supportolegale.org || la memoria e' un ingranaggio collettivo

[processo ai 25] trentanovesima udienza

Martedi' 01 marzo 2005

Udienza breve ma molto interessante la numero 39. In aula il capitano Odierna Viti, giovanotto bene con l'aria da ufficiale di carriera dei tempi che furono, che ai tempi del g8 comandava il 4 plotone del contingente del tuscania presente a genova, sotto le dirette dipendenze del colonnello Leso, tristemente noto per le sue manie da legionario e non solo (si veda pillola rossa).
Il giovane Viti si ricorda molto bene i dettagli operativi e gli attacchi subiti dal suo plotone, fin nel minimo dettaglio, addirittura gli orari, ma purtroppo non ricorda nulla di quanto chiestogli dalla difesa, la catena di comando, le forme di comunicazione, e via dicendo. Viene il sospetto di una lieve reticenza.
Non dice nulla di granche' nuovo ne' di particolarmente scottante, e certamente scompare di fronte alla deposizione del seconde teste, molto piu' succosa di informazioni interessanti.

verso le 10.30 entra in aula il maggiore Frassinetto, indicato dai precedenti testi del Tuscania (il reggimento di para' specializzato in azioni di guerra presente a genova come "riserva di emergenza) come il responsabile della sala operativa dei carabinieri.
Il maggiore conferma il suo ruolo durante il g8 come capo cellula operativa alle dirette dipendenze del comandante provinciale Tesser, responsabile di tutti i contingenti dei cc. Il ruolo di Frassinetto e' quello di disporre operativamente gli uomini delle CCIR (le compagnie di intervento risolutivo dei carabinieri). Il maggiore ci rivela molto bene la catena di comando: dalla questura le informazioni veniva passate all'ufficiale in Sala Crisi, da li' alla centrale operativa dei carabinieri via telefono e poi a lui che doveva disporre eventuali spostamenti delle CCIR. Ribadisce con forza che comunque gli uomini dei carabinieri prendevano ordini dalla centrale dei carabinieri e che "essere a disposizioen della questura non vuol dire prendere ordini direttamente dal funzionario di piazza".
In termini tecnico militari questo si chiama "tendenza al golpe".
Inoltre ci regala un altra sorpresina in chiusura: tutti i militari del tuscania hanno ripetuto finora fino alla nausea che erano diretti dalla centrale operativa dei carabinieri e di non avere nessun funzionario di ps a dirigere i loro movimenti.
Frassinetto ci rivela che, essendo forze di riserva, il tuscania era a "completa disposizione del questore" con cui comunicavano direttamente i comandanti del contingente.
Sbagliamo noi o c'e' qualcosa che non quadra ? Vuoi vedere che come Hitler con ss e sa, tra 4 gabinetti di comando diversi, le truppe specializzate in controguerriglia agivano indipendentemente da qualsiasi controllo ?
Ci viene il dubbio che i meccanismi legali di dispiego di forze dell'ordine siano stati un pochino piu' che forzati a genova.

Ma da parte nostra non c'erano mai stati dubbi sulle prove di regime. Forse adesso i sinceri democratici si preoccuperanno un po' di piu' ?

Alla prossima puntata

Ascolta l'udienza: prima parte - seconda parte