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[Corriere Mercantile] A Bolzaneto torture con sigarette

Cicche accese sotto i piedi per non fargli mettere i talloni per terra. Perchè non mettesse i talloni a terra e rimanesse il più a lungo possibile sulle punte dei piedi, con le braccia e la faccia contro il muro, gli agenti mettevano delle sigarette accese.

E' questo uno dei tanti terribili particolari che è emerso ieri mattina nel corso dell'audizione di un giovane spagnolo testimone al processo per i fatti avvenuti all'interno della caserma di Bolzaneto. Ma non solo. Al giovane che anche ora. a distanza di cinque anni da quegli episodi. trema quando vede la la divisa di un poliziotto, avevano cercato di strappare il piercing dalla lingua e da un capezzolo. Un racconto drammatico è stato quello di Oscar C. sollecitato dalle domande dei pubblici ministeri Vittorio Ranieri Miniati e Patrizia Petruzziello. Un racconto che è stato ascoltato attentamente dai giudici della terza sezione penale presieduti da Riccardo Delucchi. Il giovane era stato arrestato insieme a un connazionale il venerdì pomeriggio e portato nella caserma di Bolzaneto. Lì erano iniziate le sevizie.

Con un salame era stato picchiato violentemente sui genitali. Quindi portato in cella e obbligato a stare con le mani e la faccia appoggiate contro il muro. Come si è detto, perché non appoggiasse i talloni a terra gli mettevano sotto delle cicche accese di sigarette. Nell'udienza precedente vi era stata l'audizione come parte lesa. di un ragazzo svizzero che cinque anni fa era minorenne. Il giovane, Andrea S.,ha raccontato che. una volta giunto nella caserma, fu portato in una cella e denudato. Fu poi preso per i capelli e costretto a fare una quindicina di flessioni. prima più lente e poi sempre più veloci. Ha riferito anche di essere stato colpito alle costole mentre si trovava con la faccia rivolta contro la parete e insultato. C'erano dei poliziotti che si divertivano - ha detto il giovane -dicendomi bastardo e maledicendomi)).

Il legale del giovane svizzero, l'avvocato Massimo Pastore di Torino, ha riferito ai giornalisti che è sua intenzione presentare un esposto alla Procura per chiedere che vengano chiarite le circostanze in cui il suo assistito è stato fermato e con- dotto nella caserma di Bolzaneto per individuare eventuali responsabilità. (Si può ipotizzare - ha spiegato il difensore - la calunnia e l'arresto illegale. Formalmente hanno parlato di accompagnamento per accertamenti ma lui non doveva essere portato nella cella insieme agli altri dove è rimasto per sei ore.