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Contributo di supportolegale su 'Scarceranda '07'

Supporto Legale

Da dove siamo partiti
Dopo tre anni di vita quando ci viene chiesto un «contributo» come o su Supporto Legale, la tentazione è quella di prendere testi già usati e creare un patchwork di vecchie e nuove parole la cui summa si racchiude in «informiamo e soprattutto finanziamo il lavoro sui processi di Genova e non solo, quindi dateci dei soldi». Non che questo non sia valido anche in questa occasione, infatti lo scriviamo subito: «ci servono soldi per continuare a finanziare il lavoro sui processi genovesi», a questo punto è chiaro. Sfruttiamo questa occasione per mettere, come si diceva un tempo, qualche puntino sulle «i».

Dove siamo arrivati
Amarcord di tre anni che sono nulla o poco più di nulla rispetto a ciò di cui ci occupiamo, le lotte sociali e i meccanismi di controllo, repressione e induzione alla normalità, i devastatori vanno in galera a monito per tutti, di chi rimane: abbiamo iniziato a seguire i processi genovesi nel momento in cui è partito il procedimento contro i 25 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio. Inconsciamente, a priori, abbiamo capito alcune cose: che il reato di devastazione e saccheggio (uno sconosciuto rispetto ai reati associativi con cui per anni si è colpito il movimento) costituisce, attraverso la previsione del «concorso morale», il nuovo paradigma penale-securitario con il quale contrastare le lotte sociali. Poco importa chi è responsabile di «devastazione e saccheggio»: chiunque turba il lieto svolgersi del tran tran quotidiano dedito al consumo e all'integrazione è un devastatore, nonché saccheggiatore. Indefferenziatamente: sia il ritratto del «violento dei centri sociali», sia la persona normale, che sgarra e diventa «violento come quelli dei centri sociali».
Abbiamo detto: «Difendiamo tutti e tutte», senza alcuna differenza di sorta, perché già troppi campano sul divide et impera e sopratutto perché quello della distinzione tra buoni e cattivi non ci è mai parso un valido modo per comprendere le cose e cosa si muove intorno ad esse. Supporto Legale è formato da molte anime e avevamo bisogno di un comune denominatore: la difesa comune di tutti e tutte è l'elemento naturale che tiene insieme Supporto. Queste percezioni e valutazioni sono costate qualcosa in termini di «mal di stomaco», almeno in due direzioni. Da un punto di vista operativo questo ha voluto dire occuparsi di forze dell'ordine, della loro mentalità, a essere lirici, della loro poetica, ovvero tutto ciò che li muove in termini di carriera, conflitti interni, adattamento ai dettami politici internazionali e applicazione nella vita quotidiana e in piazza. Ci siamo tolti qualche soddisfazione: fare luce sulla carica di via Tolemaide, effettuata dai carabinieri su un corteo autorizzato, mettere alle strette, con gli avvocati, i funzionari e dirigenti di piazza passati nel processo, scoprire l'uso di spranghe di ferro anziché i già micidiali tonfa durante le cariche nelle strade genovesi, spingere per una visione laica dei fatti. No ai complottismi, a Genova c'eravamo noi, intendendo con «noi» tutte le svariate sfumature del movimento, che piaccia o no. Un dvd, "Legittima difesa", segna il primo passaggio di Supporto Legale, a stretto contatto con la segreteria legale genovese.
Insieme alla difesa di tutti e tutte, altro elemento naturale - a volte espresso in maniera criptica - è l'integrità del mandato che abbiamo voluto assumere.
Da un punto di vista politico ha significato e significa un'opera costante di garanzia e controllo che i soldi raccolti per difendere tutti e tutte andassero davvero a difendere tutti e tutte. E' un'opera oscura, ma serve per garantire che il nostro mandato e l'integrità politica che ne consegue vengano mantenuto intatti. Ci teniamo. Anche per questo in tempi di commissioni di inchiesta, di nuovi processi, di riscrittura di codici penali e regole, di indagini che non finiscono mai, ci siamo sentiti in dovere di prendere posizione, dicendo e chiedendo qualcosa di molto preciso. Abbiamo espresso i dubbi sull'iter e gli scopi della commissione parlamentare d'inchiesta sul g8 attraverso GevsG8 una raccolta di fumetti avente come tema quelle giornate del 2001: riteniamo che l'unica inchiesta sul g8 sia quella che possa mettere le forze dell'ordine di fronte alle proprie responsabilità di quanto accaduto a Genova e che sappia arrivare, se mai fosse possibile, al livello apicale, come dicono i legulei, al mandante di quelle giornate. Riteniamo in ogni caso, che solo una ricostruzione e un'analisi collettiva di quei fatti, alla luce di cosa è mutato in cinque anni di controllo sociale e repressione, possa realmente sancire una visione storica collettiva, anziché accettare le ricostruzioni di magistrati o parlamentari e «esperti» che su Genova hanno costruito la propria carriera politica, mediocre o redditizia che sia.
Le domande sono circa l'integrità del lavoro sui processi: abbiamo ribadito alle segreterie legali, di Genova e Cosenza, la nostra volontà di proseguire nell'informare e finanziare il lavoro sui processi a patto che le segreterie rimangano luoghi di autonomia operativa e decisionale, senza influenze di partiti o simili.

Attraverso cosa siamo passati
Partito il processo ai 25 manifestanti, è toccato agli altri due grandi processi genovesi, quello per l'irruzione alla scuola Diaz e per le violenze di Bolzaneto. Questo ha significato un aumento non indefferente del lavoro, in termini di tempo e quantità.
Contemporaneamente è partito il processo di Cosenza al "Sud Ribelle", un vero e proprio processo politico ai movimenti antoglobalizzazione, che vede, tra gli improbabili capi di accusa, l'associazione sovversiva, la cospirazione politica mediante associazione, lassociazione a delinquere e l'istigazione a disobbedire alle leggi, al fine di rendere ingestibili le citta' di Napoli e Genova nel 2001, in occasione dei vertici internazionali dell'OCSE e del G8. Inchiesta confezionata dai ROS dei Carabinieri, varie DIGOS e da un PM autodefinitosi "inadeguato". Se il processo cosentino ci ha ricordato, per vari aspetti, quello ai 25 di Genova, questa sensazione è stata ancora rinnovata quando abbiamo affrontato i fatti di marzo a Milano, nella stessa città che ci aveva visto lavorare al Processo San Paolo e agli eventi successivi alla morte di Davide "Dax" Cesare.
Un'udienza al giorno, quando non sono state due. Questo ha significato: presenza in aula, pubblicazione di comunicati stampa e sintesi delle udienze (scrittura, invio, sito, ecc.), necessità di andare ovunque a raccogliere soldi, volontà di cominciare a raccogliere qualche spunto da quanto visto, ascoltato, letto in questi tre anni.
In mezzo a una scaletta di provvedimenti da brivido e di aggiustamenti interni alle sfere del potere politico, tra legge Reale, leggi speciali antiterrorismo, leggi Cossiga, si arriva ai processi per 270bis, imputazioni di «devastazione e saccheggio», violazioni di privacy continue, fino alle ultime leggi anti-terrorismo. In mezzo a tutto ciò alcune riforme, quella della Pubblica Sicurezza, quella dell' Arma dei Carabinieri, il nuovo codice di procedura penale, un quadro economico e politico in mutazione accelerata. Riteniamo quindi sia necessario inserire le ultime vicende giudiziarie che ci riguardano da vicino in una linea del tempo la cui collocazione potrebbe non essere esattamente casuale. Per questo motivo cercheremo anche di effettuare dei progetti di ricerca che possano fornire informazioni utili a chi si occupa di questioni legate ai processi e piu' in generale per tentare di leggere in modo laico e talvolta a freddo, gli eventi politici che ci constringono in una fase difensiva, resistenziale, forse non ancora completamente colta.