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[Comunicato Stampa] processo Diaz: "Gratteri: ancora tu?"

Un pezzo alla volta si ricostruiscono gli eventi che hanno caratterizzato
la tristemente nota "perquisizione", alla scuola diaz la notte del 21
luglio 2001. Cinque sono i testi ascoltati oggi 5 aprile 2005 nel corso
della XXXVII udienza, dalle cui testimonianze emergono particolari
drammatici e importanti ai fini processuali: Z.G.G. racconta le modalità
di perquisizione all’interno della scuola: “Prendevano gli zaini e li
svuotavano senza assicurarsi a chi appartenessero. Ho visto subito dopo
che suddividevano le cose: vestiti neri da un lato, quelle che ritenevano
armi dall'altro". Secondo la testimonianza, da uno zaino vennero estratti
i ferri di rinforzo della parte posteriore, sistemandoli nel mucchio,
insieme ai coltellini, i pezzi di legno".
Drammatico è anche il pestaggio di V.H.D. una signora spagnola di 69 anni,
che racconta l'accanimento dei poliziotti nei suoi confronti: “nel mio
angolo c'era tranquillità, ma io vedevo la polizia che picchiava,
strattonava, tiravano sedie, prendendo le persone a calci... C'era una
specie di contrasto tra le due situazioni. All'improvviso guardo la
polizia e uno dei poliziotti mi colpisce alla testa, ma io mi proteggo con
il braccio. Ho ricevuto due colpi precisi, nessuno in eccesso. Io a quel
punto non ho più visto cosa succedeva alle altre persone”.
Una modalità ingiustificata, una furia della quale ne fa le spese anche
M.N. di Amburgo, che cerca rifugio in un ripostiglio al quarto piano con
la fidanzata L.Z.: viene trascinato fuori, massacrato dagli agenti e gia'
a terra e' sottoposto al getto di un estintore. Il pm Zucca riserva il
gran finale della giornata alla deposizione
dell'ultimo teste: picchiato in successione da tre poliziotti diversi,
M.D., mediattivista tedesco, ha tempo di guardarsi intorno e vedere
entrare due persone in borghese, con i caschi. Una di loro la ricorda
bene: "Sembrava il capo, sembrava uno abituato a certe situazioni. Dava
ordini ed era presente durante i pestaggi". Quest'uomo che piu' tardi
blocchera' un poliziotto mentre picchia una persona, dando inizio alla
fase discendente delle violenze, viene riconosciuto dal teste in un video
mostrato in aula: e' Francesco Gratteri, ex capo dello SCO, ex capo
dell'antiterrorismo, ma nonostante il suo rinvio a giudizio per i fatti
della Diaz, oggi saldamente al comando della questura di Bari.
Gratteri, che aveva negato di avere visto violenze, viene invece
riconosciuto per la seconda volta in poche udienze - grazie ai suoi
vestiti eleganti - come la persona che era presente nella palestra durante
i pestaggi.
Un altro colpo importante per i difensori dei 29 tra dirigenti, funzionari
e agenti di polizia rinviati a giudizio per lesioni, abuso d'ufficio,
falso e calunnia per l'irruzione alla scuola Diaz. Quando si
arrivera' alla fase processuale relativa alle loro acrobazie circa le
prove false (le due molotov e il finto accoltellamento dell'agente
Nucera), questi riconoscimenti avranno la loro esatta rilevanza
processuale.
Prossima udienza giovedi' 6 aprile.