confronti delle forze
dell'ordine. Tutti raccontano di aver intravisto o intrasentito poliziotti
inseguire le persone nei corridoi del pronto soccorso, dal rifugio della stanza
del 118 al pronto soccorso del san paolo. Solo uno dei medici di turno al pronto
soccorso racconta di aver "salvato" una ragazza dall'inseguimento degli sbirri
per medicarla con dei punti per una ferita sul capo.

I testi piu' importanti della giornata sono i due fratelli Battezzati, autori di
una lettera al corriere, entrambi dottori, entrambi assunti dall'universita' ma
operanti uno al san raffaele e uno al san paolo. Entrambi sono nella stanza in
visita al proprio padre, che ha appena subito un ictus, quando sentono molto
rumore provenire da fuori l'ospedale. Si affacciano e vedono la carica delle
forze dell'ordine contro i ragazzi, vedono gruppetti che dal pronto soccorso
scappano nel giardino fuori dall'ospedale, venendo fermati da poliziotti e
carabinieri e picchiati selvaggiamente. Nella loro memoria c'e' la "sinistra
sensazione uditiva" del "rumore dei manganelli",
il tempo "inappropropriamente lungo del pestaggio" e le scene cilene viste dal
sesto piano.
I due testi non c'entrano nulla con "i ragazzi dei centri sociali" e la loro
testimonianza e' fragorosa per la chiarezza con cui descrivono i pestaggi, che a
questo punto dubitiamo siano equivocabili per altro, dalla corte o da chiunque
altro.

Ultimo teste della giornata e' un ragazzo che scappa durante le cariche dentro
il pronto soccorso, incrociando il buon carabiniere Zen che gli sventola una
mazza da baseball in faccia. A un certo punto e' nel pronto soccorso sperando di
scampare ai pestaggi, ma viene individuato da un gruppo di poliziotti entrati
con la scusa di far medicare un loro collega, viene portato vicino alla
guardiola della vigilanza e pestato a sangue. Poi viene portato fuori e vicino
alle ambulanze al pestaggio si uniscono anche i carabinieri con manganelli e le
radio di ordinanza: alla fine 4 giorni di ricovero, plastica facciale e un mese
di prognosi. Il tentativo di attacco da parte delle difese degli sbirri sulla
sua parziale resistenza e' talmente futile che non merita niente piu' che una
menzione.

Se di prove se ne vedono ancora poche, la ricostruzione storica di quello che e'
avvenuto quella notte e' ormai ben definita e difficilmente ribaltabile dal
revisionismo cosi' in voga tra giornalai, politicanti e colleghi degli imputati
che vestono tutti uguali.

a la prochaine