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[processo diaz] XXI udienza

SINTESI - XXI UDIENZA PROCESSO DIAZ

Oggi altra udienza forte: Mark Covell, aka Sky, racconta il suo tentato
omicidio.

Mark lavora con indymedia uk e come giornalista free lance, passa tutto il
giorno a riportare sulle manifestazioni e a mettere in piedi un banchino
informativo vicino al cortile della diaz.
Verso le undici, undici e trenta si avventura per la prima volta dentro la diaz
per buttare un occhio. Dopo pochi minuti entra una persona che avvisa
dell'arrivo imminente della polizia, e Mark insieme a Sebastian, conosciuto li'
per li', decidono di catapultarsi in strada per cercare di arrivare al media
center.
Arrivano al cancelllo che qualcuno sta chiudendo con un lucchetto, riescono ad
uscire e Sebastian riesce a correre verso la cancellata della pascoli sotto una
gragnuola di manganellate da parte della prima linea di sbirri in assetto
antisommossa. UNa volta scavalcata la cancellata e' in salvo, mentre Mark non
gode della stessa fortuna.
La prima linea del VII nucleo di Canterini impatta su di lui in mezzo alla
strada scaraventandolo verso il muro della diaz e circondandolo, gridandogli
"noi vi ammazziamo tutti". Cade a terra e
dopo pochi minuti un secondo pestaggio durante il quale un poliziotto lo solleva
da terra a calci, fratturandogli 8 costole con tanto di perforazione di un
polmone, una mano e la spina dorsale. Qualche minuto di tregua e un terzo round
di scarpate gli riduce in poltiglia la bocca e diversi denti, spedendolo nel
mondo dell'incoscienza e a un passo dalla morte.
Per 20 minuti rimane li', come immortalato dal video gia' precedentemtne
mostrato di hamish campbell. Poi finalmente lo trasportano in ospedale dove lo
ricoverano, arrestano, piantonano, sequestrano. Solo l'intervento diplomatico
britannico lo riporta a casa, lasciandolo menomato e sotto la necessita' di
plurimi interventi a mano e spina dorsale che tutt'oggi non sono ancora guariti.

GLi avvocati della difesa cercano schermaglie prive di ogni vergogna, sfruttando
la confusione di mark, che nelle prime dichiarazioni si diceva convintissimo di
essere stato pestato dai carabinieri e non dai poliziotti, probabilmente perche'
quando e' privo di coscienza e' circondato da un cordone di carabinieri che
poterbbero facilmente essere rimasti fortemente impressi nel suo inconscio tra
la vita e la morte.
Nonostante anche una scimmia sappia ceh l'operazione ha visto solo poliziotti in
prima linea e i carabinieri relegati in un ruolo sussidiario, gli avvocati
Romanelli, Corini e Di Bugno cercano stoicamente di aggrapparsi a questo delirio
di un ragazzo massacrato di botte per strada.
Non ci pare che il tribunale gli abbia dato molto credito, anzi, la loro verve
non gli rende certo onore.

Giusto per rimettere tutti questi illustri avvocati al loro posto, il testimone
successivo, DJ, un altro giornalista free lance che collabora con indymedia uk,
vede in prima persona l'arrivo delle forze dell'ordine tra via trento e piazza
merani, dove 4 o 5 furgoni della celere parcheggiano a "un palmo da lui e una
sua amica".
DJ non sa riconoscere le uniformi specifiche, ma e' sicuro che si tratti di
polizia di stato. Accelera il passo, poi corre fino a riuscire a rifugiarsi nel
media center al piano di indymedia. Li' riesce a nascondere le sue
videocassette, prima di essere intercettato e messo faccia al muro come tutti
gli altri. Da quella posizione vede gli sbirri ribaltare la stanza video ed
uscire con videocassette, minidisc, floppy, una maschera antigas e qualche
indumento nero. Poi vede le minacce, i manganelli sventolati e un giornalista
della bbc (citato anche da bill hayton) portato via e malmenato per le sue
proteste rispetto al trattamento che i poliziotti stavano riservando alle
persone.
Non dice nulla di nuovo, la testimonianza di DJ, pero' fa da perfetto
contraltare con i patetici tentativi del collegio della difesa con Mark Covell.

Il terzo teste e' la mazzata finale alla difesa dei Canterini Boys. E' uno dei
ragazzi presenti al primo piano della scuola diaz, e ripete per filo e per segno
la testimonianza di molti altri: notano l'arrivo della polizia, si mettono tutti
seduti per terra con le mani in alto, la polizia arriva e li pesta a sangue,
lasciando almeno due persone riverse a terra di cui una in una pozza di sangue.
POi arriva un ufficiale con la stessa divisa ed esasperato grida "basta basta"
fermando gli assalti, che hanno solo occasionali recrudescenze degli sbirri
pompati di adrenalina e ebbri della licenza di fare quello che vogliono.
L'elemento fondamentale della testimonianza, oltre a quello di corroborare le
precedenti versioni di cio' che avvenne al primo piano, sta nella ottima memoria
di S.S.: si ricorda molto bene le uniformi, di cui esclude qualsiasi elemento
bianco (il VII nucleo di Canterini e' l'unico con il cinturone scuro), e
soprattutto si ricorda l'uso dei tonfa (per cui usa il termine specifico)
impugnati al contrario.
Di fronte a questo ogni dubbio rispetto ai protagonisti dei pestaggi risulta
ridicolo. Con buona pace di Romanelli Jr. e con il plauso del tribunale.

Domani altri testi sempre dal primo piano della scuola Diaz. Non ci aspettiamo
nessuna sorpresa. Come dice il pm Zucca "gli avvocati della difesa guardano il
dito mentre noi mostriamo ai giudici la luna".

a la prochaine