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[processo diaz] - XIII udienza preliminare - sintesi

redicesima udienza con 4 ore di arringa dell'avvocato mascia per la difesa mortola e dominici.

SINTESI

durante la tredicesima udienza preliminare del processo a 28 ppoliziotti per falso, calunnia e abuso d'ufficio, e lesioni, parla l'avvocato Mascia, per la difesa di Mortola e Dominici.

La difesa di Mascia e' molto puntuale e oltre a riprendere la tesi del falso ideologico dei pm anziche' degli imputati dell'avvocato Li Gotti (difesa Gratteri), si spinge oltre sostenendo, seppur condito di malcelata piaggeria, che se gli imputati sono colpevoli di falso, allora anche la procura di genova, il tribunale del riesame e piu' o meno tutti quanti sono imputabili tanto quanto, dato che hanno usato i medesimi falsi atti.
Non solo, ma Mascia svetta cercando costantemente di mettere in contrapposizione la sentenza di archiviazione per i 93 (che confermerebbe secondo lui la resistenza e quindi giustificherebbe l'irruzione e il massacro) con l'attuale processo, secondo un copione che ci saremmo aspettati dai politici di professione e non certo da un avvocato in un processo cosi' delicato.

In sostanza la linea difensiva per Mortola e' quella di sostenere che lui non ha mai detto il falso e poco sapeva, e che se si dice il contrario e' solo perche' Mortola e' stato tratto in inganno consapevolmente dagli inquirenti, mentre lui e' candido come un giglio. A prova di cio' Mascia si lancia in un complicato esame di contestazioni e interrogatori, arrivando provocatoriamente a chiedere la nullita' di tutti gli interrogatori di Mortola.
C'e' da dire che sia Mascia che Li Gotti prima di lui mostrano una grande padronanza del materiale d'accusa, anche se con inspiegabili lapsus per tutto quello che riguarda i manifestanti, e fanno una difesa altamente evocativa.

Per Dominici addirittura si arriva a dire che lui quella sera non solo non si e' reso conto di nulla, ma che pur essendo passato dalla diaz non avrebbe potuto capire nulla perche' andato subito via. E non avrebbe ne' sentito racconti, ne' visto televisione, ma si sarebbe basato in buona fede sui racconti dei colleghi e sui referti dell'ospedale (che a detta di mascia non erano gravi (solo 48 referti contro i 17 dei poliziotti; di questi 48 il 60% inferirore a 10 giorni e il 70% inferiore ai 20 giorni di prognosi e quindi che cosa si vuole che sia; nulla ci dice ovviamente sulle stesse percentuali sui referti pretestuosi delle ffoo in cui sara' sicuramente anch eincluso nucera e le sue menzogne), che non potevano che indurre a credere alla versione del verbale firmato.
Mascia qui a nostro modesto parere pecca di superbia perche' arriva a sostenere che un po' in tutti i casi i verbali vengono firmati dai superiori fidandosi degli operanti e che non c'era motivo per non farlo quella notte; se fosse falso Dominici quindi sarebbe da imputare tutta la polizia. Un iperbole in cui cade in inganno anche lui, confermando che Dominici ha firmato un verbale falso.
Altra nota spiacevole di un po' tutta l'arringa e' la tendenza a rimbalzare le accuse dei suoi assistiti ad altri, da Troiani a Di Bernardini (nella singolare condizione di non poter arguire dal coma), fino a cercare in tutti i modi di ripescare Lorenzo Murgolo (emissario di Andreassi quella notte e delegato del questore Colucci) che e' scampato all'imputazione solo grazie alla prudenza del pm.