Centri sociali
A Parma mano dura con gli antifascisti
Parma - Fino al 6 febbraio, giorno del processo, dovranno recarsi tutti i giorni in questura per apporre la firma. Sono «recidivi»: il pubblico ministero, al processo di convalida degli arresti, aveva nella su cartellina una paginata di manifestazione non autorizzate a cui i due hanno partecipato nel corso della loro militanza politica a Parma. E poi, sono indagati per la resistenza allo sgombero dell'ottobre 2005 del centro sociale Mario Lupo la cui ri-occupazione del 27 gennaio scorso ha causato l'arresto in questione.
Sembra uno scherzo, ma per tre attivisti del centro - uno storico spazio occupato antifascista di Parma - il tentativo di interloquire con l'amministrazione comunale (di destra) si è trasformato in un incubo. I fatti: il Mario Lupo è stato sgomberato, su ordinanza del sindaco, l'anno scorso. Il collettivo aveva chiesto una soluzione alternativa per continuare a svolgere la propria attività. Ma, alla fine, arrivò lo sgombero per «inagibilità» dell'edificio.
Sabato scorso, a ristrutturazione quasi ultimata, gli ex-occupanti organizzano una manifestazione simbolica: entrano nel centro e chiedono a un esponente della giunta comunale di incontrarli per riaprire la trattativa e trovare uno spazio per costruire un centro di documentazione antifascista. Niente da fare. Anzi, interviene la polizia e diverse persone salgono sul tetto: per farlo rompono un controsoffitto. Tre persone - due ragazzi e una ragazza - rimangono lì per ben 36 ore. La polizia fa altrettanto, «aspettandoli» in strada. Nel frattempo, due persone vanno in ipotermia. Inutile chiamare l'ambulanza, che non arriva, e secondo alcune testimonianze non viene addirittura fatta passare dalla polizia. Alla fine, domenica sera, i ragazzi scendono dal tetto: arrestati, con l'accusa di danneggiamento in flagrante . In sede di convalida - arrivata dopo ben due giorni - il giudice conferma gli arresti, e per due ragazzi, considerati «recidivi» anche se sono incensurati, impone l'obbligo di firma. Il processo, per un danneggiamento che la relazione del Comune considera di 7 mila euro, è stato fissato il 6 febbraio. Il sindaco Elvio Ubaldi ha definito nella stampa locale il comportamento dei tre ragazzi «fascista». «Indignati», si dicono ora gli attivisti del Lupo, che definiscono il livello di discussione della vicenda «grottesco» e invitano tutta la cittadinanza a un'assemblea pubblica sabato alle 17 in via Testi 4.