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processo ai 25, comunicati stampa

[processo ai 25] Inutilia

"L'ombelico non e' chiaro. C'e' tutto un discorso di ombre e di riprese
fatte a una certa distanza. C'e' un fenomeno di aberrazione cromatica e
quei fenomeni di chiaro, scuro, ombre, riflessi che non costituiscono un
riferimento morfologico cromatico. Di fronte a fenomeni di questo tipo non
si dice nulla per evitare di dire delle cose non corrette. Ad ogni modo
l'ombelico non e' chiaro".

[Comunicato stampa] Segni particolari

La 53a udienza del processo contro 25 manifestanti accusati di
devastazione e saccheggio nelle giornate del G8 2001 ha visto come
protagonista Damiano Cavalera, consulente della procura per i
riconoscimenti somatici di 21 imputati su 25, responsabile per 20 anni

[Comunicato Stampa] Riconoscimenti flop: passaggio a vuoto del duo Canepa e Canciani.

La cinquantaduesima udienza anticipa uno dei leit motiv che portera' il processo ai 25 manifestanti alla pausa estiva, ovvero i riconoscimenti degli
imputati.
Gia' nelle scorse udienze riservate alle identificazioni si erano segnalati aspetti farraginosi e discutibili circa i metodi e le tecniche con cui la procura pensa di poter dispensare condanne, su dati e deposizioni deboli e spesso condite da "forse", "se", "si vocifera" (come nel caso odierno).

[Comunicato Stampa] Udienze di fine stagione.

Genova, 31 maggio 05

Le udienze procedono verso l'estate e, dopo gli exploit su piazza Alimonda, sembrano indirizzarsi verso un finale di stagione che si abbina all'afa di questi giorni.
La cinquantunesima udienza e' infatti decisamente povera di spunti interessanti, se non relativamente al riconoscimento di uno degli imputati e con esso tutta la mole di dubbio sulle tecniche che la Procura utilizza per giungere a identificare i manifestanti sotto processo.

[processo ai 25] Comunicato stampa: La banalita' del tenente

"Non so chi dava ordini: ho effettuato le cariche senza conoscerne le motivazioni". La deposizione smemorata del tenente Paolo Faedda.

La cinquantesima udienza vede comparire dinanzi alla Corte Faedda Paolo, tenente dei Carabinieri, responsabile del contingente del III Battaglione Lombardia, composto anche da 199 Carabinieri costituiti nella Compagnia CCIR "Alfa" (Compagnia di Contenimento e Intervento Risolutivo, costituita ad hoc per i fatti del G8).

[Comunicato stampa] Genova secondo il Tuscania

"Fumogeni come se piovesse, ma nessuna carica senza lasciare vie di fuga"

Genova, 17 maggio 2005 - Quarantanovesima udienza del processo per devastazione e saccheggio durante il G8 di Genova.

Sassi, omissioni e bugie. L'omicidio di Carlo Giuliani ancora al centro del processo contro i 25 manifestanti.

Prosegue l'esame dei testi dell'accusa sui fatti di piazza Alimonda. Dopo Raffone, arriva Cavataio. E torna il vqa Adriano Lauro per riconoscere il sasso trovato accanto al corpo di Carlo Giuliani.

Le omertà nascoste. Dario Raffone - carabiniere a bordo della Land Rover di Placanica - mente e i PM fanno finta di nulla.

Genova, 3 maggio 2005
Alla quarantesettesima udienza del processo a 25 manifestanti per i fatti del G8 di Genova, era atteso Mario Placanica, il carabiniere protagonista dei fatti di piazza Alimonda che hanno portato all'assassinio di Carlo Giuliani.
Placanica pero' non si presenta - e' assente giustificato per questioni di salute - mentre sono in aula Dario Raffone, carabiniere a bordo della Land Rover insieme a Placanica, e Giuseppe Zappia, comandante del plotone di Raffone e Placanica, il primo della compagnia CCIR Echo del XII Battaglione Sicilia.

Dario Raffone, carabiniere dal marzo 2001, intruppato nella compagnia Echo Sicilia, e' mandato "in giro per la citta' dalle sette e mezza del mattino" del 20 luglio 2001. "Siamo stati a contenere i manifestanti", afferma. In seguito, poiche' e' stanco e leggermente ferito, chiede al vice di Zappia di potersi fare da parte e viene fatto salire su una land rover, su cui erano presenti l'autista (Cavataio) e un altro carabiniere in difficolta', Mario Placanica.

Genova, 26 aprile 2005: la difesa mostrerà il sasso trovato accanto al corpo di Carlo Giuliani

[Comunicato stampa]
Genova, 26 aprile 2005: La difesa ottiene di poter
mostrare ad Adriano Lauro - in una prossima udienza - il sasso trovato
accanto al corpo di Carlo Giuliani.

Quarantaseiesima udienza del processo per devastazione e saccheggio
durante il G8 di Genova.

La quarantaseiesima udienza del processo a carico di 25 manifestanti
prevedeva gli esami del vice-questore aggiunto Adriano Lauro, di Filippo
Cavataio (autista del land rover di Placanica) e del colonnello Giovanni
Truglio (comandante delle compagnie CCIR durante il g8 di Genova). Assenti
giustificati Truglio e Cavataio, le luci della ribalta sono tutte per
Lauro.

Ricapitolando: Adriano Lauro - funzionario di PS responsabile dei 100
carabinieri del battaglione Sicilia, comandati dal capitano Claudio
Cappello e protagonisti dei fatti di Piazza Alimonda - afferma che "da
circa 70 metri di distanza", riesce a vedere il corpo di Carlo Giuliani
per terra, a ritenere che fosse morto, a pensare che la causa della morte

La difesa ottiene le registrazioni della sala operativa dei Carabinieri per la giornata del 20 luglio 2001

Genova, 19 aprile 2005
Quarantacinquesima udienza del processo per devastazione e saccheggio durante il G8 di Genova.

Udienza sulla carta interessante, che fila via liscia in un gioco di posizioni
che si conclude con l'ottenimento - da parte della difesa - delle
registrazioni audio della centrale operativa dei Carabinieri del 20 luglio
2001, fino ad oggi non ancora analizzate.

Primo teste e' Paolo Nardelli- congedatosi il 10 agosto 2001 dall'Arma -
all'epoca dei fatti capitano del 1°e il 2° plotone della Compagnia CCIR
Charlie dei Carabinieri, il contingente di circa un centinaio di uomini a
disposizione del responsabile del corteo delle tute bianche Angelo Gaggiano,
dislocato il 20 luglio 2001 in piazza Verdi e protagonista di varie cariche
in via Tolemaide.

La ricostruzione di Nardelli incappa in ambiguita' in relazione ai tempi: come
nella propria relazione di servizio Nardelli indica le 14.45 come orario di
partenza della propria azione in Tolemaide; in realta' dai video proposti

Fascicoli su Marte: archiviazione e privacy dei fascicoli Digos

Genova, 12 aprile 2005

Quarantaquattresima udienza del processo per devastazione e saccheggio durante il G8 di Genova.

Il primo teste della quarantaquattresima udienza e' Antonio Montuori,
ispettore Digos di Roma dal 1999, citato nella scorsa udienza da Catarci-
altro funzionario Digos - a proposito di un riconoscimento di un imputato del
processo.
Montuori - rispetto a Catarci - conosceva gia' l'imputato, e ha provveduto a
suo modo al riconoscimento, salvo non effettuare nessuna relazione di
servizio.
Durante il suo esame si torna a discutere circa il meccanismo di creazione dei
fascicoli della Digos: Montuori sostiene che nei fascicoli finisce chiunque
abbia "precedenti di polizia", senza riuscire a fare comprendere a noi - e di
conseguenza ai nostri sei lettori, - cosa siano questi precedenti
polizieschi.
L'avvocato Tartarini, al termine del controesame, solleva questioni legate
alla privacy e all'inserimento di nominativi e utilizzo di questi fascicoli:

Genova, 5 aprile 05 - Catarci: "Nell'archivio Digos anche i partecipanti alle assemblee".

Il pm Anna Canepa chiede di poter ascoltare Truglio, Zappia, Placanica,Cavataio e altri (tutti presenti all'omicidio di Carlo Giuliani), "per fare luce su Piazza Alimonda".

Genova, 5 aprile 2005.
Quarantatreesima udienza del processo per devastazione e saccheggio durante il G8 di Genova.

Dopo il sequestro dei portatili di due consulenti tecnici della difesa -
effettuato il 16 marzo 2005, ad oggi i due portatili non sono ancora stati
restituiti - e il rinvio della scorsa udienza,
nella mattinata di oggi l'aula bunker del tribunale genovese ha registrato
un'udienza breve, ma non priva di spunti interessanti e decisamente
rilevanti per il prosieguo del processo.
Si sono registrati infatti appunti importanti circa metodi, modi e
particolarita' del sistema di riconoscimento e identificazione degli
imputati in un procedimento penale, durante il quale si scopre che la
Digos identifica e inserisce nei propri archivi anche i partecipanti alle
"assemblee non autorizzate".

[Comunicato stampa] Genova, 22 marzo - Pellegrino: "Un sequestro e' un incidente fortuito"

Quarantaduesima udienza del processo per devastazione e saccheggio durante il G8 di Genova.

Udienza decisamente politica e poco tecnica, quella di stamattina nel Tribunale di Genova.

La difesa, nel processo a carico di 25 manifestanti per i fatti del G8 nel 2001, ha infatti richiesto il rinvio dell'udienza, a seguito del sequestro, effettuato la settimana scorsa, di due computer portatili appartenenti a due consulenti tecnici della difesa, impossibilitati - per questo motivo – a svolgere il proprio lavoro.

L'istanza difensiva, fondata sull'impossibilità di proseguire il processo in una situazione di disparità tra difesa e accusa, è stata accolta dai giudici, che hanno concordato con la difesa il rinvio, fissato al 5 aprile prossimo.

L'inizio della mattinata sembrava favorevole ai PM: in aula infatti
accanto alla Canepa c'era il vice procuratore capo Pellegrino; una presenza
piuttosto pesante, dopo i fatti della settimana scorsa (fu Pellegrino a ordinare il sequestro).

Nicola Mirante, tenente dei CCIR: "Guerra e ordine pubblico: e' uguale''.

Genova, 15 marzo 2005
Nicola Mirante, tenente dei CCIR: "Guerra e ordine pubblico: e' uguale''.
Quarantunesima udienza del processo per devastazione e saccheggio durante il G8 di Genova

Quaratunesima udienza apparentemente interlocutoria, ma non priva di elementi rilevanti.
ll primo teste della mattina e' Buonaventura Manzi, un funzionario digos di Pavia cui e' richiesta l'identificazione di uno degli imputati del processo.
In realta' lo conosce solo di vista, ma lo associa a un nome grazie a una identificazione effettuata da una pattuglia a conclusione di un presidio a pavia. I dati dell'identificazione, cosi' come tutto il resto, vengono poi inviati alla procura genovese.
Il secondo teste e' Cristiano Spadano, comandante del V plotone del Tuscania, impiegato durante le giornate genovesi, con venti carabinieri a propria disposizione.
Spadano non ha mai fatto una relazione di servizio, ma qualcuno firmo' per lui, poiche' non presente, oltre a non riconoscersi nei video presentati dall'accusa.

Giulietto Chiesa: "A Genova forze dell'ordine sprovvedute e inqualificabili"

Trentasettesima udienza del processo per devastazione e saccheggio durante il G8 di Genova

Udienza lunga e movimentata: discorsiva e analitica la deposizione di Giulietto Chiesa, frammentaria quella di Maurizio Fiorillo.
Il giornalista Giulietto Chiesa ripercorre le sue giornate genovesi imbeccato con veemenza dalla procura, piuttosto attenta -specie rispetto ad altri testi - a cercare le congruenze con il verbale di sommarie informazioni rilasciate dal teste -come persona informata dei fatti - ai pm nel gennaio 2002.
Chiesa da' la propria versione dei fatti del 20 luglio: "Fu un errore l'avanzata delle forze dell'ordine. Dovevano stare fermi, invece hanno dato il via ai disordini scoprendosi sui lati. Fu un errore tecnico. Poi furono inqualificabili". Sul corteo delle tute bianche denuncia ancora una volta l'irresponsabilita' dell'operato delle forze dell'ordine che caricano, lanciano lacrimogeni ad altezza uomo, ma soprattutto "non concedono vie di uscita ai manifestanti", specifica, guardando la carta topografica di Genova. "Considero un miracolo che non ci sia stato un morto anche in quel disordine".

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