Continua il processo ai 25 manifestanti accusati di devastazione e
saccheggio durante il g8 di Genova 2001. Oggi in aula il secondo,
imperdibile appuntamento con il controesame del teste Zampese, "star
assoluta" del processo ormai da più di 20 udienze. Nelle puntate
precedenti Zampese aveva dilettato il pubblico e tutti noi con numerosi
documenti, tanto numerosi da far confonderlo nella sua difficile, ma
straordinaria performance.
Nell'udienza del sei febbraio, alla domanda della difesa sulla provenienza delle
comunicazioni radio e delle telefonate al 113, il prode Zampese ha
dovuto ammettere di averle trovate in un computer della Procura e di
averle, poi, utilizzate, nonostante i termini per la chiusura delle
indagini fossero già scaduti. Piccoli aggiustamenti prima delle prove
generali, si direbbe. Da qui la richiesta della difesa di escludere la
testimonianza di Zampese dal processo.
Il tribunale ha, intanto, deciso di non ammettere parte delle prove
presentate nelle scorse udienze, nello specifico le telefonate del 113.
L'onnipresente ed eclettico teste riesce ad arrivare dove altri non
oserebbero: negli uffici della Digos trova l'autorizzazione del corteo
delle tute bianche. Eppure tutti gli altri testimoni ascoltati finora
non sapevano nulla del corteo autorizzato.
Per il 16 febbraio dovrebbe essere ascoltato il colonnello Truglio,
comandante delle compagnie CCIR (Compagnie di Contenimento e Intervento
Risolutive)durante il g8 e membro del Tuscania, noto reparto di carabinieri coinvolto nelle violenze somale. Sempre che il nostro non si sia
troppo affezionato all'Iraq, dove si trova di stanza al momento.