Si è svolta ieri, 25 gennaio la seconda udienza dell'Appello relativo
all'"operazione Cervantes".
Antonio Marini, pubblico ministero in questo secondo grado, ha impostato
la requisitoria sostenendo da subito, con fare arrogante, la possibilità
(e la necessità) di revoca dell'ordinanza di inammissibilità da parte
della stessa corte d'appello che lo scorso martedì l'aveva emessa,
facendo leva sul recentissimo annullamento della legge
sull'inappellabilità delle sentenze di assoluzione in primo grado, nota
come legge Pecorella... Un tentativo volto al convincimento e pressione
sulla corte, un discorso pronunciato con l'esclusivo utilizzo dei tempi
condizionali, una pomposa arringa su quello che lui avrebbe potuto dire
se la corte avesse deciso di riunificare le posizioni di tutti/e gli/le
imputati/e portandoli/e in secondo grado... manovra che sputtana il
chiaro intento della pubblica accusa: riportare l'attenzione e quindi
incentrare il processo sull'Associazione perché - parole sue -
"esaminare, giudicare i fatti specifici avulsi dal contesto associativo
non è fare Giustizia".
"Giustizia è Verità", recita Marini, "ma non la vostra verità",
rivolgendosi ai giudici popolari, "bensì quella che si aspetta la
società, l'uomo di buon senso, il pater familias, colui che chiede
giustizia sostanziale e non formale, poiché la legge non può sovrastare
l'uomo e la dignità dell'uomo"... Poi, con enfasi crescente: "Io voglio
giustizia perché io sono un uomo di verità" e chiosando
shakespearianamente "perché voi siete uomini d'onore!".
Dopo una pausa di cinque minuti riprende l'arringa entrando questa volta
nel merito dei fatti processuali passando all'analisi delle posizioni
specifiche di ogni imputato. Parlando di Tombolino mette in rilievo
l'impossibilità di considerare il reato contestatogli come gesto
puramente individuale: definisce questo un "processo monco".
Trattando la posizione di Simone rispetto all'attentato al tribunale di
Viterbo non perde occasione di lamentarsi di ciò che chiama "anomalia
della disgregazione" di questo processo, ribadendo anche in questo caso
l'auspicio di vedere giudicati con lui altri compagni. Un riferimento
esplicito è riservato a Tittarello, presente alla conversazione captata
che ha costituito sin dall'inizio la "prova di colpevolezza" contro
Simone, che è stata al centro dell'attenzione durante tutto il processo
e ancora adesso è oggetto di interesse da parte di entrambe le parti,
che ne richiedono una nuova nuova perizia fonica. A questo proposito
Marini non ha perso occasione di esaltare la validità del medoto
investigativo che si serve dei mezzi tecnologici (intercettazioni
ambientali, telefoniche, della posta) per acquisire prove.
Il reato di devastazione imputato a Massimo viene allo stesso modo
minimizzato come fatto processuale isolato, ma in questo caso il pm si
spinge oltre, minacciando esplicitamente che Massimo stesso, in quanto
"elemento di spicco dell'organizzazione", dovrà "ben presto rispondere
in altra sede di ben altri reati".
Da ciò emerge con chiarezza come l'interesse dell'accusa non sia tanto
ribadire la colpevolezza dei singoli imputati rispetto ai fatti
specifici quanto dimostrare la "correità di più sodali", sottolineando
che il processo "rimane pendente" anche per tutti gli/le altri/e.
Le richieste formulate con una memoria scritta, (più o meno le stesse
avanzate anche dall'avvocato dello stato che ha parlato in coda a
Marini) in conclusione, sono:
- la revoca dell'ordinanza di inammissibilità del ricorso in cassazione;
- che questo secondo grado venga sospeso in attesa dell'esito del
ricorso in cassazione rispetto all'ordinanza di inammissibilità e alle
eccezioni di incostituzionalità della legge Pecorella (che anche
verranno discusse in quella sede di cassazione), minacciato da Marini a
più riprese;
- che vengano riunificati gli atti per una trattazione unitaria dei
procedimenti;
- che venga predisposta una "rinnovazione parziale del dibattimento"
ovvero una nuova perizia fonica sull'intercettazione ambientale di cui
prima;
- che comunque venga disposta la consulenza tecnica per la posizione di
Simone;
- in ogni caso, che venga respinto il ricorso in appello della difesa.
L' udienza, che si era aperta intorno alle 10:00, è terminata alle 16:15
circa.
Per il prossimo martedì è prevista, previa la discussione della difesa,
la sentenza.
compagne e compagni solidali