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[processo 11 marzo] prima udienza udienza rito abbreviato

PROCESSO 11 MARZO - PRIMA UDIENZA RITO ABBREVIATO.

Benvenuti tutti al grande show che vede 29 ragazzi e ragazze imputati di
devastazione e saccheggio per i fatti occorsi l'11 marzo in corso buenos aires a
milano. Quel giorno di fronte all'autorizzazione di un corteo di fiamma
tricolore popolato di fasci littori, canti fascisti e bracci tesi, circa
duecento/trecento persone si recarono in porta venezia per presidiare la piazza
ed evitare la sfilata nera. Di fronte si trovarono un ingente dispositivo di ps
e cc, ne seguirono scontri che portarono nelle cariche all'arresto di 45
persone.

Dopo quattro mesi di carcerazione preventiva per 25 di queste 45 persone, il
processo arriva al suo momento clou, il rito abbreviato per 27 dei 29 imputati.

L'udienza comincia bene con un'ora di ritardo nell'arrivo degli imputati e delle
imputate dai carceri, mentre decine e decine di persone popolavano il presidio
all'esterno e si preparavano ad entrare all'udienza.
Braccio di ferro con il GUP Barbuto che voleva condurre il processo a porte
chiuse, ma che poi cede all'ingresso di circa 100 persone che riescono a non
cedere alle provocazioni e a far sentire la propria presenza agli imputati e
imputate in aula, e speriamo anceh al GUP che forse non pensera' piu' che sono
dei pazzi isolati.

Lo scotto pero' e' che si entra 3 per volta, con tre cc a identificarti e
confermare l'identificazione, e confermare la conferma. Come buoi ghigno contro
muso duro della consapevolezza della voglia di far salire la tensione.

Il calcio d'inizio spetta all'accusa, interpretata dal sardo pm Basilone.

Tutta la sua requisitoria si concentra sul problema del concorso, ovviamente
colonna portante dello schema accusatorio che vede al centro il reato di
devastazione e saccheggio. A noi non addetti ai lavori la sua tirata sul fatto
che la presenza vicino a una barricata sia un contributo essenziale alla
riuscita di un reato come devastazione e saccheggio, un contributo
indispensabile come lo definisce basilone seguendo il codice, rimane un po'
indigesta e diciamo poco credibile. Poi Basilone si lancia sul concorso morale,
affermando che la presenza anche solo travisati in quel contesto, era un atto
tale da rafforzare tutti nell'azione. Non e' una presenza neutra, secondo lui,
ma un concorso non solo esecutivo, ma nell'intento e nella costruzione del reato
stesso.
La tirata si conclude con un rimbrotto da padre padrone (anche Ledda era sardo,
ci saranno coincidenze?): se avessero ammesso le cose o scelto il patteggiamento
avrei anche potuto chiedere meno anni, cioe' punirli un po' meno, ma visto che
non si rimettono a subire un ingiusta punizione, chiedero' il massimo.

Ci concede, sua maesta', le attenuanti pari alle aggravanti per gli incensurati
(tutti tranne due imputati).

E la cosa eccellente viene con le posizioni individuali.
Si sofferam prima di tutto sul gruppo di persone arrestate al civico 15 che
descrive, secondo le testimonianze quasi identiche (che strano eh? e non e' che
le hanno fatte i ps o i cc dopo gli eventi? nooooo!) di quattro persone, come un
gruppo compatto che si stacca dai manifestanti in fuga e si rifugia (maestri di
strategia) in un portone non senza aver distrutto una porsche proprio li'
davanti (cosi' non li trovano di sicuro). Nel portone provano a disfarsi di
indumenti e armi ma non ci riescono. Non commenteremo sul quintale di fantasia
che il pm ci mette nel figurarsi la scena, ma se ci aggiungiamo che secondo lui
queste sono tra i "capi" di tutto l'ambaradan, veramente ci viene da ridere.
Tra l'altro di diverse di queste persone non ha mezza foto, e cmq le foto che il
pm usa hanno indizi di identificazione alquanto labili, e cmq nessuna foto di
partecipazione diretta a danneggiamenti, lanci di razzi, o altri comportamenti
che per il pm caratterizzerebbero tutto il fatto criminoso.

Durante l'esame dei singoli casi non si risparmia bugiarde omissioni (come la
relazione che afferma che le foto usate dal pm NON ritraggono GM), ne'
suggestioni del tutto prive di alcun fondamento documentale (come il fatto che
la barricata fosse secondo lui stata eretta dopo la prima carica e non prima
come e' avvenuto in realta'), basandosi sul prode
lavoro del cc Fardin, Lavarino e del DIGOS Nicoletti che cmq non si risparmia in
identificazioni e spirito canterino. I nostri complimenti per il riguardo, sua
signoria....

Ma il top Basilone lo da quando cerca di spiegare come il fatto che LC, uno
degli imputati, fosse li' in bici e fosse appena andato a prendere da mangiare.
Secondo lui la cosa non e' ne' rilevante, ne' scagionerebbe LC, che ovviamente
si diverte a fare il centauro, ma anzi ne confermerebbe il concorso morale
(questo non ce lo ha spiegato ma ormai e' una questione di fede in questo
processo :)

Conclude chiedendo otto anni e mezzo per gli incensurati e nove per i
pregiudicati. Ridotti a 5 anni e mezzo, e sei anni, rispettivamente per il rito
abbreviato. Non ci sembra il caso di sottolineare che se ci si deve aspettare
quasi dieci anni di galera per scontri di piazza (ammesso e non concesso che si
sia responsabili penalmente) allora forse esistono reati un po' piu' alla mano e
con maggiori proventi e minore prospettive di carcere.
Forse la strategia di Basilone e' tornare alle sane vecchie batterie... noi
abbiamo un po' di dubbi sull'utilita' di questo modo di affrontare le lotte
sociali e le questioni politiche, ma tant'e'... de gustibus....

Breve interludio per le parti civili in cui si distingue non tanto il Ministero
dell'Interno e della Difesa, che accampa un danno morale e di immmagine (ma se
ps e cc non sanno rigovernarsela il danno non dovrebbero chiederlo a loro?),
quanto il Comune di Milano ch eha il coraggio di chiedere danni alla propria
immagine di tutore della sicurezza cittadina.... supponiamo si riferisca alle
periferie milanesi, ai costi delle case, alle manifestazioni a braccia tese, al
caro vita di milano e ai continui episodi di abuso da parte dei vigili sceriffi
in giro per quartieri e mercati. Se si riferisce ad altro proprio non sappiamo
come consolare l'avvocato Cozzi, anche per la propria dominanza della lingua
italiana, che tra gli avvocati di parte civile manca o almeno non e' aiutata da
alcun espediente di carisma.

Le difese partono dall'avvocato Mazzali che difende 24 dei 29 imputati (alcuni
ovviamente insieme ad altri avvocati): Mazzali parte all'attacco definendo
l'indagine un bluff giudiziario (e non a torto), perche' si chiede come sia
possibile un'istruttoria con quattro mesi di carcere preventivo e con una
richeista di condanne pesantissima (155 anni di carcere da dividere in 27), a
fronte di un'assenza totale di foto, video, immagini, testimonianze che
attribuiscano una sola condotta di danneggiamento a uno qualsiasi degli
imputati. Mistero della fede, o mistero della giustizia al servizio
dell'accanimento politico e della costruzione di un certo tipo di status quo.

Mazzali fa un ex-cursus sul reato di devastazione, ricordando come sia stato
introdotto nella legislazione italiana pensando a tumulti di popolo e
insurrezioni e non certo a un evento che in tutto e' durato meno di un'ora,
almeno meta' della quale passata a guardarsi in cagnesco piu' che a fare
alcunche'. Inoltre ricorda come devastazione e saccheggio siano tornate di moda
con Canepa e Canciani, dopo il g8 di genova, e come sia difficile ora arrestare
questa valanga culturale, che ha travolto gia' milano, torino e la val di susa.

Mazzali spiega molto bene come per rilevare devastazione e saccheggio sia
necessario che l'OP sia in obiettive condizioni di non controllo, mentre l'11
marzo mentre la barricata prendeva fuoco i passanti facevano foto e guardavano
curiosi, e le ffoo in tre minuti di carica decisa mettono fine al tutto. Senza
contare che le ffoo conoscevano perfettamente chi stava arrivando da dove avendo
seguito i concentramenti sin dalla partenza.
Allora ci si chiede come si possa pensare che l'OP fosse in crisi come durante
Avellino-Napoli, in cui i tifosi avevano il controllo dello stadio, lanciando
fisicamente i carabinieri giu' nei tunnel degli spogliatoi (a futura gloria,
ndr).

La stoccata piu' netta e' per Basilone: "forse si confonde gravita' dei fatti
con gravita' dei reati", ma quando si parla della vita delle persone non si puo'
confondersi cosi' banalmente, e non si puo' intestardirsi nel non ammettere di
aver un filino esagerato...

Per confermare come la situazione non fosse cosi' eccezionale come la si
vorrebbe dipingere, Mazzali evoca sua madre e suo padre, raccontando le reazioni
abbastanza contenute e curiose piu' che scandalizzate di entrambi i suoi
genitori di fronte al video dei fatti.

Poi passa al concorso.
Critica aspramente l'accento che basilone pone sul fatto che gli imputati
abbiano saputo via internet della manifestazione, come se questo in se'
costituisca prova determinante di una devastazione. Se si considera poi che il
documento prodotto e' anonimo come tutti i post su indymedia, si capisce bene
che l'uso di un documento anonimo come elemento chiave delle prove di una
preordinazione e di una organizzazione del fatto criminoso sia alquanto
azzardato. Tra l'altro, e qui c'e' un leit motif dell'arringa, alcune delle
posizioni archiviate avevano anche loro letto della manifestazione on line, ma
non per questo sono imputate e sotto lo schiaffo di una condanna pesantissima.

Mazzali affonda: o mi contesta un concorso morale e mi da la sensaiozne di una
imputazione generica e debole nell'attribuzione della condotta, oppure mi
contesta il concorso materiale, che pero' non puo' dato che non ha uno straccio
di prova documentale per nessun imputato.
E anche nel caso del concorso morale, bisognera' spiegarmi a quale condotta io
avrei concorso seppur moralmente, o basta dire che in una situazione grave c'e'
concorso morale e basta che io sia li' per prendere una condanna pesantissima.
Mazzali accusa Basilone di spaccire per concorso morale cio' che non c'e', dato
che per i minorenni il tribunale del riesame stesso ha smontato la tesi
accusatoria secondo cui bastano l'intenzione di andare li' e la condivisione dei
motivi della manifestazione per concorrere al reato.

Se poi guardiamo i singoli capi di imputazione c'e' solo da ridere: TZ e'
accusato di travisamento e non c'e' manco mezza foto sua, ne' con ne' senza
travisamento. Da dove discende questa accusa? Dall'illuminazione divina?

Mazzali chiude in grande stile la parte generale dell'arringa chiedendo come
attenuante l'aver compiuto atti criminosi con la volonta' di un "grande valore
morale e sociale", identificando gli atti dell'11 marzo come la difesa di un
valore costituzionale come quello della resistenza. Cinque minuti di pausa col
botto, anceh se il freddo GUP Barbuto di simpatie non sinistre non ci sembra
cogliere la verve e le battute pungenti dell'avvocato delal difesa.

L'analisi delle posizioni individuali da parte di Mazzali richiederebbe troppo
tempo ma il leit motif e' sempre il solito: non uno straccio di identificazione
se non per particolari super generici (i jeans? un giubbotto scuro?), la non
riconducibilita' delle condotte a un concorso morale, la non attribuibilita'
delle condotte, l'aleatorieta' dei verbali di arresto e delle prove, la non
presenza in moltissimi casi di condotte specifiche, l'assoluta non differenza
delle posizioni di molti imputati con le posizioni per cui il pm ha chiesto
l'archiviazione.
Mazzali smentisce ogni piccola bugia del pm e rilancia il guanto di sfida.
Domani tocchera' agli altri avvocati difensori prima delle repliche del pm.

Giornata lunga e difficile
a la prochaine.