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[processo diaz] XXXVII udienza

PROCESSO DIAZ/PASCOLI - SINTESI XXXVII UDIENZA

Udienza intensa e lunga, con 5 testi per un totale di 7 ore.
Vecchia traduttrice di lingua spagnola non proprio brillante e nuova traduttrice
dal tedesco (frau ratzinger dove sei?) disastrosa per la tendenza a fare salotto
con i testimoni e soprattutto a omettere nella traduzione in italiano della
risposta alcuni particolari che a lei sicuramente sembrano irrilevanti, ma che
dal punto di vista processuale proprio ininfluenti non sono.
Purtroppo nessuno dice nulla, e si continua in questo disastro linguistico.

Sin dall'inizio dell'udienza si capisce che e' tesa, dato che gli avvocati della
difesa degli sbirri sembrano seduti sui carboni ardenti.

Primo testimone: VHD, classe 1937, espatriata dalla spagna di franco per
approndare in germania. Viene a genova dopo l'omicidio di carlo, e questa la
dice lunga sul suo spirito.
Arriva alla Diaz e si mette a dormire, viene svegliata dall'irruzione della
polizia e vede i pestaggi dietro le sagome di tre poliziotti che le si piazzano
immobili davanti. Immobili fino a che decidono di pestarla, spezzandole un
braccio.

Secondo teste: BP, tedesca acqua e sapone. non viene particolarmente pestata, ma
assiste alle solite scene del primo piano che abbiamo gia' conosciuto purtroppo.
Viene un po' massacrata dagli avvocati della difesa, a caccia di tensione, per
una relazione della DIGOS (caro Mortola) dove si dice che lei sarebbe stata
respinta alla frontiera. Peccato che l'atto di respingimento non c'e' e che lei
non e' mai stata respinta. Per cui tra traduzioni malandate, malafede
Corino/DiBugnana, e non comprensione della domanda, si crea un po' di bagarre.
Alla fine molto rumore per far salire la tensione e aumentare il giudizio di
antipatia che non si puo' non affibbiare al caro duo.

Terzo teste: NM, compagno di LZ, la ragazza che all'inizio del processo ha
raccontato di come e' stata pestata al quarto piano fino a farle perdere
conoscenza, un polmone, lanciata come una bambola di pezza giu' dalle scale. NM
viene tirato fuori dallo sgabuzzino al quarto piano in cui si sono nascosti e
pestato a piu' riprese. Alla fine del pestaggio, in stato di semincoscienza, un
poliziotto gli si avvicina e lo innaffia con la polvere di un estintore sulle
ferite. Un comportamento indice di grande civilta' non c'e' dubbio, almeno a
giudicare dagli sghignazzi di Corini e Di Bugno.
Viene caricato in una barella di plastica e portato giu', schiaffato in
ambulanza e poi a Bolzaneto.
Anche qui un po' di cinemino delle difese sui precedenti, ma che si risolve in
un nulla di che. Se non che anche lui precisa ulteriormente (come i testi
precedenti) che le uniformi dei poliziotti non avevano nulla di bianco. Siamo
molto spiacenti per gli assistiti di Romanelli, ma dobbiamo dire la verita', non
e' che il loro avvocato non ci provi a tirarli fuori dai guai in cui si sono
messi quella notte, macellai maledetti.

Quarto teste: GZ, una giovane spagnola dal cognome illustre che vive da dieci
anni a Berlino. Racconta con dovizia di particolari i pestaggi al primo piano e
poi la situaizone nella palestra. Ma soprattutto ci offre dei bei dettagli sulla
perquisizione: i poliziotti prelevano le cose dagli zaini e dividono le cose di
interesse in due mucchi, uno per i vestiti neri e uno per le "armi". Tra le armi
mettono coltellini svizzeri, pezzi di legnetti. Non contenti a un certo punto
sventrano uno zaino integro e ne estraggono i rinforzi di metallo,
accatastandoli come "spranghe" insieme alle altre "armi". Piu' falso e calunnia
di cosi', sara' difficile trovare.
Altro dettaglio, finalmente GZ rivela il mistero della porta chiusa, anche se
solo de relato: uno o due anni dopo incontra un ragazzo che gli dice di essere
scappato per miracolo dalla diaz, dopo aver sprangato la porta all'arrivo della
polizia. Finalmente gli avvocati della difesa smetteranno di tirarci le paranoie
sui bb scappati e sulla resistenza sul portone. Come ha detto un altro teste,
resistere a quell'orda barbarica "gli avrebbe detto bene, visto che cosa e'
successo poi".

Ultimo teste, con il botto: DM, germanico di origine turca, che assiste al
pestaggio appena sveglio nella palestra al piano terra. Viene pestato a turno da
tre poliziotti, fino a che un poliziotto in borghese, vestito con un completo e
con la barba e un casco, ferma la mano del terzo poliziotto che lo pesta. Questo
poliziotto e' presente a vari pestaggi e altre situzioni e attraversa la stanza
a passi lunghi e regolari come se la situazoine fosse "ordinaria
amministrazione". Un altro poliziotto in boirghese invece rimane sulla soglia.
Viene mostrato un video e DM non ha esitazioni: questo poliziotto presente ai
fatti e' Francesco "Ciccio" Gratteri, che ha sempre dichiarato di essere stato
nella palestra solo brevemente e di non avervi visto nulla di strano. Siamo
curiosi di sapere che cosa dira' quando sara' in aula, se mai avra' il coraggio
di sottoporsi a un esame testimoniale. In ogni caso, con questo teste il suo
falso e calunnia e' pienamente provato, e dobbiamo aspettarci per lui una
simpaticissima condanna. Bye Bye Ciccio.
A poco vale la bagarre che scatena il suo avvocato, cercando di annacquare il
riconoscimento con alcune contraddizioni di DM con sue precedenti dichiarazioni.
Lontano un miglio si nota la manovra diversiva, ma a poco vale in un tribunale
che giudichera' tra molti mesi, quando le acque saranno molto piu' calme e il
valore di questo riconoscimento in aula difficilmente intorbidibile (che parola,
eh?)

a la prochaine