supportolegale.org || la memoria e' un ingranaggio collettivo

[processo diaz] XXIX udienza

SINTESI XIX UDIENZA - PROCESSO DIAZ/PASCOLI

Due testi oggi nell'udienza per i fatti della notte del 21 luglio 2001 a Genova.
Il primo teste racconta con dovizia di particolari i pestaggi subiti al piano
terra della diaz, e soprattutto ricorda come i pestaggi continuano e smettono
all'arrivo di due persone in completo elegante e cravatta che sembrano
chiaramente avere una posizione di comando. Niente di particolarmente nuovo, ma
conferme importanti.
Un po' di cabaret ce lo riserva come al solito l'avvocato Porciani, dopo tre o
quattro ore evidentemnte a corto del potassio delle banane, che pretendere di
mettere a verbale l'"ostensione da parte del teste di un cappellino con scritto
bye bye berlusconi", titolo di un film della berlinale, che Porciani ritiene
offensivo del premier e quindi inaccettabile. Ci chiediamo il livello di
costituzionalita' invece della sua provata fede fascista, suggellata dagli
aggettivi camerata che usa quando si riferisce ai propri amici al telefono. Dice
bene l'avvocato Bigliazzi: "cos'e' siamo arrivati al non nominare il nome di
Silvio invano?". Davvero ridicolo

Quando sul banco arriva la seconda teste, italiana e imputata nel processo
fantascienza di Cosenza, Corini boffonchia: "adesso ci divertiamo come al
multisala". Si sa che il cinema migliore non e' certo quello dei multisala ma
ormai e' evidente a tutti che l'aitante avvocato di Sarzana prediliga la
quantita' alla qualita', un approccio un po' bovino ma che di certo non possiamo
non comprendere nella natura dozzinale del soggetto (nell'udienza odierna
coadiuvata da scarpe da ginnastica adidas abbinate magistralmente a giacca
elegante e occhialoni da vista e da sole che non si toglie neanche quando
interroga... sara' la coscienza sporca?).
E' chiaro a tutti, ma lo sara' ancora di piu' durante l'udienza, che oggi e' una
giornata che il magico duo Corini/Di Bugno (+ Ligotti in contumacia) considera
importantissima per la propria tesi difensiva: la teste come dira' lo stesso Di
Bugno e' la prova vivente che radio gap, la pascoli e la diaz erano il covo dei
bb e il centro direzionale degli scontri, e che questo giustifica l'operazione
di polizia e anche la sua misura violenta, nonche' da' la possibilita' ai
dirigenti di professare buona fede rispetto a tutte le panzane che hanno creduto
e riportato nei verbali (principali fonti del falso e calunnia dei capi di
imputazioni secondo l'accusa).
I difensori delle parti civili partono in contropiede facendo chiarire alla
teste il contenuto delle telefonate che i difensori degli sbirri vorrebbero
usare (nonostante l'ordinanza contraria del tribunale di inizio dibattimento)
direttamente dagli incartamenti di cosenza: la teste spiega che la chiamano
dalla radio in panico per la presenza di cosiddetti black block sotto la scuola,
lei capisce che sono dentro la scuola e si preoccupa, ma quando torna alle 15.30
alla scuola apprende che erano solo passati li' davanti. Questo smonterebbe la
tesi di Di Bugno e Corini, che pero' non si danno per vinti, cercando di
dimostrare in ogni modo, anche oltre il livello della fantascienza di fiordalisi
(il pm di cosenza), che la teste mente, sapendo di mentire, e lo fa per
proteggere non si capisce bene chi. Pensiamo che i due non abbiano portato a
casa nulla, e che anzi ci hanno fornito un ottimo indizio della loro strategia
difensiva, che ci adopreremo in ogni modo per smontare: la coscienza sporca per
quella notte non e' la nostra.

a la prochaine