Il processo corre contro il tempo, otto i testi ascoltati nel corso di queste due udienze.
Gli scenari che hanno segnato le oltre 300 persone portate nella caserma di Bolzaneto sono ormai chiari e assimilati: la presenza in corridoio di due ali di agenti, le ore in piedi nelle celle, le percosse e le intimidazioni a chi cercava di muoversi e di riposare i muscoli.
Non sono mancate neppure le “considerazioni†di circostanza sulle appartenenze politiche da parte delle forze dell’ordine presenti: un teste di ieri 10 aprile 2006 racconta: “Ricordo che passavano gli agenti in cella e chiedevano ‘Sei comunista? Sei anarchico?’. Un ragazzo gli ha risposto che lui era fiero di essere un comunista, e uno degli agenti lo ha picchiato duramente affermando di essere nazistaâ€.
A descrivere l’episodio è A.M., trentaseienne di Bologna, il quale spiega con dovizia di particolari l’inventario di violenze e insulti contemplati nella follia di Bolzaneto, come l’orrenda ripetuta filastrocca: “un due tre viva Pinochet, quattro cinque sei morte agli ebrei, sette otto nove il negretto non commuoveâ€.
Nenia che ormai purtroppo abbiamo assimilato come costante in tutte le testimonianze di quei giorni.
Le umiliazioni: spogliati nudi in cella e poi costretti a fare flessioni; scena che si ripeteva nell’infermeria, nemmeno quella terra franca dove respirare o riprendersi.
B.M., sempre nell’udienza di ieri aggiunge altri particolari: “Non stavo bene, un attacco di tachicardia, mi portano in infermeria e mi somministrarono del valium, in seguito tornando in cella non riuscivo a mantenere la posizione, e per questo motivo degli agenti mi hanno scaraventato a terra prendendomi a calci, e sputandomi addossoâ€
Durante la seduta di oggi F.A. riconosce in Amadei Barbara una delle sue carceriere. Sulla Amadei agente di polizia penitenziaria pendono imputazioni di percosse, abuso d’autorità sui detenuti, violenza privata e ingiuria, con innumerevoli aggravanti.
F.A. “regala†Un quadro preciso degli avvenimenti e racconta il “particolare†trattamento riservato alle donne all’interno della caserma: “vi facciamo il culo troie, appena uscite dovete far pompini a tutti quanti, vi portiamo sul furgone e vi stupriamo, ora abbiamo carta biancaâ€.
Ma non si limita a riferire solo delle ingiurie: nella notte nella sua cella spruzzano con una bomboletta uno spray urticante e una delle sue compagne di cella vomita del sangue.
Carta di giornale lanciata in cella. “Pulitevi con quella†Questo è quello che invece passò lo Stato alle molte ragazze che avevano le mestruazioni e alle quali venne impedito di recarsi alla toilette. Ma un'alternativa era pronta e disponibile, infatti chiusa in una stanza da sola con tre carabinieri riceve l'invito: “Per uscirne viva devi succhiare il cazzo a tutti quanti.†[da verbale!!] Non ultimo per importanza ricostruisce il massacro in cella di un giovane greco che in seguito alle percosse i carcerieri furono costretti a portare in ospedale.
Prossima udienza venerdì 21 aprile