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[Comunicato Stampa] Processo Diaz: Genova in nylonValerio Donnini, capo dei reparti mobili impiegati a Genova, scorre rapido il video che gli viene mostrato. Osserva velocemente - non ama alzarsi dal suo scranno di teste e guardare da vicino lo schermo - gli uomini in borghese fuori dalla Diaz. Uno di loro ha in mano il sacchettodi nylon azzurro che contiene le molotov. Valerio Donnini, pur con molte reticenze nella descrizione del percorso compiuto dalle bottiglie, che arriveranno presso la scuola Diaz a bordo della stessa jeep – e rispetto alla strana attenzione di un dirigente di alto livello per un reperto, mentre c'è una carica finita da pochi istanti – tenta di scaricare su Digos e, soprattutto, sullo Sco le responsabilità delle operazioni, in difesa dei “suoi” reparti mobili, Canterini Boys in testa. Gilberto Calderozzi, ex vice e oggi a capo dello Sco (lo avrete visto rincorrere le telecamere in occasione dell'arresto di Provenzano) è il nome su cui Donnini sembra volere accumulare più spilli: Calderozzi era il responsabile delle pattuglie cercablackboc, Calderozzi era il referente dei suoi uomini alla Diaz. Donnini però non ricorda le telefonate fattegli dallo stretto collaboratore Troiani, che partecipa sia alle pattuglie, sia all'operazione Diaz e stenta a ripetere quanto affermato in sede di verbale, riportando un suo simposio con Troiani, ovvero: quelle bottiglie della Diaz erano le stesse che aveva avuto per le mani qualche ora prima in Corso Italia. In attesa che dal cilindro di qualche documento della questura, che ancora si ostina a ritenere le molotov “sequestrate”, vengano fuori news sulle bottiglie scomparse, come si diceva ai bei tempi, da Genova, per oggi, è tutto. |
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