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rassegna stampa

[La Repubblica] Torture contro i no global domani scatta il processo

Una cinquantina sotto accusa, più di duecento le parti lese, vittime degli abusi a Bolzaneto

CORRADO F., 38 anni, brigadiere dei carabinieri vittima dell´attentato esplosivo dell´altra notte a Quartu Sant´Elena, è uno dei 47 indagati per le violenze e i soprusi nella caserma di Bolzaneto durante il G8. La Procura genovese ne chiede il rinvio a giudizio, accusandolo di «abuso di autorità contro arrestati o detenuti» in concorso con altri. Secondo investigatori ed intelligence, responsabili dell´esplosione davanti alla casa del militare e dell´autobomba di fronte al carcere Buoncammino di Cagliari, a 15 chilometri di distanza, potrebbero essere appartenenti a gruppi di matrice marxista-leninista, indipendentista e anarco-insurrezionalista, e comunque soggetti particolarmente organizzati - si parla di aggregazioni nell´isola tra reduci delle vecchie Brigate Rosse, separatisti e anarco-insurrezionalisti - in grado di lanciare anche una sorta di «messaggio» agli indipendentisti, con i quali esisterebbero forti contrasti sulla linea politica e, soprattutto, sulla strategia complessiva nel confronto con lo Stato. Per l´onorevole Alfredo Biondi, difensore il brigadiere nell´udienza preliminare su Bolzaneto in programma da domattina, si tratta di «un atto, tanto intimidatorio quanto vergognoso ed inaccettabile, rivolto contro un cittadino, fedele servitore dello Stato, che ha sempre svolto con onestà e dedizione il proprio lavoro». L´avvocato precisa, con i colleghi Carlo Biondi e Giorgio Zunino: «Non possiamo che amaramente constatare come, per l´ennesima volta, gli attentati posti in essere altro non siano se non una diretta conseguenza di una distorta concezione del procedimento penale e delle sue regole - per la quale nessun Giudice si è ancora pronunciato - viene automaticamente trasformata in una condanna, addirittura di morte, emessa senza appello da ignoti delinquenti, comuni o politici che siano».

[Carta] Processo G8. Dirigente Gaggiano: "Non vidi cariche dei carabinieri"

11 gennaio 2005
Il dirigente di polizia Angelo Gaggiano del Commissariato Centro di Genova, interrogato oggi come teste d'accusa nel processo a carico di 25 manifestanti, imputati di devastazione e saccheggio, ha dichiarato di ignorare che in via Tolemaide, il 21 luglio del 2001, durante il G8, ci fossero state cariche dei carabinieri contro il corteo delle Tute Bianche. ''Ero in piazza delle Americhe - ha riferito il dirigente - e quando ho avuto notizia dei disordini sono andato incontro al corteo fino in via Tolemaide, dove poi ho ordinato la carica. Non mi risulta che anche i carabinieri avessero caricato il corteo''. Nelle scorse udienze i testi d' accusa Mario Mondelli, funzionario di polizia, e l' ufficiale dei carabinieri Antonio Bruno, avevano invece riferito di aver ordinato la carica dei carabinieri contro i manifestanti a causa di un fitto lancio di pietre e bottiglie contro le forze dell' ordine. La deposizione di Gaggiano e' durata oggi circa sei ore per ricostruire, anche con l' ausilio di foto e filmati, lo svolgimento del corteo delle Tute Bianche, autorizzato fino a piazza Verdi, ma bloccato poi negli scontri di via Tolemaide, corso Torino e corso Gastaldi. Il processo, durato fino a meta' pomeriggio, proseguira' martedi' ancora con la deposizione del poliziotto.

[Carta] Il gioco dell'oblio

di Lorenzo Guadagnucci

19 novembre 2004

Il 20 luglio 2001 e il 27 gennaio 2005 sono separati da tre anni, sei mesi e sette giorni. La prima data segna l'inaugurazione, diciamo così, di una sorta di "ufficio matricola penitenziario" allestito in una caserma diventata famosa, quella di Bolzaneto, alla periferia di Genova. La seconda è la data indicata dal giudice Maurizio De Matteis per l'avvio dell'udienza preliminare, primo atto di un procedimento giudiziario che coinvolge 47 persone - fra agenti penitenziari, poliziotti, carabinieri e personale medico - per reati che dovremo tenere a mente: abuso d'ufficio, lesioni, percosse, ingiurie, violenza privata, abuso d'autorità, minacce, falso, omissione di referto, favoreggiamento personale. Bene che vada, l'udienza preliminare durerà un paio di mesi, forse tre, come sta accadendo per la Diaz (le udienze sono ancora in corso, e si è cominciato a fine giugno). Se il giudice ordinerà il processo, saremo già a ridosso dell'estate che segnerà il quarto "anniversario" del G8 genovese.

[Carta] Chi resta a zero?

Il tribunale di Genova ha inflitto la prima condanna a uno degli agenti per
i fatti del G8. Non c'e' sodidsfazione, ma amarezza per l'assenza di
autocritica istituzionale nelle forze di polizia.

di Lorenzo Guadagnucci

Se un poliziotto sfigura un ragazzino a colpì di manganello, e lo fa
contravvenendo a tutte le leggi dello Stato e alle regole etiche della
professione, alla fine viene condannato aventi mesi di carcere.
E accaduto a Genova, con la prima condanna inflitta a un agente peri fatti
del G8. Giuseppe De Rosa è stato riconosciuto colpevole di lesioni
aggravate e grazie a rito abbreviato ha avuto lo sconto di un terzo della
pena De Rosa naturalmente non andrà in galera, perché può godere della
sospensione condizionale della pena, ma dovrà versare alla sua giovane
vittima diecimila euro a titolo di acconto sul risarcimento che sarà
stabilito in sede civile.
La sentenza è stata accolta come la giusta punizione per un episodio di
inqualificabile violenza. II caso è molto noto, non tanto per le

[Il Manifesto] G8, condannato il primo poliziotto

G8, condannato il primo poliziotto
Un anno e otto mesi per il sovrintendente che sfigurò il giovane Marco Mattana. Rinviato a giudizio Perugini, ex numero due della Digos, prosciolto il capo Mortola
ALESSANDRO MANTOVANI
INVIATO A GENOVA
Quel volto sfigurato fece il giro del mondo, associato all'immagine del vicequestore Alessandro Perugini che sferra un calcione al ragazzino già bloccato e pestato a sangue. A tre anni, tre mesi e otto giorni dal G8 la magistratura genovese ha condannato, ieri con giudizio abbreviato, il sovrintendente Giuseppe De Rosa che, «in concorso con altri agenti non identificati, colpendolo con il manganello al volto, cagionava a Mattana Marco lesioni personali consistite in trauma contusivo craniofacciale con ferita lacero-contusa e ecchimosi palpebrale superiore, con prognosi di gg. 20 - si legge nel capo d'imputazione - Con l'aggravante di aver commesso il fatto nei confronti di persona minorenne e in violazione dei doveri e con abuso dei poteri inerenti la sua funzione». Protagonista di una vicenda paradigmatica di botte da orbi e arresti illegali, come tante altre che rimarranno impunite, De Rosa è il primo poliziotto condannato per il G8. Ha preso un anno e otto mesi, più una provvisionale di diecimila euro in favore del ragazzo, che sta per compiere diciannove anni. L'hanno inchiodato i filmati girati dal Tg5 in via Barabino, vicino alla questura, gli stessi che hanno immortalato Perugini, ex numero due della Digos e attuale responsabile logistico della questura di Genova.

[ansa] bolzaneto - fissata la data dell'udienza preliminare

G8: BOLZANETO; UDIENZA PRELIMINARE IL 27 GENNAIO

SONO 47 LE RICHIESTE DI RINVIO A GIUDIZIO
(ANSA) - GENOVA, 26 OTT - E' stata fissata al 27 gennaio,
davanti al gup Maurizio De Matteis, l' udienza preliminare dell'
inchiesta sui presunti soprusi e pestaggi da parte delle forze
dell' ordine e di personale sanitario, avvenuti nella caserma
della Polizia di Bolzaneto nei giorni del G8.
Per i fatti di Bolzaneto, i pm hanno avanzato 47 richieste di
rinvio a giudizio. Sono inoltre piu' di 150 le parti lese, di
cui 40 sono i no global picchiati nella scuola Diaz.
Le richieste di giudizio, firmate dai pm del pool G8 e dal
procuratore capo Francesco Lalla, trasmesse all' ufficio dei
gip, riguardano agenti e dirigenti della Polizia di Stato e di
quella penitenziaria, medici e personale infermieristico.
Le accuse nei loro confronti sono, a vario titolo, abuso d'
ufficio, violenza privata, falso ideologico, abuso di autorita'
contro detenuti o arrestati, violazione dell' ordinamento

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